Drive by Truckers - Decoration Day New West 2003

Storia tormentata quella di Decoration Day, una "sofferenza" artistica che sembra aver toccato le corde dell'ispirazione di Patterson Hood e Mike Cooley, principali timonieri di questa arrembante band sudista. Il burrascoso rapporto in casa Lost Highway ha lasciato i segni: scritturati sull'onda del successo indipendente del monumentale doppio Sounthern Rock Opera, uno dei rock'n'roll hits della passata stagione qui a RootsHighway, i Drive by Truckers hanno presto pagato il prezzo di aspettative troppo alte, quelle che l'etichetta aveva riposto sul loro bollente sounthern-rock. Con i lividi ancora ben in vista, hanno trovato rifugio nella più rassicurante New West, indie di tutto rispetto, consegnando un disco scuro e scontroso, assai meno unitario e carico di simbologie rispetto al precedente. Decoration Day è un viaggio nel lato buio dell'America di provincia: si vive e si muore nel "Profondo Sud", si fa resistenza e si affrontano delusioni e separazioni che lacerano l'anima. Il songwriting è ancora una volta l'arma in più di una band che musicalmente suona sempre splendidamente grezza e arruffata (merito anche di David Barbe alla produzione), persino un poco più imprecisa e sfuocata, ma pur sempre vera. Se l'inizio ha il sapore antico di un country-rock tinto di gospel (The Deeper In), il seguito piomba di colpo nel minaccioso incedere di Sink Hole, Crazy Horse sound allo stato puro, raddoppiato in occasione dell'incendiaria Hell No, I Ain't Happy, dove la voce al catrame di Hood trascina tutta la band all'inferno. E' un tour de force che ti lascia respirare solo al quarto tentativo: Marry Me è un'ode sudista con chitarre spumeggianti ed un riff che mischia Skynyrd e Stones fregandosene dei diritti d'autore. Serve anche come ideale spartiacque per una parte centrale più riflessiva, con molti alti (My Sweet Annette su tutte) e qualche momento di secca acustica (la noiosa Sounds Better in the Song). Niente di preoccupante: i DBT non si risparmiano mai, registrano dischi chilometrici, perdono a volte la bussola, ma quando ritornano alle loro radici confederate (la stessa Decoration Day, ballata elettrica travolgente) o virano al puro rock'n'roll, tutto gira per il verso giusto (Give Pretty Soon, una Careless che si impasta di tonalità hard-rock, la Keith Richards dipendente Do It Yourself). Tirano dritti per la loro strada e alzano le chitarre al cielo: i DBT continuano a vendere cara la pelle.
(Fabio Cerbone)

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