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Davide Figus |
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GRUPPO B: Lokomotiv Mosca - Inter 3 -
0 |
Inter,
che disastro! |
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GRUPPO D: Juventus - Real Sociedad 4 - 2 |
Trezeguet
e Di Vaio piegano gli spagnoli |
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TORINO. |
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GRUPPO G: Chelsea - Lazio 2 - 1 |
Il
Chelsea piega la Lazio. |
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LONDRA. Il Chelsea si aggiudica i tre punti
battendo la Lazio 2-1 nella terza giornata del girone G di Champions
League. La squadra di Mancini passa in vantaggio con Inzaghi al 38'
del primo tempo, ma si fa prima raggiungere dal gol di Lampard, 12'
della ripresa, e poi battere dal centro di Mutu al 20'. Una gara
bella e avvincente che i padroni di casa fanno propria con un
atteggiamento tattico perfetto, fatto di pressing e scambi veloci,
penetrazioni solitarie e manovre corali. La Lazio non riesce a
tenere palla e far partire il contropiede in velocità, restando
impigliata nella rete inglese.Quando le squadre scendono in campo le
sorprese non mancano. Nel Chelsea non c'è Crespo, vittima di un
problema agli adduttori nel riscaldamento, al suo posto Gudjohnsen.
Nella Lazio Mancini sceglie Conceiçao sull'out destro, al posto di
Fiore, e affianca Inzaghi a Corradi in attacco. I londinesi partono
sparati, palla a terra e scambi veloci che mettono alle corde la
squadra di Mancini. L'assenza di un vero attaccante d'area, però,
vanifica spesso la manovra dei padroni di casa che non
impensieriscono quasi mai Peruzzi. Dall'altra parte anche la Lazio
non riesce a metter il naso nell'area avversaria, in compenso, dopo
i primi 10', riordina le idee e si sistema meglio in campo.
Pian piano i biancocelesti conquistano campo e si vedono le prime
discese di Conceiçao e Oddo a destra, di Favalli e Zauri a sinistra.
Albertini, gladiatorio con Mihajlovic nel reggere l'urto del Chelsea,
alza il baricentro della Lazio che comincia a offendere. Oddo è il
più lesto a comprendere che i cambi di gioco possono mettere in
affanno la difesa inglese. E proprio da un suo lancio Stankovic
raccoglie e mette in area davanti a Cudicini, Inzaghi e il più lesto
di tutti e di testa ribadisce in rete. Il tempo di vedere un
sinistro di Lampard stamparsi sulla traversa a Peruzzi battuto e si
va al riposo.
Formazioni invariate a inizio ripresa. La Lazio dà l'impressione di
controllare agevolmente, ma proprio nel periodo migliore dei
biancocelesti, il Chelsea trova il pareggio. Gudjohnsen scende a
sinistra e, intelligentemente dà indietro all'accorrente Lampard che
di sinistro batte Peruzzi. Ranieri toglie un Veron che si va
spegnendo e il nuovo entrato Gronkjaer serve subito un assist a Mutu,
piazzato a centro area. Botta di destro ribattuta da Stam, riprende
Mutu che di sinistro realizza il gol del definitivo 2-1. La Lazio
cerca di riportarsi sotto e Corradi si distingue per una serie di
tentativi il più efficace dei quali viene deviato in angolo da
Cudicini con un volo all'incrocio dei pali. Oddo ammonito salterà la
gara dell'Olimpico (4 novembre) ma firma l'ultimo tentativo laziale
con un pallonetto da fuori che sfiora la traversa. |
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GRUPPO H: Milan - Bruges 0 - 1 |
Delusione
a S.Siro |
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MILANO. Era dal derby di ritorno
nelle semifinali della passata edizione, rete di Obafemi Martins, che il
Milan non subiva gol in Champions League. A violare la rete di Dida è
Andres Mendoza, peruviano, il cui diagonale di esterno sinistro è
sufficiente per permettere al Bruges di battere i rossoneri 1-0 (alla
prima sconfitta in stagione, se si esclude la Supercoppa italiana
d'inizio agosto con la Juventus) e di agganciarli in classifica al
secondo posto. Vittoria pesante quella dei belgi perché oltre a essere
meritata e a oscurare il futuro di coppa del Milan, permette alla
squadra di Sollied di sognare l'exploit, battendo proprio i rossoneri
fra due settimane in Belgio.Carlo Ancelotti non può più fare a meno di
Kakà. Di Rui Costa invece sì. La fiducia al brasiliano è una resa
incondizionata al suo talento. La decisione di preferire Seedorf al
portoghese è l'ennesima tacca sulla tabella del "qualcosa non va" tra il
tecnico e il trequartista. Qualcosa non funziona in ogni caso nel Milan
del primo tempo. Critica ineccepibile, a partire dai blackout della
difesa fino ai limiti dell'attacco. A parte il gol giustamente annullato
per fuorigioco a Inzaghi al 9' e un tentativo dello stesso Pippo una
manciata di minuti dopo, i rossoneri vivono alla giornata,
all'inseguimento di un'idea, di un guizzo. Merito del Bruges, squadra
ordinata, di pura mentalità belga: difesa a cinque, centrocampo
impenetrabile e una sola punta: Mendoza. Bruges che non si danna poi
l'anima per domare i campioni d'Europa. Abili nel chiudere ogni minimo
spazio, i belgi affondano con la stessa precisione in contropiede. Un
primo segnale forte e chiaro lo danno al 18' con un bolide di De Cock
deviato oltre la traversa da Dida; il conto lo presentano al 33' con una
micidiale ripartenza, tre contro due, che mette nelle condizioni Mendoza
di infilare Dida. Il cavallo pazzo peruviano non scherza affatto: da
solo è una spina nel fianco dolorosa, sufficiente a creare problemi alla
difesa rossonera. Il gol subito ha un effetto boomerang. Il Milan,
infatti, conduce sì il gioco, ma con un disordine mentale che non
produce nulla di buono, tranne qualche cross dalla fasce, per un Inzaghi
intrappolato nella marcatura e uno Sheva macchinoso e inconcludente. Di
certo non possono bastare un Pirlo a illuminare e un Brocchi a
sostituire Gattuso come ci si aspetta da lui. Nemmeno un Kakà,
prigioniero a centrocampo, mentre Seedorf infila un errore dopo l'altro.
Ciò che sbalordisce è l'incapacità del Milan di cambiare mentalità nella
ripresa. Il Bruges è perfetto. Non sbaglia un colpo in difesa,
sfruttando gli arieti e la predisposizione di saper marcare a uomo. I
rossoneri attaccano in massa, sfiorano il gol in un paio d'occasioni, ma
nel furore, secondo tradizione, la palla non ne vuol sapere di entrare.
Non c'è tempo da perdere e Ancelotti corre ai ripari: Rui Costa al posto
di Kakà e Serginho che va a rilevare Seedorf. Il nuovo sembra fare la
differenza, vedi la splendida deviazione di Verlinden su Rui, ma è
questione di piccoli dettagli. Inutile anche l'innesto di Tomasson al
posto di Shevchenko. E se Maldini e Pirlo si dannano, gli altri restano
a guardare, prigionieri di chissà quale sortilegio, mentre il Bruges
compie il suo piccolo capolavoro tattico all'insegna di un calcio
pratico ed essenziale: tanto basta per mettere in crisi il Milan alle
prese con un assalto finale inconcludente. Ora la strada è in salita. |
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