Prizzi Prizzi (PA) - Il paese del "ballo dei diavoli" di Pasqua
Gli albori: Hippana e la "Montagna dei Cavalli"

La montagna di San Lorenzo, situata proprio di fronte a Prizzi

Tra i numerosi insediamenti del suo territorio, Prizzi annovera il più importante di essi sul Monte San Lorenzo, situato proprio di fronte al paese, anche chiamata Montagna dei Cavalli. Su quel monte, infatti, sulle rovine di un abitato indigeno del IV secolo a.C., sorgeva verso il IV secolo a.C., una città di cui si ignora il nome reale ma che alcuni identificano con l'Hippana distrutta dai romani nel 258 a.C. durante la prima guerra punica.
La città aveva un teatro esposto a nord e gli scavi della Soprintendenza hanno portato alla luce tratti di rete viaria e mura di cinta nonché numerosissimi reperti che testimoniano la ricchezza del popolo che la abitava. Sono state trovate infatti, oltre a vasellame e oggetti personali in oro, monete che quella civiltà coniava in proprio, segno di grande potenza.
Interessante il rinvenimento di una
necropoli che è tuttora quasi del tutto inesplorata. Le sepolture di tipo a fossa, foderate con blocchetti di calcare e coperte da lastroni, sono circa un migliaio, e sono state tutte saccheggiate nel corso del tempo. Oltre al tipo a fossa dovevano esservi anche delle sepolture monumentali, come documentano alcuni frammenti architettonici rinvenuti in diversi punti della necropoli.
I reperti rinvenuti, nonostante il saccheggiamento avvenuto nei secoli da parte di chiunque calpestasse quei suoli, sono oggi riuniti nel museo che si trova a Prizzi (Corso Umberto I° n.14, tel.0918344379 - fax 0918344274) e che è possibile visitare dal martedì alla domenica.
Il museo, di recentissima apertura, è ubicato in locali accoglienti e luminosi ed è suddiviso in due sezioni, quella archeologica e quella paleontologica.
Il museo archeologico
Sezione Archeologica
Il museo ospita numerosi reperti provenienti dagli scavi realizzati dalla Sovrintendenza di Palermo nell'antico abitato situato sulla Montagna dei Cavalli. Sono inoltre presenti numerosissimi oggetti, provenienti probabilmente dalle necropoli ellenistiche di Montagna dei Cavalli e dal territorio di Prizzi, consegnati da cittadini prizzesi che li custodivano da diversi decenni.
Il quadro storico di Montagna dei Cavalli, così come è emerso dal risultato delle campagne di scavo, viene sinteticamente ripercorso attraverso una serie di pannelli didattici, corredati da foto degli scavi e da disegni ricostruttivi. Sono inoltre illustrate le principali aree esplorate di questo abitato, nato ad opera di genti indigene-sicane intorno al VII secolo a.C. e collocato nel cuore dei Monti Sicani, un territorio montuoso, ricco di risorse naturali, ancora oggi caratterizzato da ampie aree boschive e squarci di paesaggio di rara bellezza.
La fase più fiorente del centro è circoscrivibile tra la metà del IV e la metà del III secolo a.C., quando una estesa città, protetta da un doppio circuito di fortificazioni, si sviluppò sui fianchi e sulla cima della montagna. La presenza stessa di un edificio teatrale dà un'idea chiara della ricchezza e dell'importanza del centro, probabilmente uno dei più significativi abitati esistenti nella Sicilia centro-occidentale, al tempo dell'Eparchia Punica, cioè del periodo, compreso tra il IV e la metà del III secolo a.C., in cui Cartagine, attraverso le sue città di Palermo, Solunto e Lilibeo (Marsala), aveva un diretto controllo politico ed economico di questi territori.
L'insediamento di Montagna dei Cavalli venne distrutto alla metà del III secolo a.C., al tempo della prima guerra punica.
La sezione numismatica presenta, oltre ad un interessante esempio della circolazione monetale di prima età ellenistica, anche alcune rarissime monete trovate negli scavi, della zecca di IPA, quasi certamente relative alla città di Hippana, che va quindi con ogni probabilità collocata sulla Montagna dei Cavalli.
Il museo archeologico
Sezione Paleontologica
La struttura museale di Prizzi ospita, insieme alle collezioni archeologiche, una sezione naturalistica che illustra le ere geologiche della Terra ed i suoi componenti chimici.
Il materiale esposto, della collezione di minerali e fossili dell'Ing. Vincenzo Canzoneri, è frutto dello studio scientifico sulle cave e le miniere siciliane.
La sezione è divisa in due parti che contengono:
- Fossili e minerali della Sicilia, che testimoniano l'evoluzione geologica dell'isola negli ultimi 250 milioni di anni, dai fossili del Permiano del Sosio fino al Pleistocene, ordinati stratigrafiacmente. Nella sezione è ben rappresentata la successione stratigrafica della serie Gessoso-Solfiera siciliana del Miocene Superiore;
- Minerali. Sono esposti oltre 100 campioni che rappresentano più di 40 specie di minerali. Alcuni pannelli illustrano le principali proprietà e la cristallogenesi dei minerali. La sezione è completata da brevi note sulla geologia della Sardegna e sulle vicende che hanno condizionato lo sviluppo delle attività minerarie.