LA MAPPA TRIDIMENSIONALE

Legami, collegamenti, sviluppi nati da interessi imprevisti avevano infine reso l´ipertesto alquanto vasto e corposo, per cui ci si accorse che poteva diventare difficile creare un´immagine mentale dell´intricata rete che era venuta man mano a formarsi.
Gli insegnanti sentirono allora la necessità di analizzare il ¨prodotto finale¨ con i bambini: una riflessione conclusiva mirata alla ricostruzione di una visione d´insieme, per permettere di cogliere, con un solo colpo d´occhio, quanto era racchiuso e celato ¨dentro al computer e oltre la superficie degli scenari di navigazione¨.

Nacque così la voglia di realizzare una mappa del lavoro che consentisse una percezione globale, meno frammentaria e parziale, delle rappresentazioni già esistenti sui cartelloni e sui fogli prodotti durante l´attività.
Questa mappa doveva essere semplice e al tempo stesso sufficientemente complicata, per poter raccontare a chiunque (genitori compresi!) quale era stato il percorso seguito: essa doveva in pratica spiegare ed esibire le nuove e notevoli opportunità di elaborazione ed associazione delle conoscenze, tipiche del linguaggio ipertestuale.

I bambini riprodussero su cartelloni le cinque videate di ognuno dei quattro itinerari narrativi (testo - disegni - braille -poesie).
Ciascun percorso venne appeso ad un filo da bucato, steso ad altezza bambino, e nastri colorati unirono ogni cartellone a quelli corrispondenti in sequenza lineare, ma contemporaneamente altri nastri di colore diverso lo congiunsero ai rispettivi percorsi paralleli ...

Ma i nastri, pur dipanandosi coreograficamente nello spazio, non bastarono a spiegare tutto!
In ogni cartellone si ritagliarono pertanto delle finestre, che, aprendosi come in un libro cartonato, rimandavano ad ulteriori argomenti o segnalavano, attraverso simboli, la presenza di documenti sonori.
Partecipando alla realizzazione di questa ¨ragnatela¨, collaborandovi in misura diversa e a seconda delle proprie attitudini (chi fu in grado di ricostruire i legami, chi aiutò a riscrivere i testi, chi si occupò di incollare le vignette ...), i bambini al termine godettero dell´opera finita (che occupava ormai un´intera aula), andando ad ¨aprire le finestre¨ e a riscoprirvi i contenuti, o passeggiando divertiti fra fili e nastri, come in un labirinto!

Anche chi, apparentemente, fu più esecutore che autore, alla fine ebbe chiaro che
¨tutto era collegato ... e c´era come una rete¨:
non a caso uno dei principali obiettivi a cui i docenti avevano teso durante lo sviluppo dell´esperienza era proprio il raggiungimento di questa consapevolezza!