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Istituti del SS. Redentore a SCALA |
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I Santi tra i Redentoristi
Tra i tanti Padri che
nel corso di più di duecentocinquanta anni hanno vestito
l'abito redentorista, alcuni hanno visto premiare la propria
opera e il proprio zelo con la beatificazione e la
canonizzazione.
Questi sono:
San Gerardo
Maiella, nato a Muro Lucano (PZ) il 23 aprile 1726 e
morto a Materdomini il 16 ottobre 1755.
Di modesta famiglia a
ventitre anni entra nella Congregazione di Sant'Alfonso non
per essere sacerdote-missionario ma da fratello-coadiutore,
consacrato ai tanti servizi umili ma necessari in una
comunità: pulizia, cucina, sagrestia e lavori manuali di
ogni tipo.
San Clemente
Maria Hofbauer, nato in Boemia il 26 dicembre 1751 e
morto il 15 marzo 1820.
Ordinato sacerdote il
29 marzo 1785 a Scifelli, si assume il compito di diffondere
la Congregazione al di là delle Alpi.
Sono infatti, tanti i
tentativi di fondare delle Case ma a causa delle condizioni
storiche avverse, queste hanno breve durata.
Solo San Bemone di
Varsavia ha una ventina d'anni di vita ed è qui che
Clemente, non potendo predicare missioni al popolo, perché
proibito dalla legge, punta tutte le carte sulla catechesi in
chiesa e nelle scuole cosi che San Bemone diventa una
missione perenne.
Subito dopo la sua
morte, precisamente il 19 aprile 1820, l'imperatore ammette
la Congregazione negli stati austriaci e proprio da Vienna
questa comincia, per opera dei discepoli del santo, sotto la
guida del padre Passerat, la sua diffusione mondiale.
San Giovanni
Nepomuceno Neumann, boemo di origine.
Lascia l'Europa per
giungere in America dove, ordinato sacerdote, è inviato
nella zona delle cascate del Niagara in cui rimane per
quattro anni.
Nominato vescovo di
Filadelfia, si adopera per dotare ogni parrocchia di una
valida scuola cattolica al punto che al suo arrivo in diocesi
questa può contare soltanto su due scuole mentre alla sua
morte ne conta un centinaio.
Beato Pietro
Donders, nato in Olanda il 27 ottobre 1809 e morto il
14 gennaio 1887.
Consacrato sacerdote
sceglie di essere missionario per cui approfittando della
richiesta di missionari per il Surinam, parte per questa
destinazione nel 1842. Giunto a Paramaribo si trova di fronte
alla condizione miserrima degli schiavi impiegati nelle tante
piantagioni della regione.
Si prodiga per la loro
salute spirituale ma anche per la loro dignità umana. Lavora
intensamente anche tra gli Indiani nativi, sparsi in zone
impervie e di difficile accostamento.
Ma il suo nome resta
legato al lebbrosario di Batavia. Al suo arrivo il numero dei
lebbrosi è di circa quattrocento, di ogni età e sesso, in
condizioni igieniche e spirituali deplorevoli. Riesce a
sollevare i malati dalla loro abiezione fisica e morale
facendosi letteralmente infermiere delle anime e dei corpi.
Beato Gennaro
Maria Sarnelli, nato a Napoli il 12 settembre 1702 e
morto il 30 giugno 1744.
A 20 anni è dottore in
utroque jure e per sei anni è avvocato nel Foro
napoletano.
Nel 1728 fonda a Napoli
con Alfonso le Cappelle Serotine che sono
fermento di rinnovamento nella pietà popolare.
L'8 giugno 1732 è
sacerdote ed è subito missionario nel clero napoletano. Nel
giugno 1733 è al fianco di Alfonso e di fatto con lui è il
primo missionario redentorista.
Continua il suo
apostolato a Napoli, specialmente per la difesa e per la
riabilitazione delle tante giovani dedite alla prostituzione.
Si dà all'apostolato
della penna componendo numerose, importanti opere ed
opuscoli, disegnandone anche alcune incisioni illustrative.
E' l'ultimo in ordine
di tempo a ricevere la gloria degli altari; è stato
beatificato, infatti, il 12 maggio 1996 da SS Giovanni Paolo
II.
Accanto a questi
Redentoristi che hanno raggiunto il riconoscimento ufficiale
della loro santità da parte della Chiesa va posto Padre
Vito Michele di Netta, dichiarato Venerabile già dal
1910.
Nato a Vallata (AV) il
26 febbraio 1787 e morto a Tropea il 3 dicembre 1849 ha
operato soprattutto tra le popolazioni calabresi tanto da
ricevere l'appellativo di "Apostolo delle
Calabrie".
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Conclusione
A trecento anni della
loro nascita, a più di duecentosessanta dalla fondazione del
doppio Istituto, il messaggio e l'Opera di suor Maria
Celeste Crostarosa e di Sant'Alfonso Maria de' Liguori
è pur sempre attuale e vivo soprattutto perché, come si
legge in ogni documento redentorista:
"Copiosa apud eum
Redemptio".
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