"Per chi ha Fede nessuna prova è necessaria, per chi non ha fede nessuna prova è sufficiente". (Franz Werfel)   Od anche:
"C'è abbastanza luce per chi vuole credere e abbastanza tenebre per chi non vuole credere".
(Blaise Pascal)

Prefazione di Vittorio Messori

René Laurentin - "Dio esiste ecco le prove" - Le scienze erano contro di Lui. Ora conducono a Lui - Ediz.Piemme Pocket - www.edizpiemme.it, 2001, 190 pp.

A René Laurentin ogni cattolico deve gratitudine. E per molte cose. Innanzitutto, gliene deve per i suoi de­cenni di fatica, di ricerche da detective degli archivi, di viaggi nell’Europa intera per costruire un autentico mo­numento, davvero aere perennius, alla verità di Lourdes .
I sette volumi di Documents authentiques (alcuni dei quali in collaborazione con il benedettino, anch’egli bene­merito, Bernard Billet), i sei della Histoire authentique, i molti altri tra i quali i due dedicati ai Visages de Ber­nadette, sono un modello di storiografia “scientifica” e, al contempo, un autentico dono per tutta la Chiesa.
«
Lourdes non ha bisogno che di verità», gli disse mons. Théas, il grande vescovo di Tarbes, affidando­gli il compito di ricostruire quegli eventi prodigiosi in vista del centenario del 1958. Gli ripeté quell’esortazione ad andare avanti anche quando sorsero difficoltà che l’approfondimento ulteriore dissolse pienamente ma che avrebbero allarmato altri. E verità fu davvero fatta - persino molto al di là delle previsioni - dall’allo­ra ancor giovane studioso. Oggi, grazie all’abbé, al professor Laurentin, siamo in grado di ricostruire in modo sicuro e ora per ora - in senso letterale - ciò che avven­ne durante e dopo le 18 apparizioni.
Così come, grazie a un suo altro lavoro di straordina­rio impegno e di straordinario frutto spirituale per i let­tori, i tre volumi di “loghia” ci tramandano tutte le pa­role di cui resta testimonianza dette da suor Marie Ber­nard, Religiosa della Carità di Nevers, al secolo Bernadette Soubirous.
La verità su Lourdes aveva bisogno anche di questo scavo nella testimonianza, di cristallina trasparenza evangelica, della piccola santa, sulle cui spallucce deboli e malate - e al contempo misteriosamente saldissime - grava tutto il peso del maggior pellegrinaggio del mondo. Tre milioni l’anno alla Mecca, cinque a Lourdes...
Ma, a questi motivi di gratitudine, già così importan­ti, molti altri se ne sono aggiunti, e in questa stessa di­rezione di ricerca: le apparizioni di Pontmain nel 1871 e quelle della «Medaglia miracolosa», in rue du Bac, che, nel 1830, aprono la serie delle grandi apparizioni mariane dell’Ottocento e del Novecento. «E la stessa!» disse la veggente parigina quando le descrissero la “Si­gnora” vista nella grotta dei Pirenei.
«Non io ho cercato Maria e le sue apparizioni: sono loro che sono venute a cercare me», mi disse una volta l’abbé che - mi sia concesso dirlo - non è per me solo uno studioso assai apprezzato ma è anche un amico as­sai caro. Le “apparizioni” si sa, sono venute a “cercare” questo esperto, già in età matura, anche quando comin­ciarono i fatti di Medjugorje. Quale che sia il giudizio che ciascuno si è fatto di quegli eventi (in attesa di un pronunciamento della Chiesa, che troppo tarda) non si può non riconoscere il coraggio con cui don Laurentin ha messo in gioco il prestigio e l’autorità accumulata in una vita di lavoro per difendere una realtà di cui il suo cuore di prete vedeva anche i frutti pastorali.
In effetti, questo professore con cattedre in Europa e in America, questo autore di quasi 150 libri, non di­mentica di essere innanzitutto un sacerdote. E a tal punto che non ha mai voluto abbandonare (malgrado i mille impegni che lo gettano ancora, alle soglie degli ottant’anni, sulle strade del mondo) il suo servizio di cappellano presso un monastero di con­templative sui bordi della Senna, a sud di Parigi. Assistendo alla sua messa, li, ad Evry, al convento de La Solitude, si comprende quale sia il suo zelo sacerdotale.
Così, l’intera sua produzione editoriale, in apparenza straordinariamente varia, gira tutta attorno a un interes­se primario. Che è, poi, un interesse direttamente pa­storale: aiutare la fede della gente, messa in pericolo og­gi forse più ancora da certe ambiguità o errori di intel­lettuali clericali che da “attacchi” esterni. Ciò che il no­stro don René ha fatto — con un lavoro straordinaria­mente fecondo e al quale ha arriso e arride un successo meritato tra i lettori di tutto il mondo — non è che un’a­zione di scavo alle fondamenta, tutt’attorno alla pianta, per ritrovare la saldezza delle radici della fede.

E direttamente in questa linea di preziosa e moderna “apologetica” pure il libro qui tradotto. Ancora una volta, il docente universitario, l’esperto internazionale, si è fatto divulgatore (è giustamente fiero delle sue mi­gliaia di articoli in giornali ad alta tiratura!) e propone a noi, “gente comune”, qualche ragione per credere o per rinsaldare la nostra credenza. Le pagine che qui se­guono non vogliono essere un trattato, ma una sorta di vivace, aggiornato, serio pamphlet (e non uso il termine in senso limitativo ma per indicarne la capacità di presa immediata sul lettore). Una serie di flash, di “provoca­zioni” che, dandoci conto di almeno alcune delle risul­tanze delle scienze moderne — e non solo fisiche, ma pure umane — ci ricordano una notizia. Una notizia che lo stesso autore ci riassume così: «Da secoli la scienza sembrava nemica della fede in Dio. Essa spera­va di accedere, prima o poi, a un sapere assoluto che risolvesse tutti i problemi umani: la malattia, la morte, la guerra. Il Dio del passato era morto e l’uomo era il Dio dell’avvenire. Oggi, lo scientismo si è estinto e la scienza sfocia su misteri sempre più impenetrabili. I suoi stessi progressi le hanno insegnato la modestia. Così, la scienza attuale è divenuta una finestra aperta su Dio». E proprio questa, dice Laurentin, «est la bon­ne nouvelle»: una buona notizia che ridà fiducia anche a coloro che temevano che per la Buona Notizia per ec­cellenza non ci fosse più spazio. Sembrava così, forse, fino a quando è durata la modernità. Non più — anzi, al contrario — ora che stiamo entrando in quella terra incognita (chiamata “post-moderno” per mancanza di un termine migliore) e nella quale, comunque, non è più vietato intravedere le impronte digitali di Dio, le sue tracce, dietro la gran macchina dell’universo e die­tro le profondità che scopriamo in noi stessi.
Come già nei suoi precedenti, innumerevoli libri, an­che con queste pagine svelte, nervose, che talvolta sem­brano provocare e accennare più che analizzare, Laurentin ha voluto venirci incontro, donarci un altro dei suoi antidoti ai veleni insinuati da certi attuali profes­sionisti del dubbio. Dunque, anche per questo piccolo — e prezioso - Dieu existe: en voici les preuves gli giunga quella gratitudine che già gli dovevamo per tante prove di quella «carità della verità» da lui praticata nella sua lunga giornata di operaio del vangelo.
Anche grazie a questo suo sforzo divulgativo, ma tutt’altro che superficiale, ora sappiamo perché è fallito il tentativo ateistico dello scientismo e perché davanti a noi si riapre, intatto, il Mistero.