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La "via del sale" ha costituito fin dal II millennio a.C. un importante tramite che congiungeva il Tirreno all’Adriatico, percorsa dalle greggi transumanti orizzontalmente.

La sua importanza crebbe a partire dalla prima età del ferro con l’intensificarsi della produzione grazie alle saline di Ostia e di Porto alla foce del Tevere e con il mercato del sale che si sviluppò grandemente a Roma presso il foro boario, da dove il minerale veniva poi ridistribuito per essere commercializzato nelle aree dell’interno.

In Origine con il nome "Salaria" si indicava solo il tratto Roma - Rieti, poi fu esteso da Augusto all'intero percorso Roma - Rieti - Antrodoco - Porto D'Ascoli (Castrum Truentinum).

In località Ponte Buita (miglio XXXV) la Salaria attraversava un ponte (Ponte Bruciato), di cui resta un muro. In prossimità del ponte si possono ammirare i Criptoportici di una villa romana. La via, poi, ascendeva verso Poggio San Lorenzo dove, in località Valle Gemma, sono visibili rovine di villa romana.

Da qui la Salaria continuava verso Colonnetta, dove è ubicato il miglio XL di età augustea.

Proseguendo, in località Ornaro Basso si trova Ponte Sambuco (vedi foto a destra).

La Salaria entrava poi a Rieti passando su un ponte in pietra, a tre arcate, costruito in età repubblicana e restaurato in età imperiale. Saliva, quindi, lungo l'antico cardo per mezzo di un viadotto, che corrisponde a via Roma, fino al foro e discendeva come decumano, ricalcando il percorso dell'attuale via Garibaldi.

 

 

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