Alfonso e i suoi sono
costretti a lasciare Scala
Un nuovo problema si
profilò per i padri di Alfonso: nella primavera del 1738
scadeva il quarto triennio per Pietro Romano come confessore
delle suore. Mons. Falcoia avrebbe voluto che egli
continuasse questo ministero ma il Romano scrisse al
monsignore che non poteva più a causa della sua cagionevole
salute.
Falcoia, allora,
nominò Sportelli quale confessore delle suore e lo mandò a
Scala perché si presentasse a mons. Santoro e si recasse al
monastero per adempiere il proprio compito.
Sportelli si recò nel
monastero ma qui alcune suore gli dissero che non volevano
averlo quale confessore forse perché era stato mandato loro
dal Falcoia, per cui il vescovo Santoro dovette affidare
l'incarico al canonico Andrea Amodio.
Ciò portò non solo
ulteriori malcontenti e divisioni nelle due comunità di
religiosi ma influì anche su un altro problema che i Padri
cercavano di risolvere.
Il bisogno di una
sistemazione più adeguata spinse, infatti, i padri a cercare
anche a Scala una sede migliore, una casa che avesse una vera
chiesa e più spazio dove poter esercitare al meglio il
lavoro missionario.
Fin dal 1735 si era
prospettata la possibilità di trasferirsi a Pontone, in una
casa con accanto la chiesa di san Filippo e il 10 agosto 1738
si era sul punto di firmare il contratto d'affitto.
Ma pochi giorni dopo,
il 25 agosto, ai padri pervenne una lettera del Falcoia in
cui il monsignore ordinava loro di lasciare non solo la casa
ma Scala stessa e di ritirarsi tutti a Ciorani.
Motivo di questo
ripensamento fu probabilmente il disaccordo tra i due
vescovi, Falcoia e Santoro; questi, infatti, non si adoperò
per nulla con gli amministratori del paese, proprietari della
casa in questione, per cui il 27 agosto 1738 i padri furono
costretti a partire tra le lacrime e l'indignazione del
popolo tutto.
Prima di lasciare
definitivamente la casa che occupavano da cinque anni, uno di
loro forse Vito Curzio, disegnò con un punteruolo di ferro
sulla parete del forno un monticello sormontato da una croce
e ai lati la lancia e la canna per la spugna e sotto vi
scrisse "A.D. 1738".
Questo disegno
diventerà lo stemma della Congregazione e dell'Ordine.
Lasciata Scala, i padri
poco a poco si sparsero prima per il Regno di Napoli, poi
anche nello Stato Pontificio.
E il 25 febbraio 1749
con Lettera Apostolica "Ad Pastoralis Dignitatis
fastigatum" vengono approvate da Papa Benedetto
XIV le Regole e l'Istituto non del Santissimo Salvatore, ma
sotto il titolo del Santissimo Redentore in quanto esistevano
già i Canonici del Santo Salvatore.
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