Parlare si southern-rock nel 2003 è un'arma a doppio taglio: qualcuno
potrebbe pensare ad un termine di un'epoca ormai lontana, quasi anacronistica,
qualcun altro invece ad una specie di età dell'oro del rock'n'roll
made in USA. Sta di fatto che il proliferare di nuove band in ambito Americana
ha resuscitato vecchi fantasmi: RootsHighway si è già occupato
degli strepitosi Drive
by Truckers ed ora è la volta dei Cross Canadian
Ragweed. Sarà per via di quella contrazione nel nome, che rimanda
esplicitamente agli immensi Creedence di John Fogerty, ma questi ragazzi
mi sono stati simpatici fin dall'attacco spaccone di Anywhere But Here,
che a dirla tutta sembra una canzone dei mai dimenticati Go to Blazes,
rock stradaiolo serrato che ti mette voglia di partire per qualche posto
lontano. Strano scherzo del destino i Cross Canadian Ragweed vengono dall'Oklahoma
ed hanno un discreto seguito in Texas: dunque non propriamente dei sudisti
doc, ed infatti il loro omonimo esordio per la major Universal South (nuova
divisione del colosso discografico) non profuma solo di southern-rock.
Si sente anche l'eco di radici texane e vaghi ricordi country nelle acustiche
Brooklin' Kid e On a Cloud, ballatone da fm radio americana
come la ruffiana 17 o Broken ed un'impostazione da tipica
bar band (Walls of Huntsville, Suicide Blues) che ha macinato
una sfilza di concerti lungo il paese (alle spalle hanno già quattro
dischi indipendenti, di cui due live). Cody Canada ha la voce giusta
e, come ha scritto intelligentemente certa stampa americana, sembra essere
cresciuto senza fare troppa differenza tra Bruce Springsteen (io aggiungerei
John Mellecamp) e la Marshall Tucker band. Il risultato a volte è
un po' scontato, finendo nei luoghi comuni del genere, ma c'è un
misto di ingenuità ed onestà nelle canzoni dei C.C.R. che
li fanno apprezzare.
(Tommaso Piccoli)
www.crosscanadianragweed.com
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