Trastevere

Passeggiate

Piazza S. Maria in Trastevere

Piazza S. Maria in TrastevereLa Piazza Santa Maria in Trastevere è il cuore di questo piacevole quartiere, essenzialmente rimasto immutato dal 1600. Solo la fontana venne rimaneggiata da Carlo Fontana, che nel 1692 l’appesantì con l’aggiunta di marmi grigi.

A sinistra della chiesa si trova Palazzo Moroni, usato dai monaci Benedettini quando d’estate il loro monastero veniva invaso dalle zanzare. La vicinanza dal fiume si è sempre fatta sentire: nel 1598 il Tevere ruppe gli argini e Trastevere venne inondato da 6 metri d’acqua. Più di mille persone persero la vita.

A destra della chiesa, al n. 26 della piazza, sopra la porta si legge la dicitura "Fons Olei", che ricorda il miracolo della fontana dell’olio. Dall’altra parte della piazza, al n. 23 di Vicolo Santa Maria in Trastevere, c’è il delizioso Palazzo Leopardi.


S. Maria in Trastevere

Piazza S. Maria in Trastevere, fontanaFondata durante il papato di S. Callisto, fu in un primo tempo dedicata a quest’ultimo – che aveva subito il martirio nelle vicinanze, venendo lanciato da una finestra in un pozzo – e successivamente alla Vergine Maria.

Divenne così la prima chiesa mariana di Roma.

I proprietari delle taverne all’epoca esistenti nella zona, compresa la "Taberna Meritoria" per i legionari, non erano, tuttavia, contenti di avere nei dintorni un tempio cristiano, convinti che avrebbe intristito l’atmosfera allontanando la clientela.

Essi reclamarono la proprietà del terreno su cui la chiesa era stata edificata. Ma l’Imperatore Alessandro Severo decise a favore dei Cristiani, dicendo: "E’ meglio che Dio sia adorato sotto qualunque forma", piuttosto che avere taverne e soldati ubriachi.

L’indimenticabile fregio a mosaico della facciata rappresenta l’offerta di doni alla Vergine e a Gesù Bambino, intorno ai quali sono distribuite dieci vergini.

Sotto il portico, a sinistra, pietre tombali risalenti al Medio Evo.

Alla base del campanile troverete un mosaico dell’XI sec. che rappresenta la Madonna con il Bambino.

Molti altri mosaici sono sparsi all’interno: a sinistra dell’abside, in alto, ce n’è uno bizantino del XII sec., abbastanza rozzo, con linee scure intorno al volto e alla figura, mentre un altro, opera di Piero Cavallini, rappresenta scene della vita della Vergine e di Cristo.

Degno di nota il pavimento cosmatesco in marmo a disegni geometrici. I Cosmati erano un gruppo di famiglie di artigiani del marmo che nel XII-XIII sec. crearono bellissimi pavimenti nello stile che da loro prende il nome, utilizzando frammenti di antiche colonne e manufatti romani.

Notevoli i bassorilievi su due sarcofagi di cardinali. Si ritiene che sotto l’altare siano sepolti ben cinque Papi. L’antico edificio a destra ospitava una Schola Cantorum (scuola di canto liturgico).

S. Maria in Trastevere

Storia

38 a.C. In questo luogo c’era una "fonte miracolosa", da cui si dice sia scaturito olio per una giornata intera, in quantità tale da arrivare fino al Tevere. Attualmente si tende a ritenere che il cosiddetto olio fosse in realtà acqua nera proveniente da una falla nelle condutture dell’acquedotto di Augusto, che si sapeva essere inquinato.

222 d.C. Sotto Papa Callisto I viene qui costruito un luogo d’incontro per la comunità cristiana di Trastevere: forse la prima chiesa cristiana a Roma.

1140. La chiesa attuale viene edificata nel 1130-43 sotto Papa Innocenzo II della famiglia trasteverina dei Papareschi, con materiale ricavato dalle terme di Caracalla.

XII sec. Viene iniziato il mosaico della facciata, poi restaurato nel XIV sec.

1702. A opera dell’architetto Carlo Fontana, viene aggiunto il portico che attualmente ospita frammenti di antiche sculture e lapidi.


Piazza S. Maria in Trastevere


Arco di S. Callisto

Proseguite lungo Via San Callisto a destra, verso Via dell’Arco di San Callisto (il Papa martire di cui abbiamo parlato sopra): a destra, in alto sulla strada, si noti l’arco.

Girate a sinistra e subito sulla destra, al civico 42, vedrete tre case medioevali con scala e affresco; ai numeri 43 e 44 altri due edifici degni di nota. Proseguite fino alla fine della strada e girate a sinistra su Piazza di Santa Rufina.

Osservate il campanile medioevale attualmente incorporato nel Convento delle Sante Rufina e Seconda, all’angolo di Via della Lungaretta e Via di Santa Rufina. La chiesa è stata edificata sulla casa in cui vissero le due martiri. Successivamente, nel 1026, Papa Giovanni XIX ne fece il suo palazzo.

E’ facile distinguere un campanile medioevale da uno di epoca più tarda: cercate i piani evidenziati da sottili colonnine di marmo che reggono archi romanici; troverete a volte anche dischi di porfido o vecchi piatti incassati nella facciata.

Via dell’Arco di San Callisto


Girate sulla destra in Via della Lungaretta e percorrete Viale Trastevere.


S. Crisogono

L’attuale facciata della chiesa risale al 1866 ed è frutto di un restauro eccessivo imposto a un edificio del 1623, opera di G.B. Soria. Non si trattava tuttavia del primo rifacimento, dato che già nel 1122 la chiesa era stata oggetto di interventi di cui oggi restano soltanto il campanile e poche altre tracce.

Niente resta, d’altronde, della prima chiesa, costruita nel V sec., in luogo a sua volta precedentemente edificato, con costruzioni di grande antichità.

A sei metri sotto l’attuale pavimento vi sono i resti di un complesso architettonico del II sec. d.C., in parte confinante con la chiesa. Al III secolo risale invece un’enorme sala piena di bellissimi affreschi ritrovata subito al disopra. Il tutto è ormai stato ricoperto.

All’interno della chiesa vi sono 22 colonne ioniche in marmo, 4 colonne di alabastro giallo e 2 grandi colonne di porfido. Il pavimento è cosmatesco, del XII sec. Nell’abside dietro l’altare, Piero Cavallini (XIII sec.), autore dei mosaici di Santa Maria in Trastevere, realizzò il mosaico che rappresenta San Crisogono con Gesù e la Madonna.

Sotto la chiesa c’è una stanza a ferro di cavallo dell’VIII sec., con due corridoi che ancora conservano resti degli affreschi dell’epoca.

Viale Trastevere angolo Piazza Sonnino


Casa di Dante

Torre degli Anguillara, XIII sec. (vedi: Torri Medioevali). La famiglia Anguillara mantenne per vari secoli un dominio di carattere feudale sulla zona.

Quest’alta torre, che faceva parte di un sistema fortificato per controllare Trastevere, è una delle poche rimaste dal Medio Evo, epoca in cui essa era affiancata da un palazzo dove si narra che Dante abbia pernottato.

In ogni caso, vi è una biblioteca dedicata al poeta. Sebbene restaurato e con la torre dimezzata, l’edificio conserva il suo sapore medievale.

Dietro l’isolato c’è la piccola Piazza del Drago. Incamminatevi ora per il tortuoso Vicolo del Buco. A sinistra troverete una casa medioevale addossata alla parte finale della Chiesa di San Salvatore della Corte.


S. Salvatore della Corte

La facciata di questa chiesa, nota anche come S. Maria della Luce, è purtroppo devastata da un falso barocco. Essa venne danneggiata da un’esplosione nel vicino deposito di munizioni di Vigna Pia e il restauro, del 1914, non si mantenne troppo fedele all’originale.

La struttura dell’abside e del transetto sono del XII sec.; la decorazione originaria venne smantellata alla ricerca di un affresco miracoloso della Madonna con il Bambino, che si diceva vi fosse nascosto sotto. Ciò rese necessario un totale e non particolarmente felice aggiornamento degli elementi decorativi.

S. Salvatore della Corte

Storia

III sec. d.C. Era la sede di un edificio romano dedicato a Santa Bonosa.

985-96. Testimonianze documentali risalenti al papato di Giovanni XV dimostrano l’esistenza di una piccola chiesa in questo luogo.

1121. Una bolla papale di Callisto II menziona questa chiesa come già in funzione per i soldati ("coorte", le coorti romane), il che viene anche a confermare l’esistenza all’epoca di caserme nella zona (vedi: S. Maria in Trastevere). Secondo alcuni, all’angolo di Via della VII Coorte sarebbe sorta una caserma dei vigili del fuoco; secondo altri, la parola "corte" del nome della chiesa deriverebbe invece dall’aggettivo "curtus", tagliato, e conterrebbe un riferimento alla circoncisione, praticata come noto dagli ebrei; è infine possibile che nel caso specifico "corte" derivi dal nome della famiglia de Curtibus.


Via della Lungaretta, 22A

Vicolo del Buco, 2A era la sede dell’Ospizio Inglese, l’ultima traccia del quale è una piccola targa nel muro che riporta la dicitura abbreviata in latino: "Collegium Angl.m num. 52 e 53".


Prendete la seconda a sinistra, Via dei Tabacchi, e poi svoltate a sinistra in Via Anicia, per godervi scorci di sapore medievale.



Confraternita di S. Giovanni dei Genovesi

Angolo di TrastevereDietro un’indefinibile facciata rifatta si nasconde un chiostro rimasto intatto dalla sua costruzione, nel 1482. Bello, riposante e pieno di fiori profumati: un pezzo di cielo in terra, come non ne sappiamo più creare.

Il chiostro, che faceva parte di un ospedale "per marinai malati e bisognosi"- tradizionalmente i marinai abitavano a Trastevere – fu costruito grazie alla munificenza di un nobile genovese.

I malati ricevevano cure attente e venivano visitati dai medici due volte al giorno. Veniva loro fornito da mangiare e da bere, oltre a medicamenti e lenzuola; nel chiostro venivano coltivate piante medicinali. I pazienti guariti se ne andavano con i loro oggetti; quelli che morivano senza testamento lasciavano i loro averi alla Confraternita.

Nel 1559, le navi genovesi ottennero il permesso di attraccare nel porto di Ripa Grande, per poter essere vicine alla loro Confraternita. Dal 1668 al 1675 l’ospedale ebbe come direttore il medico personale della Regina Cristina di Svezia.

La Confraternita continuò a fungere da Opera Pia anche dopo la fine dell’attività ospedaliera.

Via Anicia


S. Giovanni Battista

L’interno della chiesa, più volte rifatto, è caratterizzato da uno stile tardo barocco fiorito (XVIII sec.), dalle generose proporzioni.

Nella stanza a sinistra dell’ingresso c’è un magistrale "trompe l’oeil" che rappresenta una tenda damascata appesa al muro.

Nell’oratorio o sacrestia, oltre una porta al fondo della chiesa, vengono custodite statue d’argento, torce processionali in stile rococò, e reliquie, che venivano portate in processione per il rione durante le feste celebrate dalla Confraternita.

Via Anicia, 12. Aperto mar. e mer. Estivo 14-16. Inv. 15-18.


Usciti dalla Confraternita girate a destra, poi alla prima a sinistra in Via dell’Orto. In fondo alla strada c’è l’Istituto Romano di San Michele, in Via S. Michele


Istituto Romano di San Michele

Sede di alcuni uffici del Ministero del Beni Culturali.

Complesso fatto costruire nel 1693 dal Cardinale Odescalchi allo scopo di fornire una formazione professionale ai trovatelli; trasformato successivamente in prigione e in ospedale, dopo la seconda guerra mondiale venne in parte occupato da artisti che vi ricavarono i loro studi.

C’è un bel cortile pieno d’alberi d’arancio e un bar, nel caso voleste godervi lo spettacolo bevendo un caffè.

Nel complesso vengono spesso ospitate mostre d’arte, a volte in quello che era il carcere minorile, una grande e bella sala con le pareti bordate da celle su tre livelli. Nell’edificio principale si tengono conferenze.

Via San Michele


Girate a destra e continuate dritto sino alla chiesa di Santa Cecilia. Passerete davanti a un complesso di edifici medioevali, sulla vostra destra, adesso diventati "ristoranti medievali", con grandi comignoli in rame che si slanciano artisticamente verso il cielo.


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