Musei Vaticani

Da non perdere


Musei e Gallerie

Museo Egizio

Particolare di un affresco egizioNel 1839, Papa Gregorio XVI Cappellari istituì questo museo, dove fece confluire molte delle sculture di regine, faraoni e divinità provenienti dalla Villa di Tivoli in cui l’Imperatore Adriano aveva raccolto le statue che gli ricordavano il suo perduto amore, Antinoo.

Le nostre preferenze: nella terza sala c’è una sorprendente scultura di Osiride che rappresenta Antinoo, il favorito che annegò durante un bagno a mezzanotte nel Nilo e venne divinizzato da Adriano. Famose anche le mummie e il trono in granito nero di Ramsete II (XIII sec. a.C.), nonché la gigantesca statua della regina Tuya sua madre.


Museo Pio-Clementino

E' il museo delle sculture greco-romane.


Gabinetto dell’Apoxyomenos

Così chiamato dalla stupenda scultura centrale, un atleta che si deterge il corpo con lo "strigile" dopo gli esercizi (copia del IV sec. d.C. da un originale di Lisippo, I sec. a.C.).

Questa sala ospitò Leonardo dal 1513 al 1516, quando fu ospite di Papa Leone X de’ Medici. Questi sperava che l’artista-scienziato scoprisse il modo di fabbricare l’oro dalla pietra; alla fine, Leonardo, che stava segretamente lavorando alle sue tavole di anatomia, venne cacciato dal Pontefice adirato dopo aver scoperto che per i suoi studi vi conduceva delle prostitute.


Cortile Ottagonale del Belvedere

(Sala VIII). Due capolavori universali: il "Laocoonte" e l’"Apollo del Belvedere".


Laocoonte

Scultura greca della scuola di Rodi (I sec. d.C.) Questo gruppo raffigura Laocoonte e i due figli intenti nell’eroica lotta contro giganteschi serpenti.

Si noti il realismo straordinario della rappresentazione: si tratta di un’opera spartiacque che segna la transizione dalla scultura greca "idealizzata" a quella romana.


Laocoonte

Storia

Laocoonte, scultura antica1506. Avendo saputo che un gruppo scultoreo è stato scoperto in un campo vicino al Colosseo, Michelangelo vi si precipita e capisce immediatamente di trovarsi davanti alla scultura definita da Plinio, nel I sec. d.C., "al disopra di qualunque opera dipinta o scolpita". La scultura un tempo faceva parte della collezione della "Domus Aurea" (vedi: Domus Aurea ) di Nerone. Michelangelo s’ispira alla figura del padre per alcune sue opere come il corrusco "Mosè". Papa Giulio II della Rovere, mecenate del Rinascimento, paga un capitale per il gruppo marmoreo e lo fa trasportare qui, nel suo cortile privato. Nove anni dopo, Francesco I, vittorioso Re di Francia - che più tardi attirerà Leonardo alla sua corte – pretende la scultura come bottino di guerra. Ma il successore di Giulio II, Leone X de’ Medici, che non accetta di separarsene, la fa copiare in segreto. Di fatto il gruppo viene portato a Parigi molto tempo dopo, da Napoleone, e torna in Italia dopo la sua sconfitta definitiva.

1905. L’archeologo Ludwig Pollack trova, presso un antiquario romano, un braccio di marmo che riconosce come un frammento mancante del "Laocoonte". Questa scoperta cambia totalmente la composizione del gruppo scultoreo, che per quattro secoli è stato assemblato in modo erroneo. Da non perdere, la fotografia della precedente ricostruzione, esposta vicino al gruppo.



Apollo Belvedere

Copia romana di una statua greca del IV sec. a.C. Vi si fondono l’idealizzazione della bellezza maschile e il realismo del panneggio. Gli artisti del Rinascimento considerarono quest’opera un modello di perfezione da tentare di raggiungere con ogni possibile sforzo.


Pinacoteca

Questa superba collezione d’arte viene spesso offuscata dalla fama della Cappella Sistina e delle Stanze di Raffaello.

Le prime sette sale rappresentano la prima fioritura del Rinascimento in diverse regioni italiane.

Nella Sala VIII vi sono opere di Raffaello di livello mondiale, come "L’incoronazione di Maria" (1505), "La Madonna di Foligno" (1512) e la sua ultima opera, "La Trasfigurazione" (1520), oltre ai suoi arazzi per la Cappella Sistina. Nella Sala IX troviamo l’unico dipinto realizzato da Leonardo da Vinci a Roma, il suo incompiuto "S. Girolamo", e la bella "Pietà" del pittore veneziano Giovanni Bellini.


Gallerie delle Carte GeograficheCortile della Pigna, disegno

Salite la scala fino a questo lungo corridoio fiancheggiato da finestre (Gallerie dei Candelabri, Arazzi e Carte Geografiche), che in origine era un passaggio aperto tra i palazzi vaticani.

Tra candelabri con 2000 anni di storia, potete affacciarvi sul Cortile della Pigna. Dalla parte opposta si gode una rara vista sui Giardini Vaticani, con i loro alberi slanciati, il tranquillo padiglione e i prati ondulati.

Nella galleria centrale del corridoio sono esposti arazzi che rappresentano scene della vita di Cristo (scuola di Raffaello, 1524-31), realizzati a Bruxelles.

Da notare gli elefanti e i cammelli, basati su esemplari dallo zoo privato del Papa. Da non perdere la "Cena di Emmaus": fa venire l’acquolina in bocca il vino messo a freddare nell’angolo in basso a destra. Notate lo sguardo di Gesù: sembra vi segua con gli occhi mentre passate.

Indimenticabili gli affreschi sulle pareti (Ignazio e Antonio Danti, 1580-83), che raffigurano le belle proprietà del Papa e Venezia.


Museo Gregoriano Profano

I Mosaici: sono composti da anelli in pasta vitrea ottenuti tagliando una sottile bacchetta cava, e venivano usati nel II sec. d.C. per nature morte raffiguranti cibo e bevande dei banchetti romani: calamari, asparagi, datteri. In questo museo si trovano inoltre i più bei mosaici in marmo.

Stanza del Mosaico di Asaraton (II sec. d.C.). Il mosaico, che fa parte del pavimento di una sala da pranzo, appartiene a un eccentrico genere greco copiato dai Romani.

Il "trompe l’oeil" intitolato "Dopo il banchetto", che raffigura avanzi sparsi sul pavimento, tra i quali si aggira un topo.


Viale Vaticano (Mappa A 2)

segue