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Il Museo dei fossili

Annesso al Museo di San Lorenzo, in un apposito locale sito a poca distanza, troviamo il Museo dei fossili.

Per spiegare le origini di questo museo, occorre ricordare che duecento milioni di anni fa la Valle Brembana era quasi interamente ricoperta dal mare.  Il paesaggio era caratterizzato da vaste spiagge, fondali bassi e fangosi e numerosi isolotti ricchi di una lussureggiante vegetazione, favorita da un clima caldo e secco, di tipo tropicale.

Ricchissima era la fauna ittica, costituita soprattutto da pesci piccoli come le nostre sardine o acciughe, ma numerosi erano anche quelli di grossa dimensione, lunghi fino a due metri.  Vi erano poi rettili simili a tartarughe, che frugavano sul fondo melmoso alla ricerca di molluschi, ed altri paragonabili ai nostri coccodrilli.  Nelle lagune la scarsa circolazione d'acqua, dovuta alla bassa profondità, rendeva assai difficile l'ossigenazione del fondo ed è così che si crearono le condizioni ideali per la fossilizzazione di pesci, rettili, crostacei ed altri organismi che si depositavano sul fondo.

Nel corso di milioni e milioni di anni i fondali si trasformarono in rocce che poi, a causa delle pressione della placca continentale africana contro quella europea, si sollevarono dando origine alle Alpi.  

Due fossili del Museo San Lorenzo: in primo piano un Paralepidotus ornatus, sullo sfondo un Sargodon tomicus.

Ed è così che migliaia di fossili sono arrivati fino a noi.  Particolarmente importante è stata la scoperta del giacimento paleontologico esistente sulle alture di Zogno, nei pressi di Endenna e Poscante, effettuata da Piero Gervasoni nel 1978.  Ed è grazie alla passione di don Giulio Gabanelli e al paziente lavoro di Onorato Pesenti che centinaia di fossili sono stati raccolti, ripuliti e catalogati.

Il giacimento è stato poi setacciato dagli studiosi dell'Università degli Studi di Milano che hanno classificato oltre duecento specie di pesci e quindici di rettili. Molti dei fossili hanno preso la via dell'Università e di prestigiosi musei italiani e stranieri, ma ciò non ha impedito di conservare in Zogno in questa esposizione un buon numero di esemplari: pesci con squame luccicanti, rettili, molluschi, coralli e vegetali risalenti al Triassico Superiore, 220 - 230 milioni di anni fa, giunti fino a noi perfettamente e miracolosamente conservati.

Ecco così l'unico esemplare completo al mondo di Placodonte, un rettile acquatico simile ad una tartaruga, anello di congiunzione tra anfibi e rettili, lungo 186 cm. e con smisurati denti piatti, adatti a rompere i gusci e le conchiglie dei molluschi di cui si nutriva.  Ecco i Pycnodonti (Brembodus ridens), appiattiti e con i denti a scalpello, e i piccoli Pholidophori, che erano numerosissimi e particolarmente ricercati dai grandi predatori come il velocissimo Saurihcthys, paragonabile all'attuale barracuda.

Nelle vetrine del Museo troviamo ancora i Paralepidotus, lunghi fino a 60 cm., il Sargodon, simile al pesce palla, e numerosi Sauri, tra cui l'Endennasaurus, lunghi fino a 70 cm. e sottili come anguille.  E poi piccoli crostacei, gamberi, molluschi, coralli e ricci di mare.  

 

 

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