Cellule Staminali
Mentre si moltiplicano le iniziative per promuovere la conoscenza delle
cellule staminali per le grandi speranze che suscitano le ricerche sulla
loro utilizzazione in campo terapeutico con la potenzialità di ‘riparare’
fino a ‘rigenerare e sostituire’ funzioni e organi del corpo umano, cresce
anche l’interesse della pubblica opinione nei confronti dei limiti e confini
che delimitano la ‘scienza’ e la ‘coscienza’.
Mentre i ricercatori si confrontano sugli aspetti etici e deontologici
chiedendosi se sia giusto e opportuno porre limiti (quali e su quali principi)
al progresso della scienza che discende dalla capacità intellettiva
propria della specie umana, l’uomo della strada aspetta l’annuncio di nuovi
traguardi raggiunti per allontanare il confine della morte con i dubbi
e le paure connesse al momento che, con la fine della vita, impone una
riflessione sui legami fisici e spirituali che consentono l’esistenza terrena
di ogni essere vivente.
Il ricorso all’impiego di cellule staminali embrionali è oggi
il nuovo confine per una scelta ‘personale’ tra ‘istinto di sopravvivenza’
e ‘istinto alla perpetuazione della specie’.
Una scelta ‘sociale’ della Scienza molto simile a quella ‘individuale’
di un medico tra la vita e la morte della madre o del bambino nell’impossibilità
di salvarli entrambi.
Durante la gravidanza, ci dicono gli scienziati, le cellule staminali
del prodotto del concepimento superano la barriera placentare per sostenere
l’organismo materno in difficoltà.
Resta insoluto il dilemma.
E’ la risposta ‘unicista’,simbiotica, di due esseri dei quali uno ha
difficoltà di sopravvivenza e l’altro connessa incertezza di esistenza,
oppure è la risposta ‘dualista’ tra un ‘individuo’,
ancora considerato ‘non competente’ che interagisce a favore dell’altro
che, essendo ’competente’, per necessità, al momento del parto,
potrebbe decidere tra la propria e l’altrui sopravvivenza?
M.B.
Nella rubrica "Attualità"
un intervento preordinato su
“Il ruolo dell’informazione”
al Convegno“La donazione del sangue di cordone ombelicale”
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