Gli Istituti del SS. Redentore a SCALA

 

La Rinascita

 

Nel 1902 vennero in soccorso i padri Redentoristi che mandarono da Roma a Scala il loro procuratore generale, l'olandese Pietro Oomen, che con il denaro e a nome del signor Mathias Prechtl di Baviera comprò dal sindaco quanto era già appartenuto al monastero per la somma di lire quattordicimila.

C'era anche un canone di novanta lire che il municipio di Scala aveva contratto con il demanio per l'acquisizione del monastero, o parte di esso; anche questo canone venne affrancato per lire milletrecentocinquantasei e sessanta centesimi nel 1903.

Riscattatolo dal fisco, occorreva far risorgere il monastero anche per quanto riguardava le presenze; di ciò il padre Generale del tempo Patrizio Murray incaricò l'olandese Guglielmo Van Rossum.

 

Costui fece venire tre religiose dal monastero redentorista di Malines (Belgio), suor Maria Celeste della Volontà di Dio, al secolo Giovanna Van Eeckaudt, come superiora, suor Maria Julienne e suor Gerarda e due da quello di Lovanio (Belgio), suor Maria Pierre e suor Maria Josephine.

Prima di recarsi a Scala furono ricevute a Roma da Papa Pio X, che vedendole vestite di rosso esclamò:

"Non sapevo che Sant'Alfonso avesse fatto delle suore cardinali!"

Il loro arrivo nel paese il 17 ottobre 1910, fu salutato da tutto il popolo in festa, tra gioia, musica, mortaretti e suono a distesa di campane.

La superiora in pochi anni fece ristrutturare la casa e accolse numerose vocazioni rinnovando in questo modo l'intera comunità; morì a quarantanove anni nel 1922.

Il monastero ricevette poi il 18 giugno 1919 la visita di Padre Massimiliano Kolbe, che si trovava presso i Frati Minori Conventuali di Ravello, accompagnato da Padre Antonio Palatucci OFM, che all'epoca era il confessore delle suore.

Il 1 febbraio 1931 le Redentoriste ebbero la notizia che la Santa Congregazione per i Religiosi aveva approvato il testo delle Costituzioni e Regole fatto rivedere su richiesta del cardinale Van Rossum da padre Sordet secondo le norme del codice di Diritto Canonico emanate nel 1917.

Due anni dopo, poiché a Foggia nel 1923 era morta l'ultima monaca redentorista, mons. Farina, vescovo di quella città, chiamò da Scala le suore che avrebbero ridato vita alla fondazione e custodito le spoglie della loro Madre Fondatrice.

Così, esattamente due secoli dopo, l'Ordine si ricongiungeva.

Da Scala, il 21 luglio 1933 partivano accompagnate da padre Mauri CSSR suor Maria Filomena Damide, di nazionalità belga nonché superiora e suor Maria Maddalena Albanese.

E si giunse alla seconda guerra mondiale, durante la quale anche le suore patirono povertà e ristrettezze.

Per paura di saccheggi da parte dei tedeschi, le suore nascosero tutte le suppellettili più preziose, tra cui l'ostensorio in cui Cristo era apparso alla Crostarosa, in una buca scavata nel giardino del monastero.

A queste si aggiunsero, così come raccontano le suore che hanno vissuto tale avvenimento, buona parte di quelle della Cattedrale di Amalfi, portatevi dall'Arcivescovo mons. Ercolano Marini, che per un certo periodo si trasferì proprio presso le Redentoriste.

Il monastero fu inoltre visitato a più riprese dalla regina Elena, moglie del re d'Italia Vittorio Emanuele III, la quale provvide ai tanti bisogni delle suore e di quanti andavano a bussare alla loro porta.

E il 7 maggio 1944 la regina portò con sé al monastero anche il figlio Umberto; entrambi firmarono il libro della cronaca che le suore custodiscono ora gelosamente.

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