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Sto guardando il mare  

seconda parte

di Monica

Arras, 22 Giugno 1797

 

 

Carissima Rosalie,

sono stata davvero felice di ricevere la tua lettera. Avere tue notizie dopo tanto tempo, mi ha risollevato non poco. Ti ho pensato spesso in tutto questo tempo. Ho pregato molto per te, perché non ti accadesse nulla di male, nel corso di questi anni che sono stati così tragici. E ora questa tua lettera, mi dà molta serenità.

Dopo le lettere che ti avevo scritto senza risposta, ho pensato che forse avevi cambiato indirizzo, o, che a causa della Rivoluzione ci fossero dei problemi che ti impedissero di rispondermi. Non volevo immaginare nemmeno per un momento che tu...ma lasciamo perdere, dimentichiamo.

Poi ieri, finalmente la risposta che tanto attendevo.

Purtroppo, come pensavo non hai ricevuto le lettere precedenti, tranne l’ultima.

Mi hai fatto molte domande nella tua lettera…ed ora cercherò di rispondere. Dovrai scusarmi se la lettera che ti ho scritto prima di questa era così breve. Ma la cosa che ci tenevo a sapere prima di tutto, era se stavi bene.

Ora potrò scriverti qualcosa di più. Raccontarti quello che è successo..

Nei giorni precedenti alla presa della Bastiglia, ho abbandonato l’uniforme. Non me la sentivo più di alzare le armi contro il popolo francese, contro quegli ideali di giustizia, libertà ed eguaglianza che anche il tuo Bernard ha sempre perorato, e che anche io, ormai condividevo pienamente.

Avrei potuto unirmi a voi Rosalie, combattere la prima battaglia a cui avrei dato veramente tutta me stessa, tutta la mia esperienza militare. La prima battaglia in cui credevo veramente. Ma, ero stanca. Stanca di mettere me stessa in un angolo, di non pensare anche alla mia felicità. Mi ero resa conto di essermi innamorata di Andrè. L’unico uomo che mi ha sempre capita, appoggiata, difesa, l’unico uomo con cui riuscivo sempre a sentirmi me stessa. L’unico uomo con cui mi immaginavo madre e moglie. Questi pensieri mi sorprendevano sempre più spesso, e quando senti il desiderio di dare un figlio ad un uomo, vuol dire che quello è l’uomo della tua vita, quello che aspettavi da sempre…anche se senza rendertene conto, lo avevi sempre avuto vicino, con il suo amore.

Sono stata malata Rosalie. Mi era stata diagnosticata la tisi, quando ero ancora nella Guardia Nazionale. L’ho detto ad Andrè. Per la prima volta in vita mia, non ho tenuto dentro di me, la paura ed il dolore. L’ho fatto perché volevo lui, solo e sempre lui vicino a me. Volevo accanto l’uomo che mi ero resa conto di amare, per superare quel momento della mia vita. E volevo portarlo via da quella Rivoluzione ormai così vicina. Andrè stava perdendo anche l’occhio destro.. Così dopo aver lasciato la caserma, le comunicai la mia decisione. E siamo venuti ad Arras. Non viviamo nella casa che fu della mia famiglia. Quella casa mi porta tanta tristezza, perché mi ricorda mio padre e mia madre. Li salutai l’ultima volta, proprio quel giorno. Non li rividi mai più. Un anno fa circa, trovai il coraggio di andare a vedere Palazzo Jarjayes. Non lo riconobbi più. Completamente distrutto, spogliato di tutto, sicuramente negli anni più feroci della Rivoluzione. Non sono riuscita a sapere nulla dei miei amati genitori. La felicità che ho conquistato in questi anni, è solo offuscata da questo. Forse sono morti..ed io non ho nemmeno una tomba su cui posare un fiore.

Abbiamo trovato una casetta. Piccola, modesta. Ma per me era il più bel posto del mondo.

In quei primi giorni passati ad Arras, io e Andrè siamo riusciti a dichiararci il nostro amore. Quante cose avevo rifiutato Rosalie! E me accorgevo solo in quel momento. L’amore di un uomo è la cosa più bella del mondo, ed io finalmente lo scoprivo.

E quanta dolcezza, passione, felicità nel poter contraccambiare l’uomo dello stesso amore.

Voglio tranquillizzarti. La mia tisi è guarita, dopo lunghe e dolorose cure. Devo ringraziare ancora una volta il mio amato Andrè, che ha avuto pazienza e tenacia...sono stata una malata difficile da trattare!

Dio sembra volermi finalmente ripagare di tutta l’infelicità che ho provato…infatti Andrè non ha perso l’occhio. E’ anche migliorato, anche se solo leggermente. Ma per noi, questo è già un miracolo meraviglioso.

Come è stato un miracolo meraviglioso il piccolo Stephane...

Io e Andrè abbiamo avuto un figlio. Avevo paura di non riuscire a portare avanti una gravidanza, dopo che il mio corpo era stato indebolito dalla tisi e anche in considerazione della mia non più giovane età…ma davvero l’amore è più forte di ogni cosa.

Il piccolo Stephane, ora mi sta guardando, mentre è in braccio a suo padre. Ha una faccia incuriosita, si chiederà cosa sta facendo la sua mamma..

Come è cambiata la tua Oscar vero Rosalie? Forse non sono cambiata, semplicemente sono riuscita ad essere veramente me stessa..

La nostra vita procede tranquilla e felice. Ho trovato un lavoro nel villaggio vicino...prova a indovinare…niente spade, uniformi e marce militari.

Faccio la maestra. Il perfetto contrario del comandante, sono fin troppo buona… Andrè, si occupa di alcune scuderie dei contadini dei dintorni. E’ una vita semplice, ma è meravigliosa per me. La sensazione di essere liberi, non ha eguali.

Poi la sera torno a casa con Andrè, e andiamo a sederci su una piccola collinetta qui vicino, dove andavamo sempre anche da ragazzi, da cui si vede il mare.

Lui mi è vicino. Mi accarezza il viso, mi guarda e a volte mi chiede cosa sto facendo, con quello sguardo felice, puntato verso l’orizzonte.

"Sto guardando il mare…." gli rispondo.

Vorrei scriverti ancora tante cose ma devo lasciarti.. Il piccolo Stephane, reclama. Ha fame!

Spero di avere presto tue notizie, Rosalie.

Con affetto.

 

Oscar François Grandier.

 

 

Parigi.

Alcuni giorni dopo.

 

"Bernard! Bernard! Oscar ha risposto alla mia lettera!"

Rosalie entrò nello studio del marito, che era intento nella lettura di un libro. Gli si avvicinò;

"Oh Bernard! Sono così felice, non vedo l’ora di leggerla!"

Il marito le sorrise;

"Bhè…per poterla leggere, la dovresti aprire!"

"Sciocco!" le rispose lei, dandogli un buffetto sul viso.

Si sedette vicino al marito, e aprì la busta.

"Desideri che ti lasci per leggerla da sola?" le chiese Bernard.

"No, anzi, mi farebbe piacere che la leggessi con me."

Rosalie lesse la lettera a voce alta, in modo che anche il marito potesse conoscerne il contenuto.

Quando terminò, aveva gli occhi lucidi. Bernard aveva invece un’espressione sorpresa.

Rimasero per un po’ in silenzio.

"Bernard...non riuscirei a spiegarti l’emozione che ho provato, leggendo la lettera di Oscar. Mi sembra un sogno. Finalmente è riuscita ad essere felice!"

Bernard scosse la testa, sorridendo;

"No, ti sbagli. So benissimo cosa rappresenta Oscar per te, Rosalie. E anche io sono contento di sapere che ora la sua vita è serena, soprattutto accanto ad Andrè…"

Rosalie sorrise;

"Già, Andrè. Ricordo ancora i giorni che ho passato a casa Jarjayes. Avevo capito quasi subito che lui amava Oscar. Le era sempre vicino, e poi ne ho avuto la conferma, quando una sera lui, confidandosi con me in un momento di tristezza, me lo aveva rivelato."

Bernard la guardò annuendo;

"Io ho avuto la stessa impressione da parte di Oscar. Ho davanti agli occhi quel periodo passato a casa Jarjayes, dopo che lei mi aveva catturato. Per potermi fermare, mi aveva sparato…"

Sul viso di Bernard comparve un ombra, poi riprese;

"Ricordo perfettamente quel giorno. Il proiettile che aveva sparato Oscar mi aveva procurato un brutta ferita, e non potevo muovermi. Ero sdraiato nel letto. Oscar è entrata nella camera; pensava che stessi dormendo...ha alzato la spada su di me, dicendo che mi avrebbe fatto quello che io avevo fatto ad Andrè. Invece ha abbassato la spada. E’ una donna di grande coraggio e di grande lealtà. E ha saputo perdonarmi, per aver ferito l’occhio dell’uomo che amava. E come se non bastasse, mi ha restituito la libertà, mentre chiunque altro, mi avrebbe fatto imprigionare e giustiziare. Quando venne a dirmi che potevo lasciare casa Jarjayes, capii subito che Oscar era diversa dagli altri nobili, era una donna ammirevole, eccezionale."

Rosalie annuì, e prese tra le sue, le mani del marito;

"Si. Oscar è una donna straordinaria, è stata importante per noi. Anche il nostro amore, Bernard, è nato grazie a lei, in un certo modo."

Poi, Rosalie riprese in mano la lettera;

"E’ passato tanto tempo Bernard, ma sono sicura, che se rivedessi Oscar, mi sembrerebbe tale e quale a tanti anni fa. Lo stesso sguardo forte e gentile. Lo stesso sorriso rassicurante. Sempre bella, senza i segni del tempo.."

Bernard sorrise lievemente;

"Si, è vero sono passati tanti anni, ma non so perché, anche io me la immagino sempre uguale, gli unici segni che riesco ad immaginare su di lei, sono i segni della felicità che sta vivendo."

"Bernard, avrei un desiderio…" disse Rosalie, quasi in un sussurro;

Il marito le si avvicinò e le carezzò dolcemente il viso;

"Vediamo se sono bravo ad indovinare i tuoi pensieri, Rosalie… Tu non hai mai visto Arras, immagino. Bene! Ci andremo presto. Tra l’altro, in questo periodo dicono sia stupenda…."

Rosalie sgranò gli occhi e abbracciò il marito;

"Grazie Bernard! Sei un tesoro! Potrò rivedere Oscar, finalmente!"

Fine

 

*1*  *2*

 


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