Flora e fauna
la flora sarda
conserva alcune specie vegetali molto antiche, che altrove hanno subito
invece delle trasformazioni o si sono estinte. Però , mancano diverse
specie vegetali presenti nell'Italia continentale e in Sicilia, come il faggio e
le conifere: le pinete costiere sono tutte d'impianto recente.
La maggior parte
della superficie dell'isola, dove la pastorizia brada, itinerante, è sempre
stata tradizionalmente l'attività dominante, è occupata dal pascolo,
rappresentato sia dalla steppa a graminacee sia dalle formazioni arbustive.
Entrambe sono il risultato di un degrado del bosco dovuto all'uomo, e in
particolare ai pastori, che impoveriscono la vegetazione con il
sovrapascolamento o bruciandola per rinnovare il pascolo. Oltre la metà della
superficie boschiva distrutta ogni anno in Italia da incendi appiccati
volontariamente è situata in Sardegna, benché leggi anche severe siano state
emanate in merito.
I boschi veri e
propri occupano un'area molto ristretta del territorio regionale; essa
corrisponde essenzialmente alle zone più interne e impervie, soprattutto nelle
valli più incassate, meno accessibili all'uomo e al bestiame, e non alle
sommità montane; le piante prevalenti sono le querce (tra cui molto diffuse
sono le querce da sughero), i lecci e i castagni.
La formazione
vegetale più ricca, estesa e vigorosa è nettamente la macchia mediterranea,
che caratterizza il paesaggio della Sardegna sin verso gli 800 m di quota,
talvolta formando pittoreschi boschetti isolati sui nudi strapiombi costieri; la
macchia non rappresenta però una formazione originaria, ma deriva dal bosco
degradato. È comunque la tipica associazione sempreverde che include arbusti
anche alti – si ha in tal caso la cosiddetta "macchia alta", dove
gli arbusti raggiungono anche i 4-5 m di altezza, quando trovano suoli più
profondi e maggiore umidità – tra cui principalmente oleastri, cioè olivi
selvatici, lentischi, carrubi, mirti, allori, ginepri, cisti; lungo i greti dei
torrenti sono spesso fitti gli oleandri. Si ha poi una macchia impoverita, con
arbusti sui 50 cm d'altezza, comunemente chiamata garriga, che comprende salvia,
rosmarino, erica, timo, ginestra ecc.; interessanti sono le formazioni di palme
nane.
Le praterie a
graminacee infine prevalgono in prossimità dei litorali, in particolare nelle
più calde e aride coste meridionali e orientali; dove si stendono le zone
paludose litoranee, non infrequenti in Sardegna per il difficile e irregolare
deflusso delle acque, crescono canneti e diverse erbe palustri.
Molto interessante e
particolare è la fauna. Mancano infatti nell'isola molte specie comuni nelle
terre circostanti (ad esempio marmotte, lontre, talpe, orsi, tassi, scoiattoli,
lupi, le vipere e qualsiasi altro serpente velenoso e comunque la maggior parte
dei rettili, le rane, e persino il passero comune, il Passer domesticus
Italiae). Per contro la Sardegna ospita molte specie endemiche, inesistenti
altrove. Caratteristica comunque a tutti gli animali presenti (asini, suini,
cinghiali, lepri, cavalli ecc.) è la taglia, generalmente più piccola di
quella delle stesse specie continentali. Il più noto degli animali della
Sardegna è il muflone, splendida pecora selvaggia con grandi corna ritorte (nei
maschi); tra i rettili presenti solo nell'isola vi è la tartaruga marginata (Testudo
marginata), che può raggiungere una lunghezza di 40 cm. Si ricorda poi, tra
gli uccelli, in genere assai numerosi, l'ampia diffusione dei rapaci: il
grifone, l'avvoltoio nero, l'avvoltoio barbuto, l'aquila reale, l'aquila del
Bonelli e il magnifico falco della regina o falco di Eleonora (Falco
eleonorae). Ridotto a pochissimi esemplari rintanati in alcune grotte delle
coste orientali è infine un mammifero marino, la cosiddetta foca monaca (Monachus
monachus).