Trastevere

Passeggiate

Porta Settimiana

Porta SettimianaQuesta porta, rifatta nel XV sec., segnava il confine della città. Via della Lungara era quindi fuori dalla cinta muraria e indifesa.

Le prime notizie sull’esistenza della porta risalgono all’Imperatore Settimio Severo (192-201 d.C.): era l’ingresso ai suoi possedimenti di campagna. Alla fine del III sec. d.C., venne incorporata nelle Mura Aureliane, nella speranza, purtroppo vana, di rendere Roma inespugnabile.

Guardando in alto vedrete da dove calava la saracinesca, nonché i robusti cardini. Se ne ha menzione nel Medio Evo (1123) come limite del territorio urbano, e tale rimase sino al 1633. Venne restaurata nel 1451, nel 1798 e nel 1995.

Nello spessore delle mura sono stati ricavati minuscoli appartamenti, i cui fortunati abitanti dispongono anche di una terrazza sugli spalti. C’è tuttavia chi sostiene che vi abitino anche dei fantasmi! Su entrambi i lati, protetti da una tettoia, sono ancora visibili affreschi, sia pure alquanto malandati.

Attraverso Porta Settimiana si entra nel cuore di Trastevere

La Fornarina. Nell’edificio che attualmente ospita un ristorante, una delle più antiche taverne di Roma, visse la Fornarina, la bella amante di Raffaello, nonché modella di molti suoi quadri, figlia di un panettiere. Il grande pittore ne era così infatuato che gli si spezzò letteralmente il cuore quando il Papa la fece di colpo sparire, d’accordo con Agostino Chigi, affinché lui si dedicasse esclusivamente alla pittura.

Via Porta Settimiana, 8


Piazza della Scala

Sorgono qui numerose case medioevali, riconoscibili dai contrafforti che sostengono i muri. Osservate, al n. 54, un'antica casa colonica. Durante il Medio Evo, quest’area era un feudo della famiglia Stefaneschi: le donne avevano raggiunto un tale potere che gli uomini, una volta sposati, ne assumevano il cognome.


Vecchia Farmacia della Scala

Via della ScalaFu aperta nel 1523 dai monaci Carmelitani per aiutare i malati e i bisognosi.

I monaci avevano inventato una speciale "Acqua della Scala", un liquido rosso intenso che curava diversi tipi di peste, in particolare il ceppo che imperversava quell’anno. Solo nel XVI secolo vi furono almeno quattro epidemie: nel 1523, nel 1527, nel 1538 e nel 1558.

Oltre la peste bubbonica (trasmessa dal morso di una pulce infettata in precedenza da un topo), altre malattie decimavano la popolazione della Roma medievale e rinascimentale: la dissenteria (molto diffusa a causa delle carenze igieniche nella conservazione del cibo); il tifo, che si contraeva bevendo acqua contaminata, non di rado causato dagli straripamenti del Tevere, che inondava le strade mescolando l’acqua con i liquami delle fogne.

Gli antichi Romani erano riusciti a eliminare le "acque nere" attraverso tubature che scaricavano nel fiume; la malaria imperversava regolarmente ogni estate quando le zanzare potevano felicemente moltiplicarsi nei laghetti stagnanti e nei fossati.

Nel 1726, Fra’ Basilio divenne così famoso per i suoi rimedi a base di erbe da venire consultato da Re e Cardinali; istituì un corso di studio per farmacisti principianti. La vecchia farmacia al piano superiore è rimasta simile a com’era all’epoca, con i recipienti di marmo dove venivano conservati i decotti.

Piazza della Scala, 23. Tel. 06 5806217.


S. Maria della Scala

Questa Chiesa venne costruita nel 1592 per ospitare un’immagine miracolosa, che un tempo ornava le scale (da qui il nome della chiesa) di una casa medievale sul lato opposto della piazza. Il bell’altare a baldacchino (Carlo Rainaldi, 1650) venne aggiunto in seguito.

Piazza della Scala


Museo del Folklore

Questo edificio, posto a continuazione della chiesa di S. Egidio, ospitava un convento di Carmelitane.

Nel museo, situato al primo piano, si possono vedere interessanti "tableaux" della vita romana di 300 anni fa, nonché copie di statue famose sparse per la città. Il museo è temporaneamente chiuso: la riapertura è prevista in occasione del Giubileo.

Osservate il quadro "Festa dei Moccoletti in Via del Corso" di Ippolito Caffi (1809-66), raffigurante i romani che giocano a spegnere le candele durante il Carnevale.

Piazza Sant’Egidio, 1b. Tel. 06 5816563

Adesso uscite dalla piazza, girate a sinistra e andate dritti per Via della Pelliccia. Proseguite e girate sulla destra in Vicolo del Piede: da non perdere l’edificio al n. 29, interamente medievale.

Svoltate ora a sinistra in Via della Fonte dell’Olio e ammirate le case sulla destra. Il tracciato di questa strada costituisce il percorso compiuto dal petrolio miracolosamente fuoriuscito in tempi antichi da una sorgente naturale sotterranea e riversatosi nel Tevere.


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