Passaggio di Guardiano al Santuario

C’è voluto un po’ di tempo per affezionarci a te, uomo apparentemente distaccato, e quando questo è successo, tu ci hai comunicato la notizia della tua ubbidienza ai superiori nel lasciare la nostra cittadina.
Sei anni non sono pochi, prendono una bella fascia della propria vita, ora capisco a distanza di tempo, perché molti molfettesi hanno pianto quando hai lasciato il Santuario della Madonna dei Martiri e sei venuto ad attingere l’acqua del pozzo di Maria Santissima a Capurso.
Personalmente devo dire che ti ho scoperto un pò per volta, ho visto in te la figura del vero padre, attento vigile, discreto e sempre presente.
Il nostro Santuario in questi anni ha fatto un salto di qualità, perché tante sono state le opere da te realizzate: dal restauro della statua della Madonna del Pozzo a quello del Santuario, da quello della Chiesetta del Pozzo a quello del ripristino degli arredi sacri, dei calici, delle stole ed altro.
Come San Francesco hai voluto sempre le cose più belle per l’altare e da autentico francescano le hai sempre ottenute nel silenzio e senza tanti squilli di tromba.
Ma una cosa che particolarmente mi sta a cuore è dire che hai chiuso le porte che necessariamente andavano chiuse ed aperto quelle del tuo cuore in maniera ecceziona-le soprattutto con la costituzione della Caritas Francescana.
La tua presenza ci è sempre stata di sprono e aiuto ad andare avanti e non fermarci mai difronte ai tanti ostacoli che in questo tempo abbiamo affrontato.
Quando in molte occasioni ci siamo sentiti dire che “i poveri vanno educati e non viziati” con te ci siamo detti “è vero” ma essi soprattutto vanno amati e quando hanno fame bisogna sfamarli.
Mi hai aiutato a crescere nell’amore e nella carità verso i fratelli indigenti, non smetterò mai di ringraziarti per questo.
Nessuno venendo da te è mai andato via a mani vuote, sei stato ricco nell’amore e nel consigliare; forse a questo punto invidio un po’ la fraternità di S. Antonio a Bari, che ti avrà come Guardiano e Parroco.
Sicuramente anche loro trarranno innumerevoli benefici dalla tua presenza tranquilla e rassicurante.
Ogni tanto ricordati di noi capursesi, forse qualche volta abbiamo parlato a sproposito di te, ma tu sai bene che l’uomo è fatto così.
Ti auguro di rimanere sempre francescano schietto, puro, genuino, carissimo Padre Giammaria, e a Padre Fulgenzio che prenderà il tuo posto il mio augurio è quello di compiere restauri alle nostre anime.

Anna Maria Macci


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