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Ludwig Van Beethoven  (1770-1827)
Dipinto di Joseph Karl Stieler (1820 circa)

Le nove sinfonie di Beethoven.
Magnifiche quelle dirette dal grande Wilhelm Furtwängler (1886-1954).
(Beethoven - Wilhelm Furtwängler - Le 9 sinfonie - 2000 - EMI Classics)

Sinfonia n°3 (II tempo)  diretta da Furtwängler,1953  File Mp3  (1.115 Kb - parziale)
Sinfonia n°5 (I tempo) 
diretta da Furtwängler,1955   File Mp3  (1.572 Kb - parziale)
Sinfonia n°7 (II tempo)  diretta da Furtwängler,1951  File Mp3  (1.814 Kb - parziale)
Sinfonia n°9 (IV tempo)  diretta da Furtwängler,1955


Altre informazioni sono presenti al link: ALCUNI  DEI  MIEI  DISCHI  PREFERITI

Concerto per pianoforte e orchestra n°5 "Imperatore" (adagio)
pianista: Vladimir Ashkenazy
  File Mp3  (887 Kb) (parziale)

Tra le più belle sonate di Beethoven ricordiamo qui la:
-Sonata n° 29 "Hammerklavier", il III tempo (adagio sostenuto)
(musica di sottofondo di questa pagina)
- Sonata "Al Chiaro di luna"
- Sonata "La patetica"
- Sonata 13 op.27 n°1 (allegro molto e vivace)
- Sonata Primavera e sonata Kreutzer

Una semplice curiosità: il II tempo (adagio cantabile) della Sonata per pianoforte n°8 in Do minore (Patetica) di Beethoven è veramente molto simile (dal 3°minuto) al II tempo (adagio) della Sonata per pianoforte in Do minore KV457 di W.A.Mozart.

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Una semplice curiosità:

L’incontro tra Beethoven e Mozart (2 maggio 1787).

Verso la metà dell’aprile del 1787, alcuni amici di Mozart chiesero al maestro di incontrare un promettente giovane di sedici anni che forse ambiva ad accedere alla Scuola dell’affermato maestro: costui era Ludwig Van Beethoven. Il 2 maggio 1787 il maestro salisburghese incontrò il giovane (il quale tra l’altro a detta dei testimoni dell’ epoca dimostrava molti più anni della sua età) e gli chiese di sviluppare un tema. Il giovane, emozionato e confuso, iniziò ad improvvisare. Alla fine dell’esecuzione Mozart espresse un commento implacabile: “Davvero molto grazioso, ma troppo meccanico”. A seguito di ciò Beethoven restò di sasso, ma, infine, dopo aver sviluppato un altro tema venne congedato da Mozart con una frase che rimase nella storia: “Tenete d’occhio questo giovane, avrà qualcosa da raccontarvi”.

Per ulteriori info: http://en.wikipedia.org/wiki/Mozart_and_Beethoven


Fidelio o L'amor coniugale

Dramma lirico in due atti, Op.72
(unica opera lirica di Ludwig von Beethoven)
Libretto di Joseph von Sonnleithner e George Friedrich Treirschke tratto da Léonor di Jean-Niolas Bouilly.

E' molto famoso il finale del primo atto “O welche Lust, in freier Luft” che inizia con il coro dei prigionieri, felici di respirare finalmente l’aria della Libertà.

 

Neunter Auftritt

Die Gefangenen.

Chor der Gefangenen
O welche Lust, in freier Luft
Den Atem leicht zu heben!
Nur hier, nur hier ist Leben,
Der Kerker eine Gruft.

Erster Gefangener
Wir wollen mit Vertrauen
Auf Gottes Hilfe, bauen!
Die Hoffnung flüstert sanft mir zu: Wir werden frei, wir finden Ruh'.

Alle Andern
O Himmel! Rettung! Welch ein Glück!
O Freiheit! kehrest du zurück?

Zweiter Gefangener
Sprecht leise! Haltet euch zurück!
Wir sind belauscht mit Ohr und Blick.

Alle
Sprecht leise! Haltet euch zurück!
Wir sind belauscht mit Ohr und Blick.
O welche Lust, in freier Luft
Den Atem leicht zu heben!
Nur hier, nur hier ist Leben.
Sprecht leise! Haltet euch zurück! Wir sind belauscht mit Ohr und Blick.

Scena Nona

I prigionieri.

Coro dei prigionieri
O quale gioia, nella libera aria
il respiro sollevare lievemente!
Solo qui, solo qui è la vita:
il carcere è una tomba.

Primo prigioniero (tenore)
Noi vogliamo fiduciosi
contare sull’aiuto di Dio!
Dolcemente la speranza mi sussurra: saremo liberi, troveremo pace!

Tutti gli altri
O cielo! Salvezza!
Quale gioia!
O libertà! Ritornerai?

Secondo prigioniero
Parlate piano!
Moderatevi!
Siamo spiati da occhi e da orecchie.

Tutti
Parlate piano! Moderatevi!
Siamo spiati da occhi e da orecchie…
O quale gioia, nella libera aria
il respiro sollevare lievemente!
Solo qui, solo qui è la vita.
Parlate piano!
Moderatevi!
Siamo spiati da occhi e da orecchie.

 
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Ludwig Van Beethoven

Inno alla Gioia - "An die Freude"
(IV tempo della IX Sinfonia di Beethoven)
Testo di Friedrich von Schiller
I tema
I  TEMA
II tema
II  TEMA
III tema
III  TEMA
O Freunde, nicht diese Töne! Sondern lasst uns angenehmere anstimmen und freudenvollere! O amici, non questi suoni! ma intoniamone altri più piacevoli, e più gioiosi.
Freude, schöner Götterfunken, Tochter aus Elysium, Wir betreten feuertrunken, Himmlische dein Heiligtum. Deine Zauber binden wieder, Was die Mode streng geteilt; Alle Menschen werden Brüder, Wo dein sanfter Flügel weilt. Gioia, bella scintilla divina, figlia degli Elisei, noi entriamo ebbri e frementi, celeste, nel tuo tempio. La tua magia ricongiunge ciò che la moda ha rigidamente diviso, tutti gli uomini diventano fratelli, dove la tua ala soave freme.
Wem der große Wurf gelungen, Eines Freundes Freund zu sein, Wer ein holdes Weib errungen, Mische seine Jubel ein! Ja - wer auch nur eine Seele Sein nennt auf dem Erdenrund! Und wer's nie gekonnt, der stehle Weinend sich aus diesem Bund! L'uomo a cui la sorte benevola, concesse di essere amico di un amico, chi ha ottenuto una donna leggiadra, unisca il suo giubilo al nostro! Sì, - chi anche una sola anima possa dir sua nel mondo! Chi invece non c'è riuscito, lasci piangente e furtivo questa compagnia!
Freude trinken alle Wesen An den Brüsten der Natur, Alle Guten, alle Bösen Folgen ihre Rosenspur. Küsse gab sie uns und Reben, Einen Freund, geprüft im Tod, Wollust ward dem Wurm gegeben, Und der Cherub steht vor Gott. Gioia bevono tutti i viventi dai seni della natura; tutti i buoni, tutti i malvagi seguono la sua traccia di rose! Baci ci ha dato e uva , un amico, provato fino alla morte! La voluttà fu concessa al verme, e il cherubino sta davanti a Dio!
Froh, wie seine Sonnen fliegen Durch das Himmels prächtigen Plan, Laufet, Brüder, eure Bahn, Freudig wie ein Held zum Siegen. Lieti, come i suoi astri volano attraverso la volta splendida del cielo, percorrete, fratelli, la vostra strada, gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Seid umschlungen, Millionen! Diesen Kuss der ganzen Welt! Brüder - überm Sternenzelt Muss ein lieber Vater wohnen. Abbracciatevi, moltitudini! Questo bacio (vada) al mondo intero Fratelli, sopra il cielo stellato deve abitare un padre affettuoso.
Ihr stürzt nieder, Millionen? Ahnest du den Schöpfer, Welt? Such ihn überm Sternenzelt, Über Sternen muss er wohnen Vi inginocchiate, moltitudini? Intuisci il tuo creatore, mondo? Cercalo sopra il cielo stellato! Sopra le stelle deve abitare!
Ludwig  Van  Beethoven

Testamento di Heiligenstadt

Nel maggio del 1802 Beethoven, depresso per la sua crescente infermità, andò a riposarsi ad Heiligenstadt presso Vienna; in tale località, il 6 ottobre del medesimo anno, scrisse un documento conosciuto in seguito con il nome di "Testamento di Heiligenstadt". In tale documento, al quale dopo quattro giorni venne aggiunta da Beethoven una seconda parte e nel quale egli svelò tra l’altro la sua sordità, è curioso notare come egli non scrisse mai il nome del suo secondo fratello Johann.
Il grande compositore redasse anche due altri testamenti: nel 1824 e, poco prima di morire, nel 1827.
 

Per i miei fratelli Carl e ……. Beethoven

O voi uomini che mi credete ostile, scontroso, misantropo o che mi fate passare per tale, come siete ingiusti con me, non sapete la causa segreta di ciò che è soltanto un'apparenza, il mio cuore e la mia mente erano sin dall'infanzia inclini al tenero sentimento della benevolenza, e avrei anche sempre voluto compiere grandi azioni, ma pensate solo che da sei anni sono colpito da un male inguaribile, reso più grave da medici insensati che mi hanno ingannato anno dopo anno facendomi sperare in un miglioramento illusorio, con la prospettiva finale di una menomazione permanente (la cui guarigione durerà magari anni se non è addirittura impossibile). Nato con un temperamento ardente e vivace, persino aperto alle distrazioni della vita sociale, ho dovuto presto isolarmi, vivere in solitudine, ogni tanto ho ben cercato di superare tutto ciò, ma l'esperienza doppiamente mortificante del mio cattivo udito mi ha duramente richiamato alla realtà, come avrei infatti potuto dire agli uomini: parlate più forte, gridate, perché sono sordo, come poter confessare la debolezza di un senso. che dovrei possedere molto più degli altri, un senso che un tempo possedevo in realtà al più alto grado di perfezione, come pochi altri del mio mestiere possiedono o hanno mai posseduto - no, non lo posso fare, perdonatemi quindi se mi vedrete stare in disparte là dove invece mi mescolerei così volentieri con voi, la mia disgrazia mi fa doppiamente male perché vengo inoltre mal giudicato, per me il piacere di stare in mezzo alla gente, di partecipare a conversazioni intelligenti, a proficui scambi di vedute, non esiste, e quando è veramente indispensabile avere a che fare con la società, devo restare quasi completamente solo, vivere come un esiliato, se mi avvicino a qualcuno, sono subito terrorizzato al pensiero che possa in qualche modo accorgersi della mia condizione - così è stato negli ultimi sei mesi che ho trascorso in campagna seguendo il consiglio del mio bravo medico di affaticare i miei orecchi il meno possibile, egli veniva così incontro alle mie attuali inclinazioni, anche se di tanto in tanto mi sono lasciato sviare dal mio istinto socievole, ma che umiliazione quando qualcuno accanto a me udiva di lontano il suono di un flauto e io nulla o qualcuno udiva un pastore cantare e io sempre nulla, questi fatti mi portavano al limite della disperazione e poco ci mancò che non mi togliessi la vita solo l'arte mi ha trattenuto dal farlo; mi è parso impossibile lasciare questo mondo prima di avere pienamente realizzato ciò di cui mi sentivo capace, così ho prolungato questa vita miserabile - veramente miserabile, un corpo così sensibile che qualsiasi cambiamento un po' brusco può trasformare il mio stato di salute da ottimo a pessimo - pazienza -proprio così, devo sceglierla come guida, così ho fatto, spero che questa mia risoluzione resista finché le inesorabili parche vorranno spezzare il filo, forse andrà meglio, forse no, sono preparato - a ventott'anni essere costretto a diventare filosofo non è facile, per un artista è ancora più duro che per qualsiasi altro uomo. Divinità tu vedi dall'alto il fondo della mia anima, sai che amo gli uomini e desidero fare il bene, o uomini, se mai un giorno leggerete questo scritto, pensate al torto che mi avete fatto, e l'infelice si consoli di aver trovato qualcuno simile a lui, qualcuno che, malgrado tutti gli ostacoli della natura, ha fatto tutto il possibile per essere ammesso nella schiera degli artisti e uomini di valore - voi, miei fratelli Carl e..., non appena sarò morto e se il Professor Schmid sarà ancora in vita, pregatelo a mio nome di descrivere la mia malattia, e aggiungete a questa storia della mia malattia il presente scritto, in modo che almeno il mondo possa quanto più riconciliarsi con me contemporaneamente vi dichiaro entrambi eredi del mio piccolo patrimonio (se così lo si può definire), dividetevelo onestamente e sopportatevi e aiutatevi l'un l'altro, ciò che avete fatto contro di me, lo sapete, ve l'ho già da molto tempo perdonato; a te mio fratello Karl, un grazie particolare per l'attaccamento che mi hai dimostrato in questi ultimi tempi; vi auguro una vita migliore e meno carica di affanni della mia, raccomandate ai vostri figli la virtù, essa sola può rendere felici, non il denaro, Io dico per esperienza; essa mi ha recato sollievo nella sofferenza, a lei, oltre che alla mia arte, debbo se non mi sono tolta la vita- addio e vogliatevi bene-; ringrazio tutti gli amici, in particolare il principe Lichnowski e il P[rofessorj Schmidt - gli strumenti del principe L. desidero che siano possibilmente conservati da uno di voi, beninteso senza che per questo vi disputiate; se peraltro potessero servirvi per altri scopi, vendeteli pure; sarei molto felice di potervi essere utile anche nella tomba - così fosse - con gioia vado incontro alla morte - ma se essa mi coglierà prima che abbia avuto occasione di sviluppare interamente i miei talenti artistici, sarebbe per me, malgrado il mio duro destino, troppo presto e vorrei che venisse più tardi - e tuttavia sarei contento lo stesso, non meriterebbe forse da uno stato di infinita sofferenza? - Vieni quando vuoi, ti vado intrepidamente incontro - addio, non dimenticatemi completamente quando sarò morto, me lo sono meritato perché nella mia vita ho spesso pensato di rendervi felici, siatelo.

Heiligenstadt
6 ottobre 1802 Ludwig van Beethoven


 

Per i miei fratelli Carl e ……….    

Da leggersi ed eseguirsi dopo la mia morte -
- Heiligenstadt
, 10 ottobre 1802

- prendo così congedo da te - e con quanta tristezza - da te amata speranza - con la quale sono qui venuto, nella prospettiva di una almeno parziale guarigione, ora mi deve abbandonare completamente, come cadono appassite le foglie d'autunno, così anch'essa si è per me disseccata, me ne vado - quasi nello stato in cui ero al mio arrivo - persino il coraggio superbo - che spesso mi sosteneva nelle belle giornate estive -è svanito - o Provvidenza, concedimi una volta un puro giorno di gioia - è da tanto tempo che la mia anima non ode più l'intima eco della vera gioia - o quando, o Divinità - quando proverò di nuovo la gioia nel tempio della natura e degli uomini - Mai? - no - oh, sarebbe troppo duro.

 

Traduzione Beethovenhaus di Bonn, tradotta da Luigi Dalla Croce "Ludwig van Beethoven Epistolario 1783 - 1807 - Skira editore Roma gennaio - 1999 - ISBN 88-8118-426-5 .

Sottofondo musicale:   Ludwig Van  Beethoven   Sonata n° 29 "Hammerklavier", III tempo (adagio sostenuto)
(File midi)

[Pietro Musilli - Agosto 1997]