ANTONELLO OLTRE IL VISIBILE

Gazzetta del Sud Giovedì 13 maggio 1999

Presentato il libro di Fortunato Pergolizzi su Antonello da Messina

Leggere i quadri al di là del visibile

Presentato ieri nel Salone degli specchi a Palazzo dei Leoni l'interessante libro Antonello oltre il visibile del prof. Fortunato Pergolizzi, contenente i saggi su Antonello da Messina, il sommo pittore quattrocentesco e uno dei figli più eccelsi della nostra città, che il già docente di disegno e storia dell'arte al Liceo scientifico "Archimede" ha via via negli anni pubblicato sulla "Gazzetta del Sud". Dinanzi a un folto pubblico l'opera è stata efficacemente illustrata dal preside Francesco Scisca, dopo il saluto di Maria Pia Sidoti, segretaria provinciale dell'«A.E.D.E.», l'Associazione europea degli insegnanti, che ha promosso la manifestazione. Con la proiezione di diapositive, inoltre, si è potuto verificare un'affascinante caratteristica dell'artista messinese, cioè un Antonello mistagogo, che, attraverso un linguaggio metaforico e rnisterico, comunica agli osservatori dei suoi dipinti arcane verità. Particolare interesse ha suscitato il riconoscere, nelle riproduzioni dei quadri in diapositiva, soprattutto nelle tre Crocifissioni di Bucarest, Anversa e Londra, il paesaggio della Messina tardomedievale che il pittore, in volontario esilio, dipinse non senza nostalgia dei luoghi natali, collocando il Golgota sulle colline dello Stretto; si scorgono le mura normanne, il porto falcato con la punta di San Raineri, le fiumare, le chiese; particolarmente bella l'Immacolata che si staglia nettissima sullo sfondo contro un cielo limpido e azzurro.



La Gazzetta del sud Giovedì 5 agosto 1999

I saggi di Fortunato Pergolizzi sul grande artista del '400

Antonello da Messina oltre il già conosciuto

L'opera di Antonello da Messina, pittore che ha lasciato un segno profondo nell'arte italiana quattrocentesca, gode di una rinnovata stagione di studi con la pubblicazione di importanti monografie che hanno fatto lievitare la già cospicua specifica bibliografia critica. Chi vuole avventurarsi nella "materia" antonelliana oggi rischia davvero di finire coinvolto in un ginepraio critico. Tuttavia, non è questo il caso di Fortunato Pergolizzi, pubblicista e già professore di disegno e storia dell'arte nei licei, che ha dato alle stampe un volumetto di saggi, Antonello oltre il visibile, per le edizioni messinesi di "Parentesi". Pergolizzi, che pure i ferri del mestiere lì possiede ed è quindi nelle condizioni di entrare nel merito di delicate disquisizioni tecniche ed estetiche, in questo suo libro non si è preoccupato affatto di addentrarsi in un discorso critico ragionato che tenga conto dei giudizi altrui su tale o talaltra opera di Antonello da Messina, ma ha preferito solo raccogliere i suoi articoli, via via apparsi nel corso degli anni sul nostro giornale, corredandoli alla fine di una mirata, essenziale bibliografia. Operazione opportuna, perché in effetti gli articoli di giornale, salvo casi eccezionali, sono - come diceva Gesualdo Bufalino - "cere perse" di cui si perdono le tracce se non vengono ripescati. La critica specializzata, oltretutto, trascura la stampa quotidiana anche a livello di semplice segnalazione bibliografica, per cui occorre dare una qualche visibilità al proprio impegno giornalistico con più organiche pubblicazioni. Anzi, l'occasione è buona per un invito al recupero di articoli sparsi sulla stampa locale dell'ultimo secolo (ignorati dalle bibliografie generali forse sol perché non se ne conosce l'esistenza) riguardanti la figura di Antonello o la società peloritana del suo tempo, che, magari, hanno solo valore documentario, ma che comunque è necessario registrare in modo da avere un quadro il più completo possibile sulla più recente "Fortuna" dell'artista nella sua città natale. D'altra parte prima dell'illuminante saggio di Salvatore Tramontana su Antonello e la sua città, il nesso Antonello Messina, inteso soprattutto come sfondo culturale, - avverte lo stesso studioso - ma anche economico, sociale, politico e di costume dell'attività del pittore, non è stato, o è stato solo di rado, al centro di indagini e analisi storiche della città del XV secolo. Gli studiosi si sono infatti limitati, anche quando alcune fortunate e importanti ricerche d'archivio hanno messo in luce documenti fondamentali, a una ricostruzione esteriore delle vicende biografiche e artistiche del pittore e a raccordi puramente epidemici con l'ambiente cittadino. Fortunato Pergolizzi, che in questa raccolta di saggi alla passione della ricerca esegetica unisce l'ammirazione assoluta per il pittore messinese, dà una propria lettura di alcuni tra i noti e riusciti dipinti antonelliani - Polittico di San Gregorio, San Gerolamo nello studio, l'Ecce Homo di Piacenza, Salvator Mundi, San Sebastiano, l'Annunziata -, indicandone i sentieri iniziatici per spiegare i complessi messaggi celati da simboli in particolari apparentemente solo decorativi. L'autore, in altre parole, qui insiste su un aspetto affascinante e non certo minore di Antonello da Messina, l'artista mistagogo, che, attraverso un linguaggio metaforico e misterico, rivela all'occhio dell'osservatore smaliziato dei suoi quadri arcane verità. In un secondo gruppo di saggi l'autore si sofferma, poi, specialmente sulle Crocifissioni di Sibiu, Londra e Anversa, allo scopo di cogliere i segni della "messinesità" antonelliana, che, oltre al messaneus pinxit leggibile sul margine inferiore dei lavori datati e firmati dall'artista, trova la sua massima espressione nel suggestivo paesaggio peloritano tardomedievale, più volte dipinto, collocando il Golgota sulle colline dello Stretto. In esso si scorgono le mura normanne, il porto falcato con la punta di San Raineri, le flumare, le chiese e in particolare l'Immacolata, che si staglia nettissima sullo sfondo contro un limpido cielo azzurro dovuto a quella luce "metafisica"cui l'artista non seppe e non volle mai rinunciare. Infine va segnalato il contributo che forse sta più a cuore all'autore, Il giallo della tomba di Antonello, posto a chiusura del volumetto, dove Pergolizzi dà inedite e circostanziate informazioni sul luogo di sepoltura dell'artista, da collocare nell'area dell'attuale Ritiro nell'ormai inesistente chiesa di Santa Maria del Gesù - già peraltro identificata tanto dal Di marzio quanto da La Corte Cailler con quella Superiore e non con quella Inferiore - e racconta come, proprio grazie ai suoi articoli sulla "Gazzetta del Sud", è riuscito a sottrarlo alla distruzione delle ruspe. Ora il sito dove fu sepolto Antonius de Anthonio (questo il nome indicato in tutti gli atti notarili riguardanti il pittore) è recintato in attesa che gli scavi archeologici, iniziati dieci anni or sono e bloccati per mancanza di fondi, possano riprendere con l'augurio di chiarire un punto oscuro nella terminale vicenda esistenziale del grande artista.

Sergio Palumbo

 
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