ALDO  MANUZIO

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Data: 18-10-1992
IL SOLE 24 ORE
Giorno: Domenica
RISPARMIO E INVESTIMENTI
BENI RIFUGIO 
Libri antichi a ruba quando il torchio e' di Aldo Manuzio

Autore:
Marina Mojana
Il mercato dei libri antichi, rari e preziosi nasce a Londra nel
1745. E' Samuel Baker, conosciuto fin da giovane come <bookseller> (e
piu' tardi come lo zio acquisito di un certo Sotheby) a battere la
prima asta pubblica di libri e a mettere in vendita un nutrito
catalogo di volumi appartenuti sia alla biblioteca del medico del re,
il dottor Richard Mead, che allo scrittore Henry Fielding, il celebre
autore di Tom Jones.
 Da allora questo settore del mercato antiquario e' cresciuto fino a
diventare molto solido (si trova sempre un libraio disposto a
riacquistare una raccolta di volumi collezionati anni prima dai suoi
stessi clienti) e al riparo dalla speculazione. Le cifre infatti sono
piuttosto contenute (un buon esemplare quota oggi tra i cinque e i
dieci milioni di lire) e il settore interessa un limitato numero di
compratori (in Italia non piu' di 30mila). Inoltre l'esigua entita'
dei falsi in circolazione (tutti censiti e facilmente smascherabili
da un buon esperto) e il graduale incremento degli scambi (chi compra
un libro spesso sogna di arrivare a farsi un'intera biblioteca) hanno
protetto questo settore del collezionismo colto dalla recessione
economica in atto permettendo ai prezzi di reggere brillantemente al
tasso d'inflazione.
 Chi ad esempio acquisto' cinque anni fa la prima edizione dei
Promessi Sposi di Alessandro Manzoni (1827) per sei milioni di lire,
oggi puo' rivenderla a dieci, mentre I Quattro libri di architettura
del Palladio, pubblicati per la prima volta a Venezia nel 1570 con
illustrazioni incise su legno, pagati 10 milioni di lire nel 1987
oggi si comprano a venti.
 Se si considera inoltre che il libro antico e' poco soggetto ai
furti ed e' esente da Iva se viene importato si comprende come possa
essere considerato un bene rifugio a tutti gli effetti, oltre che un
oggetto d'arte e un veicolo del pensiero.
 Ma da che cosa dipende la qualita' di un libro antico, pur sempre un
multiplo a stampa (benche' d'annata), e come mai un esemplare de La
Gerusalemme liberata di Torquato Tasso pubblicato nel 1745 con
illustrazioni del Piazzetta viene stimato 20 milioni di lire se in
perfette condizioni, ma ne vale solo un paio se privo di alcune
pagine e scompleto?
 Il valore di un antico testo a stampa e' dettato in primo luogo
dalle sue condizioni di conservazione e solo in seconda battuta dal
titolo che rappresenta. Non solo: l'elemento della rarita'  non e' un
dato predominante, come nella filatelia, ma interviene accanto ad
altri requisiti fondamentali quali l'importanza del testo (per autore
o argomento), l'edizione (prima, aggiornata, ecc.), la tipografia
(Aldo Manuzio e Giambattista Bodoni sono gli stampatori piu'
stimati), l'ornamentazione grafica (tavole incise o colorate a mano),
la legatura (meglio se coeva al testo o in marocchino con le armi
della famiglia cui appartenne), la provenienza (se la collezione e'
importante il volume acquista valore), ma soprattutto l'integrita' e
la completezza di tutte le sue parti. Un libro rifilato nei margini
vale meno di un analogo esemplare <marginoso> e con le barbe intonse,
cosi' come un volume non macchiato, mai lavato ne' restaurato
conserva un profumo d'altri tempi molto appetito dai collezionisti.
 Ma che cosa consigliare a un investitore alle prime armi?  Anzitutto
di frequentare mercanti di fiducia e di antica tradizione, quasi
tutti iscritti all'Associazione librai antiquari d'Italia: Luca Pozzi
e Alberto Vigevani a Milano, Oreste Gozzini a Firenze, Arturo
Pregliasco a Torino, per citare le piazze piu' dinamiche. Evitare
invece mercatini e bancarelle che spesso propongono gli scarti delle
librerie. Comprare e vendere all'asta e' senza dubbio piu'
conveniente, ma bisogna giungere all'appuntamento preparati e con le
idee chiare. Incunaboli, Aldine e cinquecentine ossia i libri ancora
nella culla (stampati tra il 1470 e il 1500), quelli usciti dalla
tipografia veneziana di Aldo Manuzio (1450-1515) e tutti i volumi
pubblicati nel corso del Cinquecento, se completi e in buono stato,
sono sempre un investimento sicuro e interessante per tutte le
tasche: dalle 600mila lire richieste per un testo del Petrarca
stampato nel 1550 con commento del Vellutello, ai 2 miliardi e mezzo
per un esemplare di Bibbia latina stampato a Bamberga verso il 1460.
Piu' abbordabili sono i testi di storia locale, di letteratura
italiana dell'Ottocento o quelli francesi illustrati del Settecento,
stimati dalle 300mila lire ai 3 milioni. Piu' costosi perche' piu'
richiesti sono i libri di architettura, le guide storico-artistiche
del Seicento-Settecento, i testi illustrati di botanica, scienza e
anatomia. Sovrastimati, in questo momento sono invece i libri
Liberty.