Patologie emergenti: malaria in gravidanza
V. Fasolato, R.
Ziccardi, R. Bruno, S. Martinelli
U.O.di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, Azienda Ospedaliera Niguarda
Cà Granda - Milano
In questi ultimi anni i casi di
malaria in Italia sono andati aumentando per effetto della migrazione di
extracomunitari e per l'incremento dei viaggi all'estero. Oggigiorno se ci si
trova di fronte una febbre di origine sconosciuta con un precedente viaggio in
aree a rischio dobbiamo sospettare la malaria.
Per dare un indice di tale
fenomeno: in Italia i casi di malaria nel
1979 erano 147, già nel 1984 erano 286. Nei Paesi ove la malaria è endemica si infettano 250 milioni
di persone l'anno e muoiono 1-2 milioni di bambini l'anno.
Il problema è particolarmente
importante per l'Italia poiché vi sono zone del Centro Italia (Maremma) del sud
e delle isole nelle quali le anofeline sono ricomparse. Esistono quindi le
condizioni potenziali poiché in Italia si diffonda ancora tale malattia
(infetti e vettore presenti)
La malaria è una malattia infettiva causata da 4 diversi
protozoi del genere plasmodio (falciparum, vivax, malariae e più raramente
ovale).
L'infezione viene trasmessa
all'uomo attraverso la puntura della femmina dell'anofele.
Il ciclo vitale del parassita
malarico comprende 2 diversi periodi:
1) ciclo asessuato avviene
nell'uomo e si divide in 2 fasi.
Fase preeritrocitaria: il
parassita penetrato nell'organismo grazie alla puntura della zanzara, penetra
nel fegato sotto forma di sporozoiti che crescono e si sviluppano. Da tale
sviluppo si formano gli schizonti che liberano i merozooiti che infettano i
globuli rossi.
Il Vivax e Ovale hanno la
caratteristica di restare nel fegato in forma latente anche dopo la guarigione
clinica.
Fase eritrocitaria: Il ciclo è
sincrono per tutti i GR ed ha durata variabile a seconda del parassita.
I merozoiti si sviluppano fino allo stadio di trofozoiti che producono
schizonti che, dopo la lisi del GR, entrano in circolo e parassitano
nuovi GR.
2) ciclo sessuato avviene
all'interno della zanzara ove il gamete maschile e quello femminile formano lo
zigote. Questo si sviluppa fino a stadio di ovocisti il cui nucleo si divide
ripetutamente dando luogo agli sporozoiti che si liberano nelle ghiandole
salivari.
Il Plasmodium vivax e l'ovale
preferibilmente invadono i reticolociti per cui solo il 2% dei GR sono infettati
e le forme di malaria sono relativamente lievi. Il malariae invade solo i GR più
vecchi, il falciparum attacca invece i GR di tutte le età procurando i più
alti livelli di parassitemia. Mentre il vivax e malariae invadono circa 20.000
GR/mmc, il falciparum in un bambino non immune ne colpisce 500.000. La malaria
cerebrale è una delle conseguenze più gravi del falciparum ed è causata
dall'ostruzione dei capillari cerebrali con GR parassitati che aderiscono
all'endotelio.
L'incubazione è di circa 2
settimane.
Da studi condotti in aree
endemiche si è osservato che le gravide hanno maggior rischio di contrarre
l'infezione malarica, e le prime gravide hanno maggior rischio di contrarre
l'infezione rispetto alle plurigravide. Nella
donna gravida la malattia provoca anemia e causa spesso aborti e parti
pretermine.
L'incidenza di malaria congenita
è fortunatamente bassa (1,5-29%). I
sintomi compaiono in genere dopo i 6 mesi di vita poiché l'emoglobina fetale è
resistente alla colonizzazione da parte del plasmodium, si ritiene inoltre che
l'allattamento al seno inibisca il parassita privandolo dell'acido
paraaminobenzoico.
Nella forma congenita i sintomi
neonatali sono di interessamento multiorgano e mimano quelli della sepsi
neonatale. Si osserva distress respiratorio, febbre, anemia e disidratazione che
determinano ipovolemia, ipotensione ed anche insufficienza renale da necrosi
tubulare, epatomegalia, ipoglicemia, convulsioni. Si può avere sovrainfezione
batterica.
Terapia
In gravidanza
Fondamentale importanza per il
neonato è la cura della madre in gravidanza. Nelle aree endemiche vi è
addirittura la proposta di sottoporre tutte le gravide, soprattutto le
primogravide, a profilassi.
Negli studi condotti si è
osservata una riduzione degli aborti con peso alla nascita nella norma e
riduzione dell'anemia materna a 34 settimane nelle madri profilassate. Il
problema è la compliance materna.
Se si incorre invece
nell'infezione conclamata si parte con la terapia.
Per il neonato
Non è indicata profilassi alla
nascita ma ricerca del parassita su sangue con un semplice striscio di sangue
periferico a lettura immediata. In caso di positività o di infezione conclamata
si parte con la terapia.
La terapia materna e neonatale
utilizzano gli stessi farmaci:
Ø
Per infezione da vivax, malariae, ovale è considerata terapia di
scelta la clorochina (anche se si iniziano ad osservare casi di vivax
resistente) o la amodiachina (35 mg/kg in 3gg)
Ø
Per il falciparum, in caso di resistenza alla clorochina, si
considera di prima scelta il chinino.
Ø
Nel caso del falciparum quando esiste resistenza si può ricorrere
anche alla pirimetamina associata alla sulfadoxina (Fansidar, dose unica,
sulfonamide long-acting)
Per la profilassi antimalarica
si utilizzano la clorguanide (Paludrin) e la pirimetamina (Daraprim), farmaci a
bassa tossicità che agiscono nelle prime fasi del ciclo malarico prevenendo
l'infezione in soggetti non immuni.
La clorochina e la amiodiachina
agiscono nella fase asessuata eritrocitaria impedendo le recidive dei sintomi
clinici.