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L'archivio contiene materiali di carattere storico che documentano l'attività dell'associazione. I
PROGRAMMI
NOVECENTO A FIRENZE
1991 - 2000 NOVECENTO
POESIA – Centro di studi e documentazione
La
Libera cattedra di
poesia nasce da un’idea di Franco Manescalchi durante gli incontri nella
sede dell’AICS fiorentina con la responsabile culturale Nicoletta Alberti. Si
era nel settembre 1991 e Manescalchi fu invitato a qualificare una serie di
letture che si tenevano al Teatro Niccolini sotto l’egida dell’AICS
fiorentina. Sulla base delle iniziative attuate negli anni Ottanta nelle scuole
e presso l’Università del tempo libero la proposta di realizzare un
laboratorio di scritture creative venne spontanea. L’entusiasmo di Nicoletta
fu immediato, ma questo comportò una lunga diatriba con chi voleva conservare
la “corrida” dei poeti sul palco risoltasi nella primavera del 1992 con una
scissione degli oppositori. Il
progetto fu posto all’attenzione della Direttrice della Biblioteca Nazionale
Centrale di Firenze, dell’Assessorato alla Cultura Comune di Firenze, Dell’A.I.C.S.
Regionale. e Nazionale che lo accolsero positivamente. Allora fu deciso di
costituire un’Associazione culturale denominata Accademia Poliziano per la
gestione dei corsi di «NOVECENTO » Libera
cattedra di poesia. L’Accademia Agnolo Poliziano era gestita da un Consiglio direttivo composto da Nicoletta Alberti (presidente), Franco Manescalchi (direttore artistico di Novecento), Rosanna Salvadori, Giuseppe Baldassarre, Alba Del Soldato, Cristina Nesti e Elisabetta Spinelli (segretaria). Fu poi costituito un Comitato scientifico composto da Giorgio Luti, Enrico Ghidetti, Marco Marchi, Antonio Corsaro, Giuseppe Panella, Mariano Bianca, Paolo Chiozzi e Gianluigi Corinto. Per quanto riguarda la conduzione del laboratorio Novecento – Libera cattedra di poesia, fu formato da subito un Comitato di garanti in cui comparivano i nomi di Vieri Bufalari per l’AICS, Franco Manescalchi (coordinatore), Giuseppe Baldassarre per la letteratura antica, Pio Baldelli per il cinema, Silvia Batisti per le arti, Mariella Bettarini per la cultura letteraria, Alberta Bigagli per la psicologia, Massimo Mori per l’avanguardia, Gennaro Oriolo per la scuola e Giancarlo Quiriconi dell’Università Il
Comitato presentò l’iniziativa in uno “storico” incontro nella sala
Lorenzo della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze che la Direttrice Carla
Guiducci Bonanni mise a disposizione per le iniziative dell’Associazione e,
data la pubblicità data alla manifestazione, la sala era folta di scrittori
fiorentini. In quell’occasione fu presentato il programma
della Libera cattedra di poesia che può essere così sintetizzato, ricavandolo
dal primo pieghevole allora distribuito: “NOVECENTO, libera cattedra di poesia
dell'Accademia Agnolo Poliziano, intende operare per la diffusione della poesia
del Novecento, dei suoi valori, delle sue tecniche, delle sue scuole. In
effetti, al di là delle antologie scolastiche che si fermano alla triade
ermetica (Ungaretti, Montale e Quasimodo) ben poco si conosce della poesia del
nostro secolo e delle grandi novità di cui è portatrice. Per perseguire questo
scopo sono stati invitati a collaborare. storici del linguaggio e della
letteratura, critici militanti, poeti, operatori culturali che collaboreranno in
un disegno teso ad un'informazione ed ad una formazione organica e permanente.
Le attività di Novecento si svolgeranno nel seguente modo: gli
specialisti dei vari settori cureranno corsi specifici in cui approfondire
tematiche e contenuti; i gruppi di lavoro daranno vita
ad una serie di conferenze che chiariranno, nel complesso, la si-tuazione della
poesia del Novecento nei suoi vari aspetti (avanguardia, ermetismo, critica
della poesia, etc.). Nel primo caso si tratterà di seminari e laboratori che
approfondiranno un aspetto particolare e si articoleranno in incontri di natura
complementare e tuttavia autonomi per modalità di esposizione e termini di
confronto col pubblico. Non. si trascurerà di prendere
in considerazione ed evidenziare i valori espressi nel contesto an-corché
rimasti marginali rispetto falla “vetrina” dell'industria editoriale. Il primo incontro introduttivo
di ogni corso sarà aperto anche a non corsisti e vedrà la presenza del
Presidente dell'Accademia A. Poliziano Vieri Bufalari e dello scrittore e
critico Franco Manescalchi.” Questo, molto in breve, era il
progetto generale che, per quei giorni, rivestiva i caratteri di notevole novità
ed interesse tanto che, se andiamo a leggere l’archivio dell’espistolario
dell’associazione, troviamo lettere di altri gruppi dal contenuto
dichiaratamente “competitivo”. In
particolare, già dal primo anno il laboratorio fu articolato in alcune sezione
che rimasero poi alla base di tutto il programma futuro. 900
- Libera Cattedra di poesia Comitato
fondatore: Vieri Bufalari, Giuseppe Baldassarre, Pio Baldelli, Silvia
Batisti, Mariella Bettarini, Alberta Bigagli, Massimo Mori, Gennaro
Oriolo, Giancarlo Quiriconi, Franco Manescalchi (Presidente). Patrocinio
e sede dove si sono svolti fino al 1995 i corsi: Biblioteca Nazionale Centrale,
Via Tripoli 36, Firenze. Attività
svolte: 1992/93
Anno accademico patrocinato dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze,
dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze, dall'Aics regionale e
nazionale e dall'Accademia Poliziano. Corsi
condotti da Franco
Manescalchi - Poesia del Novecento e laboratorio Massimo
Mori - Poesia multimediale Alberta
Bigagli - Psicologia e parola poetica Mariella
Bettarini - Poesia e traduzione Giuseppe
Baldassarre - L'Odissea e la poesia italiana del 900 1993/94 Corsi
condotti da Franco
Manescalchi - Il laboratorio dei poeti Alberta
Bigagli - Psicologia e parola poetica Giampiero
Giampieri - Dante e la modernità Ubaldo
Bardi - Poesia ispano americana ( con intervento di Miranda
Montorzi Rinaldi, Pietro Civitareale e Martha L. Canfield) 1994/95 Corsi
condotti da Alessandro
Dell'Anno - L’ haiku ed il pensiero occidentale Filippo
Nibbi - La tecnica della “fantastica” nelle scuole Alberta
Bigagli - Psicologia e parola poetica Giampiero
Giampieri - Il Tasso ritrovato Mariella
Bettarini - La poesia delle donne Giovanna
Ugolini - Dal disegno al colore Ancora
nel 1994/95 Seminario
sulle riviste letterarie toscane: -
La Sperimentazione: Babuc, Manodopera, Uroboro, Tèchne -
La Provincia: Erba d'Arno, Il battello ebbro, Marginalia -
Le Riviste Culturali: Il portolano, Il Michelangelo, Plurale, Stazione di posta,
Varia -
Presentazione del Fondo Zagarrio: da allestire presso la Biblioteca Nazionale
Centrale di Firenze (con presentazione di un numero monografico di Pietraserena
dedicato a Giuseppe Zagarrio) -
Le Riviste di Poesia: Area di Brocà, Fèèria, Hellas, Pioggia obliqua,
Semicerchio Seminario
sulla poesia latino-americana con interventi di Martha L. Canfield, Miranda
Montorzi Rinaldi, Cecilia Gragna, che
presentano la poesia di Carlos German Belli, “Buenos Aires e lo Stile Poetico
di Cortazar”; la poesia di Pedro Casaldiga. 1995/1996 Manifestazione
d'apertura: Giuseppe
Baldassarre: “Virgilio nella poesia del 900”. Introduce: Liliana Ugolini. Franco
Manescalchi: Sei incontri per un laboratorio: Per/Corsi Di/Versi.
Ivo
Morini: Poetica di Dino Campana. Giuseppe
Panella: Le esperienze culturali di Dino Campana: Nietzsche, Schuré e l'Orfismo. Giuseppe
Panella: Il viaggio come esperimento esistenziale in Dino Campapa. Gino
Gerola: Poesia e Firenze in Dino Campana: “Il passo musicale” letture di
Graziano Dei, Interventi musicali di Alessandro Grego (pianista) e Laura
Manescalchi (flautista). Antonio
Corsaro: I canti Orfici: Storie testuali, generi letterari, fortuna critica. Maria
Pia Moschini: Poesia Cinema - Poesia teatro - Tre incontri performativi. Gabriella
Maleti: Film-video di Gabriella Maleti dal titolo “Il fotografo” (1 ora)
tratto da un racconto della stessa e interpretato da Graziano Dei. Inoltre,
proiezione di due video brevi della medesima autrice: “Acqua” e “Caos”. Ubaldo
Bardi: Alla scoperta del teatro minore di F. Garcia Lorca (dalla rivista El
Gallo, traduzione di Ubaldo Bardi in Quaderni di Differenze, Urbino 1963
“Buster Keaton”, “La ragazza e il marinaio e lo studente”,
“Chimera”). Alberta
Bigagli: Psicologia e parola poetica. Massimo
Fossi: I percorsi meno noti dell'arte a Firenze. Giovanna
Ugolini: Laboratorio di Pittura: “L'altro volto del disegno” –
“L'interpretazione nel ritratto”. Mariella
Bettarini: Poesia e… I)
Poesia ed Editoria 2)
Poesia e Riviste 3)
Poesia e Premi 4)
Poesia e Prosa 5)
Poesia e Poesia Giampiero
Giampieri: Giuseppe Giusti: S. Ambrogio e la ricerca del padre. Letture
di poesia dei partecipanti e musica a cura di Laura Manescalchi e Alessandro
Grego. Anno
1996/1997 1)
Poesia del Novecento e Classicità: Sei
incontri sul rapporto fra autori classici e del Novecento condotti da Giuseppe
Baldassarre ed Erica Bresci. 2)
Il Suono Significante: Quattro
incontri sul rapporto fra musica e parola alla ricerca del suono significante
condotti da Laura Manescalchi ed Alessandro Grego. 3)
La Poesia in Ottava Rima: Sei
incontri sull'improvvisazione poetica nel suo percorso storico con interventi di
cantanti e cantastorie. Conduce Alessandro Bencistà. 4)
Poesia Lineare, dalla Voce alla Scrittura: a)
Sei incontri sul tema “Psicologia e parola poetica” con esercitazioni alla
parola che esprime se stessi facendo gruppo e raccolta di “dialoghi”.
Conduce Alberta Bigagli. b)
Sei incontri sul tema “Leggere per scrivere” con lettura di testi di poeti
affermati e dei corsisti. Conduce Franco Manescalchi, intervengono Ivo Morini ed
Ubaldo Bardi. 5)
Poesia Non Lineare e Performances: Cinque
incontri performativi sul tema “teatro in versi”, “l'estetica del
frammento”, “poesia astratta”, ed un laboratorio di interpretazioni
grafiche di poesie d'autore. Conduce Liliana Ugolini, intervengono Maria Pia
Moschini, Kiki Franceschi, Andrea Chiarantini e Giovanna Ugolini. 6)
Fuori Programma: Poesia
e Teatro: Messa
in scena di “Nebbia” di Renzo
Ricchi, Regia di Vito Zagarrio e Paolo Pagliai Inaugurazione
dell'anno: 16 settembre - Incontro col poeta francese Hughes Labrusse che terrà una relazione sul tema: poesia moderna
senza frontiere, a cura di Eliana
Terzuoli, insegnante e cultrice di letteratura francese. Anno
1997/1998 (A
partire da questo anno la sede si trasferisce
in Palagio di Parte Guelfa, nella Sala dei Consoli, in collaborazione col
Quartiere 1 – Centro storico) 1°
corso: Figure femminili nella tragedia classica, a cura di Giuseppe Baldassarre ed Erika
Bresci, insegnanti e studiosi di letteratura classica. 2°
corso: Per/corsi di/versi, itinerario di letture nella poesia del Novecento e
dei corsisti, a cura di Franco
Manescalchi, critico letterario e presidente di Novecento. Interviene: Giuseppe
Panella. 3°
corso: Laboratorio di “Fantastica”, incontri didattici e produzione di testi
dei corsisti col metodo elaborato da Filippo Nibbi che prevede un'ars
combinatoria semantico-lessicale-sintattica. 4°
corso: Frammenti di cultura poetica, seminario sulle tecniche della scrittura
poetica gestito collegialmente da alcuni poeti di Novecento, con interventi di
Ivo Marini, Erika Bresci, Alma Borgini, Francesco Paciscopi ed altri. 5°
corso: Psicologia e parola poetica, laboratorio di scrittura creativa condotto
dalla scrittrice e psicologa Alberta Bigagli col metodo “Tu parli io
scrivo”, in una situazione di gruppo. 6°
corso: Cantastorie toscani dell'Ottocento e del Novecento, corso di
aggiornamento sulle tradizioni popolari, a cura di Alessandro Benicistà,
insegnante e presidente del Centro studi tradizioni popolari toscane. 7°
corso: Narrativa e narratologia - L'esperienza contemporanea, seminario condotto
dal docente universitario Antonio Corsaro. 8°
corso: per il centenario della nascita di Federico Garcia Lorca. Seminario con
interventi dei docenti universitari Maria Grazia Profeti, Giuseppe Panella e Martha Canfield, con la partecipazione di Matilde Garcia Lorca e Giorgio Merlini,
cultore di letteratura ispanica. Esecuzione
di canzoni lorchiane e messa in scena di un atto unico a cura dell'ispanista
Ubaldo Bardi e Liliana Ugolini, poetessa
collaboratrice di Novecento. Anno 1998/1999
“POESIA FRA LETTURA - E SCRITTURA”
1° corso: “Nel centenario della nascita,
l'attualità di Bertolt Brecht”, seminario condotto da Giuseppe
Panella con interventi di Massimiliano Chiamenti. 2° corso: “L'Epigramma in Grecia e a Roma”,
Seminario condotto da Giuseppe Baldassarre ed Erika Bresci. Primo
incontro: L'epigramma: storia e testi. Secondo incontro: L'epigramma d'amore in Grecia e
in Roma Terzo incontro: L'epigramma funebre in Grecia e a
Roma Quarto incontro: L'epigramma d'occasione 3° corso: “La poesia, la critica e il
lettore”, laboratorio a cura di Ivo Morini con la collaborazione di Erika
Bresci, Alma Borgini e Francesco Paciscopi. Primo incontro: La poesia e il poeta Secondo incontro: Il libro di poesia e il lettore Terzo incontro; Alcuni moduli della critica Quarto incontro: Analisi critica di alcuni testi
poetici 4° corso: “L'Haiku, storia e pensiero”,
laboratorio condotto da Alessandro Dell’Anno. 5° corso: “Poesia/Donna, i Modelli e
l'Attuale”, laboratorio sulla nuova poesia a Firenze, a cura di Franco
Manescalchi e Laura Maria Gabrielleschi. Primo incontro: Poesia e mito Secondo incontro: il pensiero poetante Terzo incontro: La prova della storia Quarto incontro: La trasgressione del segno Quinto incontro: Poesia verso il Duemila Intervengono Giuseppe Panella, Alida Cresti e Kiki
Franceschi. 6° corso: “Psicologia e Parola Poetica”,
laboratorio di scrittura creativa condotto da Alberta Bigagli. 7° corso: “La Poesia in Vernacolo Fiorentino
del Novecento”, seminario condotto da Alessandro Bencistà. Primo
incontro: La tradizione rusticale dal Magnifico al Novecento
Secondo incontro: I “dottori” in rima:
Boncinelli, Volpi, Fazzini Terzo incontro: Le riviste, dal “Bruscolo” a
“La Commedia Fiorentina” Quarto incontro: Venturino Camaiti e i suoi
seguaci
Quinto incontro: I contemporanei 8° corso: “Collage: Storia e Tecnica”,
laboratono di grafica e poesia condotto da Giovanna Ugolini, interventi di
Serena Stefani. 9° corso: “Poesia Performativa e
Multimediale”, incontri a cura di Liliana Ugolini. Primo incontro: “Dalla ricerca lettrista
all’approdo inista”, incontro con Kiki Franceschi e Angelo Merante. Secondo incontro: La misurazione della qualità,
esecuzione di Massimo Mori Terzo incontro: “Non c'è posto per due
padroni”, Cinema: espressione o indicazione?, incontro con Vito Zagarrio e
Serena Stefani. Quarto incontro: Critica d'arte e parola, Maria Pia
Moschini presenta Patrizia Landi; fuori programma: “Delirium”, piccolo
teatro di ambientazione di Maria Pia Moschini. Quinto incontro: “In/canti”, primo tempo: Incanto,
esecuzioni di Paola Ferrarese Pieroni (voce) e Laura Manescalchi (Flauto e Live
electronics). 10° corso: “La Scrittura Gialla”, seminario sulla
narrativa di genere a cura di Graziano Braschi. - Approccio ad una definizione della letteratura
poliziesca come genere popolare e, insieme, sofisticato: difficoltà e necessità
della classificazione dei sottogeneri giallo,
noir, mystery, thriller, crime
story, detective story, eccetera); - Procedure e tecniche del romanzo poliziesco: l'inizio, la fine, lo
sviluppo, il motore della suspense; Analisi di alcuni testi esemplari, da Poe al “giallo”
classico, dal noir al polar, fino ai contemporanei. Ogni lezione verrà arricchita dalla lettura di diversi
brani tratti da classici. Fuori Programma (presso il Caffè letterario Le Giubbe Rosse) “Dino Campana alla Giubbe Rosse”, Mostra documentaria
(scritta e fotografica) presso il caffè letterario Le Giubbe Rosse, piazza
della Repubblica, 13 - 14 r. Con dibattito sulla figura e sull'opera del poeta e sul
suo rapporto con la scrittrice Sibilla Aleramo a cui intervengono Ivo Morìni,
Lucilla Ulivieri e Giuseppe Panella. “Per Carlo Betocchi”, nel centenario della nascita. Intervengono Gino Gerola, Pietro Civitareale e Vittorio
Vettori, coordina Alberta Bigagli. Incontro con i Poeti Francesi della Bassa Normandia, a
cura di Eliana Terzuoli. Anno 1999/2000 INCONTRI
CURRICOLARI Corso n° 1
– Ciclo d'incontri sul tema “Gli Anniversari della Poesia”
Jorge
Luis Borges, “poeta congetturale” - Relazione del prof. Giuseppe
Panella, docente nella Normale di Pisa Federico
Garda Lorca e la poesia latino americana - Relazione della prof.ssa
Martha Canfield, docente nell'Università di Venezia. Coordina Ubaldo Bardi. 3) Puskin,
Nabokov e Landolfi - Tommaso Landolfi come traduttore: un oblio singolare - Relazione del prof. Giuseppe Panella. 4)
Puskin, Nabokov eLandolfi - VladimirNabokov traduttore di
Puskin - Relazione della prof.ssa Stefania Pavan, docente nell'Università di
Firenze. 5) Ricordando Oreste
Macrì e la sua interpretazione di Antonio Machado - Relazione del prof.
Gaetano Chiappini, docente ordinario nell'università di Firenze - Coordina
Ubaldo Bardi. LABORATORI Corso
n° 2: L'Ospitalità nella Poesia Greca e Latina A
cura di Erika Bresci e Giuseppe Baldassarre 1) Odissea -
Ulisse nell'isola dei Feaci 2) Argonautiche - Giasone nella Colchide 3) Eneide - Enea a Cartagine 4) Ovidio - Filemone e Bauci
Corso n° 3: Poesia e Religione
A
cura di Mario Sodi 1) Antichi testi mistici (Cantico dei cantici,
Apocalisse, I padri del deserto, Rumi, S. Giovanni della Croce) 2) Testi
religiosi moderni: Charles Péguy, Baise Cendrars, Vladimir Soloviev, Teresa de
Lisieux) 3) Incontro con Giorgio Mazzanti.
Corso n°4: Fiori Cinesi
Introduzione al mondo della poesia cinese A cura di Maria Omodeo, sinologa,
coadiuvata da Giuseppe Baldassarre e
altri.
Corso n° 5: I Codici della Poesia
Laboratorio di lettura e scrittura a cura di
Franco Manescalchi Le figure
retoriche e la metrica, interventi di Giuseppe Panella.
Edoardo Sanguineti e le tecniche della poesia,
interventi di Ivo Morini. Leggere Umberto Saba e Giorgio Caproni, interventi
di Alma Borgini. Intervengono Francesco Paciscopi, Franco
Manescalchi e Giuseppe Panella che commentano i testi dei corsisti partecipanti.
Corso n° 6: Psicologia e Parola Poetica
A cura e condotto da A/berta Bigagli Espressione di sé e comunicazione nel gruppo Ad ogni incontro verrà redatto un “dialogo” I
“dialoghi” saranno redatti in una pubblicazione monografica A richiesta e a disposizione una dispensa
esplicativa Corso
n° 7: Modelli di Narrativa Contemporanea A
cura di Leandro Piantini Sono previsti interventi di autori contemporanei Seminari
performativi. Corso
n° 8: Poesia Popolare – Le Occasioni della Veglia A
cura di Alessandro Bencistà La Veglia. Il Maggio. Bacco, ovvero il Ciclo della Vendemmia. Canti Sociali e Contro la Guerra. Il Genere Bernesco. Corso
n° 9: Poesia Multimediale A
cura di Liliana Ugolini Presentazione dell’“Antologia della Poesia
Performativa Italiana” curata da Giovanni
Fontana. 2) Per arte visiva: Kiki Franceschi e Andrea
Chiarantini – Arte per tracce di esistenza visibile. Qual è il ruolo
dell’artista visivo in una società dove l’unico scopo è quello d’entrare
in circuito e l’unico codice che uniforma l’intera società è il mercato
globale. 3) Maria Pia erlani presenta “Replica”, tre
attori per un piccolo teatro. La Voce, il Corpo, l’Analisi: ottica di un
laboratorio individuale. 4-5) Massimo Mori – Rassegna delle differenti
tendenze dell’espressione performativa. Esemplificazioni dirette e rassegne
video-internazionali di grandi esponenti della performance-art/. Serena Stefani – Dante e erlani: cinema e poesia
attraverso la Figura. Incontro tra letteratura e arte visiva. La Realtà
e la Rappresentazione si fondono insieme in un ponte ideale fra il medioevo e i
giorni nostri un una sensibilità davvero metafisica, dunque anche
materialistica. Incontri
Extracurricolari: In collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale
Convegno Annuale su Giuseppe Zagarrio Presso il Gabinetto Vieusseux, Palazzo Strozzi – Sala Ferri
2) Firenze e l’Integrazione Letteraria Presentazione del libro di Gino erla “Le
Stagioni dei Bortolini” In collaborazione con Perseo – CentroArtiVisive,
Via de’Bentaccordi 14r. 3) La Scrittura Gialla, Incontri sulla Narrativa
di Genere. A
cura di Graziano Braschi. Approccio
ad una definizione della letteratura poliziesca come genere popolare e insieme
sofisticato Procedure
e tecniche del romanzo e del racconto poliziesco: l’inizio, Io sviluppo, il
motore della suspense, la fine Analisi
di alcuni testi esemplari: da Poe al giallo classico, dal noir al polar al
pulp Sono previste conversazioni di noti scrittori
sulla propria esperienza di scrittura e di esperti del genere su specifici temi. In collaborazione col Caffé storico letterario Le
Giubbe Rosse Poesia francese del Novecento A
cura di Eliana Terzuoli (data
da stabilire) Dante Alighieri e il Giubileo A
cura di Giampiero Giampieri (data
da stabilire) UN
IMPEGNO PRIMARIO: LA COSTITUZIONE DEL FONDO ZAGARRIO DI POESIA DEL SECONDO
NOVECENTO
Da
sei anni a questa parte, l'Associazione “Novecento Poesia – Centro di Studi
e Documentazione”", in collaborazione con la Biblioteca Nazionale
Centrale di Firenze e il Quartiere 1 del Comune di Firenze, ha organizzato una
serie di manifestazioni in memoria del poeta e critico siciliano - da sempre
operante a Firenze e morto nel 1994- Giuseppe Zagarrio. Queste
manifestazioni nascono parallelamente alla costituzione di un "Fondo
Giuseppe Zagarrio - Biblioteca di poesia contemporanea" presso la
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, nato dalla donazione da parte della
famiglia del poeta di una vasta collezione di testi poetici, unica per tipologia
dei volumi e per logica della selezione. L’”Incontro
annuale sull'opera di Giuseppe Zagarrio” ha visto riuniti in questi anni
alcuni dei maggiori poeti e critici letterari italiani, e la celebrazione del
poeta scomparso è stata piuttosto l'occasione per un'analisi della poesia
contemporanea a Firenze. Nel 1995 il tema era la presentazione del Fondo
Zagarrio, con interventi di Giorgio Luti, Oreste Macrì e Marco Marchi. Nel '96
si affrontava il tema de "La traduzione e la classicità nelle
opere
giovanili", con relazioni di Giuseppe Baldassarre e Antonio La Penna, e la
presenza di Piero Bigongiari, Oreste Macrì, Gino Gerola. Nel '97 il tema era
"L'impegno e l'influenza ispanico-mediterranea nei primi anni '50",
con contributi di Stefano Lanuzza, Andrea Mazzoni, Martha Canfield, Pio
Baldelli. Nel '98 l'incontro era dedicato a "Zagarrio e l'ermetismo
fiorentino", con interventi di Mario Luzi, Silvio Ramat e Giancarlo
Quiriconi. Nel '99 il tema è stato "Zagarrio, la poesia e Firenze",
con le relazioni di Franco Manescalchi, Ernestina Pellegrini, Giuseppe Panella,
Pietro Civitareale. Nel 2000 il tema è “Poesia fra editoria e anti”, con le
relazioni di Mariella Bettarini, Giuseppe Favati, Giancarlo Ferretti e Luca
Rosi. ZAGARRIO,
FIRENZE E LA POESIA di Pietro
Civitareale
Nell'intervista rilasciata a Emanuele Schembari e premessa al volume Quel
cormorano (Elementi del linguaggio poetico contemporaneo), pubblicato
postumo nel 1994 - ma il concetto ricorre
in molti luoghi della sua opera - Giuseppe Zagarrio afferma che il suo lavoro di
critico e storico della letteratura nasce dalla esigenza fondamentale di
"coniugare l'io individuale a quello collettivo", nella convinzione
che il testo poetico non è frutto del caso ma di una profonda interazione con
la società nella quale si vive. Ne discende che non è importante soltanto il
poeta maggiore, ma anche quello minore senza il quale non si dà il cosiddetto
capolavoro. Ecco allora la necessità della presenza nel panorama poetico di
un'ampia serie di autori: la presenza cioè di un contesto, d'una collettività.
E' questa una indicazione che ci consente di comprendere non solo
l'atteggiamento del lettore di poesia in relazione
al contesto in cui tale poesia nasce, ma anche, e direi soprattutto, di
individuare e valutare il comportamento dell'uomo, dell'uomo di cultura,
dell'educatore, del cittadino Zagarrio; e quando parliamo di contesto collettivo
non vogliamo riferirci ovviamente ad un contesto qualsiasi, ma a quello in cui
egli è vissuto ed ha agito: cioè dove si è svolta la sua vita. Insomma,
Firenze.
Dunque, Zagarrio e Firenze; ovvero Zagarrio, Firenze e la poesia.
Giuseppe Zagarrio era giunto nella città toscana nel 1949, come
professore di liceo. Un approdo fortemente voluto per entrare in contatto con
una città che rappresentava per lui un mito: la capitale della cultura, la città
delle "Giubbe rosse", del circolo Vieusseux, di Vittorini, di Gadda,
di Montale, di Gatto, di Bonsanti e della rivista "Letteratura"; ma
soprattutto il "centro della elaborazione ermetica" nel quale erano
maturate due grandi esperienze poetiche: quella di Quasimodo e quella di Luzi,
due autori che avranno un'attenzione privilegiata nella sua esperienza di
critico, anche perché si troveranno a simboleggiare rispettivamente la sua
sicilianità d'origine e la sua fiorentinità d'adozione.
Se Quasimodo sarà per Zagarrio l'emblema di quell'ermetismo progressista
nel quale il momento ermetico si sposa con quello resistenziale e sociale
(venendo così incontro alla sua passione politica, alla sua militanza
ideologica sviluppatesi negli anni incandescenti della Sicilia postbellica),
Luzi, pur distante dalle sue posizioni laiche e filomarxiste, gli apparirà come
un poeta capace di esprimere una profonda verità umana, aperta ad una vasta
gamma di possibili letture, come testimonierà in una monografia, "inusuale
e pionieristica", che gli dedicherà nel 1968.
L'incontro con l'ermetismo fiorentino poi, da parte di un uomo di cultura
come Zagarrio con alle spalle come si diceva una intensa esperienza politica, in
una città come Firenze che viveva in quegli stessi anni aspre lotte sindacali
nelle sue piccole e grandi fabbriche (vedasi F. Manescalchi: Movimento
operaio e discriminazione in fabbrica, Firenze 1995), doveva necessariamente
portare ad un tentativo di rovesciamento dei contenuti dell'esperienza ermetica,
cioè spingere a lavorare, verso una sorta di post-ermetismo capace di
valorizzare attraverso il testo e la parola la presenza
dell'intellettuale e non più, come era stato teorizzato, soltanto l'assenza. Questo tentativo di rovesciamento, che sarà alla base del programma della rivista "Quartiere", non toccherà in ogni caso l'alta validità dell'ermetismo, la felicità del suo logos, la sua esperienza spirituale e formale, pur rifiutandone la pretesa di conclusività, ma insisterà per una ricerca del nuovo attraverso una paziente interrogazione della realtà, da intendere intersoggettivamente come il campo del vero storico e di quello coscienziale, delle strutture sociali e del loro rapporto con le sovrastrutture formali. In questo ambito si colloca anche un gruppo di testi poetici, dedicati a Firenze, apparsi nel dicembre 1962 in "Quartiere" e recuperati nell'Autoantolgia della poesia del 1993 sotto il titolo complessivo di Ragione e Firenze, che danno la misura del rapporto tra Zagarrio e la città, che lo ospitava da poco più di un decennio, in un'accezione, come annota lo stesso Autore, "tra engagement propriamente politico e sfogo emozionale diretto, ma già disponibile ad un disteso impegno etico operante sincronicamente e insieme diacronicamente sull'uomo e sulla cronaca dei suoi fatti pubblici e privati".
Ma il rapporto tra Zagarrio e Firenze non va guardato soltanto dal
versante della elaborazione poetica, critica e culturale, della questione del
rinnovamento della poesia, della sua essenza e della sua funzione nella società
moderna, ma anche da quello della scuola. Come educatore, alla capacità di far
vivere ai suoi studenti la letteratura come fenomeno senza limiti di tempo e di
spazio, in una sorta di compresenza delle grandi voci del passato e del
presente, il Nostro seppe unire la volontà di creare occasioni di dibattito e
di dialogo, di confronto e di discussione, affrontando sia gli argomenti
previsti dal corso di studi che quelli suggeriti dall'attualità. A questa
prassi si ispirò anche come curatore di testi scolastici (per lo più antologie
letterarie come Tavola rotonda e Nuove ipotesi), nei quali cercò
sempre di rispecchiare lo spirito del tempo, i fermenti ideali e sociali, il
forte protagonismo giovanile contro ogni specificità dell'oggetto letterario,
dell'assolutezza testuale, delle tipologie dei generi letterari, nell'intento di
favorire, da una parte, il momento interrogativo del processo mentale degli
allievi e, dall'altra, di dare il senso di come ogni questione potesse
diventare) momento di riflessione, di dibattito ideale , di pluralismo di voci.
Basta soffermarsi sui temi che vi sono dibattuti: la guerra e la pace, la
contestazione giovanile, il male di vivere, la morale, la religione, la città,
il mondo operaio e quello contadino, il pregiudizio sociale, l'emarginazione.
Questo modo di concepire il testo destinato alla scuola gli derivava
direttamente dalla qualità del suo magistero di storico e di critico della
letteratura, dal senso democratico che lo animava, dalla disponibilità a dare
ascolto sia agli autori consacrati che a quelli emergenti, dalla mai abbandonata
difesa delle ragioni della poesia contro ogni altra considerazione, come, in
senso inverso, la sua attività di docente gli forniva, sul piano didattico, gli
strumenti più efficaci per il suo lavoro di interprete della poesia, come
testimonia la chiarezza degli schemi metodologici a cui è affidata un'alta
comprensibilità dei testi analizzati e la disponibilità, propria
dell'educatore, ad esaminare e ad avallare le iniziazioni alla poesia: non va
dimenticato che più di un poeta, fiorentino e non fiorentino, deve alla
paziente e stimolante attenzione di Zagarrio le ragioni psicologiche, la spinta
consapevole a proseguire nella difficile e lunga ricerca della poesia.
Ma un particolare banco di prova dell'arte maieutica del Nostro, oltre
che un'occasione non privata di relazionarsi con la città, fu il premio
"Città di Firenze", che si propose nel tempo come un'operazione
culturale rivolta alla difesa e al rilancio della poesia nei suoi protagonisti
più interessati per sensibilità e per disponibilità alle urgenze del tempo,
con l'ambizione soprattutto di puntualizzare la poesia in fieri allo
scopo di verificare i caratteri, i modi, le tecniche, il linguaggio della poesia
italiana contemporanea più attiva e più valida. Un "Premio" pertanto
aperto, ma sempre ispirato ad un metodo di rigorosa coscienza critica, al di là,
in ogni caso, delle situazioni clanistiche e partitarie e teso a reperire, con
gli strumenti esclusivi della sensibilità e della intelligenza, la voce genuina
della poesia; un "Premio" aperto e possiamo aggiungere democratico,
dove per "democratico" bisogna intendere (ce lo dice lo stesso
Zagarrio nel volume Poesia e Firenze, dove ci viene offerto un puntuale
resoconto dei suoi dieci anni di vita) "un'operazione onesta
(sorretta cioè soltanto dalla più intransigente autonomia di coscienza e di
scelta), resistenziale (cioè tendenzialmente libertaria nei riguardi
delle pressioni, vuoi degli individui e degli enti, vuoi dei limiti culturali
per loro propria natura centripeti e frenanti) e possibilista (cioè
disposta a verificare sulla pietra di paragone della coscienza e della libertà
tutte le ipotesi e ovviamente tutti gli esiti del poièin)".
Del premio "Città di Firenze" Giuseppe Zagarrio vinse
l'edizione del 1955 con una silloge di tre poesie nelle quali, come annotò
Vieri Nannetti (Poesia e Firenze, 1966, p. 27), il poeta "pur nel
consapevole rispetto della tradizione passata e recente" tendeva "alla
ricerca di nuove esperienze ideologiche ed espressive per realizzare una visione
più aderente alla nostra vita, più adatta alle urgenze morali e civili del
tempo". Nel 1957, poi, assieme a Piero Bigongiari e Mario Luzi, Zagarrio
entrò a far parte della Giuria, incarico che tenne fino al 1964, cioè fino
alla decima e ultima edizione.
La prima edizione del Premio si era svolta nel 1954 ed era stata
organizzata in seno al Nuovo Cenacolo Fiorentino col nome di "Premio
dell'Alfabeto". Era stata vinta da Luigi Riondino di Firenze. La somma in
palio era di 40.000 lire. La giuria era composta da Armando Alessandra, Maria
Teresa Bianchi, Luigi Fallacara, Ferruccio Masini e Aldemaro Nannei.
Decine e decine i suoi protagonisti a vario titolo. A volerli citare
tutti sarebbe noioso e probabilmente inutile. Basterà qualche nome: Sbarbaro,
Montale, Betocchi, Borges, Guillén, Jouve, Fortini, Giudici, Risi, Erba,
Spaziani, Guidacci, Bellintani. Ciò che qui preme è sottolineare l'impatto che
il "Premio" ebbe nell'establishement culturale di Firenze, come
rispose agli interrogativi che implicitamente pose sulla sua funzione e sulle
sue ragioni di essere. Nella relazione che chiuse l'edizione del 1960, vinta da
Giorgio Orelli, ecco come a tale proposito si espresse Mario Luzi: "Tutto ciò che si fa
di meglio nel campo della giovane poesia si rivolge con speranza a cercare un
consenso in questo così poco terribile tribunale che somiglia a un incontro di
collaborazione fraterna tra giudici e giudicandi, a un simposio a cui si dà
seguito d'anno in anno al tentativo di progredire per contributo reciproco
nell'intelligenza del destino attuale della poesia" (Poesia e Firenze,
p.39). Ed ecco quanto, quasi in sintonia con Luzi, dichiarò Piero Bigongiari a
consuntivo della sua partecipazione alla manifestazione fiorentina: "A me
preme solo testimoniare come essa, negli anni in cui ho partecipato come giurato
insieme agli altri amici, non solo non sia stata inutile, ma anzi
coraggiosamente abbia segnato, e un po' vorrei dire messo al mondo, poeti che si
stanno rivelando come i valori più sicuri e i più battaglieri delle ultime
leve. E' inutile cioè che dica quanto molti tra essi contribuiscano in maniera
determinante al tentativo di rinnovare una cultura che gli errori del dopoguerra
avevano finito per appannare fin troppo" (Poesia e Firenze, pp.
84-85).
Forse a qualcuno questi attestati possono sembrare di parte. Eccone
allora uno che non lascia dubbi sulla sua imparzialità: è di Oreste Macrì.
Sottolinenando l'eccellenza delle relazioni luziane, quale esempio di
"critica unica ed organica sul travaglio delle nuove generazioni",
Macri rende pieno merito all'insieme del lavoro svolto in tutte le edizioni del
Premio; lavoro che definisce "paziente e lieto", "se con rigore e
coerenza ha voluto, e sovente ha toccato e fermato il giudizio critico, se sono
stati recuperati qualche voce ed accento di un tempo diverso e smarrito dal
quale si dovrebbe cominciare a tessere la trama di un ancora imputabile Secondo
Novecento" (Poesia e Firenze, p.84). Ci sembra però che la
testimonianza più ricca di implicazioni e di riferimenti alla complessa
situazione storica e culturale fiorentina, che cioè più profondamente
interpreta il significato e la funzione svolta dal "Premio Firenze",
sia quella di Baldacci: "E' difficile dire, oggi almeno, quale peso potrà
essere attribuito, nella storia della poesia contemporanea, all'azione svolta e
alle indicazioni offerte dal Premio Firenze. Ma non sarà impossibile, fin
d'ora, formulare un pronostico: che ha poi la sua base in una considerazione
abbastanza ovvia. La tradizione fiorentina è forte (e
ineliminabile) nel bilancio della poesia novecentesca: eppure la giuria di
questo Premio è riuscita a prescindere da questo dato di fatto. Pensate ad un
uomo come Giuseppe Zagarrio, e al suo libro che s'intitola Sicilia e poesia
contemporanea: questo non significa soltanto che il Premio Firenze abbia
avuto, nella sua giuria, l'apporto di critici, di poeti e di scrittori non
fiorentini: significa soprattutto che questi critici, questi poeti, questi
scrittori, che pure dei testi della cultura fiorentina hanno fatto la loro più
viva esperienza, hanno saputo portarsi al di là di un termine storico,
riscattando dalla tradizione e dall'impegno che essa imponeva il solo concetto
di fedeltà alle ragioni umane della poesia. E' qui, appunto, che certe premesse
di Zagarrio, certe sue necessità teoriche (e anche polemiche) assumono un
carattere di primo piano. Chi scrive non ha mai preso parte ai lavori del Premio
Firenze; eppure, se accade troppo volte di essere scontenti dei lavori e dei
risultati delle giurie letterarie a cui apparteniamo, non mi sembra di essere
mai stato scontento delle indicazioni poste dal Premio Firenze" (Poesia
e Firenze, pp. 85-86).
Ma per il Nostro cosa rappresentò il Premio Firenze? Sicuramente fu una
palestra di incontri, dibattiti e riflessioni che offrì alla sua sensibilità
critica un'occasione per maturare e certificarsi come una "specialità"
della critica stessa per le caratteristiche inerenti alla sua natura, alla sua
funzione, alle sue procedure (la contemporaneità dell'oggetto, la
partecipazione diretta alla letteratura nel suo farsi, l'illuminazione e la
registrazione del presente in cui si costituisce), portando con sé
congenialmente i caratteri del giudizio immediato, della sua intrinseca
fallibilità e della peculiare esposizione nella complessa relatività della
situazione, in ordine ad una concezione della critica e del suo esercizio come
collaborazione totale nella creazione. Una concezione, in ogni caso, che mai
corrispose ad una richiesta della società "lettrice" che tende ad
uniformarsi in alto nelle eccezioni elitarie e in basso negli standard di massa.
Quello di Zagarrio fu un servizio sociologico svolto non all'interno
dell'industria culturale, nelle coordinate della società di fatto, ma in quelle
prospettiche della società in nuce alternativa o in quelle della società
letteraria autonomistica, nel senso cioè di un ontologismo letterario e di un
prospettivismo ideologico che rifiuta la complicità istituzionale con le sedi e
i centri di potere e di decisione culturale e industriale.
In tal senso la militanza nel Premio Firenze da parte di Zagarrio
rappresentò la maniera più concreta e fattiva di relazionarsi con la città,
ma anche l'occasione per riaffermare la sua fede, mai venuta meno, nella poesia,
come salvezza laicamente intesa dell'uomo, del suo destino di storia e di civiltà.
Nell'intervista alla quale abbiamo fatto cenno all'inizio di questo scritto,
questa fede è così fermamente e lucidamente espressa: "La poesia lascia
vita e spazio alle mie illusioni-delusioni e ancora illusioni. Si è parlato
spesso di "morte" della poesia, di chiusura della produzione poetica a
favore della scienza, della tecnologia. Ma io sono convinto che questa
"morte" non avverrà. Sino a quando ci sarà una essenza umana, ci sarà
poesia. Certo, la cosa più importante è non fare una poesia
"inutile", che si pieghi al potere politico o alle dinamiche di
gruppo, o ai narcisismi personali. Ma se c'è l'umanità c'è la poesia e se si
salva la poesia, allora l'umanità non è ancora perduta."
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