L'olocausto:
l'Italia non si assolva
Il 27 gennaio coincide con la data della liberazione di Auschwitz
da parte dei sovietici. Il 27 gennaio dello scorso anno rappresenta il
giorno in cui si è sottolineata l'importanza di ricordare e festeggiare
la liberazione degli ebrei e dei molti perseguitati dal regime
nazi-fascista dai campi di sterminio.
In Italia tale evento,
riportato dal quotidiano "La Stampa" del 27 gennaio 2000, fa
riferimento alla giornata inaugurale del terzo Forum Internazionale
sull'olocausto, dove, 48 ministri degli esteri,capi di stato e di
governo si sono riuniti per dare vita alle "Nazioni Unite della
Memoria" poiché "nulla di quanto è stato sia ancora"
come riportato in "Se Questo è Un uomo" di Primo Levi, ebreo,
torinese, anch'egli vittima della persecuzione nazi-fasciste ha portato
allo sterminio di 6 milioni di ebrei.
Il presidente del
Consiglio italiano in carica, Massimo D'Alema, ha sottolineato
l'importanza di non dimenticare ciò che il nostro paese è stato e cioè
il paese di Mussolini e del fascismo. Ciò però non può mettere in
secondo piano quello che alcuni uomini coraggiosamente, opponendosi alla
tirannia,alle barbarie, alle minacce, alle "manganellate"
fecero per salvare gli ebrei dalla persecuzione. In effetti, il Prof.
Yehuda Bawer di Gerusalemme ricorda come alcuni ebrei croati riuscirono
a salvarsi in Emilia a Villa Emma; nonostante ciò, D'Alema ha ribadito
con fermezza che l'Italia non può essere totalmente discolpata perché
è stato il paese che non ha saputo fermare, ed anzi, cavalcato
Mussolini e il fascismo. Stessa posizione è stata condivisa dal
presidente dell'unione delle comunità ebraiche Amos Luzzato che ha
ricordato in questa che l'Italia fu il paese delle leggi anti-ebraiche,
delle delezioni, della Repubblica di Salò. Tutti concordi, o quasi
tutti, insomma sulla necessità di far luce su quali furono le offese,
le punizioni, le violenze che subirono gli ebrei italiani. D'Alema ha
dichiarato inoltre che il lavoro di ricerca è stato certamente lungo,
non semplice e in effetti non ancora terminato, ma nonostante ciò, si
sono raccolti circa 17000 dossier. Anche in Francia, il lavoro di
recupero della storia è stato compiuto con la collaborazione dei leader
Mitletand, Chrac prima e Jospin dopo. Anche in Germania il cancelliere
Gehard Schoeder ha dichiarato l'importanza dell'impegno della memoria,
affinchè venga raccontato alle nuove generazioni tedesche che cos'è
stato il TERZO REICH.
Anche il Premier svedese
Goran Persson ha sottolineato l'assoluta necessità di raccontare,
ricordare, ma soprattutto di distinguere tra chi ha assistito inerte, in
silenzio rifugiandosi nell'alibi che ribellarsi era impossibile
manifestando così un tacito consenso, perché essi non furono certo
meno colpevoli degli aguzzini.
La Giornata del Forum è
inoltre stata l'occasione affinchè il 27 gennaio venga dichiarato il
"Giorno del ricordo dell'Olocausto" in ogni paese.
Germania e Gran Bretagna
l'hanno dichiarato immediatamente, la Francia ha scelto un altro giorno
che coincide al giorno della deportazione francese da parte di Vicky;
inoltre l'Italia è in ritardo perché la proposta di legge in
commissione era ancora in corso.
Il 27 gennaio 2000 l'opinione pubblica e i vari leader dei governi
europei sono inoltre molto preoccupati, come sottolineano le stesse
dichiarazioni dell'italiano D'Alema o del tedesco Schoeder per una
possibile entrata al governo dei nazionaliberali di Haider; a questo
proposito colpiscono le dichiarazioni (successivamente smentite) del
premier israeliano Bakar che presentano Haider come"un
rappresentante del demonio, la cui presenza al governo sarebbe sgradita
ed irritante"
Di M.Molinaro, La Stampa 27/01/2000
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