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Conoscere la corda statica per speleologia e
torrentismo
(tratto dal manuale "progressione su corda e utilizzo ottimale
dei materiali", di Franco Delogu)
Le corde normalmente usate
da speleologi ed arrampicatori sono costituite da due parti distinte: una guaina esterna, chiamata
"calza", formata da un intreccio fitto di fibre elementari, nella quale sono inseriti dei fili di
diverso colore che hanno il compito di renderle riconoscibili, e da una parte interna, chiamata
"anima", costituita da diversi mazzetti di fibre elementari, i trefoli, in genere in numero dispari
per evitare la rotazione della corda quando questa è sottoposta a trazione (figura 1). La calza ha la funzione
di serrare i trefoli proteggendoli dall'abrasione e rendendo la corda compatta, e costituisce circa 1/3 del
Carico di Rottura (CDR) complessivo. |
Un'importante distinzione
va subito fatta tra corda "statica" e corda "dinamica". Se esaminiamo le differenze tra
l'uso delle corde in speleologia e in arrampicata, notiamo che lo speleologo usa la corda soprattutto per la
progressione, quindi ha bisogno di corde che non lo facciano oscillare troppo e che non disperdano con
smorzamenti e flessioni le energie impiegate nella risalita. Al contrario, un alpinista procede sulla roccia e
usa la corda solo per trattenere eventuali cadute, cioè come sistema di sicurezza. In caso di volo, per evitare
la rottura della corda, questa deve ammortizzare lo shock progressivamente, mediante una certa elasticità.
Dunque in speleologia, e spesso nel torrentismo, si usano delle corde statiche, che caricate del peso di circa
80 kg si allunghino del 2-3%, mentre in arrampicata si usano delle corde dinamiche, che si allungano del
7-10%. Naturalmente anche nella pratica della speleologia può capitare di dover arrampicare o risalire
una parete con mezzi artificiali. In questi casi è opportuno usare come sicurezza una corda dinamica, anche se
molti speleologi, per pigrizia o abitudine, spesso utilizzano le stesse corde statiche che usano nella normale
progressione nei pozzi. Inutile dire che in questi casi l'assicurazione dovrà essere fatta molto attentamente e
da persone preparate, adottando opportuni accorgimenti per diminuire il volo in caso di caduta. cause dell'usura delle corde Dovendo trarre delle conclusioni, sembra che le corde da 10 mm siano quelle più affidabili per la progressione nei pozzi in speleologia. Le corde da 11 mm, per il loro peso, causano più problemi nel loro trasporto, e inoltre sono scarsamente maneggevoli nella confezione dei nodi e nella progressione con i discensori. Le corde da 9 mm si deteriorano molto rapidamente se non sono usate da speleo molto bravi, capaci di armare in maniera rigorosa e di procedere senza strappi e senza errori. Possono essere utilizzate meglio nel canyoning in quanto meno sollecitate, ma devono comunque essere controllate dopo ogni utilizzo e sostituite spesso. Per quanto riguarda il diametro 8 mm, bisogna essere drastici: va usato in casi eccezionali e considerato come materiale "usa e getta". Nella figura 2 indichiamo
come ci si può accorgere che una corda è lesionata. Facendola scorrere tra le dita dobbiamo verificare se
presenta ingrossamenti o restringimenti o se, facendo degli anelli, presenta degli angoli strani. Eventuali
bruciature della calza sono facilmente visibili ad un controllo attento, che dovrà essere fatto dopo
l'utilizzo. In presenza di una eventuale lesione grave, la corda va tagliata in quel punto ottenendo due
spezzoni più corti, e le estremità vanno fuse per non sfilacciarsi. |
Rottura di una corda |
Quando la trazione è improvvisa ed
eccessiva si ha un'immediata strizione del nodo. I tratti di corda a contatto tra loro hanno uno sfregamento
sempre più violento, e questo provoca all'interno del nodo un aumento immediato della temperatura, e quindi la
fusione del nylon. Quando si verifica la rottura di una corda annodata, in corrispondenza del cedimento si hanno
delle evidenti tracce di fusione, e una temperatura, nei due monconi, molto più alta che nel resto della corda.
Questo meccanismo di rottura delle corde si innesca più facilmente di quello per snervamento, e questo perchè
i nodi diminuiscono il CDR di una corda in percentuali variabili a seconda del tipo di nodo.
accorciamento delle corde nel tempo |
il fattore di caduta Poco prima, parlando di "shock da caduta" di una corda, si è accennato al Fattore di Caduta (d'ora in poi FDC). Questo non è altro che il rapporto tra l' altezza della caduta e lunghezza della corda che ammortizza questa caduta (figura 4). Ad esempio, se cadiamo per 10 metri legati ad una corda lunga 10 metri parleremo di FDC 1 (10 diviso 10 = 1); se cadiamo per 3 metri legati ad una corda di 6 metri ci sarà un FDC di 0,5 (3:6); se invece la caduta sarà di 8 metri legati ad una corda di 4 metri avremo un FDC di 2 (8:4). Questo è un concetto molto importante per ciò che riguarda la sicurezza sulla corda. Si può dire, approssimativamente, che una corda statica da 10 mm riesce a sopportare al massimo un FDC 1. Di questo bisognerà tenere conto in occasione di alcune manovre, ad esempio con i bloccanti, anch'essi costruiti per un FDC 1. In generale deve valere la regola che, con le corde statiche, non bisogna mai salire più in alto dell'attacco al quale si è assicurati (figura 5). Se poi utilizziamo corde di diametro inferiore, il FDC sopportabile diminuisce ancora fino a che ogni piccolo strappo può diventare pericoloso. |
. Ma quanto aumenta la massa di un corpo durante una caduta libera? Diamo un'occhiata a questa tabella (Rosaria Piroddi): .
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