La pratica dello sport in montagna può comportare dei
traumi di diversa natura, dovuti agli agenti più svariati. Questi sono:
Contusioni
La
contusione è una lesione dovuta all'azione di un corpo
contundente smussato, che perciò non provoca ferita e cioè lacerazione
della pelle. Tale azione può essere più o meno violenta, dando luogo a
sintomologia ed effetti diversi. Si può avere una contusione
di primo grado, con eritema (arrossamento) della pelle ed edema
(versamento di liquido organico nei tessuti). La contusione è di secondo
grado quando il colpo ha causato la rottura di piccoli vasi sanguigni, con
conseguente ecchimosi, cioè accumulo sottocutaneo sanguigno che dà
una colorazione prima bluastra, poi nera, verde, gialla, e quindi si ha il
riassorbimento. Se il colpo è più violento e interessa un'area maggiore
si avrà un riempimento di sangue circoscritto, cioè un ematoma,
che in alcuni casi non viene riassorbito e forma una pseudocisti
emorragica.
Se la forza del colpo è molto grande si ha una contusione
di terzo grado con necrosi dei tessuti: la zona interessata diventa
nerastra e i tessuti morti a poco a poco verranno sostituiti da tessuto
cicatriziale.
Se la contusione, per abbigliamento inadatto o difetti di
tecnica, si ripete localmente con lunga durata e scarsa intensità, si ha
un microtrauma, al quale l'organismo reagisce producendo del
tessuto ispessivo, ad esempio un callo.
La cura delle contusioni consiste nell'applicazione di
ghiaccio per ridurre la congestione locale, che può essere ridotta anche
con la compressione diretta o con l'applicazione di una fasciatura
compressiva. Ovviamente, se c'è contemporaneamente un'abrasione, questa
andrà lavata e disinfettata.
Escoriazioni o Abrasioni
Le escoriazioni o
abrasioni sono causate da
uno sfregamento violento contro superfici ruvide (roccia, terreno,
piante), con asportazione di una parte superficiale della cute senza però
che ci sia ferita, cioè soluzione di continuità nei tessuti cutanei.
Sono caratterizzate da un aspetto sanguinolento puntiforme dovuto alla
confluenza dei vari capillari. E' necessario subito un lavaggio
abbondante, anche per eliminare sporcizia e polvere, e una disinfezione,
quindi un'asciugatura con telo sterile o col calore di una lampada.
Se l'abrasione è umida (con tendenza alla fuoriuscita di
siero o sangue) si applica penicillina o polvere sulfamidica, quindi si
applica una fascia elastica leggermente comprimente.Se invece è secca si
applica una pomata antibiotica che andrà poi coperta con garza sterile.
Salvo processi infiammatori, togliendo la fasciatura dopo
5-6 giorni si sarà formata una crosta più o meno spessa.
Bolle o Flittene
Le bolle sono delle piccole sacche, piene di sangue
o siero, che si formano tra lo strato superficiale della pelle e il derma
sottostante, per effetto di sfregamenti ripetuti che, oltre a scollare la
pelle dal derma, provocano anche un'azione di surriscaldamento. Sono
spesso circondate da un alone rossastro, prendono un colore chiaro o scuro
a seconda che siano piene di pus o sangue, e sono molto dolorose.
Bisogna inciderle alla base con una forbice sterilizzata
(fare un taglietto e non una puntura che si richiuderebbe), quindi, dopo
lo svuotamento, coprirle con pomata o polvere antibiotica ed applicare
garza sterile per qualche ora. Il tutto, naturalmente, previa disinfezione
della zona prima dello svuotamento.
I soggetti predisposti dovranno prevenirle, se si accorgono
che uno dei punti più soggetti (palma delle mani e dei piedi, zona del
tendine di Achille) comincia ad arrossarsi. Bisogna subito proteggere il
punto con due o più strati di cerotto, e lavare anche più volte al
giorno, applicando alcool metilico che indurisce la pelle.
Bisogna anche ammorbidire una scarpa troppo dura nel punto
di attrito.
Con la bolla già formata, si può proseguire nell'attività
senza eccessivo fastidio applicando sulla bolla svuotata due garze
separate da un leggero strato di talco, in modo che lo sfregamento non sia
più tra pelle e scarpa ma tra i due strati di garza. E' comunque un grave
errore, nella fase acuta, togliere la pelle superficiale, perchè si
avrebbe probabilmente lo svilupparsi di un'infezione con ritardo della
guarigione.
Lesioni muscolari
Le lesioni muscolari, cioè rotture parziali o totali,
hanno una causa endogena, cioè non avvengono a seguito di urti con corpi
estranei, ma rappresentano la conseguenza o di contrazioni anomale o di
tensioni eccessive. Qualsiasi atleta, dunque anche l'escursionista, compie
una serie di gesti che sono stati memorizzati in una serie di ideogrammi
motori, e che quindi sono meccanici, non impegnando la volontà cosciente.
A volte succede che in questa sequenza logica di movimenti, regolata da
delicati “relais nervosi”, si inserisca un muscolo “estraneo”, non
facente parte di quella sequenza perchè, ad esempio, è antagonista, o
perchè causa un movimento diverso da quello meccanico e naturale. E'
chiaro allora che questo muscolo riceverà uno stiramento eccessivo, e
riporterà la rottura di parte o di tutte le sue fibre nervose.
Oppure, nel caso di un escursionista che non si accorge di
un avallamento del terreno, il movimento della gamba prevede una certa
ampiezza, la mancanza dell'impatto del piede sul terreno prolunga
inaspettatamente l'ampiezza del movimento e, se il sistema nervoso non
frena in tempo questo movimento, il muscolo che si stende riceve uno strappo che può causarne la rottura. Oppure
ancora, in una persona che corre, se il piede che avanza viene fermato da
un ostacolo, il muscolo che in quel momento si stava contraendo per un
attimo continuerà la contrazione senza che a questo corrisponda un
movimento: si creerà una grossa tensione muscolare che può provocare una
rottura di fibre.
Chiarito il meccanismo del verificarsi di una lesione acuta
muscolare, vediamo quali sono generalmente i fattori predisponenti:
a) Pare che, secondo alcune statistiche, il clima freddo e
umido favorisca queste lesioni. Una spiegazione potrebbe essere il fatto
che, alle basse temperature, il muscolo diventa più reattivo alla
corrente nervosa, ma la sua funzionalità è leggermente diminuita perchè,
per l'azione vasocostrittoria del freddo, l'irrorazione sanguigna è meno
buona.
b) La mancanza di allenamento, a causa della non perfetta
assimilazione degli ideogrammi motori, favorisce l'esecuzione di movimenti
non perfettamente sincronizzati. Anche quando si riprende l'attività dopo
una lunga pausa, la nostra memoria tende a ripetere dei movimenti che però
non siamo in grado di fare per una momentanea incapacità del muscolo
sottoallenato: da qui la possibilità di fare dei movimenti “falsi”.
c) La stanchezza durante una escursione, quando i muscoli
sono interessati da una presenza eccessiva di acido lattico, può fare in
modo che questi reagiscano in maniera non appropriata agli stimoli
nervosi, compiendo movimenti sbagliati e scoordinati che producono la
lesione.
A seconda della gravità e del numero di fibre muscolari
rotte, si possono avere distrazioni, stiramenti o strappi.
La distrazione produce dolore moderato ma si risolve
dopo poco tempo. Si possono usare applicazioni di ghiaccio.
Lo stiramento comporta una rottura di fibre
muscolari, di strato connettivale e di vasi sanguigni. Si avverte dolore
al tatto con ecchimosi, la zona è contratta e si prova dolore alla
ripetizione del movimento. Anche in questo caso occorrono applicazioni di
ghiaccio e riposo per qualche giorno a seconda della gravità della
rottura.
Nel caso dello strappo con rottura completa del
muscolo, chi lo subisce deve interrompere subito il movimento perchè è
impossibilitato a proseguire. Il dolore è intensissimo e può portare
alla perdita della conoscenza. Si ha una vasta emorragia interna con
formazione di un grande ematoma. Il muscolo tende a rimanere nella
posizione di rilascio completo, e sotto la pelle si intravede un gradino,
dovuto alla sporgenza dei monconi delle fibra rotte (se il muscolo si
contrae questo gradino si evidenzia, al contrario di ciò che accade nel
caso dell'ernia muscolare).
Distorsioni e lussazioni
Le distorsioni sono lesioni che si verificano quando
un'articolazione viene forzata, da un movimento, in un senso che le sue
caratteristiche anatomiche e funzionali non prevedono. L'effetto immediato
è che i capi articolari si allontanano tra di loro. Se l'allontanamento
regredisce spontaneamente si ha una distorsione, se invece occorre un intervento esterno per ridurre questo
allontanamento si ha una lussazione.
Questo tipo di lesioni è accompagnato da dolore acuto,e
dalla percezione che qualcosa è fuori posto.
A seconda della gravità della distorsione si possono avere
delle tumefazioni dovute al versamento di liquido sieroso o emorragie
nella zona articolare. Generalmente un versamento sieroso è indice,
rispetto all'ematoma, di lesione meno grave, perchè l'emorragia spesso
significa che vi è stata rottura di componenti articolari.
In caso di lesioni di questo tipo occorre, oltre
all'immediata applicazione di ghiaccio, l'immobilizzazione
dell'articolazione interessata. Se il versamento è imponente bisogna
procedere allo svuotamento. In caso di contusione articolare dovuta ad un
trauma esterno, si avrà ugualmente dolore e possibilità di versamento,
ma, anche se con dolore, l'articolazione sarà in grado di compiere i suoi
movimenti.
Crampi e contratture
L'insorgere della fatica, o uno sforzo fisico molto
accentuato, possono far insorgere stati patologici che non sono delle
lesioni, ma rappresentano la reazione del muscolo ad una situazione
particolare. E' il caso dei crampi e delle contratture.
Il crampo è una contrazione involontaria, improvvisa e
dolorosa di un muscolo. Può essere causato da un eccessivo riscaldamento
del muscolo rispetto all'ambiente, o ad un eccesso di fatica. Può
comparire durante l'esercizio fisico o anche con qualche ora di ritardo.
La contrattura è sintomo di un eccesso di presenza di
tossine, dovuto ad uno sforzo violento o ad un imperfetto lavaggio del
muscolo da parte del sangue, ed è caratterizzata dalla presenza di noduli
o punti più duri nel muscolo. Ambedue questi casi sono gli unici che
richiedono, anziché applicazioni di ghiaccio, applicazioni di calore:
infatti così si ha una vasodilatazione e il sangue, circolando più
rapidamente, provvede più in fretta al trasporto delle tossine e al loro
smaltimento.
In conclusione, si possono prevenire la maggior parte delle
lesioni endogene con poche regole:
a) Curare che l'allenamento, prima delle escursioni più
impegnative e faticose, sia accurato e completo.
b) Fare in modo che tutti i gruppi muscolari siano
sufficientemente efficienti.
c) Curare bene, prima di grossi sforzi, il
preriscaldamento.
d) Nel caso di ripresa dopo una lunga inattività, non
cercare mai di eccedere in uno sforzo, ma tenere presenti con buonsenso
gli attuali limiti fisici.
e) Nel caso di un giovanissimo, evitare di sovraccaricare
una muscolatura immatura con sforzi non adeguati.
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