Ecco i rischi per la nostra salute imputabili all'elettrosmog.
Uno
scienziato americano, Goerge Carlo, dopo tre anni di ricerche a capo del gruppo
Health Risk Management Group, ha reso noto i risultati dello
studio che è costato più di 27 milioni di dollari.
La ricerca ha rivelato che il cellulare può provocare tumori al cervello,
danneggiare le funzioni di rigenerazione del sangue, provocare danni ai bambini
e alle donne incinte.
Per saperne di più visitate i siti: Health Risk Management Group
Ci si deve arrivare da
http://www.hrmgroup.org/,
altrimenti il referrer check ti dice che la pagina non esiste:http://www.hrmgroup.org/hrmgroupOrg/News/Medscape.htm
http://www.medscape.com/viewarticle/408066
Cellulari: un nuovo studio denuncia i rischi per i bambini - di Carlino
Acaulis - tratto da AAMterranuova
Una ricerca, effettuata da un gruppo di ricercatori spagnoli dell'Istituto di
Ricerca Neurodiagnostica di Marbella, pubblicato lo scorso dicembre sul Sunday
Mirror; ha rilanciato i timori sulla nocività dei cellulari.
La novità dello studio è che per la prima volta sono state utilizzate "cavie"
umane per misurare gli effetti delle radiazioni dei cellulari sui bambini.
Gli esperimenti sono stati condotti su un ragazzo di 11 anni e una ragazza di 13
anni, usando uno scanner Cateen collegato a un dispositivo in grado di misurare
l'attività delle onde cerebrali.
Grazie allo scanner è stato possibile visionare come le radiazioni emanate dal
cellulare disturbino l'attività delle onde cerebrali fino ad un'ora dopo la fine
della telefonata.
Il dottor Gerald Hyland, consulente del Governo inglese proprio in materia di
telefonia cellulare, ha definito i risultati "estremamente preoccupanti", ed ha
aggiunto che "c'è da chiedersi se è il caso che i bambini, il cui cervello è in
fase di sviluppo, continuino ad utilizzare i cellulari".
I risultati dei ricercatori spagnoli, dimostrerebbero che una telefonata di soli
due minuti può alterare la naturale attività del cervello di un bambino fino ad
un'ora dopo la fine della conversazione telefonica, scoprendo per la prima volta
come le onde radio penetrano in profondità all'interno del cervello.
Un'anomalia che potrebbe influire negativamente sull'umore o sulla capacità di
apprendimento dei bambini a scuola, quando per esempio usano il cellulare
durante la ricreazione.
Ancora non conosciamo tutte le conseguenze legate all'uso dei cellulari, ma
l'alterazione delle onde cerebrali potrebbe portare a una perdita di
concentrazione e di memoria, ridurre la capacità d'apprendimento e aumentare
l'aggressività.
I risultati della ricerca spagnola, coincidono con la pubblicazione di un
sondaggio condotto in Inghilterra, da cui emerge che l'87% dei ragazzi tra gli
11 e i 16 anni possiedono un cellulare e che il 40% di essi lo usano per 15 o
più minuti al giorno.
Il dottor Hyland, che intende pubblicare i risultati della ricerca in un
prossimo numero dell'autorevole giornale medico inglese The Lancet, ha
affermato: "I risultati della ricerca inglese mostrano che non esiste un limite
di sicurezza nell'uso dei cellulari.
Non sappiamo se e quali danni permanenti sono prodotti da questa esposizione. Se
fossi un genitore, starei molto attento a lasciare usare il cellulare a mio
figlio, anche solo per un breve periodo. Il mio consiglio è di evitarne l'uso".
Il dottor Michael Klieeisen, che ha condotto lo studio, ha affermato: "Abbiamo
potuto osservare nei minimi dettagli, ciò che accade nel cervello.
Non ci aspettavamo di vedere le alterazioni delle onde cerebrali protrarsi per
così lungo tempo.
Siamo preoccupati che i delicati equilibri esistenti, come quello dell'immunità
a infezioni e malattie, possano essere alterati da interferenze con gli
equilibri chimici del cervello".
Un portavoce del Ministero della Sanità inglese ha aggiunto che: "L'uso del
telefono cellulare per i bambini dovrebbe essere limitato a brevissimi periodi".
E' invece di qualche mese, la ricerca dell'Università di Zurigo che ha rivelato
alterazioni nell'attività sottocorticale del cervello umano e disturbi del sonno
in chi usa il telefonino.
Analoghe risultanze erano già emerse da ricerche analoghe svolte in Gran
Bretagna.
By Carlino Acaulis
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SANITA’
(Italy) - Il deputato verde Maurizio Pieroni
rivolge un’interrogazione perché sia verificato se l’uso dei cellulari comporta
rischi per la salute umana.
Pieroni precisa che “non esiste una normativa nazionale specifica per la
protezione della popolazione da campi elettromagnetici a radiofrequenze e
microonde, così che rimangono senza esito le proteste di chi abita in paesi e
città tormentati da antenne di emittenti radiotelevisive, da radar
dell’aeronautica o altro.
Anche considerando questo stato di cose, il Ministro della Sanità deve attivarsi
immediatamente e rispondere alle proteste dei cittadini, così come alle
"allarmanti notizie sui danni dei cellulari”.
Il Manifesto 31 Gennaio 1993 - da La Repubblica - 31/8/00
"Basta usarlo per pochi minuti ed ecco apparire i primi danni"
Le ricerche del professor Colletti, il chirurgo che ha impiantato l'orecchio
bionico - di ENRICO BONERANDI
MILANO - Il professor Vittorio Colletti, direttore della clinica
otorinolaringoiatrica di Verona, è il chirurgo che lo scorso mese di febbraio ha
impiantato con successo un orecchio bionico su un bambino di quattro anni privo
del nervo uditivo, un'impresa mai tentata prima.
Colletti ora sta studiando - senza sponsor o finanziamenti - le conseguenze
sull'apparato uditivo dei telefonini, e i primi risultati sono tutt'altro che
rassicuranti: "Ce ne sono alcuni molto dannosi. Occorre grande prudenza, e che
si facciano al più presto ricerche specifiche".
In cosa consiste il suo studio, professore ?
"Come chirurgo - spiega Vittorio Colletti - ho spesso l'esigenza di aprire la
scatola cranica ai miei pazienti esponendo il nervo uditivo, osservando così
eventuali variazioni con una tecnica elettrofisiologica. Lo si fa correntemente
per vedere se l'atto chirurgico dà un danno dell'udito. Ho chiesto allora ai
pazienti che dovevano essere operati di permettermi di simulare una telefonata
mentre si trovavano a cranio aperto, poggiando un cellulare sul loro orecchio,
fatte salve evidentemente le regole igieniche.
Così ho potuto osservare in diretta gli effetti sul nervo".
E cosa ha scoperto ?
"Con mia grande sorpresa, con l'attivazione del cellulare si verificavano
variazioni importanti dell'attività del nervo. Modificazioni talmente
consistenti che dopo due minuti di conversazione simulata ho dovuto interrompere
l'esperimento, perché le variazioni nei potenziali bioelettrici del nervo
uditivo raggiungevano un valore critico che di solito noi riteniamo di non dover
superare quando facciamo chirurgia, pena un danno permanente. Una volta sospesa
la telefonata, ho visto che i parametri di sofferenza del nervo rientravano a
valori normali dopo 7-8 minuti, un periodo lungo.
Mi sono chiesto se stavo incappando in un errore metodologico. Ma ho risimulato
il tutto in altre condizioni, e ho visto che il fenomeno era costante e
sistematico".
Cosa significa tutto questo ?
"Sicuramente le radiofrequenze realizzano un effetto biologico sul nervo
dell'udito. Non sono effetti acuti, ma comunque esistono. Quello che dobbiamo
scoprire ora è come questi effetti evolvano. Ho già alcuni pazienti, che usano
il cellulare con frequenza, che lamentano dolori, per esempio una signora che
dopo una conversazione di 25 minuti ha accusato una sordità improvvisa. Non
voglio fare allarmismi, ma invitare a un uso intelligente del cellulare:
telefonate brevissime con intervalli tra una chiamata e l'altra, evitare
l'esposizione di neonati alle onde elettromagnetiche, per esempio.
Quanto alla cosiddetta coccinella, secondo me non serve a niente".
Le sue ricerche però non sono finite.
"Sono andato avanti e ho visto che l'uso dell'auricolare riduce, ma non
completamente, l'esposizione alle radiofrequenze. Meglio, comunque, impiegarlo
sempre. Ora sto cercando di verificare quale tipo di telefonino sia meno dannoso
e quale sia la distanza a cui tenere il cellulare per ricevere il messaggio
sonoro con il minimo danno.
L'antenna all'interno del telefonino mi sembra sia foriera di danni più
dell'antenna esterna di vecchia concezione".
Lei sta compiendo anche analisi comparative tra i vari modelli di cellulari per
stabilire quali siano i meno dannosi ?
"Sì, e ho fatto delle brutte scoperte: in giro ce ne sono alcuni molto lesivi,
con emissioni davvero impressionanti.
Devo però procedere con i piedi di piombo, fare riscontri, seguire una
metodologia inattaccabile.
Scatenerò un putiferio quando avrò finito, ma non mi interessa. Abbiamo il
dovere, noi ricercatori, di fare il possibile per proteggere la gente, e
soprattutto le giovani generazioni, di fronte a rischi che al momento in troppi
sembrano prendere sotto gamba".
"Tenete i bambini lontani dai cellulari" - TEL AVIV, 11 APRILE
Il caso sollevato ad Israele, dopo il lavoro di una commissione governativa
Non è la raccomandazione di un pedagogo, ma del ministro della sanità di Israele, che ha letto per primo uno studio sull'argomento, commissionato dal Parlamento.
Per i telefonini non c'è pace. Prima c'è stato
l'allarme per l'assorbimento delle onde elettromagnetiche da parte del cervello.
Sono arrivati i primi "rimedi". Custodie in grado di schermare le emissioni,
coccinelle che si appiccicavano agli apparecchi. Alla fine è scoppiata la moda
dell'auricolare. Anche questo è stato però messo in cattiva luce da uno studio,
ed anche se qualcuno tenta di riabilitarlo il popolo degli scettici aumenta.
L'allarme per i bambini è l'ultima novità. E' vero che sull'argomento si è
parlato spesso in preda ad isterismi, ma in questo caso pare che ci siano motivi
più che fondati nel limitare l'uso dei cellulari da parte dei bambini.
Prima di raggiungere l'età adulta, pre-adolescenti e adolescenti sono molto più
sensibili alle emissioni e all'assorbimento delle onde elettromagnetiche, i cui
effetti non sono ancora del tutto chiariti. I bambini, si sono accorti i
ricercatori, fanno un abuso nell'utilizzo dei telefonini e quindi sarebbe meglio
"tenerli al sicuro, specialmente per il fatto che ci sono rischi ancora
sconosciuti". Il dottor Eli Richter, dell'università di Gerusalemme, sostiene
che i "cellulari in tante occasioni possono essere utilissimi, ma c'è la
tendenza, specialmente tra i bambini, a farne un abuso".
Il timore di medici e scienziati è che le onde
elettromagnetiche dei telefonini possano in qualche modo agevolare la
predisposizione al tumore. Ma di dati certi, fino ad ora, se ne hanno pochi. Il
dottor Segal Sedski, del Tel Hashomes Hospital, ricorda che gli esperimenti sono
appena iniziati e che i risultati si vedranno tra due o tre anni.
Per studi approfonditi sugli effetti dei telefonini c'è anche una commissione di
studio che comprende dodici paesi e che investirà sull'argomento l'equivalente
di 24 miliardi di lire.
Le compagnie produttrici si dicono pronte a collaborare soprattutto per rendere sicuri gli apparecchi che altrimenti verrebbero venduti con maggiori difficoltà.
Stando lontani dai cellulari non è poi certo che i
rischi da inquinamento elettromagnetico siano ridotti a zero.
Alcune zone sono particolarmente "inquinate". A Israele sono poi numerosi gli
impianti radar militari e civili, ai quali si aggiungono i normali ripetitori di
televisioni e radio. La presenza massiccia di tante fonti di emissione in
un'area ridotta come lo Stato di Israele, può provocare "sovraesposizioni" che -
se aggiunte all'uso dei telefonini - non fanno certo bene ai bambini.
(su "Il Resto del Carlino" del 11.04.2000)
Arriverà sui telefonini l'antenna anti radiazioni
Gran Bretagna 2002: All'Universita' inglese di Warwick e' stato messo
a punto un nuovo tipo di antenna per cellulari, che sembra in grado di ridurre a
zero l'emissione di radiazioni elettromagnetiche.
Il risultato delle ricerche del dipartimento di ingegneria potrebbe mettere fine
ai danni causati dalle onde al cervello. Una sorta di specchio elettronico
invierebbe altrove l'energia che le normali antenne non possono fare a meno di
dirigere sull'organismo. Per adesso e' stato creato solo un prototipo, ma
secondo il professore responsabile del progetto, Roger Green, tra pochi mesi si
potrebbe arrivare alla produzione.
Vivavoce, emissioni ridotte a zero
Un eminente professore britannico rivolge un appello ai produttori: inserite nei
kit vivavoce i morsetti di ferrite e ridurrete quasi a zero ogni emissione
27/01/05 -
Telefonia & C. - Londra - Dopo mesi bollenti per il dibattito sulla
sicurezza della telefonia mobile nel Regno Unito, un celebre luminare si è
rivolto ai produttori di cellulari chiedendo loro di venire incontro ai dubbi
degli utenti e risolverli.
Il professor Lawrie Challis, chairman del Mobile
Telecommunications and Health Research Programme, ha chiesto che i
morsetti di ferrite siano utilizzati come standard nei kit vivavoce perché
sono in grado di fermare quasi completamente il passaggio delle emissioni lungo
il filo dell'auricolare.
In sé le proprietà di questo genere di materiali non rappresentano una novità.
"Ma - ha spiegato Challis alla BBC - sebbene non ci siano ancora prove
che i cellulari siano dannosi alla salute, bisogna anche dire che la gente
ancora non li ha utilizzati abbastanza a lungo per esserne sicuri".
Un'affermazione forte, quest'ultima, se si considera che Challis fa parte di
quella commissione Stewart che di recente
ha
sconsigliato l'uso dei cellulari ai bambini, e agli adulti ha consigliato un
uso il più moderato possibile.
"Utilizzare un morsetto di ferrite - ha continuato Challis - riduce a
zero le emissioni alla testa. Eppure i produttori ancora non li hanno inseriti
nei kit vivavoce. E non capisco perché, vorrei che lo facessero. Potrebbero
rivendersela come una strategia di marketing, ad uno verrebbe da pensare che
dovrebbero essere interessati a promuovere una cosa del genere".
E invece no. Come ha spiegato Michael Milligan, dirigente del Mobile
Manufacturers Forum, "siamo d'accordo che possono avere un impatto. Ma
qui va detto che i cellulari sono stati sottoposti a collaudo secondo i
parametri di sicurezza e sono considerati sicuri".
Il problema per l'industria, evidentemente, non è tanto impedire la diffusione
di sistemi che riducano le emissioni quanto affermare che questi possano essere
necessari anche soltanto come approccio prudenziale: questo potrebbe infatti
indurre parte del pubblico a ritenere che i costruttori non considerino i propri
prodotti già del tutto sicuri.
Tra esami
alle stazioni base della telefonia mobile e allarmi sugli
effetti sul
DNA la fiducia dei consumatori relativamente alla sicurezza dei cellulari è
oggi infatti piuttosto ridotta.
A tutt'oggi questo tipo di antenna non e' ancora stato immesso sul mercato, come
mai ??
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Rischio tumore per gli utenti mobili ?
Alcuni ricercatori svedesi remano contro gli studi condotti in altri paesi e sostengono che l'uso eccessivo di telefonia cellulare possa effettivamente predisporre allo sviluppo di tumori cerebrali
Le
vere cavie siamo noi...
Paracelso lo sapeva già...
il 10% dei soggetti con tumori maligni
tratto da http://www.mednat.org/elettrosmog/danni_cellulari.htm
mi chiamo pasquale abate. Sono un medico ospedaliero che
Ricerca della Reflex cofinanziata dall'Unione europea
I telefoni cellulari alterano il dna umano
Necessarie ulteriori ricerche per determinare l'effetto dei telefonini sulla salute, ma come precauzione i telefonini non dovrebbero essere utilizzati quando è disponibile una linea fissa
Le onde radio provenienti dai telefoni cellulari danneggiano le cellule del corpo umano e il Dna. Lo afferma uno studio di cui scrive oggi la Bbc nella sua edizione online.
La ricerca Reflex è stata cofinanziata dall'Unione Europea. I ricercatori che hanno condotto lo studio hanno affermato, scrive Bbc, che sono necessarie ulteriori ricerche per determinare l'effetto dei telefonini sulla salute umana. Tuttavia, scrive ancora il sito dell'emittente britannica, come precauzione i telefonini non dovrebbero essere utilizzati laddove è disponibile una linea fissa.
Lo studio è stato coordinato dal gruppo di ricerca Verum e si è concentrato sugli effetti delle radiazioni sulle cellule animali e umane in laboratorio, giungendo a dimostrare che, dopo l'esposizione ai campi elettromagnetici, le cellule mostravano una significativa crescita dei danni al Dna, che non sempre possono essere riparate dalle cellule.
I danni sono stati riscontrati anche nella generazione seguente di cellule. La radiazione usata nello studio era a un livello all'interno del Tasso specifico di assorbimento tra 0,3 e 2 watt per chilogrammo. Il Tasso specifico di assorbimento è il tasso di radiazioni che il corpo assorbe dai cellulari. Molti telefonini emettono segnali radio a un livello tra 0,5 e 1 watt per chilogrammo.
"Non vogliamo creare il panico, ma è bene prendere precauzioni", ha spiegato Franz Adkofer. Lo studioso ha aggiunto che per ottenere i dati definitivi, bisognerà attendere ancora quattro o cinque anni. Una portavoce dell'Assoziazione britannica degli operatori di telefonia mobile ha, dal canto suo, affermato che "non è possibile arrivare a conclusioni da questi dati preliminari". Secondo gli operatori "i risultati dello studio sono preliminari, non ancora pubblicati o verificati e richiedono ulteriori repliche da parte di altri gruppi".
ESTATE: LE 5 REGOLE D'ORO CONTRO I FULMINI; MAI AL CELLULARE
(ANSA) - ROMA - Emergenza fulmini sulle vacanze
degli italiani. Allarme sempre piu' frequente con i repentini cambi di
temperatura e di clima. E contro il rischio di essere colpiti da una scarica
elettrica arrivano 5 regole d'oro. Tra queste, quella di non usare mai il
cellulare sotto tuoni e lampi. A lanciare l'appello e stilare il vademecum
contro i fulmini e per una vacanza sicura e' l'associazione ambientalista Vas
(Verdi Ambiente e Societa').
''Ogni anno i fulmini - afferma l'associazione - sono causa di numerose vittime.
I luoghi piu' a rischio sono spiagge, mare, campi aperti, alberi isolati,
colline e vette. I piu' colpiti sono escursionisti, bagnanti, agricoltori,
pastori e giocatori di golf. Il pericolo di essere investito da un fulmine
diventa concreto quando l'intervallo tra fulmine e tuono e' inferiore a 30
secondi e si considera cessato 30 minuti dopo l'ultimo tuono o fulmine''. I
consigli pratici sono dettati anche dall'esigenza di programmare usi e costumi
in linea con i cambiamenti del clima. ''Le condizioni climatiche del Pianeta -
affermano Guido Pollice e Walter Iannotti, rispettivamente presidente e
responsabile Campagne nazionali di Vas - sono sempre piu' imprevedibili.
Rischiamo di dover sempre piu' spesso assistere a improvvisi cambiamenti con
temperature sempre piu' alte e repentini rovesci temporaleschi''. Temporali che
nascondono il pericolo fulmini. Che fare, quindi, in caso di temporali? Ecco i
consigli se si e' gia in viaggio, in spiaggia o impegnati in una escursione in
montagna: - non sottovalutare i segni premonitori di elettricita' nell' aria:
sfrigolii degli oggetti metallici, prurito al cuoio capelluto o alla pelle
scoperta, peli e capelli che si rizzano, scintille azzurrognole dagli oggetti
metallici esposti - abbandonare i luoghi pericolosi: allontanarsi da creste e
cime, da vie ferrate e cavi metallici, non sostare sotto o vicino a tralicci,
croci, cappelle con croci, strutture appuntite in genere, spiagge e bagnasciuga,
ombrelloni. Non ripararsi sotto tralicci, antenne e alberi, specie se isolati,
vecchi e pieni di cavita'. Alcune statistiche dicono che maggiormente colpiti
dal fulmine sono la quercia il pioppo e le conifere; meno il faggio il castagno
e l'ontano. In genere pericolosi sono tutti quegli alberi il cui tronco rimane
piuttosto a lungo asciutto. Evitare di stare vicini a superfici e ad oggetti
metallici. Non accendere apparecchi elettrici. Evitare di stare nei luoghi ove
puo' formarsi una colonna di aria calda, poiche' essa costituisce un buon
conduttore elettrico. Gli animali emanano calore, evitare, quindi, di
avvicinarsi ad animali e greggi. - Mettersi al riparo il piu' in fretta
possibile in luoghi idonei: una cavita' o grotta di dimensioni adeguate e alla
distanza di almeno un metro dall'apertura e dal soffitto. I boschi fitti sono
abbastanza sicuri, a patto che si stia lontani dai tronchi e dai rami degli
alberi, per evitare le scariche laterali. I rifugi, i bivacchi metallici ben
chiusi. Se si e' in tenda o la si lascia per un posto piu' sicuro (l'auto per
esempio, con i finestrini ben chiusi) o si sta lontano dai pali, accovacciati
sul materassino. Se si e' in macchina, non muoversi, l'auto e' un ottimo luogo
dove ripararsi e ricordarsi di far rientrare l'antenna dell'apparecchio radio
eventualmente installato a bordo. - Se non ci si puo' mettere al riparo: non
stare a contatto con altre persone, non tenerle per mano, mantenere una distanza
di circa dieci metri l'uno dall'altro, camminare a piccoli passi, liberarsi
dagli oggetti metallici, evitare che oggetti metallici (bastoncini, piccozza,
sci) sporgano al di sopra delle spalle. Situazione molto pericola anche sulla
spiaggia e in mare essendo l'acqua un ottimo conduttore di elettricita'.
Togliersi di dosso collane e catenine. Trovandoci al mare e' bene ricordare che
gli ombrelloni e l'alberatura delle imbarcazioni possono attirare un fulmine,
quindi e' norma di elementare prudenza stare distante dalle barche e dalla
spiaggia durante un temporale. E' bene inoltre uscire dall'acqua essendo essa
una buona conduttrice di elettricita'. Sulle imbarcazioni a vela e' opportuno
che le punte metalliche in cima all'albero fossero collegate con un conduttore
ad una piastra di rame posta sotto la linea di galleggiamento. Se si e' in mare
e impossibilitati a raggiungere la riva, si attenda la fine della perturbazione
sdraiati sul fondo della barca. - Niente cellulari durante i temporali:
i metalli presenti nel telefonino possono attrarre i fulmini e, inoltre,
amplificare le scariche derivanti da una folgorazione. (ANSA). GU
10/07/2006 09:44 C
---- Original Message -----
From: Alessandro Morelli
Sent: Friday, September 29, 2006 6:03 PM
Subject: Alterazioni provocate da campi elettromagnetici su embrioni
A Tutti gli interessati agli effetti dei campi elettromagnetici sui Biosistemi
Ho il piacere di informare che recentemente è stata pubblicata sulla
prestigiosa rivista Biology of Reproduction un nostro lavoro (primo autore
Prof.ssa Silvia Ravera) che documenta i danni gravissimi indotti da onde
elettromagnetiche a bassissima frequenza (ELF-EMF) su embrioni di riccio di
mare.
Abbiamo individuato un preciso bersaglio molecolare (l'importantissimo enzima
AcetilColin Esterasi-AChe), che subisce una istantanea, forte (intorno al 50 %)
e reversibile diminuzione dell'attività a seguito dell'esposizione a ELF-EMF,
con drammatiche conseguenze sullo sviluppo dell'embrione. I nostri studi hanno
anche dimostrato che le alterazioni morfologiche indotte da ELF-EMF riproducono
fedelmente quelle prodotte da tradizionali agenti chimici che agiscono sull'AChe
e che la soglia di crollo istantaneo dell'attività enzimatica dell'AChe si
sovrappone perfettamente all'innesco della degenerazione dell'embrione (v.
Fig.4).
In dato è interessante di per sé, ma lo è ancora di più se si ipotizza che il
crollo dell'AChe rifletta una alterazione delle caratteristiche chimico-fisiche
delle membrane alle quali l'AChe è legata e che pertanto sarebbero in ultima
analisi le membrane cellulari i veri recettori cellulari dell'azione di
ELF-EMF.
L'Editor ha giudicato eccellente il nostro lavoro e ci ha chiesto di descrivere
nel modo più schematico possibile i nostri protocolli di laboratorio, nella
verosimile prospettiva che possano essere utilizzati da altri ricercatori.
La ns: pubblicazione è integralmente consultabile al seguente indirizzo web:
http://www.biolreprod.org/cgi/rapidpdf/biolreprod.106.051227v1
Il sottoscritto, insieme ai suoi collaboratori, è a disposizione per qualsiasi
informazione al riguardo.
Con viva cordialità,
Prof. Alessandro Morelli
Prof. Alessandro MORELLI
Ordinario di Chimica Biologica
Università degli Studi di Genova - Facoltà di Scienze MFN
Dipartimento di Biologia
Viale Benedetto XV - 3
16132 GENOVA
Telef/Fax: 010 353 8153
Recentemente anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto in guardia dal proliferare di questo subdolo, invisibile agente inquinante del nostro ambiente; ormai nella letteratura internazionale sono in continuo aumento gli studi in vitro, su cavia ed epidemiologici in cui gli scienziati di importanti centri di ricerca evidenziano effetti nocivi sul metabolismo cellulare, sull'animale e sull'uomo ed anzi, con le parole del biofisico prof. A. Frey del Medical Center della New York University, "ci sarebbe invece da stupirsi se alla macchina elettrochimica umana non accadesse nulla".
Nel campo delle alte frequenze si manifestano innanzitutto gli effetti termici di riscaldamento dell'organismo sclerotizzanti, com'è ormai noto, l'apparato riproduttivo, la cornea, il cristallino e gli organi più esposti e agenti soprattutto su coloro che sono irradiati a lungo da ripetitori vicini o che usano per ore senza alcuna precauzione telefonini spesso obsoleti e troppo potenti con antenna corta irradiante proprio sulla testa (situazioni purtroppo diffuse coi tanti ripetitori sui tetti in mezzo ai cittadini, ma anche nell'uso dei telefoni mobili di eccessiva potenza). Non meno preoccupanti, ma anzi più insidiosi, sono gli effetti non termici che si manifestano per intensità del campo elettromagnetico molto deboli. Ormai in moltissimi laboratori sono stati evidenziati effetti "in vitro" di esposizione a microonde per telefonia mobile quali per esempio l'alterazione della produzione degli ormoni della crescita e steroidei, dei flussi attraverso la membrana cellulare dello ione calcio++ e di altri ioni, dell'attività di enzimi necessari alla crescita cellulare. In laboratorio si sono per esempio osservate modificazioni nella formazione delle cellule germinali dell'insetto Drosophila melanogaster per esposizione a microonde a bassa intensità (Nimtz G. in H. Frölich, Berlin - New York, 1983), ma anche modificazioni dell'elettroencefalogramma del gatto e del metabolismo dello ione calcio++ nel sistema nervoso centrale delle galline (Adey W. e altri in P. Brodeur, Augsburg, 1990), mentre è stato modificato in modo ripetibile l'elettroencefalogramma del-l'uomo con le onde ad alta frequenza modulate in ampiezza dei telefonini (Klitzing von L.: Deutscher Bundestag, Protokoll der 41, Sitzung des Ausschusses für Post und Telekommunication, 1993), influenze cioè negative dello scambio dei messaggi bioelettrici nell'organismo.
Alcuni
degli altri effetti da esposizione a campi elettromagnetici ad alta frequenza
sono per esempio modificazioni del comportamento di fuga e dell'attività
sessuale dei ratti esposti a radiazioni elettromagnetiche pulsate di debole
intensità (A. Frey, Seaman e altri in A. A. Marino: Modern Bioe-lectricity, New
York, 1988); sull'uomo è stata riscontrata cefalea, irritabilità, stanchezza,
depressione, diminuzione dell'attenzione, minor rendimento (Keilmann F., Physik
in unserer Zeit, 1989) nonché in alcuni individui sensibilizzati una anormale
reazione, allergico simile, a campi elettromagnetici molto deboli (Smith e
altri, Clinical Ecology, 1992; W.J. Rea, Med. Journ., 1993). Per quanto riguarda
il sistema im-munitario e l'oncogenesi, il prof. Ross Adey, illustre biofisico
della Royal Academy of Science, ha mostrato alterazioni nei processi di
rigenerazione del midollo emopoietico di cavie e, successivamente, il
rafforzamento dovuto a deboli microonde dell'azione di sostanze oncogene sulla
membrana cellulare (Prog. Cin. Biol. Res., 1988). Fra gli altri studi, poi, D.B.
Leyle ha mostrato l'effetto immunodepressore sui linfociti T delle onde
elettromagnetiche modulate in ampiezza, che sono tipiche della telefonia
cellu-lare (Bioelectromagnetics, 1983). Altri studi hanno evidenziato come le
microonde, utilizzate per i radar e per la telefonia cellulare, siano
responsabili di vari meccanismi di crescita tumorale: Adey ed altri hanno
recentemente studiato in laboratorio le modalità di insorgenza di tumori
cerebrali sui ratti esposti ai campi elettromagnetici generati dai telefoni
cellulari (University Press, Oxford, 1996) nonché la modificazione della
comunicazione intercellulare causata dallo stesso tipo di microonde (Royal
Society of Medicine, Evironmental Medicine Section, London, 1996). L'International
Commission on Non-Ionizing Radio Protection ha evidenziato che le onde
elettromagnetiche con onda modulata in ampiezza, tipiche per esempio dei
protocolli GSM, influenzano la cancerogenesi causata da altri inquinanti
ambientali diminuendo la risposta immunitaria e aumentando la velocità di
replicazione del tumore (Health Phisics, 1996).
Particolarmente preoccupanti sono gli studi epidemiologici che evidenziano
l'incidenza di malattie neoplastiche per esposizione cronica nella popolazione
esposta a campi elettromagnetici ad alta frequenza. Fra gli altri, l'Enviromental
Protection Agency (1990) ha evidenziato cinque studi epidemiologici
statisticamente significativi per linfomi, linfosarcomi, melanomi e leucemie; il
Memorial Veterana Medi-cal Center (Loma Linda, California) ha studiato
l'incidenza degli effetti nocivi delle microonde sui reduci militari (Report to
the USA Senate on the Research Service of the Pettis Memorial Veterana Medical
Center in Loma Linda CA, 1990). Sempre più preoccupanti sono i risultati delle
più recenti indagini epi-demiologiche: M.H. Repacholi, coordinatore delle
ricerche finanziate dall'OMS sulla nocività dei campi elettromagnetici, ha
pubblicato su Radiation Research (1997) uno studio epidemiologico su una
popolazione di ratti transgenici irradiati da microonde modulate in ampiezza
tipiche del protocollo GSM della telefonia cellulare che evidenzia che questo
tipo di campi elettromagnetici ha moltiplicato l'incidenza dei linfomi con
fattore 2,4; Hoocking B. (Medical Journal Australian, 1996) ha evidenziato la
maggior incidenza di neoplasie nella popolazione attorno ad una torre di
ripetitori per campi elettromagnetici di in-tensità variabile fra 6 e 0.9 V/m;
Dolk H. e altri (American Journal of Epidemiology, 1997) hanno trovato una
maggior incidenza di leucemie nella popolazione attorno ad un ripetitore
radiotelevisivo in Gran Bretagna con una significativa diminuzione, com'era da
aspettarsi, all'aumentare della distanza e, dunque, al diminuire della densità
di potenza della radiazione che era di 0.013 e 0.057 W/m2 corrispondente a 2 e 5
V/m di intensità del campo.
(documentazione tratta dalla: Relazione dei proponenti alla proposta di legge N. 405 presentata dai Consiglieri regionali PETRINI - RANDACCIO - BUSONERA - CONCAS - DETTORI Ivana - LIORI - MARTEDDU il 18 marzo 1998 – in materia di “Prevenzione dell'inquinamento da campi elettromagnetici ad alta frequenza”.
Danni provocati dalle onde eletromagnetiche
Gli effetti che tali radiazioni
possono provocare sugli organismi si distinguono in:
1) effetti termici o a breve termine
2) effetti non termici o cronici.
Per effetto termico si intende il riscaldamento del corpo o di sue parti esposte
alle radiazioni. La gravità di questo tipo di effetto, va ricercata nel fatto
che questo riscaldamento avviene internamente al corpo e non viene percepito
dagli organi sensoriali: per l’organismo non è così possibile attivare
meccanismi di compensazione. Gli organi con scarsa circolazione sanguigna (che
favorisce la dispersione del calore prodotto) e bassa conducibilità termica
(fattore negativo ai fini di una efficace dispersione del calore) sono i più
colpiti (testicoli, cornea, ecc.).
Che le radiazioni elettromagnetiche influenzino i nostri ritmi fisiologici lo
dimostra la ghiandola pineale, situata nella parte posteriore del cervello.
Questa minuscola ghiandola a forma di pigna (da cui il nome) secerne melatonina,
un ormone che regola, oltre l’umore, il sistema endocrino e riproduttivo. La
produzione di melatonina è massima durante la notte e scende al minimo durante
il giorno, poiché la luce inibisce il funzionamento della ghiandola. La
melatonina, secondo gli studi fatti, sembra essere in grado di proteggere
l’organismo da alcune forme di tumore. La sua riduzione in soggetti esposti in
modo prolungato spiegherebbe, oltre la promozione di tumori, i vari disturbi
riproduttivi e neurologici segnalati da alcune ricerche epidemiologiche.
Negli ultimi anni l’attenzione dei biologi di base si è andata via via
spostando dalle mutazioni genetiche ad altri possibili meccanismi responsabili
della crescita tumorale. Il prof. Ross Adey, biofisico, che fa ricerca sui campi
elettromagnetici sin dalla fine degli anni ’50 ed ha avuto la possibilità di
studiare gli effetti di radar e microonde sui militari, afferma: "Gli studi
di laboratorio hanno identificato nelle membrane cellulari la parte dei tessuti
che, con tutta probabilità, per prima subisce le interazioni con i campi
elettromagnetici a bassa frequenza e i campi modulati a radiofrequenza/micronde.
Studi epidemiologici hanno attirato l’attenzione verso i Campi
elettromagnetici e i campi modulati a radiofrequenza come possibili fattori di
rischio per leucemie, linfomi, tumori al seno, melanomi epiteliali, tumori al
cervello".
Nel mondo anglosassone si stanno adottando misure cautelative per i bambini, a
fronte di una evidenza scientifica riferita a rischi per la salute derivati da
esposizione continuata e inconsapevole a microonde, anche a bassa intensità.
Misure cautelative e restrittive, con specifico riferimento alle strutture
scolastiche o comunque destinate a bambini e ragazzi, sono attuate in Nuova
Zelanda, in Svezia, in Canada, in Australia e negli Stati Uniti.
In molti paesi, si moltiplicano le proteste da parte di gruppi di cittadini e
associazioni, movimenti ambientalisti e gruppi di tecnici (medici, fisici,
biofisici, oncologi.).
Conferme sugli effetti tumorali dei campi magnetici provengono dall’autorevole
Karolinska Institut di Stoccolma (centro di riferimento dell’OMS e del premio
Nobel) e da altre istituzioni scandinave: i risultati dei loro studi
epidemiologici indicano un aumento del rischio per esposizioni prolungate a
campi magnetici con intensità superiori a 0,2 microTesla.
In Italia, ricercatori come il dott. Franco Merlo (Istituto Nazionale per la
ricerca sul cancro), il Prof. Giuseppe Masera (coordinatore di numerose ricerche
internazionali sui tumori infantili) e il Prof. Cesare Maltoni (Fondazione
europea di oncologia e scienze ambientali, presidente onorario della Società
italiana tumori e segretario generale del Collegium Ramazzini) hanno evidenziato
da anni il nesso tra l’esposizione a campi elettromagnetici (CEM) a bassa
frequenza (a cui nessuno di noi sfugge) e l’insorgenza di leucemie in
popolazioni di età pediatrica (0-14 anni): bambini a lungo esposti a valori di
CEM 50-60 Hz superiori a 0,2 microTesla – come quelli prodotti dagli
elettrodotti ad alta tensione – hanno una probabilità doppia di sviluppare
una leucemia rispetto a bambini esposti a livelli inferiori. I dati scientifici
disponibili, giustificano seri sospetti sulla possibilità che i CEM determinino
danni biologici, favorendo la carcinogenesi. I motivi di preoccupazione sono
tanto più fondati se riferiti ad un organismo in fase di crescita. Per tali
motivi è doveroso cercare di limitare il più possibile l’esposizione dei
bambini e in ogni caso, va chiarito che le conoscenze oncologiche indicano che
non esistono livelli di salvaguardia assoluta, cioè dosi, anche se basse, tali
da essere ritenute assolutamente innocue.
Effetti termici o a breve termine
per densità di potenza elettromagnetica irradiata maggiore di 10 milliwatt/cm2:
* variazioni della permeabilità cellulare
* variazione del metabolismo
* variazioni delle funzioni ghiandolari, del sistema immunitario, del sistema
nervoso centrale e del comportamento.
per densità di potenza elettromagnetica irradiata maggiore di 50 milliwatt/cm2:
* possibili lesioni cerebrali
* influenza sulla crescita cellulare
* malformazioni fetali
* ustioni interne
* cataratta
* morte per infarto.
Effetti non termici o cronici per
intesità inferiore a quella che determina gli effetti termici
* variazione del numero dei linfociti e granulociti (esperimenti su cellule)
* variazioni del livello di anticorpi e delle attività dei macrofagi
(esperimenti su animali)
* tachicardia
* dolore agli occhi
* vertigini
* depressione
* limitazione della capacità di apprendimento
* perdita di memoria
* caduta di capelli
nei paesi dell’Est europeo studi hanno evidenziato anche:
* sterilità
* aumento aborti
* abbassamento della fertilità
Secondo l’Agenzia per l’Ambiente degli USA (EPA), su otto studi
epidemiologici cinque hanno evidenziato rischi statisticamente significativi
associati a:
* neoplasie linfatiche ed emopoietiche
* cancri totali in abitanti (Hawai) in stretta prossimità a torri a
radiofrequenze (RF)
* cancro del sistema emopoietico (leucemia, linfoma e linfosarcoma, melanoma e
esposizione a radiazione RF) in ufficiali e militari polacchi
Le leggi ed i controlli
L’inadeguata normativa in vigore per gli elettrodotti (D.P.C.M. del 23.4. e
D.P.C.M. 28.9.95) indica dei limiti massimi di esposizione in 100 microTesla e
distanze da rispettare per i campi elettromagnetici a bassa frequenza di 28, 18
e 10 metri dal filo rispettivamente per elettrodotti da 380, 220 e 132 KV.
Questi limiti fanno riferimento a esposizioni di breve durata (effetti a breve
termine) e non ad esposizioni prolungate (effetti a lungo termine).
Per i campi elettromagnetici generati da alte frequenze (cellulari) il decreto
del Ministero dell’Ambiente n. 381/98 indica i limiti per le radiofrequenze da
100 kHz a 300 GHz.
La Federconsumatori denuncia TIM per pubblicità ingannevole sugli effetti delle
onde elettromagnetiche. L’Antitrust avvia il procedimento
* 17 settembre 1999 – Su denuncia della Federconsumatori l’Autorità Garante
della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento sulla pubblicità di
TIM relativamente agli effetti dell’elettromagnetismo.
La Federconsumatori ha chiesto all’Autorità di verificare l’ingannevolezza
del messaggio pubblicitario della TIM, contenuto in due opuscoli di ampia
diffusione, secondo la quale "tutti gli scienziati del Mondo sono concordi
nel ritenere che le onde, anche quelle emesse dagli impianti radiomobili non
producono effetti dannosi per la salute".
L’Autorità ha chiesto alla TIM di fornire entro 20 giorni:
i testi completi delle fonti scientifiche alle quali si è attinto per la
predisposizione dei due opuscoli denunciati, con particolare riferimento alle
citazioni riguardanti l’Organizzazione Mondiale della Sanità e all’Istituto
Superiore di Sanità ed all’Università di Roma ogni utile informazione su:
* "i risultati e le evidenze unanimamente condivisi dalla comunità
scientifica circa gli effetti sull’organismo umano prodotti dall’esposizione
(anche di tipo prolungato e reiterato) ai campi elettromagnetici generati da
apparecchi ed impianti di telefonia mobile;
* l’esistenza di eventuali studi già realizzati, nonché di verifiche ed
approfondimenti in corso dai quali si potrebbe evincere l’opportunità di
adottare cautele e raccomandazioni circa l’uso prolungato degli apparecchi
radiomobili soprattutto in determinate circostanze e per determinate categorie
di persone (bambini, donne in gravidanza, portatori di determinate patologie,
utilizzatori di strumenti elettromedicali, ecc.);
* i problemi di interferenza elettromagnetica degli apparecchi di telefonia
mobile con strumentazioni e dispositivi elettronici: peacemaker, apparecchi
acustici, apparecchi elettromedicali, apparecchi di navigazione, ecc.;
* le informazioni disponibili su eventuali casi di particolari intolleranze e
reazioni soggettive derivanti dall’esposizione ai campi elettromagnetici
generati dagli apparecchi e dagli impianti di telefonia radiomobile."
Tratto dal Sito dei Verdi Livorno e dal sito www.disinformazione.it
18.07.2002
Il pericolo dei campi elettromagnetici
Alcuni studi avevano già suggerito un'associazione fra esposizione ai
ELF-EMF e prevalenza della leucemia
In Italia, come nel mondo, è in atto un'accesa controversia sugli effetti
sulla salute dei campi elettromagnetici a frequenza estremamente bassa
(ELF-EMF), come quelli emessi dalle linee ad alta tensione. Alcuni studi
suggeriscono un'associazione fra esposizione ai ELF-EMF e prevalenza della
leucemia, anche se ci sono pochissime prove che i campi possano causare un
danno alle molecole biologiche. Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista
"Cancer Cell" International, ha però ora presentato prove sperimentali che
mostrano che gli ELF-EMF hanno effetti pericolosi sul processo di divisione
cellulare, almeno in cellule già daneggiate dalle radiazioni.
La divisione cellulare e il ciclo di crescita dipendono da due eventi. Il
primo è la duplicazione del materiale genetico della cellula, mentre il
secondo è la separazione in due cellule figlie. Questi passaggi sono
separati da due pause, la prima avviene prima della fase di sintesi del DNA
(G1) e la seconda prima della divisione vera e propria delle cellule (G2).
L'attesa in G1 impedisce ale cellule di duplicare il DNA se le condizioni
non sono favorevoli, mentre la seconda ferma la divisione se si è
verificato un danno ai cromosomi. Quando le molecole coinvolte nella
divisione cellulare vengono danneggiate da una radiazione ionizzante, per
esempio, si può avere una crescita incontrollata e lo sviluppo di un
tumore. In cellule normali, l'esposizione ai soli ELF-EMF non provoca
danni. Quando però le cellule vengono prima esposte a radiazione
ionizzante, la situazione cambia. In queste cellule si verificano infatti
danni genetici, che risultano in una maggiore attesa allo stadio G2. I
ricercatori pensavano che i ELF-EMF avrebbero rallentato ulteriormente il
processo, che invece è risultato più rapido in 12 esperimenti su 20. Di
fatto, i campi elettrici sembrano quindi in grado di accellerare il
processo di divisione in celule già danneggiate, aumentando le probabilità
che avvengano errori e mutazioni pericolose.
© 1999 - 2002 Le Scienze S.p.A.
Tratto dal FORUM **** ELETTROSMOG **** CONACEM -
I professori Kjell Hansson Mild, vid Arbetslisinstitutet Umeaa,
Sweden e
Lennart Hardell, Dipartimento di Oncologia Università di Onebro -StocKholm,
hanno pubblicato il loro rapporto su European Journal of Cancer Prevention
oggi e lo presenteranno ad una riunione a Mastricht questa settimana.
Il loro studio coinvolge 1617 pazienti a Stoccolma, Goteborg, Uppsala ai
quali è stato diagnosticato il cancro al cervello, durante il periodo
1997-2000.
Fra coloro che avevano usato il NMT-telefono mobile,vi era elevato rischio
del 30% di avere un tumore cerebrale.
Più lungamente avessero utilizzato il telefono, più grande il rischio per
coloro che avessero utilizzato il NMT-telefonino per più di 10 anni, il
rischio era l' 80% più alto.
Il rischio per avere un tumore dal lato della testa in cui il telefono è
stato utilizzato era 2,5 volte più grande dell'altro lato. Entrambi i
professori ritengono che l'attuale livello elevato di sicurezza di
radiazioni accettato per i telefonini, sia troppo.
Anziché il livello attuale del fotoricettore kg 2w x kg dovrebbe essere di
0,02 x kg del fotoricettore di w. Per essere dal lato sicuro, suggeriscono
l'uso del telefonino a mani libere e scelgono quelli con il più basso
livello radiattivo.
Più informazioni al sito www.feb.se
La raccomandazione di usare il telefonino a "mani libere" è scritta sulla
G.U. del 4\11\95 (D.M. n.458 del 20\6\95) ove dispone alla voce "Manuali per
l'utente" Gli utenti sono avvisati che per un uso soddisfacente
dell'apparato e per la sicurezza personale, si raccomanda che nessuna parte
del corpo deve trovarsi ad una distanza inferiore a 20 cm. dall'antenna
durante il funzionamento dell'apparato..- Il ministro GAMBINO.
Antonio Gagliardi
presidente
26 agosto 2002
I RISCHI / Quelle onde
elettromagnetiche danneggiano il Dna
Le antenne per i cellulari Umts (telefonini di nuova generazione) sono
meno potenti ma potrebbero arrecare danni maggiori. Il «Corriere
salute»,
supplemento del Corriere della Sera, lo scorso 3 novembre, ha spiegato che
le frequenze di 2450 Mhz su cui lavoreranno le antenne Umts (dal 2003 in
poi) sono in grado di "rompere" i filamenti del Dna. Ovvero, di alterare
la struttura chiave degli essere viventi.
Quest'allarmante notizia, basata su studi sperimentali americani del 1997
compiuti dal dottor Henry Lay e comunicati al «Corriere» dal dottor
Fiorenzo Marinelli, del Cnr, richiede pertanto (secondo Peacelink) che i
123 milioni di euro stanziati dal governo al tempo della vendita delle
licenze Umts vengano subito messi a disposizione per studiare gli effetti
delle emissioni elettromagnetiche delle antenne Umts prima che vengano
installate su tutto il territorio.
tratta dalla newsletter di ONDAKILLER
Nuove accuse di nuocere alla salute per i
telefonini
7 Aprile 2003
Nuova ondata di accuse contro i costruttori di cellulari e allarmi per le
possibili conseguenze per la salute delle persone che utilizzano i telefonini
provengono da Neil Cherry, professore della Lincoln University in Nuova Zelanda.
Secondo Cherry i produttori di cellulari sarebbero ben consci della pericolosità
dei loro prodotti ed hanno anche sviluppato decine di tecnologie per ridurre le
emissioni dannose, che farebbero calare da 100 a 1000 volte l'ammontare di
radiazioni emesse dai telefonini, ma i costi di implementazione sarebbero troppo
elevati.
I cellulari farebbero più male del tabacco, ma essendo le radiazioni inodore ed
incolore vengono sottovalutate dall'opinione pubblica ed è più difficile
dimostrarne la reale pericolosità. Secondo Cherry i governi dovrebbero porre
rimedio al più presto a questa situazione, obbligando i costruttori a produrre
telefoni che non danneggino la salute umana. Intanto il National Radiation
Laboratory, organo del Ministero della Salute neozelandese, ha affermato che si
dovrebbero seguire alcune semplici raccomandazioni per ridurre al minimo i
rischi legati all'utilizzo del telefonino.
Per prima cosa utilizzare il cellulare nei luoghi dove il segnale radio è più
forte, in questo modo le emissioni si riducono anche del 90%, ridurre la
lunghezza delle telefonate, allungare sempre l'antenna retrattile dei cellulari
che ne sono provvisti, utilizzare quando possibile l'auricolare
tratto dalla
newsletter telefonino.net
Il termine ELETTROSMOG indica l’inquinamento da campi elettromagnetici (cem). Il campo è il risultato della corrente e della tensione elettrica ed è diviso in una parte elettrica ed una parte magnetica. Nei cellulari, radar, ripetitori televisivi, ecc. il campo oscilla ad alta frequenza, la parte del campo più significativa è quella elettrica, si può schermare con il metallo e si misura in volt/metro (abbreviato V/m). Negli elettrodotti e negli elettrodomestici invece la parte più significativa è quella magnetica che non si può schermare (attraversa i muri ed il metallo), il campo oscilla a bassa frequenza, 50/60 herz (abbreviato Hz) e di misura in microTesla (abbreviato µT) con uno strumento differente da quello per i V/m.
I CAMPI FANNO MALE
Effetti a breve termine
Gli studi hanno dimostrato che esposizioni ad elevate intensità di campo elettromagnetico possono generare nell’uomo un effetto termico, cioè il riscaldamento del corpo, o di sue parti esposte alle radiazioni, che segue all’assorbimento dell’energia elettromagnetica. Gli effetti riscontrati sono molteplici e confermano il pericolo per la salute. Un esempio sono le esposizioni a cui sono soggetti gli utenti dei telefoni cellulari che irradiano campi di valore molto elevato durante la conversazione.
Effetti a lungo termine
Gli effetti biologici sono legati anche alle lunghe esposizioni a campi di bassissima intensità. Le esposizioni prolungate, che in Italia sono convenzionalmente determinate in almeno 4 ore, favoriscono un effetto non termico. Questo effetto è dovuto probabilmente all’interazione tra i messaggi elettrochimici dell’organismo e le onde elettromagnetiche. Anche a bassissima intensità i campi elettromagnetici si comporterebbero come delle piccole sollecitazioni che, se ripetute nel tempo, provocano dei danni biologici.
ANTENNE, RIPETITORI, RADAR
Nel 1996 è stato pubblicato il più grande studio epidemiologico, condotto dal dott. Stanislaw Szmigielski, finanziato dalla Comunità Europea, uno studio polacco sugli effetti delle radiofrequenze, i risultati sono chiari: aumenta il rischio per tutte le patologie indagate. Nell’ottobre 1998 gli scienziati riuniti a Vienna per un congresso scientifico sugli effetti delle campi elettromagnetici a radiofrequenza concordano che gli effetti biologici delle esposizioni a bassa intensità sono scientificamente dimostrati. Aggiungono che si possono ancora trarre conclusioni attendibili sui livelli di esposizione innocui e sottolineano che è importante informare la popolazione sui siti, sui dati tecnici e sulle esposizioni, ed anche sullo stato della ricerca scientifica. Sui telefoni cellulari, gli scienziati dicono che dovrebbe essere fornita una sufficiente informazione sugli studi sanitari onde promuovere un più corretto uso del telefonino. Nel giugno 2000 al congresso scientifico di Roccaraso, gli scienziati confermano le posizioni di Vienna e riconoscono che esiste una evidenza che l’esposizione ai campi elettromagnetici ad alta frequenza anche di bassa intensità (quelli delle antenne per la telefonia cellulare) può avere effetti negativi sulla salute: l’aumento dei casi di tumore, per esempio, l’aumento dei casi di disturbi cardiaci, riproduttivi, e neurologici. Questi effetti sono confermati dalle ricerche svolte negli ultimi 40 anni sulle cellule, sugli animali e sulle persone. Gli scienziati chiedono con urgenza che nella pianificazione della rete delle antenne per la telefonia mobile si raggiunga un valore di esposizione di 0,2 volt/metro ed non si superi i 0,6 volt/metro. I consumatori devono essere informati sui livelli di esposizione quando usano un cellulare, anche con l’auricolare. Sempre nel giugno 2000, ma al congresso scientifico internazionale di Salisburgo, gli scienziati dicono che la costruzione di una antenna deve essere soggetta ad una procedura di autorizzazione con il coinvolgimento attivo della popolazione interessata e la valutazione delle fonti di inquinamento già esistenti. La stima sugli effetti biologici delle esposizioni a livelli bassi è difficile. Le raccomandazioni sui limiti precisi di esposizione sono solo indicative. Per la tutela della salute si raccomanda un valore limite provvisorio di esposizione di 0,6 volt/metro per la somma a campi modulati in alta frequenza e pulsanti a bassa frequenza come le antenne per la telefonia cellulare. La rassegna di studi più completa è stata raccolta dal dott. Neil Cherry che nelle conclusioni consiglia di non superare 0,2 volt/metro. Nel aprile 2001 l’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana ha studiato una gran parte dei lavori scientifici sui campi elettromagnetici ed ha concluso che il principio di cautela comporta che il livello di esposizione sia il più basso possibile compatibilmente con la tecnologia del settore. Nel settembre 2002 gli scienziati riuniti a Catania confermano l’esistenza di effetti provocati dai campi elettromagnetici alcuni dei quali nocivi per la salute e consigliano di tutela la salute pubblica dai campi elettromagnetici.
LA LEGGE QUADRO
La nuova legge quadro n. 36/2001 applica il principio di precauzione di cui all’art.174 del trattato istitutivo dell’Unione Europea e sancisce il rispetto dell’art.32 della Costituzione (tutela della salute).
In attesa che vengano emanati i decreti attuativi della legge quadro a cui spetta il compito di definire i nuovi limiti di esposizione della popolazione si applicano le disposizioni dei seguenti decreti:
- D.P.C.M. del 23 aprile 1992
- Decreto interministeriale 381/98
Attuale limite di esposizione: 100 microTesla o µT (simbolo tecnico che indica i microTesla)
Distanze minime delle linee dagli edifici Linee a: 132.000 volt 220.000 volt 380.000 volt Distanza: 10 metri 18 metri 28 metri
I limiti indicati nella normativa, per campi generati da elettrodotti, sono 500 volte superiori ai limiti indicati dalle ricerche scientifiche: 0,2 microTesla.
ELETTRODOTTI: LA LEGGE E LE RICHIESTE
D.P.C.M. del 23 aprile 1992
La legge attuale è superata, è contenuta in un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. I limiti indicati nella normativa, per campi generati da elettrodotti, sono 500 volte superiori ai limiti indicati dalle ricerche scientifiche: 0,2 microTesla.
- Attuale limite di esposizione: 100 microtesla o µT (simbolo tecnico che indica i microtesla)
- Distanze minime delle linee dagli edifici
Linee a: |
132.000 volt |
220.000 volt |
380.000 volt |
Distanza: |
10 metri |
18 metri |
28 metri |
Cosa si chiede?
per l’esposizione al campo magnetico generato da elettrodotti, sottostazioni, cabine elettriche, ecc. (dove le persone soggiornano varie ore) |
VALORI ISTANTANEI calcolati in base alla portata dei cavi conduttori o misurati con strumento |
Limite di esposizione (da non superare mai, se superato occorre disattivare l’impianto) |
0,2 µT * |
Obiettivo di qualità (quello sopportabile salvo diversa indicazione degli studi scientifici) |
0,01 µT |
* RIF. studio scientifico internazionale finanziato dalla comunità europea - µT indica microtesla
Linee a: |
132.000 volt |
220.000 volt |
380.000 volt |
Distanza: |
almeno 70 metri ** |
almeno 80 metri ** |
almeno 150 metri |
** se viene rispettato l’obiettivo di qualità
Le normative attuali ed in progetto
per l’esposizione al campo magnetico generato da elettrodotti, sottostazioni, cabine elettriche, ecc. (dove le persone soggiornano varie ore) |
Limite di esposizione µT indica microtesla |
SVEZIA - da anni applica il principio di precauzione: 0,2 µT |
|
SVIZZERA |
1 µT entro 3 anni |
U.S.A. - Stato di New York U.S.A. - Stato della Florida |
20 µT 15 µT |
ITALIA Legge attuale (DPCM 23/4/92) Progetto di legge (legge quadro in parlamento) |
100 µT 0,5 µT entro 10 anni |
ICNIRP Limite consigliato per l’esposizione a 50 Hz |
100 µT per la popolazione 500 µT per i lavoratori |
tratto dal "Manuale di Autodifesa del Gruppo Verdi del Comune di Livorno"
Caldo e siccità: un effetto dell' inquinamento elettromagnetico?
Per i metereologi il caldo è "innaturale in tutta l' Europa" e con punte massime nelle metropoli. "Le forti pressioni atmosferiche impedirebbero la formazione delle nuvole". Ma il cielo è spesso nuvoloso senza che vi si liberi la pioggia.
Secondo i ricercatori "l' equatore metereologico terrestre sembra essersi spostato di 20 gradi più a nord trasformando il clima del Mediterraneo in un clima quasi desertico". L' origine del caldo opprimente di questi giorni sarebbe un monsone proveniente dall'Africa".
Mentre dalla fine di giugno sull' Africa sub-sahariana ha invece piovuto molto più del solito. Mentre, stranamente, è molto meno caldo ora nei paesi del nord Africa che in tutta l' Europa.
Forse gli esperti, nel valutare solo le correnti d'aria, i millibar e l'inquinamento da idrocarburi, stanno ricercando in una direzione sbagliata. E' chiaro a tutti che il caldo infuocato, arroventato di questi giorni non può essere la conseguenza del solo "effetto serra". Se così fosse dovrebbe piovere ripetutamente.
Qualcosa è cambiato: è cambiata l'aria. Oggi l'aria (purtroppo) ha in grandissima parte sostituito le vecchie e costose cablature telefoniche ed è divenuta a tutti gli effetti un "economico" conduttore elettromagnetico per telecomunicazioni. Le radiazioni non ionizzanti, sempre più immesse in questi anni nell'aria delle città e delle autostrade con radiobasi della telefonia mobile e ponti radio, sono in grado di provocare effetti termici non solo su tessuti vitali (es. riscaldamento dell'orecchio dal cellulare) ma indirettamente nell'ambiente circostante e molto probabilmente hanno trasformato il clima nell' "inferno" che stiamo subendo.
Dalle radiobasi viene emesso persistentemente un notevole segnale elettrico in andata e ritorno - onda stazionaria - che aumenta la carica elettrica nell'atmosfera.
Il bombardamento elettromagnetico ad alta energia, con radiazioni artificiali permanenti anche se non ionizzanti, ma con fotoni derivati dalla spinta energetica nelle microfrequenze, provoca alle molecole dell'aria l'espulsione di elettroni dagli atomi, i quali disintegrandosi si trasformano in ioni tutti di una stessa carica positiva.
Molecole stazionarie che d'estate subiranno un processo non solo di fotosintesi, trasformandosi in No2 e peggiorando l'inquinamento, ma otterranno anche un effetto di "amplificazione" del raggio solare; fungendo da "propulsore" per le radiazioni elettromagnetiche solari su tutte le aree industrializzate dotate di tele-radiocomunicazioni.
Possiamo perciò ipotizzare che una delle importanti cause della variazione climatica è l'inquinamento elettromagnetico dell'aria.
L'aumento progressivo della temperatura, la conseguente elevata evaporazione attraverso starti d'aria ionizzati positivamente dalle celle telefoniche creeranno nubi ad una sola carica magnetica -positiva- che sosteranno per mesi in cielo prima di trovare accumuli di vapore contenenti cariche magnetiche opposte e scaricarsi violentemente.
Due sono le soluzioni:
-la prima immediata di provvedere ad una immissione di ioni negativi al di sotto delle nubi nere cariche d'acqua. (Se piove, la tesi è pregevole).
-la seconda a medio termine di ridimensionare la selva incontrollata di antenne per telefonia mobile utilizzando un solo sistema e non quattro come ora; un solo campo elettrico per più gestori - roamming - e non una decina di campi stazionari come avviene ora; ridimensionando le potenze, perchè i cellulari funzionano anche col minimo segnale.
Gian Carlo Landi
Invecchiamento precoce per chi utilizza troppo il
telefonino
16 Settembre 2003
L'abuso del telefono cellulare potrebbe provocare un
invecchiamento precoce delle cellule cerebrali. Ad affermarlo è un nuovo studio
condotto in Svezia all'
Università di Lund dal Professor Leif Salford. Secondo Salford, infatti, le
microonde a bassa intensità possono favorire il passaggio delle proteine
cerebrali dal sangue superando così una delicata barriera biologica che protegge
il cervello.
Il professor Salford e i suoi collaboratori hanno lavorato per 15 anni
sull'argomento: dapprima dimostrando che le radiazioni possono aprire la
barriera ematoencefalica permettendo a proteine come l'albumina di penetrare nel
cervello, poi ha messo in risalto che questo fenomeno porta a danneggiare alcune
strutture del cervello. Fino ad ora, però, non sono mai stati spiegati gli
effetti a lungo termine di queste nuove tecnologie. E' quindi possibile che i
neuroni danneggiati possano autoripararsi in tempo, ma le cellule nervose che
normalmente non diventano vecchie prima dei 60 anni, potrebbero ora diventarlo a
30 anni.
Le precedenti preoccupazioni sui telefoni portatili erano legate alla
possibilità di aumentare la temperatura del cervello e di causare cancro.
(tratto da http://www.telefonino.net/cgi-bin/news.asp?n=9309 )
LA STAMPA 05.09.2003
IN UN VIA TROPPI CASI DI TUMORE
di Marco accossato
Sei linfomi in appena due isolati, un'altra decina nelle vie attorno: chi
vive e lavora in Via Pomaro - quartiere Santa Rita è preoccupato.
Nei negoazi al bar, negli uffici, da giorni non si parla di altro: un
ragazzo e una donna residenti al n. 6 sono sottoposti da settimane a
chemioterapia per fermare la stessa forma di cancro che colèpisce tessuti e
ghiandole linfatiche. Altri 2 casi sono nella palazzina di fronte al n. 7.
Una quinta persona affetta da tumore abita al n. 8; una risiede
nell'edificio all'angolo con Via tripoli. Altri 3 casi , tutti linfomi di
Hodgkin, sono stati diagnosticati in Via Elba, una parallela di Via Pomaro,
stretta tra Corso Orbassano e Via Tripoli. troppi malati in una manciata di
metri. Casualita'?? Pasquale R. il padre della piu' giovane delle persone in
cura contro questo tumore, crede di no. "Siamo ormai in molti a sospettare
la stessa cosa - spiega- e cioè che la colpa sia delle radiazioni emesse dai
ripetitori piazzati qualche anno fa sul tetto di una palazzina di laro
tirreno. Nel 99 raccogliemmo 3.000 firme perchè venissero spenti. Inutile.
da allora a oggi, intanto i linfomi sono aumentati e tra i malati c'è anche
mio figlio che ha 23 anni.
Una ipotesi, ovviamente, quella di Pasquale R.. ma tanti casi concentrati in
un cosi' breve tratto di strada, effettivamente colpiscono e
insospettiscono. Per questo il vice sindaco Marco Calgaro ha deciso di
approfondire. "Abbiamo commissionato uno studio epidemiologico. Uno
specialista contattera' i medici di famiglia che hanno pazienti residenti in
zona e in particolare nelle vie segnalate. Raccogliera' le casistiche e alla
fine confronteremo i risultati con i dati dell'incidenza dei tumori in altre
parti della citta' nello stesso periodo di tempo. Torino ai raggi X. il
Vicesindaco ha chiesto che l'indagine sia fatta subito e sia conclusa in
fretta. "Non vogliamo naturalmente spargere il panico. A prima vista a S.
Rita, non sembra esistano fonti di inquinamento diverse da quelle presenti
in altri quartieri di Torino e tali da giustificare un boom di tumori.
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