Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo
mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.. Mark Twain |
Da allora, una miriade di esperti si è "avventata" sul filmato, adducendo varie prove che tra testimonianze, contraddizioni ed inconguenze, ne dimostrano la non genuinità. Qui di seguito, commentandone la validità, sono sommariamente riportate le incongruenze rilevate.
In effetti, questo tipo di dichiarazioni non possono confutare l'autenticità del filmato. Il presunto alieno può ragionevolmente avere un aspetto antropomorfo: si tratta della della cosiddetta "evoluzione convergente". In parole semplici, l'evoluzione di una specie intelligente dovrebbe portare allo sviluppo di una mano dotata di pollice opponibile e ad una stazione eretta.
Anche la breve durata dell'autopsia, giudicata da un anatomo-patologo dopo mezzo secolo di progressi medici, non può costituire un elemento di confutazione... basterebbe ricordare la leggerezza con cui negli anni '50 si facevano esperimenti nucleari al "punto zero" (cioé in prossimità dell'esplosione di una bomba atomica al fine di valutare l'operatività delle truppe impegnate nel teatro militare).
ultimo modello di telefono da parete prodotto dalla Western Electric nel 1916 |
In realtà, anche questo tipo di riscontri negativi fra "colleghi" non può tout-court confutare la genuinità del filmato. Per esempio, in Jurassic Park i dinosauri sono molto credibili e sembrerebbero reali se non sapessimo che... sono estinti. Però, se con gli stessi dinosauri, utilizzando una videocamera amatoriale, fosse stato realizzato un filmato in un remoto angolo della forsta tropicale amazzonica, sarebbe stato molto difficile confutarne la genuinità.
1956: torna in produzione il telefono da parete |
Per quanto riguarda l'autenticazione della data in cui fu girato il filmato, Santilli ha sottoposto pezzi di pellicola con gli appropriati codici Kodak del 1947, però questi erano presenti o sui frammenti iniziali di pellicola, che sono completamente neri (il leader), oppure su frammenti contenti immagini non identificabili: quindi entrambi del tutto inutili a fini probatori.
Infatti, il criterio richiesto dalla Kodak per un test valido è che venga messo a disposizione un frammento di pellicola con immagini chiaramente identificabili come appartenenti al filmato dell'autopsia. Questa richiesta è indispensabile per garantire che il frammento provenga proprio dalla pellicola in questione e non da una qualsiasi altra pellicola del 1947.
La datazione è resa possibile dai continui progressi tecnologici, grazie ai quali la composizione chimica delle pellicole Kodak è stata variata negli anni, e così la data approssimativa di produzione di un determinato frammento di pellicola, può essere determinata analizzandone la sua composizione chimica (tenendo conto dell'inevitabile variazione nel tempo) e confrontandola con le registrazioni delle formule chimiche delle pellicole prodotte dalla Kodak nei diversi anni.
Approfondite verifiche, tuttavia, hanno dimostrato che a nessuna televisione, sia francese, inglese, o di qualsiasi altra nazionalità, e neppure alla Eastman Kodak Company, è stato mai dato neppure un singolo frammento "con immagini" del presunto filmato dell'autopsia aliena. Oltre tutto, il solo modo con cui tutti, nessuno escluso, hanno potuto vedere le sequenze dell'autopsia, è tramite copia video. Per quanto se ne sa, nessuno ha mai vista proiettata da pellicola 16 millimetri.
Per completezza, è necessario aggiungere che, poiché la Kodak non rilascia mai la formula di qualsiasi sua pellicola, un'autenticazione della data di produzione eventualmente condotta da altri laboratori o istituzioni sarebbe di valore discutibile. D'altra parte, anche una autenticazione della Kodak non avrebbe un valore probatorio definitivo: è possibile che sia stata ricuperata una pellicola vergine la cui qualità, certamente deteriorata col tempo, avvalorerebbe la scarsa definizione del filmato.
parte di un poster celebrativo della Bell System Telephone Story (sono mostrati i soli 12 modelli prodotti dal 1913 al 1964) |
I tre ex cine-operatori militari hanno concordato che dal punto di vista delle appropriate procedure militari applicate in quel periodo e che necessariamente si sarebbero dovute seguire, lo scenario raccontato dal presunto cameraman di Santilli è privo di senso. Il cameraman afferma di essere stato di guarnigione a Washington D.C. e di essere stato inviato in aereo il 1 giugno 1947 a Roswell, New Mexico. Tuttavia McGovern, Gibson e Longo hanno tutti confermato che vi erano cameraman qualificati con possibilità di accesso a livelli di segretezza top-secret presso installazioni militari di tutti gli Stati, New Mexico incluso. Uno o più di questi cineoperatori sarebbe stato immediatamente inviato sul luogo, sia per i filmati che per le fotografie, da una locale installazione militare come quelle di Roswell o Alamogordo, piuttosto che da Washington D.C.
Nel 1947, i militari utilizzavano tre tipi di pellicole, 16 millimetri a colori, 35 millimetri bianco/nero, e 16 millimetri bianco/nero. Per progetti importanti o molto speciali (come avrebbe dovuto essere l'autopsia di un alieno) si utilizzava la pellicola da 16 millimetri a colori. Inoltre McGovern, che filmò un certo numero di autopsie, è sicuro che tutte le procedure mediche venissero girate a colori. Egli ha anche affermato che per importanti procedure mediche si utilizzavano due cineprese, entrambe in posizione fissa. La prima era montata su un treppiedi adiacente al tavolo operatorio o autoptico. La seconda era in alto, montata sul soffitto.
Anche la tecnica del cameraman di Santilli, secondo i tre cineoperatori, è inconsistente con le procedure e i metodi rigidamente protocollati usati all'epoca all'epoca dai cameraman militari. McGovern, Gibson e Longo considerarono di pessima qualità il film di Santilli e neanche lontanamente compatibile con gli standard militari.
Secondo l'etichetta fornita da Santilli, la pellicola utilizzata era una Kodak "High Speed Super-XX Panchromatic Safety Film". Per McGovern, Gibson e Longo, con una Bell and Howell Modello 70 (la cinepresa usata dal presunto cameraman), la profondità di campo sarebbe stata assai buona utilizzando quel tipo di pellicola. Di conseguenza, anche nelle mediocri condizioni di illuminazione del filmato dell'autopsia, la qualità delle immagini sarebbe dovuta essere eccellente. Ma evidentemente non è andata così. McGovern ha concluso che il filmato di Santilli è stato girato in modo «deliberatamente sfocato cosicché nessun soggetto sia visibile in dettaglio».
In effetti una ripresa non a fuoco è la condizione essenziale per produrre un falso: gli attori non devono essere riconoscibili per evitare che qualcuno di essi, prima o poi, possa essere riconosciuto o si presenti spontaneamente. Per questa ragione, si opera in campo lungo, oppure coprendo l'obiettivo con una calza di nylon, oppure direttamente fuori fuoco, oppure evitando di riprendere i volti delle persone (in questo caso i "medici" erano protetti da una tuta che celava anche il volto), o riprendendo le persone attraverso una vetrata ( mettendo a fuoco sulla vetrata, automaticamente i soggetti ripresi risultano fuiri fuoco).
A questo punto, è necessario sottolineare che se, a dispetto di tutte le discrepanze qui riassunte, Ray Santilli e soci fornissero un campione adatto di pellicola alla Kodak e anche se, contro tutte le aspettative, la pellicola risultasse autenticata come prodotta nel 1947, sarebbe ancóra necessario autenticare la sorgente ultima del filmato - il cineoperatore. Senza la sua identificazione, per quanto convincente, nessun test di laboratorio potrebbe costituirebbe una sicura autentificazione del filmato.
Se il filmato fosse stato veramente genuino, Santilli avrebbe ottenuto un enorme guadagno accettando di sottoporlo alla verifica della Kodak e rivelando, sia pure con le necessaria garanzie di riservatezza, alcuni particolari che permettessero di avvalorare la presenza del cineoperatore che rocambolescamente sottrasse parte del materiale classificato TOP SECRET.
Tuttavia, se effettivamente il filmato si fosse dimostrato genuino, il ritorno economico sarebbe stato elevatissimo per l'immediato, ma con problemi di copyright in quanto ottenuto in modo fraudolento. Come risultato, paradossalmente sarebbero sùbito esaurite le discussioni sulla genuinità del filmato, alle quali si sarebbero sostituite discussioni specialistiche e meno spettacolari. Invece, la diatriba sulla genuinità, oltre a favorire la diffusione di serie televisive, continua a popolare moltissime pagine web, consultando le quali si apre un banner pubblicitario, si sollecita l'acquisto di libri sulla fisiologia degli extraterrestri, si allunga la permanenza del collegamento alla rete, ecc.
Mi avete deluso. Come se, avendo trovato il Santo Graal,
vi avessi visto scritto su "Made in Japan". Ida Omboni e Paolo Poli |
Nella pagina dedicata ai falsi fotografici, questi sono stati classificati per comodità in quattro categorie. Ora, guardate questa foto, con un particolare sottolineato da un circolo colorato in rosso...
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