IL CODICE



Il presente Codice si ispira alle norme deontologiche della professione contabile adottate dallo IFAC (International Federation of Accountants) dal FEE (Fédération des Experts Comptables Européens) e dallo IASC (International Accounting Standarts Committee) in quanto compatibili con la legislazione italiana.


Il Codice identifica i valori fondamentali della professione di Ragioniere Commercialista ed Economista d’impresa, gli interessi categoriali e pubblici che la professione cerca di realizzare, gli scopi che sono propri della professione, in favore degli utenti, della società e delle professioni intellettuali in generale.




I VALORI
 


I valori sui quali si fonda la professione sono i seguenti:

  1. competenza professionale, consistente nel possesso di una abilità specifica nei settori conoscitivi che sono alla base della professione (in particolare nelle scienze e tecniche ragionieristico - contabili e in quei settori delle scienze giuridiche, economiche e commerciali che attengono all’attività professionale) da acquisirsi mediante tirocini universitari, approfonditi con un periodo adeguato di pratica professionale;

  2. formazione professionale, consiste nel costante aggiornamento del livello delle conoscenze tecnico-giuridiche acquisite. In tale ottica, il professionista dovrà aver cura della formazione culturale ed etico-deontologica dei propri collaboratori; nei riguardi del praticante, egli sarà un formatore attento e responsabile e ne incoraggerà l’impegno formativo attraverso adeguati incentivi economici;

  3. autonomia professionale, consistente nel fatto che le nozioni e le norme tecniche e di condotta, alle quali il professionista deve conformarsi, sono quelle stabilite dalla comunità scientifica e dalla professione, salvo quando esse siano imposte dalla legge;

  4. obiettività professionale, ossia il rispetto dei fatti accertati con l’opera professionale e il conseguente rifiuto di falsificazioni, di atteggiamenti di parte o settari, di condizionamenti e influenzamenti che mirino ad alterare per interessi esterni i fatti medesimi. L’obiettività implica che il professionista faccia conoscere al destinatario delle prestazioni professionali i vantaggi e gli svantaggi delle soluzioni tecniche prospettate;

  5. integrità professionale, o comportamento onesto, alieno dall’inganno, dalla slealtà, dalla dipendenza rispetto a questo o quel potere, dalla collusione con persone o enti estranei al rapporto professionale, dagli atteggiamenti menzogneri o miranti ad utilità personali non dovute;

  6. riservatezza professionale, nel senso di riserbo sulle notizie e informazioni ottenute durante lo svolgimento dell’attività professionale, notizie e informazioni che non devono essere divulgate se non quando ciò sia prescritto dalla legge o dall’autorità giudiziaria; il professionista assume la responsabilità della riservatezza dei propri dipendenti, collaboratori associati iscritti in altri Albi, tirocinanti e qualunque altro soggetto privato con il quale abbia contatti per lo svolgimento di una pratica a lui affidata;

  7. decoro professionale, implica l’osservanza dei valori sopra delineati e comporta il dovere di esercitare l’attività professionale in modo che la professione mantenga un prestigio adeguato alle proprie funzioni sociali e goda di apprezzamento e di fiducia da parte del pubblico.




2. GLI INTERESSI


Gli interessi che la professione persegue sono i seguenti:

  1. gli interessi del cliente (individuo, impresa o ente) secondo una logica di servizio e nel rispetto della legge;

  2. gli interessi della professione, in quanto quest’ultima assicura alla società prestazioni importanti per il mondo degli affari, per le amministrazioni pubbliche, per gli operatori economici, per i contribuenti e per i cittadini;

  3. gli interessi della società in generale, a livello delle istituzioni di questa che richiedono o impongono al professionista di fornire la propria opera o di eseguire determinate operazioni.

La professione tutela gli interessi mediante funzioni legittime di cui si indicano le principali:

  • controllo legale dei conti: il Ragioniere deve attenersi strettamente ai principi contabili e di revisione ed alle norme comportamentali statuite in via istituzionale dagli Organismi professionali nazionali ed internazionali;

  • componente del Collegio Sindacale: il Ragioniere deve improntare il controllo alla tutela del patrimonio sociale;

  • revisore contabile presso Enti Pubblici: il Ragioniere deve fornire motivati giudizi di congruità, coerenza ed attendibilità contabile, collaborando con obiettività ed imparzialità al buon andamento della Pubblica Amministrazione ed, in generale, alla esigenza di trovare soluzioni atte a realizzare i risultati/obiettivi;

  • revisore interno: il Ragioniere deve offrire la garanzia di un sistema di controlli affidabili;

  • cura delle pratiche tributarie: il Ragioniere contribuisce a creare fiducia ed efficienza nel sistema impositivo;

  • "rappresentante-procuratore ad lites" del contribuente: attraverso adeguate prestazioni di studio ed analisi delle pratiche trattate, il Ragioniere deve significativamente contribuire al generale miglioramento dell'efficienza della giustizia tributaria. Analisi preventive dovranno condurre alla valutazione appropriata dei rischi di insuccesso e, pur non potendo garantire in assoluto l'esito del contenzioso, dovranno assicurare ragionevolmente il ricorrente circa la correttezza tecnica delle procedure adottate per la difesa dei legittimi interessi in causa;

  • consulente manageriale: il Ragioniere deve fornire adeguato contributo, in relazione al pubblico interesse, circa la promozione di un sano processo decisionale, attento alle aspettative di profitto, ma anche ai bisogni dell'ambiente e del sociale;

  • consulenza tecnica nei giudizi: il Ragioniere deve fornire i pareri richiesti, secondo i più aggiornati standard qualitativi. Egli rinuncerà all'incarico, se non possiede la competenza richiesta dal caso di specie;

  • ogni altra funzione delegata dalla legge, dall’Autorità Giudiziaria, dalle imprese o dai privati, volta a corrispondere a bisogni sociali esistenti o sopravvenuti, nell’ambito delle materie che rientrano nella competenza professionale.




3. GLI SCOPI 


Gli scopi fondamentali ai quali la professione s’indirizza sono i seguenti:

  1. costituire un contesto professionale obiettivamente esperto ed affidabile al quale l’utenza possa rivolgersi per le proprie esigenze relative alle conoscenze specifiche che sono alla base della professione, in modo che tale contesto soddisfi le aspettative del pubblico e delle istituzioni;


  2. creare un’immagine pubblica della professione atta a stabilire un rapporto tra professionisti ed utenti basato sulla fiducia nelle capacità tecniche e nelle qualità etiche dei primi, nonché sulla convinzione che i professionisti sappiano risolvere adeguatamente i problemi degli utenti nei settori di competenza;


  3. sostenere le iniziative sociali delle professioni intellettuali affinché sia riconosciuta la rilevanza della conoscenza scientifico – tecnica e dei suoi rappresentanti a livello di produzione e di socialità; contribuire a tal fine alla creazione di organismi di rappresentanza del lavoro e dell’attività professionale.