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In questa pagina saranno inserite tutte le notizie relative alle vicende passate della nostra parrocchia. Vi saranno aggiornamenti ogni volta che verremo in possesso di nuove informazioni.

La nostra parrocchia, come sappiamo tutti, è dedicata a S. Giovanni Battista. Allo stato attuale non abbiamo notizie circa le sue origini che, tuttavia, dovrebbero essere abbastanza antiche. Gli archivi parrocchiali in questo non ci sono di alcun aiuto in quanto i loro atti risalgono solo al 1900.

Il territorio dell'attuale Comune è stato popolato fin dalle epoche più antiche, come attestano siti di grande interesse archeologico, come p.es. Is Loccis Santus e Craminalana.

Secondo il DISTOSA (Dizionario Storico Sardo di F. C. Casula, - C. Delfino editore) il centro di S. Giov. Suergiu ha probabili origini bizantine e forse ospitava una popolazione per quei tempi numericamente significativa se vi vennero costruite delle chiese come quella di San Giovanni (oggi un rudere, più nota come 'cresia beccia') e quella di S. Maria in Palmas vecchio, attualmente in discrete condizioni di conservazione.

Per varie vicende storiche, l'insediamento di San Giovanni fu, a più riprese, abbandonato e ripopolato fino al 1781 anno in cui, sempre secondo il citato Casula, "...il paese si ricostituì."

Un altro autore, V. Angius, nel suo 'Dizionario geografico, storico, statistico', pubblicato a più riprese nel corso della metà del 1800, afferma che nel 1859 il territorio di San Giovanni Suergiu si stendeva per circa 113 starelli (poco meno di 45 ettari) ed era abitato da circa 850 'anime', ossia da 250 famiglie: più precisamente 443 maschi e 258 femmine 'maggiori' (= adulti) e 77 maschi e 72 femmine 'minori'.

clicca per vedere l'immagine ingrandita La chiesa parrocchiale storica ('cresia beccia'- vedi foto qui a sinistra) di cui si è fatta menzione in precedenza, è segnalata dalle fonti storiche come esistente già nel 1341 (v. Casula - DISTOSA). Di essa oggi non restano che pochi ruderi. É situata alla periferia del paese, alla fine di via Garibaldi (fino a qualche decennio fa chiamata appunto 'via Chiesa' o 'via Chiesa vecchia', o - meglio - in sardo 's'arrugh''e Cresia beccia'), là dove la strada si allarga in un vasto piazzale che un tempo era la piazza di chiesa.
In mancanza di notizie più precise circa la data di costruzione, gli esperti (v. Casula, op. cit. e R. Coroneo 'Architettura romanica dalla metà del mille al primo '300' - Ilisso ed.) la fanno risalire ad un periodo tra la fine del XIII sec. ed i primi del XIV. Per far ciò si basano sull'esame di alcune caratteristiche architettoniche di ciò che resta dell'edificio, confrontate con quelle di altre chiese sarde la cui datazione è meno incerta.

Come si può constatare dalla foto, della costruzione - ad un solo vano - rimane ben poco: tratti della parete laterale nord e la parte inferiore della facciata a sudovest (larga poco più di 8 m.), ripartita in cinque specchi da strette lesene che ancora si possono riconoscere, nonostante il degrado.

Il portale (v. foto a destra) è sormontato da una lunetta con sopracciglio e da quattro archetti ogivali (v. foto a destra).

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Nell'estremità superiore della facciata, a sinistra, è visibile, incisa su un concio di arenaria ben squadrato, una croce greca (vedi foto a sinistra).

Secondo quanto ci è stato riferito da persone che hanno conosciuto la chiesa quando ancora era aperta al culto (i sigg. Maddalena ed Antioco Garau) ai due lati del portone d'ingresso erano due panche in muratura, mentre il piazzale antistante la chiesa era ombreggiato da due alberi.