CONFRATERNITA
DELL'ORAZIONE E MORTE

(detta "Compagnia della Buona Morte")

"La confraternita dell'orazione e morte" di Gesù è una delle più antiche di Sezze. Riguardo l'origine forse va ricollegata all'omonima associazione nata a Roma nel 1538 per la sepoltura dei morti abbandonati nelle campagne romane. Non si conosce la data esatta dell'istituzione a Sezze, dove la confraternita è più conosciuta come "della buona morte". E' attestata nella "relatio ad limina" del vescovo diocesano mons. Cardino nel 1590. Lo studioso Luigi Zaccheo afferma che essa fu istituita intorno al 1300 con la venuta dei francescani a Sezze, ma questa notizia non risulta altrimenti attestata. La confraternita era regolata da norme contenute negli Statuti che erano conservati in un unico manoscritto, che nel 1944 andò perduto tra le macerie della chiesa di San Rocco che in quell'anno fu bombardata. Oltre ad aiutare persone, bisognose, essa si occupava di seppellire i morti fuori città, oltre che dei riti per i defunti e diede vita alla processione del Cristo morto, molto partecipata già da tempi più lontani. A testimoniare quanto fosse intensa la partecipazione alla processione del Cristo morto a Sezze, V. Venditti ricorda che in una lettera del XVII sec. inviata all'arciprete di S. Rocco dall'abate cistercense di Valvisciolo, questi: "chiedeva scuse ... per non poter mandare alla processione tradizionale del Venerdì Santo che solo duecento persone, tra monaci, famiglie e dipendenti del convento"! La confraternita era governata da un priore, eletto dai confratelli ed era amministrata dagli officiali, quattro procuratori e un depositario (cassiere), che venivano eletti il giorno dell'Epifania a scrutinio segreto alla presenza del vescovo o del vicario generale, che nel XVIII sec. diventa governatore della confraternita. Gli officiali al termine del loro mandato annuale, dovevano render conto dell'amministrazione. Gli incontri, generalmente, avevano luogo ogni primo lunedi del mese per la celebrazione dei defunti e l'esposizione del Sacramento. Nel tempo il lunedì resta riservato all'esposizione del Sacramento, l'ufficio dei defunti viene spostato al martedì. Il sabato presso la cappella della Madonna dei Monti (chiesa di S. Rocco), loro patrona, il cappellano della confraternita provvedeva a recitare il rosario. Ogni anno per la commemorazione dei morti, nei tre giorni precedenti il 2 Novembre, essa curava l'esposizione solenne del SS.mo Sacramento, e si celebravano molte messe. Grande festa si faceva il 26 Aprile per la Madonna dei Monti, che veniva portata in processione per le strade del paese; vi partecipava il Capitolo dei canonici della cattedrale. La confraternita faceva anche celebrare le feste dei santi cui erano dedicate le cappelle laterali della chiesa: S. Giovanni Battista, S. Carlo Borromeo e S. Nicola di Mira. Nel pavimento della cappella della Madonna dei Monti, lungo le pareti di destra e di sinistra, si aprivano le tombe in cui venivano sepolti i confratelli della confraternita. L'abito proprio della confraternita era ed è costituito da un saio completamente nero con cappuccio. I confratelli lo indossano ancor oggi nelle varie azioni liturgiche e durante le processioni, nelle quali la confraternita è preceduta dalla propria croce mentre il priore porta in mano un bastone processionale."

(tratto dal lavoro prodotto dagli alunni dell'I.S.I.S.S. "P. e De Magistris" di Sezze: "Conoscere, Amare e Conservare" - coordinamento prof.sse Rosella e Manzoni)



                                                                                                                               
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