Musei Vaticani

Da non perdere

Stemma Città del Vaticano Le tre cose che dovete assolutamente vedere sono:
la Cappella Sistina;

le Stanze di Raffaello;

il Laocoonte, il più famoso gruppo scultoreo dell’antichità.

Si consiglia di procedere alla visita nell’ordine inverso, ma con un’avvertenza: mentre percorrete le lunghe Gallerie che portano alla Cappella Sistina, non perdete i favolosi arazzi e gli affreschi raffiguranti planimetrie di città, in particolare Venezia.


Cappella Sistina

Cappella Sistina, particolare del soffitto

La Cappella Sistina è situata alla fine del vasto complesso di gallerie che costituisce i Musei Vaticani (vedi: Notizie Utili).

Appena dentro i Musei, prendete l’ascensore in salita ed effettuate una scelta tra gli itinerari segnati con diversi colori, dato che è al disopra delle limitate forze umane riuscire a visitare la totalità del museo in una volta sola.

Risparmiate le vostre energie per la Cappella Sistina e le Stanze di Raffaello che sono a mezz’ora di cammino dall’entrata e che - scusate l’insistenza - dovete assolutamente visitare. Per questo giro preventivate in ogni caso un paio d’ore, anche se vi sarebbe di che dedicargli una mattinata intera, tanto è pieno di meraviglie. Vi ci vorrebbero due o tre giorni per passare accuratamente in rassegna i complessivi 7 km di gallerie.

I capolavori di Michelangelo (1475-1564) sul soffitto e sulla parete dell’altare sono stati recentemente restituiti ai loro vibranti colori originari. Cinque secoli di muffa e fumo di candela sono stati ripuliti, centimetro per centimetro, da una squadra di restauratori di fama mondiale, che hanno fatto uso di materiali e strumenti non intrusivi, come l’acqua distillata e bastoncini nettaorecchie. I colori vi sembreranno magari troppo elettrici, ma Michelangelo si faceva i colori da sé affinché il suo affresco apparisse brillante come lo vedete oggi.

Cappella Sistina, particolare del soffittoI nove pannelli principali sulla volta rappresentano i cinque episodi principali della Genesi, oltre a "Il Peccato originale", "La Cacciata dal Paradiso terrestre", "Il sacrificio di Noè", "Il Diluvio Universale" e "L’ebbrezza di Noè".

Da non perdere "La Creazione di Adamo", dove il giovane nudo protende tutto se stesso, fino alla mano e al dito, verso un anziano Dio onnipotente: allusione al rapporto tra il giovane Michelangelo e il vecchio Papa autoritario. Questa scena, insieme a "Monna Lisa" (l’opera del contemporaneo Leonardo da Vinci, 1452-1519, che si trova al Louvre di Parigi) è considerata il più grande capolavoro d’arte visiva del mondo.

Quando dipinse i magnifici affreschi della volta, Michelangelo era giovane e ottimista: stava innovando radicalmente sia lo stile sia l’iconografia dell’affresco, e il suo rapporto di amore-odio con il prepotente Papa finì per diventare motivo d’ispirazione nel suo processo di creazione artistica.

Come potete costatare dall’oscurità terrificante che caratterizza "Il Giudizio Universale", dipinto un quarto di secolo più tardi, la storia aveva ormai trasformato la Chiesa cattolica, il Papa era cambiato, e l’atteggiamento del pittore non era più lo stesso.

Martin Lutero, con la sua denuncia della compravendita delle indulgenze papali, aveva avviato lo scisma protestante e la Riforma. Inoltre, nel 1527 gli eserciti del Sacro Romano Impero, al comando di Carlo V, avevano imprigionato il papa e saccheggiato Roma.

Per un artista del Rinascimento come Michelangelo, infaticabile pensatore e scrittore, il Sacco di Roma era stato la punizione di Dio per i peccati dell’Uomo. Egli rappresentò questa visione pessimistica nella sorprendente scena in cui un implacabile Cristo giudicante convoca i morti dalle loro tombe per assegnarli, a seconda delle loro azioni, al Paradiso o alla terrificante eternità dell’Inferno.

Cappella Sistina

Storia

1477-80. Papa Sisto IV della Rovere si fa costruire questa Cappella, le cui dimensioni sono le stesse del Tempio di Salomone secondo la Bibbia. Trasformando il Vaticano da palazzo medievale in palazzo rinascimentale, Sisto IV commissiona gli affreschi delle pareti laterali ai grandi artisti dell’epoca, tra cui Botticelli, Perugino e Ghirlandaio. In seguito, Raffaello disegnerà gli arazzi che vengono a volte appesi alle pareti stesse.

1508-12. Il nipote di Sisto IV, Papa Giulio II della Rovere, figura di grande coraggio e tempra (partecipava in prima persona alle guerre indossando la corazza, per riconquistare i domini papali persi dai suoi predecessori) minaccia di ricorrere all’uso delle armi contro Firenze per convincere il restio Michelangelo a venire a Roma a dipingere il soffitto della Cappella Sistina. L’artista, che lavorava da solo, sdraiato sulle impalcature, impiegò appena quattro anni a ricoprire gli 800 mq del soffitto con 300 gigantesche figure dai colori sgargianti.

1534-41. Ventidue anni dopo, un Papa fiorentino, Clemente VII de’ Medici, convince Michelangelo ad affrescare anche la parete di fondo con il "Giudizio Universale", al quale il maestro ormai vecchio dedica sei anni. Esso comprende 250 figure, la maggior parte delle quali originariamente nude. I panneggi furono aggiunti in un secondo tempo in posizioni strategiche per soddisfare il moralismo imperante.

Al giorno d’oggi qui si tengono le elezioni dei Papi, durante le quali i Cardinali con diritto di voto (quelli che non superano gli ottant’anni) restano chiusi in queste stanze - vitto e alloggio sono assicurati – e siedono lungo le pareti su troni con baldacchino. Le votazioni si tengono due volte al giorno, finché si raggiunge la maggioranza di due terzi, che permette la formalizzazione dell’avvenuta elezione con il famoso "habemus Papam", annunciato a tutto il mondo dal Cardinale decano. Finché non si raggiunge il "quorum", le schede vengono bruciate ogni volta con l’aggiunta di paglia bagnata per produrre fumo nero. A elezione avvenuta, si aggiunge paglia secca per produrre fumo bianco: la folla accalcata all’esterno apprende così la fausta notizia.


Viale Vaticano (Mappa A 2)

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