“ Quando ti fermi su qualche cosa, tralasci di slanciarti verso il
tutto.
E quando tu giunga ad avere il tutto, devi possederlo senza voler
niente,
poiché se tu vuoi possedere qualche cosa del tutto, non hai il tuo
solo tesoro in Dio “.
[San
Giovanni Della Croce, (1542 - 1591), Opere, Salita del Monte
Carmelo, libro I, cap. 13, ]
Il messaggio di San
Giovanni Della Croce potrebbe anche riassumersi così:
Su, coraggio, alzati:
non stagnare in una pietà superficiale o in un debole impegno
virtuoso. Affrontate decisamente le avversità della notte, salite
il sentiero aspro del nulla per attingere l’incandescenza
dell’Amore. Sul monte, al di là del nulla-non-Dio c’è godibile per
te il Tutto-Dio ".
[San Giovanni Della
Croce, Opere, Salita del Monte Carmelo, libro I, cap. 13,
Postulazione Generale dei Carmelitani scalzi, Roma, 1991.] (6/97)
Estratti.
3
In primo luogo l'anima abbia un costante desiderio di imitare
Cristo in ogni sua azione, conformandosi ai suoi esempi, sui quali
méditi per saperli imitare e per comportarsi in ogni sua azione
come Egli si diporterebbe.
4
In secondo luogo, per riuscire in questo è necessario che ella
rinunzi a qualunque piacere sensibile che non sia puramente a
onore e gloria di Dio e che rimanga vuota di ciò per amore di Gesù
Cristo il quale, in questa vita, non ebbe e non volle altro
piacere che quello di fare la volontà del Padre, la quale era per
Lui suo cibo e nutrimento. Se, per esempio, le si offre il piacere
di ascoltare cose che non hanno importanza per il servizio e la
gloria di Dio, ella rinunzi al gusto di ascoltarle; se le si porge
il diletto di vedere cose che non servono ad avvicinarla al
Signore, reprima il desiderio di guardarle. Faccia lo stesso
quando le si presenta l'occasione di conversare, di compiere
qualche altra azione o di soddisfare qualche altro senso, purché
lo possa fare facilmente; se ciò non le sarà possibile, basta che
ella non assapori il gusto delle cose che non può evitare.
5
Per mortificare e calmare le quattro passioni naturali: gioia,
tristezza, timore e speranza, dalla cui concordia e pace procedono
questi e tanti altri beni, come rimedio efficace, fonte di grandi
meriti e causa di grandi virtù serve quanto segue:
6
L'anima cerchi sempre di inclinarsi:
non al più facile, ma al più difficile;
non al più saporoso, ma al più insipido;
non a quello che piace di più, ma a quello che piace di meno;
non al riposo, ma alla fatica;
non al conforto, ma a quello che non è conforto;
non al più, ma al meno;
non al più alto e pregiato, ma al più vile e disprezzato;
non alla ricerca di qualche cosa, ma a non desiderare niente;
non alla ricerca del lato migliore delle cose create, ma del
peggiore e a desiderare nudità, privazioni e povertà di quanto v'è
al mondo per amore di Gesù Cristo.
8
La pratica scrupolosa di questi avvisi da parte di un'anima, basta
perché essa possa entrare nella notte del senso; tuttavia, per
spiegarmi ancora meglio, aggiungerò altre norme che insegnano a
mortificare la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli
occhi e la superbia della vita, tre inclinazioni che, secondo San
Giovanni, spadroneggiano nel mondo e sono causa di tutti gli altri
appetiti (I Gv., 2, 16).
11
Per giungere a gustare il tutto, non cercare il gusto in niente.
Per giungere al possesso del tutto, non voler possedere niente.
Per giungere ad essere tutto, non voler essere niente.
Per giungere alla conoscenza del tutto, non cercare di sapere
qualche cosa in niente.
Per venire a ciò che ora non godi, devi passare per dove non godi.
Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai.
Per giungere al possesso di ciò che non hai, devi passare per dove
ora niente hai.
Per giungere a ciò che non sei, devi passare per dove ora non sei.
12
Quando ti fermi su qualche cosa,
tralasci di slanciarti verso il tutto.
E quando tu giunga ad avere il tutto,
devi possederlo senza voler niente,
poiché se tu vuoi possedere qualche cosa del tutto,
non hai il tuo solo tesoro in Dio.
13
In questa nudità lo spirito trova il suo riposo poiché non
desiderando niente, niente lo appesantisce nella sua ascesa verso
l'alto e niente lo spinge verso il basso, perché si trova nel
centro della sua umiltà. Quando invece desidera qualche cosa,
proprio in essa si affatica.
[San Giovanni Della
Croce, Opere, Salita del Monte Carmelo, Libro 2, Cap. 22,
Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi, Roma.] (6/96)
Estratti.
3
La causa principale per cui nella legge scritta era lecito
interrogare Dio e conveniente per i sacerdoti e profeti desiderare
visioni e rivelazioni divine erano la fede a quei tempi non ben
fondata e la legge evangelica non ancora stabilita… Poiché in
questa età di grazia la fede in Cristo è diventata stabile e la
legge evangelica si è manifestata, non v'è nessuna ragione che
s'interroghi Dio e che Egli parli e risponda come allora. Infatti
dandoci il Figlio suo, che è la sua parola, l'unica che Egli
pronunzi, in essa ci ha detto tutto in una sola volta e non ha più
niente da manifestare.
4
Multifariam multisque modis olim Deus loquens patribus in
prophetis: novissime autem diebus istis locutus est nobis in Filio
(Ebr. 1, 1-2), come se dicesse: Quel che Dio in molti modi e in
più riprese disse in antico ai nostri padri per mezzo dei profeti,
l'ha detto in questi giorni in una volta a noi per mezzo del
Figlio suo. Con queste parole l'Apostolo vuol far capire che Dio è
rimasto quasi come muto non avendo altro da dire poiché, dandoci
il Tutto, cioè suo Figlio, ha detto ormai in Lui tutto ciò che in
parte aveva manifestato in antico ai profeti.
5
Perciò chi oggi volesse interrogare il Signore e chiedergli
qualche visione o rivelazione non solo commetterebbe una
sciocchezza, ma arrecherebbe un'offesa a Dio, non fissando i suoi
occhi interamente in Cristo per andare in cerca di qualche altra
cosa o novità… Invero il Signore gli potrebbe rispondere in questo
modo: Se io ti ho detto tutta la verità nella mia parola, cioè nel
mio Figlio, e non ho altro da manifestarti, come ti posso
rispondere o rivelare qualche altra cosa? … Dal giorno in cui sul
Tabor discesi con il mio Spirito su di Lui dicendo: Hic est Filius
meus dilectus, in quo mihi bene complacui, ipsum audite (Mt. 17,
5), cessai di istruire e rispondere in queste maniere e commisi
tutto a Lui: ascoltatelo perché ormai non ho più materia di fede
da rivelare e verità da manifestare… Colui che ora mi consultasse
in quel modo e desiderasse che io gli dicessi e rivelassi
alcunché, sotto un certo aspetto mi chiederebbe di nuovo Cristo e
altre verità della fede… In tal modo farebbe un grave oltraggio
al mio amato Figlio, poiché non solo in ciò mancherebbe alla fede,
ma perché lo obbligherebbe ad incarnarsi di nuovo e ad affrontare
ancora una volta la vita e la morte qui in terra…
6
Se vuoi che io ti dica qualche parola di conforto, guarda mio
Figlio, obbediente a me e per amor mio sottomesso e afflitto, e
sentirai quante cose ti risponderà. Se desideri che io ti sveli
alcune cose o avvenimenti occulti, fissa in Lui i tuoi occhi e vi
troverai dei misteri molto profondi, la sapienza e le meraviglie
di Dio le quali, secondo quanto afferma il mio Apostolo, sono in
Lui contenute: In quo sunt omnes thesauri sapientiæ et scientiæ
Dei absconditi, tesori di sapienza che saranno per te profondi,
saporosi e utili più di tutte le cose che vorresti sapere. Per
questo lo stesso Apostolo si gloriava dicendo di aver fatto
intendere che egli non conosceva se non Gesù Cristo e questo
crocifisso (I Cor., 2, 2). Inoltre, se tu desideri altre visioni e
rivelazioni divine o corporee, mira il Cristo umanato e vi
troverai più di quanto pensi, poiché San Paolo afferma a tale
proposito: In ipso inhabitat omnis plenitudo divinitatis
corporaliter (Col. 2, 9).
7
Dal momento in cui Cristo crocifisso disse sul punto di morte:
Consummatum est (Gv., 19, 30), cessavano non solo questi modo di
fare, ma anche ogni altro rito e cerimonia dell'antica legge.
Perciò dobbiamo lasciarci guidare in tutto in modo umano e
visibile dalla legge di Cristo uomo… Tutto ciò che esce fuori da
tale cammino è non solo curiosità, ma grande presunzione e noi non
dobbiamo credere a cosa ricevuta per via soprannaturale, ma solo a
quanto ci viene insegnato da Cristo uomo e dai suoi ministri,
uomini anch'essi. Per tale ragione l'Apostolo scrive: Quod si
angelus de cœlo evangelizaverit, præterquam quod evangelizavimus
vobis, anathema sit (Gal., 1, 8).
[San Giovanni Della
Croce, Opere, Sentenze (60-75), Postulazione Generale dei
Carmelitani Scalzi, Roma.] (3/96)
Estratti.
60
L'uomo non sa né godere né soffrire bene, non comprendendo la
differenza fra il bene e il male.
62
Non ti rallegrare nelle prosperità temporali, poiché non sai con
certezza se esse ti assicurino la vita eterna.
66
Senza fatica assoggetterai le persone e sarai servito dalle cose,
se di esse e di te stesso ti dimenticherai.
67
Vivi in pace allontanando da te le preoccupazioni senza darti
pensiero di quanto accade; servirai così a Dio come a Lui piace e
ti riposerai in Lui.
68
Ricordati che Dio regna solo nell'anima pacifica e disinteressata.
69
Anche se tu compi molte azioni, non profitterai nella perfezione
se non imparerai a rinnegare la tua volontà e a sottometterti,
lasciando ogni cura di te e delle tue cose.
70
A che serve che tu dia al Signore una cosa quando da te ne
richiede un'altra? Rifletti a quello che Dio vuole e compilo; per
questa via il tuo cuore sarà soddisfatto più che con quelle cose
alle quali ti porta la tua inclinazione.
72
Pensa che molti sono i chiamati e pochi gli eletti e che se tu non
prendi cura di te stesso, è più certa la tua dannazione che la tua
salvezza, specialmente perché il sentiero che guida alla vita
eterna è tanto angusto.
74
Poiché al momento della resa dei conti ti dovrai pentire di non
avere impiegato bene questo tempo nel servizio di Dio, perché ora
non lo ordini e non lo impieghi come vorresti aver fatto in punto
di morte?
75
Se desideri che nel tuo spirito nasca la devozione, cresca l'amore
di Dio e il desiderio delle cose divine, purifica l'anima da ogni
appetito, attaccamento ed esigenza, di maniera che non t'importi
nulla di nulla. Infatti come il malato, appena cacciato fuori
l'umore cattivo, si sente bene in salute e sente nascere la voglia
di mangiare, così tu, se ti curi come è stato detto, riacquisterai
la salute di Dio: senza di ciò, invece, benché tu faccia molto,
non ne trarrai profitto.
[San Giovanni Della
Croce, Opere, Spunti di amore (17-26), Postulazione
Generale dei Carmelitani Scalzi, Roma.] (3/96)
Estratti.
17
Abbia un interno distacco da tutte le cose e non ponga il gusto in
nessuna cosa temporale e l'anima sua raccoglierà beni inaspettati.
18
L'anima che cammina nell'amore non annoia gli altri né stanca sé
stessa.
19
Il povero che è nudo sarà vestito; così l'anima la quale si
spoglierà dei suoi appetiti, dei suoi affetti, del suo volere e
disvolere, sarà rivestita da Dio della sua purezza, del suo gusto
e della sua volontà.
20
Ci sono delle anime che, come alcuni animali, si rivoltano nel
fango, ed altre che volano come gli uccelli i quali nell'aria si
purificano e si puliscono.
21
Il Padre pronunciò una parola, che fu suo Figlio e sempre la
ripete in un eterno silenzio; perciò in silenzio essa deve essere
ascoltata dall'anima.
22
Dobbiamo misurare le sofferenze in rapporto a noi, non in rapporto
ad esse.
23
Chi non cerca la Croce di Cristo, non cerca la gloria di Cristo.
24
Per innamorarsene, Dio non posa lo sguardo sulla grandezza
dell'anima, ma sulla grandezza della sua umiltà.
25
Anch'io, dice il Signore, mi vergognerò di confessare davanti al
Padre mio colui il quale si vergognerà di confessarmi davanti agli
uomini (Matteo, 10, 32).
26
I capelli ravviati spesso, diventeranno lisci e non presenteranno
difficoltà a pettinarsi quando si vuole. L'anima la quale esamina
spesso i suoi pensieri, le sue parole e le sue opere, che sono i
suoi capelli, facendo ogni cosa per amore di Dio, avrà i suoi
capelli molto lisci. Lo Sposo le guarderà il collo, ne rimarrà
rapito e piagato in uno dei suoi occhi, cioè nella purezza di
intenzione con cui ella opera in ogni azione. Se vogliamo che i
capelli diventino lisci, si deve cominciare a pettinarli dalla
sommità della testa; se vuoi che le azioni siano pure e limpide,
queste devono prendere inizio dal punto più alto dell'amore di
Dio.
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