Nouveau Realisme


Il 16 Aprile 1960, in vista di un’esposizione collettiva che avrebbe avuto luogo nel mese successivo alla galleria Apollinaire di Milano in cui esponevano dei giovani ma già affermati artisti francesi quali Fernandez Arman, François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Klein, Jean Tinguely e Jacques de la Villeglé; Pierre Restany brillante critico che aveva seguito a passo a passo la loro carriera, pubblica sotto forma di un fascicolo d’otto pagine un testo intitolato Les Nouveaux Réalistes; questa è la prima apparizione del termine, il testo in questione contiene alcuni punti essenziali della poetica novo-realistica, vi si legge tra l'altro:

 

... la pittura da cavalletto (come qualsiasi altro mezzo espressivo classico nel campo della pittura o della scultura) ha fatto il suo tempo. Vive in questo momento gli ultimi istanti, talvolta ancora sublimi di un lungo monopolio. [...] Assistiamo oggi all'esaurimento e alla sclerosi di tutti i vocabolari stabiliti: alla carenza -per esaustione- dei mezzi tradizionali si oppongono delle avventure individuali sparse in Europa e in America, che tendono tutte, qualunque sia l'apertura del loro campo investigativo, a definire le basi normative di un'espressività nuova. [...] L'appassionante avventura del reale colto in sé e non attraverso il prisma della trascrizione concettuale o immaginativa...[questo con]...l'introduzione di un ricambio sociologico allo stadio essenziale della comunicazione. La sociologia viene in aiuto della coscienza e del caso, sia a livello di scelta o di lacerazione di un manifesto, dell’allure (impronta) di un 'oggetto, di un rifiuto o di un avanzo di cibo, dello scatenarsi dell'affettività meccanica, della diffusione della sensibilità al di là dei limiti della sua percezione. [...] Allo stadio, più essenziale nella sua urgenza, della piena espressione affettiva e della messa fuori di sé dell'individuo creatore e attraverso le apparenze naturalmente barocche di certe esperienze, noi ci incamminiamo verso un nuovo realismo della sensibilità pura...

 

Nel culmine dello sviluppo dell'astrazione lirica, della pittura gestuale e materica, in piena introversione psicologica, c'è qualcuno che invita a guardare con occhi nuovi la realtà che ci circonda, elabora un nuovo modo di vedere basato sulla constatazione di una natura moderna e oggettiva, sull'appropriazione del reale contemporaneo, reale che nell'immediato dopoguerra è rappresentato dalla produzione seriale, dai mass media, la pubblicità, lo sviluppo tecnologico, la trasformazione dei rapporti sociali; elementi sociologici che assumono determinante valenza estetica in quel generale ritorno all'oggettualità nell'arte degli anni cinquanta-sessanta che coinvolse indistintamente sia America che Europa.

Negli Stati Uniti, vero laboratorio di trasformazioni sociali, questa trova principalmente espressione nelle figure di Rauschenberg e Johns (cui si aggiungono gli scultori Stankiewicz e Chamberlain) che, abilmente contaminano l'eredità dell'espressionismo astratto con elementi tipici del folklore industriale e urbano attraverso la mediazione dell’esperienza storica di personalità quali Duchamp e Schwitters (da cui l'appellativo di Neo dadaisti). 

Diversa, pur con molti punti di contatto la situazione europea: ad una generale situazione di impasse creativa dovuta più che altro ad una saturazione delle pratiche astratte e informali ed a una progressiva sclerotizzazione del vocabolario formale surrealista, si contrappongono da più parti interessanti ricerche artistiche aventi come referente la realtà quotidiana, non più mediata dall'elemento surrealista e neppure vittima sacrificale dei rituali informali e materici, ma intesa nella sua accezione puramente formale ed oggettiva. D'altra parte, l'estremo soggettivismo aveva portato all'esigenza di un rapporto più ravvicinato con il mondo, con la materia: l'informale di matrice tachiste trovava nuovi sviluppi nelle esperienze materiche dall'estrema carica esistenziale di personaggi come Burri, Tapies, Dubuffet, Giacometti. Ma evidentemente questo non bastava, da parte dei loro innumerevoli epigoni, questo aveva alimentato un gusto corrivo per la materia, un'esibizione retorica del caos e dell'angoscia. Invece di assicurare un canale d'incontro con la realtà, la si occludeva con centimetri di materia pittorica.

E’ in questo contesto che le più valide ed innovative esperienze artistiche, al di là di qualche caso isolato, vengono dai Nouveaux Réalistes.

Per i Nouveaux Réalistes, come per gli americani, è importante il rapporto con il folklore urbano e industriale, il coinvolgimento del pubblico, il superamento della tradizione del supporto pittorico.

Ma a differenza di questi, è il rapporto con l'oggetto che cambia: fondamentalmente negli americani, l'oggetto si integra in un contesto pittorico di tipo espressionista-astratto, compensando in questo modo il logoramento gestuale dell'action painting arricchendo la composizione attraverso l'utilizzazione di oggetti dal deciso impatto formale (significativi i combine-paintings di Rauschenberg). Nei Nouveaux Réalistes l'oggetto è considerato nella sua autonomia espressiva, riprendendo sì il concetto di ready-made duchampiano ma elevandolo alla massima potenzialità attraverso una nuova metodologia della percezione, un inedito approccio di tipo poetico che si può riassumere nella pratica artistica di Yves Klein di cui si parlerà più avanti.

Il 27 ottobre 1960 in casa di Yves Klein; Arman, Dufrêne, Hains, Raysse, Spoerri, Tinguely, Villeglé e Restany si riuniscono per firmare la dichiarazione costitutiva del Nouveau Réalisme. 

La dichiarazione redatta da Pierre Restany in quella occasione prevedeva nove esemplari manoscritti originali firmati dagli artisti fondatori: sette su carta monocroma blu, una su foglia d'oro (monogold) ed un'altra su carta monocroma rosa (monopink).I colori utilizzati blu, rosa, oro su indicazione di Yves Klein, rappresentano le componenti energetiche dell'universo, la sintesi delle quali si esprime nella fiamma del fuoco, che assieme ad aria, acqua e terra simboleggiano i quattro elementi fondamentali del mondo fisico.

 

     Manifesto Costituzione del Nouveau Réalisme

Le jeudi 27 octobre 1960. Les Nouveaux Réalistes ont pris conscience de leur singularité collective. Nouveau Réalisme = nouvelles approches perceptives du rèel.

Yves le monochrome, Martial Raysse, Restany, Arman, Tinguely, Spoerri-Feinstein, Villeglé, Hains, F. Dufrêne.

     riunione

César e Rotella invitati non poterono presenziare alla riunione ma saranno presenti alle successive manifestazioni del gruppo al quale si unirono più tardi Niki de Saint-Phalle, Deschamps e Christo. Di questo evento Restany scrisse:

 

...Cos'è il Nouveau Réalisme: un nuovo avvicinarsi percettivo al reale. E', come si vede, un'idea generale che ognuno sottoscrisse per motivi particolari. Questo gruppo è nato dalla presa di coscienza di qualche artista isolato, da preoccupazioni comuni e dalla necessità momentanea di una azione collettiva. Il fatto capitale consiste nell'incontro di personalità arrivate a un punto culminante e decisivo della loro carriera... "Il Nouveau Réalisme: cosa dobbiamo pensarne?" Prefazione per l'esposizione"Les Nouveaux Réalistes", Neue Galerie im Kuenstler Haus, Monaco, febbraio 1963. Terzo manifesto del Nouveau Réalisme.

 

Il Nouveau Réalisme avrà vita breve ma intensa: dal 1960 al 1963 con la partecipazione attiva di quasi tutti i suoi componenti è presente in tutte le principali manifestazioni artistiche suscitando vivo interesse (anche negativo) sia di critica che di pubblico; da segnalare tra le numerose partecipazioni, i due festival del Nouveau Réalisme tenuti il primo nel 1961 a Nizza (Galerie Muratore e abbazia di Roseland) e il secondo a Monaco nel 1963 che sanzionerà la fine delle attività collettive del gruppo. In seguito i vari componenti del gruppo proseguiranno la carriera individualmente, salvo ritrovarsi in occasione del decimo anniversario del Nouveau Réalisme svoltosi a Milano nel 1970. Pierre Restany scrive ancora:

 

...L'azione comune è stata per tutti il catalizzatore di una energia diffusa nella ricerca individuale. Per alcuni, fu anzi il rivelatore di una concezione del mondo, il condensatore d'una formula meglio adattata all'appropriazione del reale. I personaggi riuniti per un attimo hanno ormai la loro storia e il loro destino che assumono ognuno a loro modo. Ciò che li lega per sempre, credo, è la coscienza di essere andati insieme fino in fondo a una verità, cioè d'una prova della sensibilità e d'una struttura della visione. Ci sono degli incontri che si meritano e che per questo s'impongono: in un certo contesto, con certe premesse, questi incontri non potevano non aver luogo, e si producono nel preciso momento in cui si devono produrre. E' appunto ciò che spiega la straordinaria efficacia dell'azione collettiva dei Nouveaux Réalistes e al tempo stesso la sua brevità... Pierre Restany. "Nuovo Realismo". Prearo Ed. Milano, 1973.


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