Riporto volentieri questo articolo pubblicato su Il Messaggero del 2 gennaio 2003 in quanto oltre che ben costruito (ho solo aggiunto le fotografie e qualche piccola nota), mi ha fatto sorgere dei dubbi sugli organismi geneticamente modificati. Con questo, non voglio rinnegare completamente quanto ho scritto su questo sito a proposito delle biotecnologie, però è certo che sarebbe auspicabile una maggior prudenza con le manipolazioni genetiche.

Quel crostaceo degno di Fregoli

di Giorgio Celli

artemia salinaL'artemia salina è un piccolo crostaceo (lungo 8-13mm NdR), che vive nelle acque salse e che è da tempo ben noto per le sue performance di trasformista. Si potrebbe dire che è un vero Fregoli della biologia.
Mi spiego meglio: nel 1871, uno scienziato dal nome impronunciabile, Shmarkewitsch, aveva osservato come nell'acqua di una palude costiera diventata dolce a causa dell'alluvione prodotta da una diga danneggiata, l'animaletto avesse, nel corso di qualche generazione, cambiato forma. Il suo addome, per esempio, si era allungato e le sue setole caudali erano cresciute notevolmente. Il bello è che queste variazioni morfologiche erano regredite quando, nella palude, si era riaffermata la salsedine.
Il nostro russo credette di tovarsi di fronte ad una conferma dei caratteri acquisiti di Lamarck, ma non era così: si trattava di una curiosa variazione di espressività del genoma del piccolo crostaceo. Però, agli niizi di quest'annola rivista Nature ha pubblicato la ricerca di un'ardimentosa équipe di genetisti californiani Matthew Ronshaugen, Nadine e William McGinnis, che hanno rivisitato la vocazione trasformista dell'artemia, confermando Darwin e non Lamarck come sperava ("sperava"? meglio "credeva". NdR) lo scienzato russo. E che conferma!

Un vero e proprio colpo di scena: solo due piccole mutazioni sono state sufficienti per ottenere da un crostaceo, con molte zampe e senza ali, Drosophila Melanogaster (a sinistra in basso, Drosophila maschio; a destra, femmina), un insetto che ha sei zampe e due ali perfettamente abilitate al volo.

drosophila maschio drosophila femmina

Potrebbe essere, se convalidata (effettivamente la cautela è d'obbligo: nell'embriogenesi della drosophila, non c'è traccia di alcuna rassomiglianza con l'artemisia... è come se un topo si trasformasse in pipistrello NdR) , la scoperta del secolo, e sapete perché?

Perché un passaggio così brusco, e così economico dal punto di vista dei geni coinvolti, avvalora, da un lato, la realtà dell'evoluzione, e nel contempo mette in crisi il modello gradualista dello stesso Darwin.
Infatti, il grande biologo (precisamente "naturalista" NdR) credeva che l'evoluzione procedesse per variazioni minime, poste al vaglio della selezione naturale. Insomma, era convinto, con Linneo, che la natura non facesse dei salti.
Però non tutti erano d'accordo con lui: taluni paleontologi, Stephen Gould (1941-2002, Professore di Geologia alla Harward University NdR) in testa, avevano da tempo sostenuto il contrario: per loro le specie resterebbero stabili per lunghi periodi, per cambiare, a un certo punto, con rapidità, e si spiegherebbe così perché gli stadi intermedi dei passaggi tra una specie e l'altra mancherebbero così spesso.

Però, fino alle esperienze dei genetisti di San Diego, l'ipotesi detta "saltazionista", opposta a quella gradualista di Darwin e dei neodarvinisti, era restata tale, tra l'altro scarsamente credibile.
Perché come potrebbe, ci si chiedeva in coro, un organismo subire un grosso sconquasso genetico senza mettere in discussione la propria sopravvivenza? E' pur vero che gli esseri viventi mostrano delle notevoli capacità di autoripararsi, ma c'è un limite oltre il quale certi cambiamenti possono diventare una vera e propria catastrofe.
Sappiamo bene che il pianeta è un immenso cimitero di specie estinte . Ma se, per converso, bastano solo due mutazioni per trasformare un crostaceo in insetto e, si badi bene, in un insetto evoluto come un dittero, e non un proturo (esapodi lunghi presenti nel terreno 0.5 - 2.5mm NdR), siamo legittimati a concludere (se il lavoro in questione verrà confermato. NdR) che levoluzione procede con tempi e modi che nessuno avrebbe osato pensare prima.

Ma dopo tutto, questa stupefacente esperienza costituisce un monito per i biotecnologi, gli scienziati degli Ogm (Orgenismi geneticamente modificati. NdR), che, se non si convertono alla prudenza, rischiano di diventare degli apprendisti stregoni, e combinare dei guai.
Il "salto" tra il crostaceo e l'insetto, del tutto imprevedibile, dimostra quanto poco sappiamo ancora sul funzionamento del Dna, e su quei geni strutturali capaci di determinare delle così radicali riconversioni morfologiche,
Difatti, se tra il Dna dell'uomo e dello scimpanzé esiste una coincidsenza genetica del 98%, dobbiamo concludere che, da solo, il 2% dei geni difformi è stato in grado di esprimere la differenza che esiste tra Cita, ò la garrula compagna di Tarzan, e Leonardo da Vinci!

Mi vengono i brividi a pensare che, sapendo davvero poco, si agisce così pesantemente sul genoma degli organismi. Quali garanzie cio sono che non si verifichi una Chernobyl dei geni?


NdR = Nota del Redattore di questo Sito.
Per l'embriogenesi della drosophila, si può consultare il sito: http://flybase.bio.indiana.edu/

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