Prima fase - Terza giornata
   Champions League 2003-04
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Davide Figus

  
GRUPPO B: Lokomotiv Mosca - Inter  3 - 0
 Inter, che disastro!
 
   MOSCA.
      
 

GRUPPO D: Juventus - Real Sociedad  4 - 2
 Trezeguet e Di Vaio piegano gli spagnoli
     TORINO.
   
 

GRUPPO G: Chelsea - Lazio  2 - 1
 Il Chelsea piega la Lazio.
 
  LONDRA. Il Chelsea si aggiudica i tre punti battendo la Lazio 2-1 nella terza giornata del girone G di Champions League. La squadra di Mancini passa in vantaggio con Inzaghi al 38' del primo tempo, ma si fa prima raggiungere dal gol di Lampard, 12' della ripresa, e poi battere dal centro di Mutu al 20'. Una gara bella e avvincente che i padroni di casa fanno propria con un atteggiamento tattico perfetto, fatto di pressing e scambi veloci, penetrazioni solitarie e manovre corali. La Lazio non riesce a tenere palla e far partire il contropiede in velocità, restando impigliata nella rete inglese.Quando le squadre scendono in campo le sorprese non mancano. Nel Chelsea non c'è Crespo, vittima di un problema agli adduttori nel riscaldamento, al suo posto Gudjohnsen. Nella Lazio Mancini sceglie Conceiçao sull'out destro, al posto di Fiore, e affianca Inzaghi a Corradi in attacco. I londinesi partono sparati, palla a terra e scambi veloci che mettono alle corde la squadra di Mancini. L'assenza di un vero attaccante d'area, però, vanifica spesso la manovra dei padroni di casa che non impensieriscono quasi mai Peruzzi. Dall'altra parte anche la Lazio non riesce a metter il naso nell'area avversaria, in compenso, dopo i primi 10', riordina le idee e si sistema meglio in campo.
Pian piano i biancocelesti conquistano campo e si vedono le prime discese di Conceiçao e Oddo a destra, di Favalli e Zauri a sinistra. Albertini, gladiatorio con Mihajlovic nel reggere l'urto del Chelsea, alza il baricentro della Lazio che comincia a offendere. Oddo è il più lesto a comprendere che i cambi di gioco possono mettere in affanno la difesa inglese. E proprio da un suo lancio Stankovic raccoglie e mette in area davanti a Cudicini, Inzaghi e il più lesto di tutti e di testa ribadisce in rete. Il tempo di vedere un sinistro di Lampard stamparsi sulla traversa a Peruzzi battuto e si va al riposo.
Formazioni invariate a inizio ripresa. La Lazio dà l'impressione di controllare agevolmente, ma proprio nel periodo migliore dei biancocelesti, il Chelsea trova il pareggio. Gudjohnsen scende a sinistra e, intelligentemente dà indietro all'accorrente Lampard che di sinistro batte Peruzzi. Ranieri toglie un Veron che si va spegnendo e il nuovo entrato Gronkjaer serve subito un assist a Mutu, piazzato a centro area. Botta di destro ribattuta da Stam, riprende Mutu che di sinistro realizza il gol del definitivo 2-1. La Lazio cerca di riportarsi sotto e Corradi si distingue per una serie di tentativi il più efficace dei quali viene deviato in angolo da Cudicini con un volo all'incrocio dei pali. Oddo ammonito salterà la gara dell'Olimpico (4 novembre) ma firma l'ultimo tentativo laziale con un pallonetto da fuori che sfiora la traversa.

   

 

GRUPPO H: Milan - Bruges  0 - 1
 Delusione a S.Siro
     MILANO. Era dal derby di ritorno nelle semifinali della passata edizione, rete di Obafemi Martins, che il Milan non subiva gol in Champions League. A violare la rete di Dida è Andres Mendoza, peruviano, il cui diagonale di esterno sinistro è sufficiente per permettere al Bruges di battere i rossoneri 1-0 (alla prima sconfitta in stagione, se si esclude la Supercoppa italiana d'inizio agosto con la Juventus) e di agganciarli in classifica al secondo posto. Vittoria pesante quella dei belgi perché oltre a essere meritata e a oscurare il futuro di coppa del Milan, permette alla squadra di Sollied di sognare l'exploit, battendo proprio i rossoneri fra due settimane in Belgio.Carlo Ancelotti non può più fare a meno di Kakà. Di Rui Costa invece sì. La fiducia al brasiliano è una resa incondizionata al suo talento. La decisione di preferire Seedorf al portoghese è l'ennesima tacca sulla tabella del "qualcosa non va" tra il tecnico e il trequartista. Qualcosa non funziona in ogni caso nel Milan del primo tempo. Critica ineccepibile, a partire dai blackout della difesa fino ai limiti dell'attacco. A parte il gol giustamente annullato per fuorigioco a Inzaghi al 9' e un tentativo dello stesso Pippo una manciata di minuti dopo, i rossoneri vivono alla giornata, all'inseguimento di un'idea, di un guizzo. Merito del Bruges, squadra ordinata, di pura mentalità belga: difesa a cinque, centrocampo impenetrabile e una sola punta: Mendoza. Bruges che non si danna poi l'anima per domare i campioni d'Europa. Abili nel chiudere ogni minimo spazio, i belgi affondano con la stessa precisione in contropiede. Un primo segnale forte e chiaro lo danno al 18' con un bolide di De Cock deviato oltre la traversa da Dida; il conto lo presentano al 33' con una micidiale ripartenza, tre contro due, che mette nelle condizioni Mendoza di infilare Dida. Il cavallo pazzo peruviano non scherza affatto: da solo è una spina nel fianco dolorosa, sufficiente a creare problemi alla difesa rossonera. Il gol subito ha un effetto boomerang. Il Milan, infatti, conduce sì il gioco, ma con un disordine mentale che non produce nulla di buono, tranne qualche cross dalla fasce, per un Inzaghi intrappolato nella marcatura e uno Sheva macchinoso e inconcludente. Di certo non possono bastare un Pirlo a illuminare e un Brocchi a sostituire Gattuso come ci si aspetta da lui. Nemmeno un Kakà, prigioniero a centrocampo, mentre Seedorf infila un errore dopo l'altro. Ciò che sbalordisce è l'incapacità del Milan di cambiare mentalità nella ripresa. Il Bruges è perfetto. Non sbaglia un colpo in difesa, sfruttando gli arieti e la predisposizione di saper marcare a uomo. I rossoneri attaccano in massa, sfiorano il gol in un paio d'occasioni, ma nel furore, secondo tradizione, la palla non ne vuol sapere di entrare. Non c'è tempo da perdere e Ancelotti corre ai ripari: Rui Costa al posto di Kakà e Serginho che va a rilevare Seedorf. Il nuovo sembra fare la differenza, vedi la splendida deviazione di Verlinden su Rui, ma è questione di piccoli dettagli. Inutile anche l'innesto di Tomasson al posto di Shevchenko. E se Maldini e Pirlo si dannano, gli altri restano a guardare, prigionieri di chissà quale sortilegio, mentre il Bruges compie il suo piccolo capolavoro tattico all'insegna di un calcio pratico ed essenziale: tanto basta per mettere in crisi il Milan alle prese con un assalto finale inconcludente. Ora la strada è in salita.