Prefazione
di Vittorio Messori
René
Laurentin -
"Dio esiste ecco le prove" -
Le scienze erano contro di Lui. Ora conducono a Lui -
Ediz.Piemme Pocket -
www.edizpiemme.it,
2001, 190 pp.
A René
Laurentin ogni cattolico deve gratitudine. E per molte cose.
Innanzitutto, gliene deve per i suoi decenni di fatica, di
ricerche da detective degli archivi, di viaggi nell’Europa
intera per costruire un autentico monumento, davvero
aere perennius, alla verità di
Lourdes
.
I sette volumi di Documents authentiques (alcuni dei
quali in collaborazione con il benedettino, anch’egli
benemerito, Bernard Billet), i sei della Histoire
authentique, i molti altri tra i quali i due dedicati ai
Visages de Bernadette, sono un modello di storiografia
“scientifica” e, al contempo, un autentico dono per tutta la
Chiesa.
«Lourdes non ha bisogno che di verità», gli disse mons. Théas, il grande vescovo di Tarbes, affidandogli il compito
di ricostruire quegli eventi prodigiosi in vista del
centenario del 1958. Gli ripeté quell’esortazione ad andare
avanti anche quando sorsero difficoltà che l’approfondimento
ulteriore dissolse pienamente ma che avrebbero allarmato
altri. E verità fu davvero fatta - persino molto al di là
delle previsioni - dall’allora ancor giovane studioso.
Oggi, grazie all’abbé, al professor Laurentin, siamo in
grado di ricostruire in modo sicuro e ora per ora - in senso
letterale - ciò che avvenne durante e dopo le 18
apparizioni.
Così come, grazie a un suo altro lavoro di straordinario
impegno e di straordinario frutto spirituale per i lettori,
i tre volumi di “loghia” ci tramandano tutte le parole di
cui resta testimonianza dette da suor Marie Bernard,
Religiosa della Carità di Nevers, al secolo Bernadette
Soubirous.
La verità su Lourdes aveva bisogno anche di questo scavo
nella testimonianza, di cristallina trasparenza evangelica,
della piccola santa, sulle cui spallucce deboli e malate - e
al contempo misteriosamente saldissime - grava tutto il peso
del maggior pellegrinaggio del mondo. Tre milioni l’anno
alla Mecca, cinque a Lourdes...
Ma, a questi motivi di gratitudine, già così importanti,
molti altri se ne sono aggiunti, e in questa stessa
direzione di ricerca: le apparizioni di Pontmain nel 1871 e
quelle della «Medaglia miracolosa», in rue du Bac, che, nel
1830, aprono la serie delle grandi apparizioni mariane
dell’Ottocento e del Novecento. «E la stessa!» disse la
veggente parigina quando le descrissero la “Signora” vista
nella grotta dei Pirenei.
«Non io ho cercato Maria e le sue apparizioni: sono loro che
sono venute a cercare me», mi disse una volta l’abbé che -
mi sia concesso dirlo - non è per me solo uno studioso assai
apprezzato ma è anche un amico assai caro. Le “apparizioni”
si sa, sono venute a “cercare” questo esperto, già in età
matura, anche quando cominciarono i fatti di Medjugorje.
Quale che sia il giudizio che ciascuno si è fatto di quegli
eventi (in attesa di un pronunciamento della Chiesa, che
troppo tarda) non si può non riconoscere il coraggio con cui
don Laurentin ha messo in gioco il prestigio e l’autorità
accumulata in una vita di lavoro per difendere una realtà di
cui il suo cuore di prete vedeva anche i frutti pastorali.
In effetti, questo professore con cattedre in Europa e in
America, questo autore di quasi 150 libri, non dimentica di
essere innanzitutto un sacerdote. E a tal punto che non ha
mai voluto abbandonare (malgrado i mille impegni che lo
gettano ancora, alle soglie degli ottant’anni, sulle strade
del mondo) il suo servizio di cappellano presso un monastero
di contemplative sui bordi della Senna, a sud di Parigi.
Assistendo alla sua messa, li, ad Evry, al convento de La
Solitude, si comprende quale sia il suo zelo sacerdotale.
Così, l’intera sua produzione editoriale, in apparenza
straordinariamente varia, gira tutta attorno a un interesse
primario. Che è, poi, un interesse direttamente pastorale:
aiutare la fede della gente, messa in pericolo oggi forse
più ancora da certe ambiguità o errori di intellettuali
clericali che da “attacchi” esterni. Ciò che il nostro don
René ha fatto — con un lavoro straordinariamente fecondo e
al quale ha arriso e arride un successo meritato tra i
lettori di tutto il mondo — non è che un’azione di scavo
alle fondamenta, tutt’attorno alla pianta, per ritrovare la
saldezza delle radici della fede.
E
direttamente in questa linea di preziosa e moderna
“apologetica” pure il libro qui tradotto. Ancora una volta,
il docente universitario, l’esperto internazionale, si è
fatto divulgatore (è giustamente fiero delle sue migliaia
di articoli in giornali ad alta tiratura!) e propone a noi,
“gente comune”, qualche ragione per credere o per rinsaldare
la nostra credenza. Le pagine che qui seguono non vogliono
essere un trattato, ma una sorta di vivace, aggiornato,
serio pamphlet (e non uso il termine in senso limitativo ma
per indicarne la capacità di presa immediata sul lettore).
Una serie di flash, di “provocazioni” che, dandoci conto di
almeno alcune delle risultanze delle scienze moderne — e
non solo fisiche, ma pure umane — ci ricordano una notizia.
Una notizia che lo stesso autore ci riassume così: «Da
secoli la scienza sembrava nemica della fede in Dio. Essa
sperava di accedere, prima o poi, a un sapere assoluto che
risolvesse tutti i problemi umani: la malattia, la morte, la
guerra. Il Dio del passato era morto e l’uomo era il Dio
dell’avvenire. Oggi, lo scientismo si è estinto e la scienza
sfocia su misteri sempre più impenetrabili. I suoi stessi
progressi le hanno insegnato la modestia. Così, la scienza
attuale è divenuta una finestra aperta su Dio». E proprio
questa, dice Laurentin, «est la bonne nouvelle»: una buona
notizia che ridà fiducia anche a coloro che temevano che per
la Buona Notizia per eccellenza non ci fosse più spazio.
Sembrava così, forse, fino a quando è durata la modernità.
Non più — anzi, al contrario — ora che stiamo entrando in
quella terra incognita (chiamata “post-moderno” per mancanza
di un termine migliore) e nella quale, comunque, non è più
vietato intravedere le impronte digitali di Dio, le sue
tracce, dietro la gran macchina dell’universo e dietro le
profondità che scopriamo in noi stessi.
Come già nei suoi precedenti, innumerevoli libri, anche con
queste pagine svelte, nervose, che talvolta sembrano
provocare e accennare più che analizzare, Laurentin ha
voluto venirci incontro, donarci un altro dei suoi antidoti
ai veleni insinuati da certi attuali professionisti del
dubbio. Dunque, anche per questo piccolo — e prezioso -
Dieu existe: en voici les preuves gli giunga quella
gratitudine che già gli dovevamo per tante prove di quella
«carità della verità» da lui praticata nella sua lunga
giornata di operaio del vangelo.
Anche grazie a questo suo sforzo divulgativo, ma tutt’altro
che superficiale, ora sappiamo perché è fallito il tentativo
ateistico dello scientismo e perché davanti a noi si riapre,
intatto, il Mistero.
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