Devolution, DPEF, Proposte e... G-8
E’ possibile considerare non soltanto casuale il fatto che molte decisioni
‘storiche’
in materia di sanità siano maturate durante i mesi estivi. Forse
i sempre caldi argomenti della sanità e della salute risentono della
calura e dell’ansia ‘preferiale’ di questo periodo dell’anno.
Questo mese di luglio ha ipotizzato e proposto diverse prospettive
di cambiamento per le modalità organizzative ed erogative dell’assistenza
sanitaria in Italia e tutte di notevole impegno.
Certamente il ‘cambiamento’ nella conduzione politica di Governo
non poteva fare pensare che per il S.S.N. tutto continuasse a scivolare
in base alle indicazioni in materia di Sanità Pubblica formulate
nel precedente quinquennio e già più volte oggetto di modifiche
e accomodamenti, ma le dichiarazioni in tema di assistenza dei nuovi ‘leaders’
della politica italiana e del medico neo Ministro della Sanità,
prof. Girolamo Sirchia, hanno suscitato oltre al dichiarato consenso
dei sostenitori del nuovo Governo, notevoli dubbi, perplessità e
preoccupazioni, da parte degli ‘addetti ai lavori’ di diversa estrazione
politica, ma anche testimoni di una ‘storia sanitaria italiana’
che ha vissuto troppe ‘storie’ di Riforma Sanitaria con tempi di attuazione
sempre assai più lunghi di quanto previsto e con conseguenti possibilità
di successive modifiche e ‘aggiustamenti’.
Ben venga, dunque, la pausa di agosto che consentirà di rileggere
e meditare sui contenuti degli ultimi ‘documenti’ dedicati all’assetto
sanitario del Paese.
Dopo le prime dichiarazioni successive al suo insediamento il Ministro
della Sanità, Sirchia, pur dichiarando di non essere un ‘fanatico
della devolution’, non ha fatto mistero di una favorevole disponibilità
per l’idea di un ‘Federalismo Regionale’ foriero di una ‘devoluzione’
dell’assetto organizzativo del S.S.N. con maggiore responsabilizzazione
delle singole Regioni chiamate ad organizzarsi secondo ‘modelli di assistenza’
confacenti alle locali esigenze della propria popolazione e alle reali
proprie risorse economiche.
Potremmo al proposito ricordare le contrastanti opinioni espresse dagli
Assessori della Lombardia, Formigoni, già sostenitore di
un’autonomia ‘svincolata’ dalle linee di indirizzo centrista ministeriale,
del Veneto, Gava, che è anche il coordinatore degli assessori
regionali, della Toscana, Rossi, dell’Emilia Romagna, Bissoni,
del Lazio, Saraceni.
Mentre Sirchia promette un processo di ‘devoluzione con pari opportunità
per i cittadini’, non mancano le preoccupazioni espresse da rappresentanti
dei cittadini, da Farmindustria, dai sindacati dei medici e dalla stessa
FNOMCeO per possibili ‘fughe in avanti’ di Regioni che attivano
modalità autonome di intervento sanitario pubblico.
Le poche informazioni sulla sanità fornite dal ‘Documento
di Programmazione Economica e Finanziaria’ (DPEF), hanno alimentato
le occasioni per ulteriori dichiarazioni e opinioni che non contribuiscono
a chiarire il quadro della situazione delle reali aspettative e intenzioni
delle ‘parti in causa’.
Sicuramente per dare più certe indicazioni sulle intenzioni
del Governo e del Ministro è recentissima la divulgazione dei contenuti
di un ‘Programma per la Sanità’, che partendo da ‘cinque
obiettivi cardine’ si addentra in una analisi più dettagliata
di un ‘programma’ che dalla ‘Riforma federalista’ arriva
fino a tracciare alcune linee di indirizzo per la politica del ‘settore
dei farmaci’.
E’ forse questo il documento che converrà leggere più
attentamente, riflettendo sui contenuti e annotando quanto ritenuto necessario
di chiarimenti e approfondimenti, durante il mese di agosto, mese di pausa
feriale e meritato riposo, ma anche utile per più serene riflessioni
non condizionate dal quotidiano frenetico ritmo della attività routinaria.
Prima di concludere queste brevi annotazioni un’ultima riflessione
sul recente evento della riunione del ‘G-8’ a Genova. Un evento che ha
offerto l’occasione per avviare un concreto discorso di solidarietà
mondiale in campo sanitario e che ha messo a fuoco, purtroppo non soltanto
metaforicamente, contrastanti posizioni di vasti strati sociali che crudelmente,
e in questa occasione anche cruentemente, testimoniano il conflitto tra
povertà e ricchezza, tra sviluppo economico e industriale e stato
di bisogno sociale.
E’ auspicabile che lo sforzo unitario per combattere a livello mondiale
alcune patologie tra le più gravi e percentualmente incidenti sulla
salute della popolazione mondiale aiuti a riflettere sulla necessità
di superare il divario che esiste tra il progresso della ricerca in campo
medico sanitario, che si traduce in successo e conquista della collettività
umana, senza dimenticare l’affanno e la preoccupazione del singolo sfortunato
malato, ancora troppo spesso inerme e impotente per nascita e condizione
sociale, nei confronti di una malattia curabile e assistibile, ma per la
quale non possiede le risorse e le potenzialità disponibili in altre
parti del mondo.
Mario Bernardini
Parte del cap.III
del DPEF con passi su informazione, ambiente e sanità
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