Castello

La costruzione del castello di Resuttano è stata tradizionalmente attribuita agli arabi da una storiografia che, in mancanza di fonti certe, ha ricostruito la storia delle origini del paese dal toponimo (Rahàl-Suptanum = fattoria fortificata). Un recente studio sui castelli medievali di Sicilia, pubblicato dalla Regione Siciliana, data l'edificio intorno al XIV secolo. Sullo stesso toponimo, inoltre, si fa strada una nuova ipotesi che vuol far discendere Resuttano non più da "Rahàl-Suptanum", ma dal latino "Res-suptana" (verosimilmente "proprietà di sotto", essendo il Ventimiglia, proprietario del feudo, conte di Geraci).
Di certo c'è il soggiorno del re Federico II d'Aragona che, colto da un attacco di gotta durante un viaggio da Palermo a Castrogiovanni, fece testamento proprio nella camera d'onore del Castello di Resuttano (1337).
L'edificio, utilizzato per appoggio alle attività agricole del feudo, apparteneva, a quel tempo, al conte di Geraci Francesco Ventimiglia. Probabilmente si trattava anche di una stazione regia, nella quale alloggiavano i corrieri del re, o altri funzionari di passaggio. Il castello, va ricordato, era situato in un punto geografico di particolare importanza strategica, trovandosi a metà strada tra Palermo e Catania. Dal 1600, comunque, perse la sua funzione militare, conservando solo quella di fattoria. Il nucleo della struttura (una torre a due elevazioni), verrà inglobato in una masseria. Si sa che venne semidistrutto intorno alla metà del XVIII secolo, ma non si hanno, al momento, notizie più precise.
Recentemente (1996) l'edificio, espropriato, è diventato di proprietà della Regione Siciliana. L'unico intervento pubblico finora realizzato, al fine di salvaguardare le strutture superstiti del castello, tuttora in attesa di restauro, è quello della Soprintendenza BB.CC.AA. di Caltanissetta del 1998.

Siti Archeologici
Tutto il territorio intorno a Resuttano presenta testimonianze di insediamenti antichissimi e di siti di notevole interesse geologico. Musosino, piattaforma rocciosa situata a ovest del paese, presenta reperti di ogni tipo e fu certamente un ricco abitato del 1° Millennio a.C. Del Leone, un roccione così chiamato proprio perché la sua forma ricorda quella di un leone accovacciato, presente anche in alcune carte secentesche, non si sa granché. Data la sua posizione potrebbe essere stato, in tempi lontanissimi, un monumento solenne, o un segno di confine (il fiume Imera e il territorio circostante furono, in ogni tempo, zona di confine). Terravecchia di Cuti, posta su un monte di m. 825 s.l.m., fu un villaggio abitato tra il VI e il IV secolo che allungava le sue mura fino a una collinetta ellittica posta a est, probabilmente la sua necropoli. Purtroppo la collina non fu esplorata dallo scavo del 1959.
Oltre a questi luoghi vanno ricordate "…le balze di Barbara, banco fossile di corallo tropicale; e il monte Coticchio, che presenta la morfologia di letto di grosso e impetuoso fiume…Sulle pendici cretacee che costeggiano la strada per Portella del Morto si trovano conchiglie e chiocciole fossili di gasteropodi marini, alcuni dei quali unici" (G. Lo Vetere, Appunti per una storia di Resuttano, 1991).