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RIVISTA
DI POLITICA ECONOMIA CULTURA ATTUALITA'
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Messina vanta una tradizione
di riviste di cultura ed oggi è presente anche con "Parentesi" che
chiude con questo il 16 numero e il terzo anno di attività. A questo
punto dovrebbe essere lecito riaprire l'incipit di "Parentesi" la
cui identità è nel qui e ora che muove ogni discorso. Discorso che
non può tenersi che attraverso mezzi e tecniche disponibili.
Il nostro è il tempo dell'immagine, del video, della eikone che
invita al silenzio e alla riflessione. L'immagine, come Schopenhauer
diceva della musica, supera ogni barriera linguistica: "l'arabo,
il siro" la percepisce, la legge nel suo linguaggio. Ma l'immagine
modifica, esige una parola diversa, non più descrittiva in concorrenza
con l'immagine stessa, ma complementare, "revisionista" poiché sempre
tale è il discorso dell'uomo, quindi secca ed incisiva, precisa
e non ambigua, che certamente può qualche volta suggestionare ma
confondere mai. La "videoart" inglese ci ha insegnato
la necessità di un discorso sperimentale e creativo sin dagli anni
'70. Parentithémi (da cui parénthesis) è inserire, interporre qualcosa
che chiarifichi o completi. I numeri sin qui usciti osiamo sperare
che non ne abbiano tradito l'identità. Che è l'identità di un inciso
che chiarifichi o completi il testo della realtà quotidiana, un
"avvertimento" direbbe Ceronetti. Passando dai mezzi all'argomento
la nostra identità nasce ed è al servizio della terra, della città
e degli uomini tra cui viviamo ed operiamo. Una terra che da millenni
è al centro della Storia, una città che è vento, luce e architettura
della Natura. L'acquario dello Stretto e le terre che lo costringono
sono quanto di più ciclopico e pieno di grazia l'uomo possa contemplare.
"Io sono lo zar di tutte le Russie e voi (Messinesi) siete gli zar
del Paradiso" soleva ripetere sulla nostra riva Nicola II, ultimo
zar. Un vento (che fa tanto "vecchia Messina') che cancella
e unifica, una luce che è un gesto imperiale del Sole, una architettura
in precario condominio con la Natura alla quale deve devotamente
ubbidire. Se in altri posti l'integrazione dell'architettura nella
Natura è raffinatezza di stile qui è una necessità. E da millenni,
su questo scenario di luce e di mare, gli uomini ritessono la stessa
storia sul filo rosso della tragedia ricorrente. Qui, a contatto
con la tradizione che testimonia di Fenici, Mediterranei dell'Egeo,
Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Svevi, Catalani, Spagnoli e tanti
altri le ideologie passano, il destino resta. Ogni ideologia ci
può trovare pensosi e disposti ad accettarne e riconoscere i meriti
e i confini, ma nessuna può condizionare con il suo "fondamentalismo"
il destino di ogni uomo. L'uomo vale più di ogni ideologia così
come la città vale più dei meriti e delle colpe degli uomini. Queste
le nostre convinzioni che ci identificano né coi vincitori né coi
vinti. "I vincitori non vivranno se non rispetteranno gli Dei
dei vinti" (Eschilo). E gli Dei personificano le speranze degli
uomini, le speranze di tutti sono la nostra speranza, della città.
Chiamiamo tutti gli uomini di buona volontà ad aiutarci a dare un'immagine
ed una identità più chiara alla nostra terra. Su queste sponde,
in questa terra gli uomini si sono ritrovati fratelli, in qualche
angolo ci dovrebbe essere una lapide che ricorda il pericoloso e
duro impegno della Marina russa per questa città e un'altra che
ricorda il soggiorno di Nietzsche, di un Nietzsche senza veleni
e in pace con gli Dei. Chiediamo ancora per la città la solidarietà
e l'amicizia di tutti, per testimoniare ancora che qui e ora Messina
è presente, questa terra ancora vive, gli uomini possono ancora
ritornare a riconoscersi di "razza umana" al di là di ogni ideologia,
al di là di ogni interesse, al di là del colore, delle idee e della
diversità di pelle. Tutti contro il buio e la paura e la prepotenza,
qualsiasi prepotenza.
Prof. Nino Pafumi
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iscritto nel registro nazionale della stampa col numero 3127, Legge 5 agosto
1981, n. 416
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