INTRODUZIONE

Prima di parlare specificamente delle 4 Confraternite Parrocchiali è bene comunque tracciare un breve profilo di queste associazioni per definire, almeno per grandi linee, l'importanza che ebbero nel mondo cristiano, e quindi occidentale.

L'origine delle confraternite è molto incerta e non mancano ipotesi di collegamento con istituzioni già esistenti in epoca pre-cristiana, i collegia romani o le fraterie greche e della Magna Grecia.
Infatti la parola "confraternita" deriva dal latino "fraternitas" e significa "fratellanza". Nell'ambito della Chiesa Cattolica indica una associazione che nasce con lo scopo di suscitare l'aggregazione tra i fedeli, di esercitare opere di carità e di pietà per incrementare le pubbliche pratiche di culto. La denominazione di queste associazioni fu varia nei secoli e diversa in Italia da regione a regione. I termini più frequente usati furono confraternitas, fraternitas, fraterie, confratrie, agape, caritas, consortia, fratele, fraglia, sodalitium, sodalitas, gilda, gildonia, schola. I sinonimi tuttora usati sono compagnia, congrega, estaurita o staurita oltre a confi-aternita ed arciconfraternita. Queste associazioni, costituite canonicamente in una chiesa mediante formale decreto dell'Autorità ecclesiastica che "sola" può modificarle o sopprimerle, hanno uno statuto, un titolo, un nome ed una foggia particolare di abiti. Si differenziano dalle "congregazioni religiose" in quanto i loro componenti conservano lo stato laico e restano nella vita secolare; i loro membri non hanno quindi l'obbligo di pronunciare voti, né di fare vita in comune, né di fornire il proprio patrimonio e la propria attività per la confraternita.
Recenti studi comproverebbero l'esistenza di confraternite in Europa prima dell'anno mille e forse già nel quarto secolo, almeno in Francia. Un libretto pubblicato da una Confraternita per i suoi appartenenti nella prima metà dell'800 riporta che queste associazioni "furono antiche nella Chiesa, onde se ne trova menzione nel quindicesimo canone del concilio di Nantes celebrato nell'anno 895, e se ne fa parola nella vita di San Marziale scritta da uno dei suoi discepoli".
In Italia le prime confraternite di cui si abbiano notizie "storiche" risalgono al VII secolo mentre in Italia l'esistenza di confraternite è documentata in maniera certa a Viterbo agli inizi del 1000 ed a Orvieto alla fine dello stesso secolo. Molte di esse sono state emanazioni di movimenti mistici, collegate agli Ordini mendicanti che cercarono di attuare la solidarietà cristiana, realizzando nella società opere di assistenza e di carità. Tra le confraternite più antiche si annoverano quelle dei Battuti o Flagellanti, dei Disciplinati, del Gonfalone, dei Bianchi e dei Laudesi che tenevano adunanze caratterizzate dal canto in volgare delle laudi e da vere e proprie rappresentazioni sacre. Nel 1260 l'eremìta Ranieri Fasani da Borgo San Sepolcro diede inizio al movimento dei disciplinati (o disciplinanti), penitenti itineranti che predicavano la mortificazione del corpo mediante l'autoflagellazione. I suoi adepti si battevano la schiena con una "disciplina" con un mazzo di 5 cordicelle munite di nodi o di palline di legno o metallo, in ricordo delle 5 piaghe di Cristo (ancora la simbologia dei numeri). A tale scopo, il saio indossato dai penitenti, era munito, sulle spalle o sul dorso, di apposita apertura o finestrella e dall'espressione cantilenante: "fate penitenza!". Nel tempo sorsero moltissime confraternite legate anche alle nazionalità come quelle di S. Maria dell'Anima e di S. Maria dei Teutonici in Germania o quella di S. Luigi dei Francesi in Belgio. Il Concilio di Trento, indetto da Paolo III nel 1545 e chiusosi nel 1563, ne affidò la sorveglianza ai Vescovi, ma vari Stati avviarono lotte di giurisdizione, per poterne avere il controllo (soprattutto dei beni di quelle più potenti e influenti). In Austria e in Francia, nel XVIII sec. furono soppresse dalla Rivoluzione e quando, più tardi, furono ripristinate vennero limitate e considerate quali associazioni di fedeli a scopo religioso o istituzioni pubbliche di beneficenza e assistenza, quindi soggette alle leggi sia della Chiesa che dello Stato. In Italia il Concordato tra lo Stato e la Santa Sede, ha stabilito che le confraternite che hanno prevalente o esclusivo scopo di culto, per quanto attiene le loro attività e l'amministrazione, dipendono dall'autorità religiosa e non sono soggette a trasformazione negli scopi.
I motivi per i quali sorsero e si affermarono le confraternite furono quidi molteplici ed in buona sostanza simili a quelli che determinarono la fondazione dei monti di pietà. L'assoluta mancanza nel corso del Medio Evo di qualsiasi forma di assistenza pubblica e delle più elementari garanzie specialmente per la parte più disagiata delle collettività, in gran parte perdurata fino a tempi abbastanza recenti, ed al tempo stesso il bisogno di ben operare per amore e timore di Dio, furono le principali motivazioni che indussero i cristiani ad associarsi per aiutarsi reciprocamente. L'intento delle Confraternite, dunque, fu quello di rispondere a istanze religiose associandovi scopi assistenziali nei confronti sia degli aderenti che dei non aderenti, oltre a intenzioni promozionali per la categoria che la promuove. Ed infatti, tra le diverse aggregazioni di laici sorte nel Medioevo, escludendo quelle eminentemente religiose, vi furono le corporazioni delle arti e mestieri, di ispirazione più segnatamente laica, le fratellanze e le confraternite, anch'esse orientate inizialmente come organizzazioni di categoria, le quali si occuparono in particolare del benessere materiale degli appartenenti e contemporaneamente della loro salvezza spirituale. Fu così possibile attuare l'assistenza mutua tra i congregati nella spiritualità e nelle necessità materiali, assistersi nei casi di difficoltà economiche, nelle infermità, nella difesa dai soprusi della legge, dalle prevaricazioni e dalle persecuzioni. Per fare qualche esempio della potenza e della importanza delle consorterie di mestieri" possiamo accennare al caso di Firenze. Nella città del Giglio l'Arte della Lana si impegnò con grandi contributi destinati in particolare alla Confraternita di Orsanmichele mentre l'Arte di Calimala fondò l'Ospedale degli Innocenti e gestì, su mandato del Comune, l'Opera di San Giovanni Battista che, tra le altre cose, provvedeva a elargire generose elemosine ai poveri o a chi era in difficoltà con la propria attività professionale.
Le confraternite quindi si assunsero numerosi compiti sociali quali l'assistenza ai poveri, agli orfani, agli ammalati, agli incurabili, ai carcerati, ai condannati a morte, alle giovani a rischio, si prodigarono per il recupero delle persone deviate e delle prostitute pentite, si impegnarono nel riscatto dei cristiani caduti schiavi dei saraceni. Di grande valore umanitario fu poi l'assistenza agli ammalati contagiosi e la pietosa opera di sepoltura dei morti abbandonati, degli assassinati, dei poveri, delle vittime nelle epidemie, degli stranieri, degli sconosciuti, vero grande problema di quegli oscuri e tumultuosi tempi al quale le confraternite diedero sempre adeguate risposte. Per l'adempimento di quelle pietose opere di notevole contenuto cristiano, morale e civile, ma ancora per testimoniare fede, umiltà, carità e penitenza, (a differenza di quanto accade attualmente con la gara alla "visibilità della beneficienza di oggi") fu necessario indossare un saio e non mostrarsi pubblicamente. Nascondere la propria identità, negare il proprio volto coprendolo con un cappuccio, annullando in tal modo completamente la propria personalità, da cui la tradizione tuttora in uso in molte confraternite (cosa che è anche servita però a creare e a far percepire la confraternita come comunità massonica e, più generalmente, segreta fino alla peggiore delle realtà; l'associazione razzistica del Klu Klux Klan).
Continuando, il periodo di maggior sviluppo sviluppo fu tra il XIV ed il XVIII secolo. Le confraternite si diffusero in modo capillare in tutta l'Europa, a volte divenendo nei secoli importanti e potenti anche economicamente; riuscendo perfino ad influire ed incidere non poco nelle questioni civili ed finanche, più specificamente, politiche. Contribuirono così pure allo sviluppo sociale ed economico delle comunità in cui si trovarono inserite. Prodigandosi con crescente impegno nell'opera di proselitismo cercarono anche di riservarsi un proprio spazio tra le gerarchie ecclesiali, il clero, gli ordini monastici ed il popolo, fungendo sovente da cinghia di trasmissione tra queste realtà e candidandosi come sostegno delle attività di pertinenza delle parrocchie. Finanziariamente forti per lasciti, donazioni e contribuzioni dei confratelli, molte di esse poterono fondare ospedali, ospizi per poveri e pellegrini, orfanotrofi e conservatori per ragazze a rischio, erigere chiese, oratori e monumenti, organizzare e gestire scuole per diffondere l'istruzione e l'educazione religiosa, gestire luoghi di sepoltura.
Cosa non meno importante, le confraternite contribuirono allo sviluppo delle arti, dotando le loro sedi di sculture, di dipinti, di decorazioni, di ori ed argenti lavorati, di paramenti pregiati, di biblioteche; diedero poi importanza alla musica ed al canto liturgico che praticarono assiduamente durante le funzioni religiose. A testimonianza della particolare attenzione al mondo dell'arte, particolarmente nei secoli scorsi, ci piace ricordare due esempi illuminanti giunti sino a noi: le "Sette Opere di Misericordia" dipinte dal Caravaggio per la Chiesa del Pio Monte della Misericordia di Napoli (l'autore degli "angeli" inseriti inseriti in questa pagina: il gruppo di destra è costituito proprio dai 2 angeli del quadro in questione) e lo "Stabat Mater" di Pergolesi composto su commissione dell'Arciconfraternita dei Cavalieri della Vergine dei Sette Dolori di Napoli.
Oggi le Confraternite sono confinate in posizioni "marginali". La loro attività è principalmente l'attività di culto e il loro impegno è profuso in funzioni prevalentemente esterne, quali le processioni e le rappresentazioni sacre, particolarmente quelle ispirate alla Passione e Morte di Cristo, enfatizzatizzandone, talvolta in chiave riduttiva, i soli aspetti di religiosità esteriore.


Per tutti questi motivi la parrocchia di S. Maria è orgogliosa di ospitare ancor oggi quattro Confraternite delle 5 tutt'ora presenti a Sezze:

  • La Confraternita dell'Orazione e Morte (detta della Buona Morte);
  • La Confraternita del Santissimo Rosario;
  • La Confraternita di Gesù e Maria (scomparsa e ora rinata grazie ad alcune coraggiose giovani donne setine);
  • La Confraternita del Santissimo Sacramento.

La quinta confraternita setina ancora oggi ospitata nella parrocchia di S. Pietro, è la Confraternita dei Sacconi (vedi immagine a sinistra), derivata dal movimento quattrocentesco dei "Bianchi" e fondata nel 1763 quale aggregazione dell'Arciconfraternita di Roma [Arciconfraternita: "sodalizio religioso con funzione di centro e di guida rispetto ad altre associazioni che possono essere affiliate ad essa. In tal modo esse (le confraternite affiliate - n.d.r.), per concessione della Santa Sede, possono godere degli stessi privilegi dell'Ente cui sono aggregate]. In passato potevano diventare "Sacconi" solamente i "cittadini di elevato prestigio sociale, di buona condotta morale e di un cospicuo reddito". Il compito principale degli affiliati era innanzi tutto quello di dare sepoltura ai poveri e di fare opere di misericordia e penitenza. Vestiti con un saio di lino candido trattenuto alla cinta da un grosso rosario, ed il cappuccio sul volto, oggi i "Sacconi" prendono parte solamente alla Processione del Venerdì Santo portando in mano quelle ossa umane a ricordo del loro fondamentale dovere originario. E' bene infine ricordare che in passato, oltre alle 5 già citate, vi era un'altra confraternita setina dedicata a San Francesco Saverio. Noi pensiamo e speriamo che in questi nostri tempi (basti pensare ai problemi della nuova povertà, dell'emigrazione, dell'AIDS ecc.) l'interesse per queste associazioni rinasca "di nuovo rinnovato" come dimostrato dalle donne della nostra rediviva Confraternita di Gesù e Maria.


                                                                                                                              
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