L'anima nera del Belgio di Corrado Augias

Nel grande romanzo di Hugo Claus Tropela l' angustia di una condizione che già Simenon 'belga di nascita' racchiudeva in questa immagine: "Nessuna traccia di cielo, nessun orizzonte, nessun colore. Volti come appannati, inscatolati, immusoniti che tremolano dietro le tendine delle finestre". Nato nel 1929 sposato, due figlie, massimo scrittore in lingua neerlandese scrive: "la sofferenza del Belgio" nel suo libro, egli racconta la storia di Louis Seynaeve ha dieci anni e studia in un cupo collegio cattolico nel quale l' obbedienza ipocrita e una sessuofobia ossessiva sono una regola, anzi la condizione stessa dell'esistere. Quando i nazisti invadono il paese Louis torna a casa e scopre i suoi genitori entusiasti dell'occupazione e sua madre si accompagna agli ufficiali dell'SS. In questa situazione il ragazzo cerca di trovare un equilibrio allenandosi a guardare con occhio distaccato e alterato dalla fantasia e dall' humour le brutture che lo circondano. Successivamente si scriverà, un po’ per infatuazione, un po’ per gioco alla gioventù hitleriana. Il romanzo è diviso in due parti: la prima è scritta con un ragazzo e rappresenta la realtà sfumata, imprecisa, onirica. Nella seconda parte fa il suo ingresso il mondo degli adulti, la realtà con le sue durezze: i capitoli più corti, la lingua narra fatti concreti. Hugo Claus in un' intervista rivoltagli da Corrado Augias racconta che in Belgio molti collaborarono con i Tedeschi poiché sembrava che potessero vincere e dice di essere stolto egli stesso, attratto in un certo modo dai tedeschi perché gli piacevano le loro canzoni forti e afferma di essere stato dalla loro parte fino alla fine della guerra. Narra poi di una notte in cui suo padre lo portò con se a rubare in un deposito di libriclassrm.gif (75461 byte) sequestrati dai nazisti, dice che egli si perse in quel mare di libri e afferma di aver sentito dei rumori "strani" che provenivano dal piano di sopra e di aver saputo solo il giorno dopo che quella era la prigione dove la Gestapo torturava i prigionieri…………….

 

         dal "CORRIERE DELLA SERA" del 27/01/2000