ATLETICA.Ai campionati italiani di società a Bressanone Sara Palmas cerca il pass per il mondiale SERIE A. La Sardegna è presente con Amsicora (uomini) e Cus Cagliari (donne) Nelle squadre della Penisola trovano spazio tutti gli altri pezzi da novanta: Trentin, Campus, la Falchi, la Selis e i velocisti Marras e Puggioni. |
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L'atletica sarda si giocheraà tutto nelle prossime settimane. Nell'arco di una ventina di giorni si svolgeranno i più importanti appuntamenti
di questa stagione agonistica. Dai campionati italiani assoluti su pista individuali e societari sino a quelli regionali individuali assoluti e allievi su pista e su strada.
Si comincia a Bressanone dove oggi e domani si disputano i campionati italiani assoluti su pista di società di serie A. Per la Sardegna ci
saranno l'Ansicora tra i maschi e il Cus Cagliari tra le donne. Attesissima in questa gara la prova di Sara Palmas che gareggerà negli 800
metri e nei 1500: la prima condizione per poter aspirare alla convocazione per i mondiali di Edmond è quella di vincere queste due prove. Tratto da L'Unione Sarda, 15 giugno 2001, articolo: Antonello Loi |
Una delle più forti sportive sarde di ogni epoca candidata nel governo della Fidal Il salto più lungo di Valentina Lascia le pedane ma resta nell'atletica leggera |
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E' stato bello accompagnare Valentina in quel lunghissimo salto che l'ha portata ad accarezzare tre olimpiadi e un'infinità di altre manifestazioni internazionali (tre mondiali, due europei, solo per citare i più importanti), a riempire di record italiani e scudetti tricilori una carriera che in Sardegna, in campo feminile, non ha uguali. Non c'è ancora un annuncio ufficiale, ma la sua candidatura al consiglio nazionale della Fidal che verrà eletto il 28 gennaio a Chianciano terme, rappresenta di fatto l'addio a quella pedana del salto in lungo che ha proiettato Valentina Uccheddu ben oltre i sette metri: nella storia dello sport sardo. Lei - come sempre - non cerca la ribalta, non si è candidata per catturare poltrone e popolarità: "Me l'hanno proposto, ho accettato d'istinto per continuare a far crescere il mio sport". E' inserita nella cosidetta "Lista Gola", quella presentata dal presidente uscente, che dovrà vedersela con lo sfidante unico, l'ex marciatore Maurizio Damiliano. Le piace l'idea, al termine di una battaglia che si preanunci all'ultimo voto ("nessuno ha la certezza di essere eletto"), di poter rappresentare gli atleti in seno al consiglio nazionale. Al suo fianco ci sarà tutta la Sardegna, schierata stavolta con Gianni Gola dopo che, nel passato, lo aveva combattuto perché lo sfidante del colonnello della finanza era il presidente del Cus Cagliari Adriano Rossi. Quella di Valentina - che a ottobre compirà trentacinque anni - non è una storia come le altre: sul piano sportivo è ricca di gioie e soddisfazioni, ma è stato sopratutto il versante umano a rendere bellissima la carriera di questa atleta che Francesco Garau aveva scoperto sulla pedana oristanese del Sacro Cuore: a quattordici anni non arrivava a cinque metri, era uno scricciolo di un metro e mezzo per quaranta chili; quattro anni dopo, però, era già volata a 6,16, e così via,fino ai due record scolpiti negli archivi della Fidal: entrambi sulle pendici del Sestriere, il 6,80 del 1994 e il 7,07 (ventoso) del 1995. Misure eccezionali che solo l'avvento di Fiona May hanno scalzato dalla vetta dalle liste italiane di sempre. Chissà quanto sarebbero durate lassù. La stessa Fiona May lo ha sempre detto: se avessi la tecnica di Valentina non avrei avversarie al mondo. "Ma non è ancora tempo di parlare di questo, lo farò più avanti", afferma la Uccheddu, che in quetsi giorni più che alla convention di Chianciano Terme sta pensando alla tesi di laurea in lettere Moderne che sta per discuttere all'Università di Cagliari, una laurea che ha dovuto attendere un pò, per colpa dell'attività sportiva, ma che finalmente sta arrivando. La tesi è sulla chiesa di Santa Maria di Bonacardo. Qualcuno, però, potrebbe scrivere qualcosa di più intenso di una tesi sulla carriera di Valentina Uccheddu, sopratutto quel che è accaduto nella parte finale del suo lungo volo sulle pedane di tutto il mondo: quel drammatico infortunio (distacco del tendine d'achille) proprio alla vigilia dei giochi olimpici di Atlanta 96 dopo quelli di Barcellona 92 e quelli, mancati per un soffio, di Seul88. Quell'incidente avrebbe steso chiunque: non Valentina, che da quel giorno ha ripreso ad allenarsi e a soffrire, non tanto per ottenere chissà quali altri titoli, ma semplicemente per uscire da una pedana con le proprie, bellissime, gambe. La Uccheddu c'è riuscita: dopo due anni di inattività si è presentata, ancora una volta senza grandi clamori, sulla sua pista del suo Sacro Cuore, con Francesco Garau e pochi altri intimi al suo fianco. Qualche balzo, uno più bello dell'altro, fino al 6,70, giusto per urlare sotto voce "sono guarita". Poi è iniziata la lunga discesa verso l'addio: Valentina, che di fatto si è ritirata da parecchi mesi perché le stagioni estive si preparano nell'inverno precedente, non vuol farlo sapere, così come non vuol dare troppo clamore alla sua candidatura. Continuerà a saltare - speriamo - dentro le stanze del governo della Fidal: lei, portavoce di un'atletica che più pulita non si può. Basta guardarla negli occhi. Tratto da L'Unione Sarda, gennaio 2001, articolo: Nando Mura |
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