dove trovare gli MP3

gif animata: The Mask... lo sanno tutti: in rete!
In questa pagina accenneremo ai programmi per trovare e scaricare file audio in formato .MP3 condivisi da una buona parte dei fruitori di Internet.

qualche considerazione sulla pirateria

Si è molto discusso sulla liceità di mettere in rete, in formato MP3, brani tratti da CD musicali di successo o, comunque, di recente distribuzione commerciale. Questo sito non fa alcuna propaganda alla pirateria; tuttavia, è importante riassumere - senza alcuna pretesa di esaustività - almeno le idee che riguardano questo fenomeno.

Perché esiste la pirateria? Questa è una domanda che presenta una facile risposta: perché i prezzi di un prodotto pirata, sono più convenienti.
Ora, è bene precisare che quanto segue non è una discussione sull'industria del falso, i cui prodotti (alimenti, medicinali, quadri, preziosi, prodotti per abbigliamento, ecc.) richiedono un'analisi molto più raffinata. Il fenomeno della pirateria musicale, qui intesa come prodotti evidentemente duplicati (cioè non contraffatti in modo da sembrare originali), è molto più semplice.
Da un lato abbiamo le case produttrici, dall'altro i consumatori: l'obiettivo delle prime è la massimizzazione del profitto; quello dei consumatori è la minimizzazione del costo. Arbitro tra i due attori, è la legge della domanda/offerta.

Tutti sanno o dovrebbero sapere che il prezzo di un bene (che, in linea generale, è diverso dal valore in quanto questo è il risultato di una stima) è determinato dal rapporto fra domanda e offerta: se la domanda è bassa e l'offerta elevata, il prezzo è basso. Per esempio, la domanda di quotidiani del giorno prima è bassa, e la disponibilità (tra la spazzatura) talmente elevata da azzerarne il prezzo. D'altra parte, una bassa richiesta non significa prezzo basso: la domanda di canguri in Italia è bassa, però l'offerta è risibile e pertanto il prezzo è elevato.
Fin qui, la legge della domanda/offerta è di facile comprensione in quanto i due esempi proposti sono stati scelti in un contesto dove non ci sono influenze esterne. Tuttavia è facile proporre casi dove la stessa legge sembra meno naturale. Per esempio, la domanda di orologi di prestigio è elevata tanto che per alcuni modelli, anche non particolarmente raffinati, sono richieste attese molto lunghe. Ora, è ovvio che aumentando la produzione si potrebbero ridurre le attese... ma anche il prezzo! Così, le case produttrici calibrano l'offerta in modo da tenere i prezzi elevati e la domanda, possibilmente, costante.

Per i CD musicali, i cui prezzi al consumatore sono rilevanti, la domanda è elevatissima a fronte di una disponibilità modesta. Se l'offerta aumentasse, i prezzi scenderebbero. Facile ed ovvio, no? Sì e no...
Poniamo che un'editrice discografica venda un singolo CD a 20 euro. Producendone 10.000, incasserà 200.000 euro. Potrebbe però vendere i CD a 5 euro, producendone 40.000 e continuando ad incassare 200.000 euro, giacché all'aumentata offerta corrisponderebbe un'aumentata domanda giusto il fatto che, presumibilmente, si eliminerebbe il mercato delle copie illegali.
Questo sembra un ragionamento ineccepibile, ma è visto dalla parte del consumatore...
Guardiamo la cosa dalla parte del produttore, il cui obiettivo è il massimo profitto. L'impegno per la produzione di 40.000 dischi piuttosto che 10.000 non è lo stesso: oltre che moltiplicare i tempi di produzione, moltiplica anche i costi di distribuzione in quanto probabilmente la presenza di un prodotto di basso costo dovrebbe essere più capillare. Aumentando le copie, aumentano anche le spese di magazzinaggio, la programmazione delle altre differenti edizioni deve essere riorganizzata, e così il numero delle macchine e del personale... beh, i parametri variano caso per caso ma il concetto è chiaro. Ovviamente, questo discorso è semplicistico in quanto è basato su dati ipotizzati (un disco prodotto in 10.000 copie non ha un grande interesse commerciale), comunque è uno spunto per inquadrare meglio il problema, anche da un punto di vista fiscale. Infatti, in Italia, ogni CD è gravato dall'IVA che incide per il 20% ; così un CD con prezzo di copertina di 20 euro è venduto in realtà a circa 16.5 euro. Però questo prezzo comprende le tasse sui profitti (pagate dal produttore e dal rivenditore), gli ammortamenti, i diritti d'autore, ed i costi di gestione, del tutto sconosciuti alla pirateria. Dunque, non c'è molto spazio per la riduzione dei prezzi che, comunque, potrebbero essere contenuti a circa 15 euro, al lordo dell'IVA.

Così, le case editrici hanno due scelte: combattere la pirateria riducendo i prezzi (operazione che, nei limiti accennati, non risolverebbe il problema), oppure contrastarla ... a spese dello Stato cioé del contribuente!
La pirateria comporta un reato fiscale e quindi lo Stato è necessariamente costretto a contrastarla. D'altra parte, l'intervento dello Stato, giusto e indispensabile, dovrebbe prevalentemente essere indirizzato a combattere la criminalità espressa attraverso l'importazione e lo spaccio di sostanze stupefacenti, le frodi alimentari, i falsari, i reati contro la persona, le truffe organizzate, ecc. In breve, situazioni di evidente pericolosità sociale. E' certo, però, che la pirateria musicale non ha una pericolosità sociale, e non riguarda beni indispensabili ma voluttuari. Ed è anche difficile sostenere la tesi del bene culturale da difendere, perché un bene culturale deve essere promosso: non è facile crederlo in un mercato dove le editrici discografiche non sembrano operare in regime di concorrenza, ma hanno una sorta di “cartello” per i prezzi, che salvo rare eccezioni sono abbastanza allineati.

Alla pirateria organizzata, si aggiunge il giovane pirata-domestico, che acquista un CD originale per farne copie in modo da dividere la spesa con i conoscenti. Probabilmente, è questo tipo di pirateria casalinga che permette di vendere i CD a prezzi che certo non invogliano all'acquisto.
Alla pirateria musicale, si può anche affiancare l'incremento nella diffusione di lettori cd da tavolo derivante dalla pirateria: sembra ragionevole pensare che la propensione all'acquisto in massa di lettori cd da parte di ampie fasce di consumatori, sia subordinata alla reperibilità di titoli musicali a basso costo o "gratuiti"... all'aumentata vendita dei lettori (generalmente seguíta da un loro miglioramento tecnologico e/o una loro diminuzione di prezzi) ; si accompagnano più copie illegali, ma anche più acquisti legali! In breve, si allarga il mercato.
In conclusione, al momento sembra che le case case discografiche “accettino” la situazione costituita dal sollecitare la lotta alla pirateria “industriale” a spese dello Stato (spesa che si ridurrebbe con una minor ingordigia fiscale ed inasprimento delle sanzioni amministrative), unita al seppur modesto vantaggio logistico che può offrire la piccola pirateria domestica. Come dire: « una gran parte dei profitti li otteniamo dalla vendita di copie ai benestanti, un'altra parte la ricaviamo dalle “vendite ridistribuite”... gli originali da duplicare dovranno pur comprarli!»

Certo, queste considerazioni conducono a conclusioni eticamente criticabili, però l'etica non è una componente dei fatti, è il giudizio che attribuiamo ai fatti.

Da quanto esposto fin qui, dovrebbe essere chiaro perché vengono osteggiati i siti che distribuiscono MP3: costituiscono, sia pure indirettamente, una sorta di pirateria “industrializzata”, che oltre ad eliminare il piccolo pirata (che comunque acquista gli originali), inonda il mercato di un'offerta praticamente inesauribile e di discreta accessibilità.

Secondo le stime, la pirateria non Internet copre il 25% del mercato italiano, ma il dato comprende anche le copie contraffatte, simili all'originale. Per quanto riguarda la pirateria musicale Internet, il giro di affari che questa sottrae annualmente all'industria discografica su scala mondiale sarebbe stimato in circa 4,5 miliardi di dollari!
Ad affermarlo è l'osservatorio base del settore, IFPI ( International Federation of Phonographic Industry). La spiegazione starebbe nella facilità con cui la musica protetta da diritto d'autore, una volta circolante sulla rete, può essere scambiata fra gli utenti.
Ovviamente, non è del tutto chiaro come i discografici stimino i ricavi sottratti dalla pirateria. Infatti il calcolo è basato sul costo di copertina della musica illegalmente duplicata sulla rete. Tuttavia, il fatto che qualcuno scarichi senza autorizzazione un CD dell'artista X del prezzo immaginario di 20 euro, non significa che quel CD l'avrebbe altrimenti davvero comprato, e dunque il danno è più virtuale che reale.

In realtà, la possibilità di sviluppo della “pirateria musicale” a livello casalingo appare comunque un po’ improbabile, almeno nel breve periodo, stanti le condizioni “tecniche” dei collegamenti che sono lenti e affollati e che, non di rado, cadono. Infatti, considerando le caratteristiche tecniche delle connessioni Internet domestiche, appare improbabile, o almeno riservato alla portata dei soli utenti che hanno disponibili connessioni ad alta velocità, che una persona trascorra circa cinque ore di notte, e molte di più di giorno per scaricare un intero album musicale da Internet. Dal momento che un minuto di musica in formato Mp3 occupa all’incirca 1 Megabyte di memoria, è ragionevole stimare che un brano di 3 minuti (3 MB) viene scaricato mediamente in 40 minuti (costo della connessione ai prezzi più favorevoli: circa 0,5 euro)... per ottenere in 5 ore un CD di caratteristiche non certo ideali per essere ascoltato con un impianto Hi-Fi di qualità!
Infatti, da quanto discusso nelle pagine precedenti a proposito delle caratteristiche del formato MP3, i brani più accettabili dal punto di vista della resa musicale sono quelli con limitata dinamica: è decisamente poco interessante cercare brani di musica sinfonica o per grande orchestra a meno che la loro reperibilità sul mercato sia difficoltosa (edizioni rare o fuori commercio).

cercare e scambiare file MP3

Il famoso Napster era stato creato per permettere ai navigatori di scambiarsi i soli file MP3
Il funzionamento del software si basava su server centrali che contengono al loro interno un grande database di titoli musicali (praticamente un grande indice musicale), che materialmente risiedono sugli hard-disk degli utenti. Per scaricare un brano si fa una ricerca immettendo come parametri il titolo e/o l’autore di un determinato brano e, come risultato, si ottiene una lista con indicati tutti gli utenti che mettono a disposizione il brano cercato: cliccando su uno di questi si può iniziare a scaricare l’MP3 direttamente dal computer del singolo utente. Questo permette di avere velocissimi risultati positivi per le ricerche effettuate, in quanto i titoli dei brani sono memorizzati su veloci server che difficilmente sono sovraffollati poiché la loro banda disponibile non viene occupata dal download dei file: infatti il download interessa esclusivamente i Pc dei due utenti (uno che mette a disposizione il brano e l’altro che lo scarica). Bloccando con un procedimento giudiziario il server centrale, Napster è stato praticamente silenziato.

Gli amministratori delle case discografiche, prò non hanno considerato che il processo di distribuzione musicale venutosi a creare con Napster non è facilmente stroncabile con l'uso di filtri o con la chiusura forzata di uno o più siti: è stata creata una miriade di software alternativi, alcuni dei quali innovatori come sistema di connessione e protocollo utilizzato per lo scambio dei file. Come vedremo sùbito, questi programmi utilizzano una connessione di tipo peer to peer

La connessione peer to peer si riferisce ad un termine che può essere tradotto con “alla pari”, in quanto ciascun computer collegato in rete, tramite un protocollo PPP (Point-to-Point Protocol), agisce da server per le altre. In pratica, si tratta di un sistema di comunicazione che permette di prelevare ciò che serve in cambio della reciproca disponibilità a rendere accessibili le proprie risorse. Poiché questo sistema permette una diretta connessione tra gli utenti, è praticamente impossibile impedire lo scambio di file. Il vantaggio - a meno che il programma non contenga (spyware v. in questo sito) - è l'anonimato. Lo svantaggio è dato da una certa lentezza nella ricerca dei brani desiderati e dalla possibilità concreta di scambiare virus (nel caso si scambino documenti e programmi).

le caratteristiche di WinMx

Il programma qui preso in esame: winMx 3.3 è la versione più aggiornata e sebbene in parte meno flessibile delle precedenti (in quanto permette un minor controllo dell'upload) è quello utilizzato dalla maggior parte di coloro che scambiano file MP3.
WinMx, come la maggioranza dei programmi di file sharing, oltre a permettere di scaricare e condividere MP3, è stato progettato per condividere qualsiasi tipo di file: programmi, immagini, video, documenti. In questo caso, però occorre limitarsi a file audio, video e d'immagine: file contenenti programmi e file di testo, potrebbero contenere virus.

WinMx, si avvale del protocollo P2P, che permette la creazione di una rete di utenti priva di server centrali. Grazie all'impiego di questo nuovo sistema decentralizzato, denominato WPNP (network peer to peer), cioé un protocollo molto veloce ed efficiente, è possibile scambiare file di qualsiasi tipo. Inoltre, con WinMx, la ricerca del file può essere effettuata sui server di Napster e su tutti quelli di OpenNap (server gestiti da semplici provider e singoli utenti. Sono geograficamente situati in nazioni come il Canada, dove la "lunga mano" legale dei discografici perde il suo potere di interdizione), potendo così appoggiare le ricerche su decine e decine di server.

Nel caso della connessione peer to peer, potreste chiedervi come sia possibile lo scambio di file. Dopotutto, un qualsiasi utente potrebbe prelevare i brani che gli interessano, copiarli su un CD ed ascoltarli dopo aver cancellato il materiale scaricato; in questo modo, lo scambio si esaurirebbe ben presto. Il fatto è che le cose non funzionano in questo modo: se non avete un minimo di brani musicali da condividere, l'utente al quale vi siete collegati interromperà il traferimento del file dediderato. Le soluzioni solo due: trasferiere nel vostro hard disk alcuni dischi e traformarli in MP3, in modo da avere materiale da condividere, oppure cercare di farvi una piccola raccolta scaricando i file dagli utenti meno smaliziati e poi condividerli.

le funzioni essenziali di WinMx 3.3

Quella che segue è una breve guida a WinMx, che non comprende tutte le funzionalità del programma, ma si limita ad esaminarne le funzioni essenziali in modo da poterlo utilizzare immediatamente con una discreta efficienza.
Per prima cosa, considerate che WinMx permette il download multiplo: alcuni file con a sinistra un quadratino con segno "+", vengono scaricati da tutti gli utenti che condividono quei file. Questo significa, per esempio, che se un certo file è reso disponibile da 4 utenti, potrà essere scaricato con una velocità somma delle connessioni attive (min 1, max 4). Questa nuova funzionalità, permette, rispetto alle versioni precedenti, di completare con maggior sicurezza il vostro download: se un utente si sconnette, il collegamento continuerà con gli altri utenti.

schermata da winmx 33

Osservate la figura: nella barra di centro tra le due finestre, c'è un pulsante "queing": questo, permette di stabilire quanti upload accettate in contemporanea (minimo 1). Poi, nella stessa figura, è anche visibile il menù a scorrimento (ottenuto con il tasto dx del mouse), che vi offre alcune funzionalità accessorie, diverse a seconda che il puntatore del mouse sia nella finestra inferiore (upload: i file che prelevano dal vostro hard disk) o superiore (download: i file che prelevate):

finestra inferiore (upload)

finestra superiore (download)

Nel caso in cui la persona da cui stiamo scaricando un file, si scolleghi da Internet, o interrompa volutamente il nostro download, sarà possibile riprenderlo da un altro utente. Per far questo, avete due possibilità:

A questo punto, dovrebbe essere chiaro il discreto controllo che potete avere sullo scambio di file.

www.winmx.com
collegamento al sito ufficiale di WinMx

nemesi

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