Altri
palazzi
parte prima
Tutta l'importanza di Fermo è nei palazzi
costruiti tra il Quattrocento e l'Ottocento dalle più ricche famiglie fermane o dalle
varie congreghe religiose e che - fatto salvo il solo Palazzo Ducale di Urbino (precedente
di una cinquantina di anni) - non hanno pari nella nostra regione e hanno poco da
invidiare al patrimonio artistico di centri storici come quelli di Perugia o di Siena.
Il cammino (prima e seconda parte) inizia con alcuni palazzi che fiancheggiano corso
Cefalonia, quindi corso Cavour e corso Marconi fino alla zona di Porta Santa Lucia;
nella terza parte (pagine ancora da completare), uno scorcio di via Saffi, vicino a Piazza
del Popolo e via Trevisani, e in altre parti della città.
Cinquecentesco PALAZZO AZZOLINO già Rosati,
costruito attorno al 1532 per il marchese Giovanni Francesco Rosati su
progetto di Antonio da Sangallo il Giovane (1484 - 1546) in stile rinascimentale
d'ispirazione bramantesca;
dopo varie vicende ne entrò in possesso il card. Decio Azzolino,
segretario di stato di papa Clemente IX, confidente e consigliere della regina Cristina di
Svezia.
Facciata scandita orizzontalmente in due parti.
Nella parte inferiore: alto basamento in pietra, cinque ampie arcate
inframezzate da lesene; l'arcata centrale, vuota, funge da ingresso.
Parte superiore: in laterizio, cinque finestre
trabeate e, in cima, mezzanino con finestre inquadrate da centine.
Interno: armonioso portico con quattro pilastri ai
lati; in alto snelle colonnine joniche sorreggono graziosi archetti; pozzo ottagnale al
centro del cortile; finestrone da cui si gode panorama dai monti al mare.
Antonio Cordini, meglio conosciuto come ANTONIO DA SANGALLO, detto
Il Giovane, è uno dei principali artisti del Rinascimento:
architetto dello Stato Pontificio, fu aiuto di Bramante, diresse, prima con Raffaello, poi
da solo (dal 1516), la costruzione della Basilica di San Pietro; lavorò con Michelangelo
alla costruzione di Palazzo Farnese a Roma, considerato il suo capolavoro.
a lato: stemma di papa Pamphili (Innocenzo X) , XVII secolo, Palazzo Azzolino.
Dopo l'Unità d'Italia il palazzo divenne sede
del Tribunale di Fermo, poi alcune famiglie fermane costituirono la "Società
cooperativa Firmana" e nel 1929 rilevarono la proprietà del Palazzo per mettervi la
sede del "Circolo Cittadino" ricostituitosi nove anni prima (sorto nel 1848 come
"Circolo Popolare").
Oggi vi hanno sede, oltre a detta Società Cooperativa, il "Circolo cittadino
Firmum", "l'Associazione Cavalcata dell'Assunta"
e altre attività private.
A lato: facciata del Palazzo Azzolino: le cinque arcate (tranne la centrale che funge da ingresso) incorporavano (e inglobano ancor oggi) le "apotecae", cioè le botteghe affacciate su corso Cefalonia: il palazzo infatti fu costruito da messer Rosati ampliando e incorporando un preesistente edificio mercantile.
Nel 1532 il Sangallo si trovava a
Fermo con l'incarico di studiare e completare le fortificazioni della città, così i
cugini Rosati colsero l'occasione per chiedergli un suggerimento per la costruzione delle
loro nuove residenze che, una volta realizzate, rappresentarono un fatto urbano di
assoluta novità e di notevole importanza per Fermo .
I due palazzi Rosati (gli attuali Azzolino e Vitali-Rosati) contengono innovazioni
tipologiche che determinarono nuove forme per la composizione urbana del corso e che
possiamo così riassumere: articolazione e ripartizione proporzionale degli spazi;
organizzazione di tutti gli spazi attorno alla corte che si pone come luogo centrale
dell'edificio; compatezza dell'edificio che si identifica con l'isolato (e lo delimita);
il cortile diventa una sorta di piazza intermedia tra la via pubblica e la residenza
privata.
Nella realizzazione dei due palazzi, non furono seguite fedelmente le indicazioni date dal
Sangallo, ma questo anziché essere un difetto, diventa un pregio, perché rende i due
edifici ancora più singolari, nel loro adattamento delle forme alla città medievale, di
cui comprende idee e soluzioni, e alle costruzioni preesitenti inglobate.
Le innovazioni tipologiche rappresentarono un fatto importante per Fermo perché dopo i
due palazzi Rosati, altri palazzi furono edificati utilizzando le stesse soluzioni.
Presso il Laboratorio dei Disegni e Stampe della Galleria degli Uffizi di Firenze è
tutt'oggi conservato il disegno autografo steso dal Sangallo per il palazzo Rosati.
PALAZZO VITALI ROSATI
progettato attorno al 1532 da Antonio da Sangallo il Giovane per Girolamo
Rosati e costruito incorporando preesistenti edifici
.
In origine fu sede dell' Accademia degli
Sciolti (di cui ne era principe Uriele Rosati) e poi quella dei Ravvivati.
Oggi è di proprietà della famiglia Vitali Rosati;
all'interno: pitture di G. Carosi (1912).
Portale d'ingresso con bugne;
facciata con quattro pilastri in bugnato; soluzione d'angolo.
Il progetto del Sangallo prevedeva due aperture ai due lati
dell'ingresso centrale, ma nella realizzazione si è preferito privilegiare la funzione
mercantile del corso e quindi destinazione delle aperture ad apotecae, cioè botteghe.
Interno: portico d'ingresso con colonne
corinzie d'epoca romana (foto a lato) provenienti dal vicino teatro
romano di Fermo.
Cortile quadrato con loggiato che raccorda l'atrio al corpo delle scale
e altro loggiato sul fondo che soregge un sovrastante balcone con portafinestra panoramica
che, come nel palazzo Azzolino, dà sul paesaggio e non sull'isolato sottostante. Con
questa soluzione si attua per la prima volta l'autonomia del palazzo (e del suo isolato) e
si sottolinea la differenziazione tra i palazzi del corso e quelli del borgo sottostante,
che coincide con la separazione dei ceti patrizi e popolari.
Foto a sinistra: settecentesco palazzo PELAGALLO (opera di Pietro Augustoni da Como), posto all'inizio del corso, dietro al Palazzo degli studi di Piazza del Popolo con cui fa angolo.
Di fronte al Palazzo Azzolino è ubicata la maestosa
mole del PALAZZO ERIONI, oggi di proprietà Falconi (oggi
in ristrutturazione, disegno a destra).
Opera di Pietro Augustoni (Como 1741 - Fermo 1813)
fronte, al piano terreno, in bugnato di mattoni.
Lo scalone di accesso è dichiarato Monumento Nazionale.
Immagine in basso: il cortile di Palazzo Erioni - Falconi con diverse soluzioni architettoniche per ogni livello.
Sinistra: ex seminario,
oggi sede della facoltà di Beni culturali dell'Università e del Conservatorio
statale di musica "G. Pergolesi".
In origine fu convento dei Carmelitani che, giunti a
Fermo nel 1491, edificarono in questo punto, incorporando ed allargando
preesistenti edifici di proprietà della attigua chiesa di S. Maria novella della
Carità (ampliando anch'essa e dedicandola alla Madonna del Carmine).
Agli inizi del Seicento divenne sede del Seminario,
ampliato e potenziato da papa Sisto V, già vescovo di Fermo; fu sistemato nelle forme
attuali nel 1776 da Pietro Augustoni.
Fino agli anni Cinquanta ha ospitato Seminario arcivescovile (nei primi
anni del Novecento anche il Collegio Fontevecchia); successivamente la
Casa del Clero fino alla destinazione odierna (Università e Conservatorio).
L'ex Conservatorio "G. Rossini", sorto nel 1978 come sede staccata di Pesaro, nel 1998 ha ottenuto autonomia e oggi ha circa 500 allievi e tutte le specializzazioni (composizione, canto, pianoforte, violino, viola, violoncello, clarinetto, oboe, fagotto, flauto, corno, tromba, trombone, contrabbasso).
A destra: il cortile interno, con il porticato inglobato in una superfetazione novecentesca
A sinistra: PALAZZO SILVESTRI, già
Bulgarini, all'inizio di corso Cavour.
Alla sua sinistra sorgeva l'antica chiesa di San Matteo