Polonia - Italia  3 - 1
 Il dolore taglia le gambe agli azzurri
Dopo l'attentato di Nassirya l'Italia scende in campo con le gambe ma non con la testa

 

 


 dal nostro inviato Davide Figus

 

   VARSAVIA.  L'ha attesa tanto questa Italia, forse l'ha trovata quando meno se l'aspettava. Ma non ha perso tempo. Con classe, con quella che il mondo gli riconosce, Antonio Cassano da Bari, il fenomeno "ribelle" della Roma, ha segnato il suo primo gol azzurro dopo appena 19' da giocatore della nazionale maggiore. E che gol, un cucchiaio, di quelli che ultimamente vanno di gran moda a Roma, con dedica speciale e triste, alle vittime della strage in Iraq, il terribile attentato alla base dei Carabinieri a Nassiriya dove hanno perso la vita 18 italiani. Per loro Trapattoni piange durante l'inno, per loro Cassano non esulta. E' l'unico sorriso dell'Italia in Polonia, la prima e unica rete azzurra in una terra che resta un tabù. L'amichevole finisce 3-1, qui l'Italia non ha mai vinto e non ci riesce neanche questa volta. Ma questa volta la testa è da un'altra parte.

 

 Quando si parte e per 15' l'Italia è ancora abbracciata davanti alla tribuna. La squadra di Janas, ex grande difensore, abituata ai -2° di Varsavia e ferita nell'orgoglio dall'eliminazione dall'Europeo in Portogallo la sorprende, subito, due volte in 12 minuti (tra il 6' e il 18') e sempre su calcio piazzato. L'Italia è spaesata, assente, sul tiro da fuori e di interno destro di Bak e sul raddoppio di testa di Klos tutto solo davanti a Toldo. Pensi: che sfortuna, una volta che non c'è Buffon, una volta che fa il titolare... Ma il portiere dell'Inter non si perde, anzi si rifà alla grande con i pugni sulla gran botta di Zurawski nel finale. L'Italia si riprende prima, per fortuna. Anzi, un minuto dopo il 2-0, Marchionni l'altro debuttante (che si vede meno perché troppo largo e soffocato da Zewlakow) lancia, Vieri (sempre nervoso) prolunga e Cassano infila con un pallonetto. Ci sarebbe anche un rigorino per Bobo lanciato in rete e colpito da Zewlakow in caduta. Ma l'arbitro sorvola. La Polonia è squadra fisica, pratica e concreta, recupera palla e riparte, spinge sulle fasce con Kosowski e Krzynowek e Zewlakok. L'Italia è poco unita e troppo macchinosa, cerca passaggi che su questo campo ghiacciato sono difficili.
 Il Trap, nella ripresa, preferisce Materazzi a Cannavaro perché può contrastare Rasiak sulle palle alte, ma poi esce per infortunio (entra Ferrari). Poi Oddo per Pancaro (con Panucci che va a sinistra) cercando la spinta che nel primo tempo non si è vista. Si passa dal 4-4-2 (con Cassano seconda punta) al 4-3-1-2 con Cassano trequartista dietro Di Vaio e Vieri. Ma un lampo di lucidità e velocità arriva solo quando entra Miccoli per Di Vaio (anche lui troppo isolato a sinistra) e Cassano torna a fare la seconda punta. Grosso va meglio di Panucci, Gattuso meglio di Marchionni perché non è un esterno sinistro di centrocampo. Miccoli e Cassano si fanno sfuggire la palla del raddoppio. Così, per una vecchia regola del calcio, si incassa: al 40' gran tiro di Zurawski, Toldo si stende, lo aiuta il palo. Sulla respinta Krzynowek manda sulla traversa, la palla rimbalza a terra, dentro la linea. E' la prima sconfitta del 2003 per L'Italia che, qualificata all'Europeo, aveva sino a oggi vinto otto gare e pareggiato una volta. E' il primo stop dopo 10 risultati utili, gli azzurri non incassavano tre gol da quattro anni, dal 13 novembre '99, a Lecce, con il Belgio. Ma non importa, non conta nulla quella partita. Oggi poi, il calcio conta davvero poco.