fronte mare di levante


INDICE:

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L'area costiera a levante della città nel XIII e XIV secolo

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La chiesa di San Giacomo

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Gli stabilimenti balneari del primo Novecento

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Le funivie Savona-San Giuseppe

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La strada costiera verso Albisola

L'area costiera a levante della città nel XIII e XIV secolo:

La popolazione di Savona, che al tempo si addensava nel centro fortificato, cominciava, in questo periodo, ad espandersi al di fuori delle mura.
Data la scarsità di spazi all'interno della città fortificata, in questo periodo, sono soprattutto gli enti ecclesiastici che edificano monumentali complessi a levante della città in località Cappuccini e Valloria.

Nel Trecento, subito fuori le mura della città a levante, troviamo il borgo di porta Foria (oggi Santa Lucia), dove trovavano posto, unitamente a vari orti e giardini, numerosi edifici non meno lussuosi di quelli cittadini e considerati ameni luoghi di villeggiatura.

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La chiesa di San Giacomo:

La chiesa di San Giacomo, nell'Ottocento, fu trasformata in stabilimento di pena.
Attraverso una convenzione del 1856 tra il comune e l'amministrazione degli Ospizi del Santuario, al comune passavano i locali del convento di San Giacomo che l'ospedale San Paolo aveva ricevuto in proprietà attraverso un decreto imperiale nel periodo napoleonico.

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Gli stabilimenti balneari del primo Novecento:

Il primo rudimentale stabilimento balneare a Savona fu quello dell'albergo Reale ubicato nei pressi delle attuali funivie in un <<sito bellissimo e dove bagnarsi è sì comodo ed agiato>> (1880).
stabilimenti balneari MiramareCinque anni dopo, i gestori dell'albergo Svizzero impiantavano un modesto stabilimento in legno nella stessa zona.
Nel 1870, l'Hotel De Rome si aggiudicò il tratto di spiaggia sotto il colle di San Giacomo.
Lo stabilimento balneare di levante più prestigioso fu sicuramente il Miramare situato proprio nell'attuale sede delle funivie. Sulle colline retrostanti, il grande albergo Miramare (destinato nel 1930 al comando dei carabinieri).

A poco a poco, scomparvero gli stabilimenti balneari del levante, solo il Miramare rimase, per alcuni anni, a ricordare decenni di vita balneare nelle acque del porto e dell'avamporto, mentre si impiantò, negli Anni Trenta, lo stabilimento Paradiso, tra le gallerie Valloria e il ritano del rio Termine.

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Le funivie Savona-San Giuseppe:

A causa delle gravi deficienze della linea ferroviaria per l'interno, i grandi quantitativi di carbone che arrivavano via mare, non riuscivano ad essere smistati sufficientemente.
Si era giunti ad una situazione di estrema gravità. Queste necessità spinsero i due ingegneri Carissimo e Crotti a presentare, nel 1903, un progetto di funivia aerea tra lo scalo savonese e San Giuseppe di Cairo, lunga 18 km.
Nel 1910 si costituì la Società anonima Funivie Savona-San Giuseppe.
Le funivie vennero realizzate intorno al 1913.

La stazione di partenza, prevista dapprima in vicinanza della Foce del Letimbro, venne fissata sul lato nord del bacino portuale.
Fornite di potenti gru a ponte, vennero costruite ventiquattro celle che costituirono i silos per il provvisorio deposito delle merci.

Nel 1926 inizia il secondo periodo delle funivie Savona-San Giuseppe caratterizzato dalla realizzazione del pontile di sbarco rapido alla stazione Miramare.
L'impianto funiviario, infatti, che aveva arrecato notevoli benefici al porto savonese liberandolo dal problema del trasporto del carbone al di là dell'Appennino e dal magazzinaggio sulle Calate, risolveva per Savona, soprattutto, un problema di trasporto.
Venne realizzato, nel 1926, un pontile lungo 130 m. per permettere l'accosto a qualsiasi nave da carico. Sul pontile venne posta una teleferica raccordata con la linea aerea per San Giuseppe.

Al 1936 risale l'ultima fase di potenziamento delle funivie Savona-San Giuseppe: con lo sviluppo industriale della piana della Bormida si rese necessario il raddoppio della linea aerea di trasporto.

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La strada costiera verso Albisola:

Il comune di Savona, dopo l'annessione al Piemonte, si interessò attivamente al problema della viabilità. Seguirono progetti del governo sardo: Il tracciato definitivo della strada costiera verso Albisola venne approvato nel 1850. La nuova strada sostituiva la precedente malagevole mulattiera con grande vantaggio per il commercio.
Nel 1829 venne anche realizzato il tratto di strada verso Genova mediante il taglio a picco della collina dello Sperone e l'apertura della galleria che verrà detta del Garbasso.

Il marchese Camillo Garroni, ex Prefetto di Genova, scrisse su "Il cittadino" del 1926:
<<...per le strade ordinarie della Liguria deve ancora ringraziare Napoleone essendo a lui dovuta la strada cosiddetta della Cornice e cioè lungo le rive del mare. Questa strada, buona ai tempi antichi, dato il poco movimento di carri e carrozze, oggi è qualche cosa di impossibile per la strettezza, per le pendenze, per le giravolte e pei pericoli che presenta di fronte a burroni e precipizi. Ne completa la situazione disgraziata la cattiva manutenzione...>>.

Nei primi anni Trenta va in porto l'annoso problema della strada a mare Savona-Albisola.
L'aspirazione dei savonesi per un collegamento costiero con la vicina Albisola, non si misura a decenni, ma a secoli.
Fino ai primi decenni del Novecento, per raggiungere Albisola occorreva percorrere un lungo e tortuoso percorso che, dall'attuale piazza Diaz, attraverso la galleria del Garbasso, saliva in Valloria per discendere al ritano del Termine, confine tra i comuni di savona ed Albisola.
In precedenza, quando non era ancora stato aperto il Garbasso (che venne forato nel 1829), era ancora peggio: bisognava salire per la via dei Cappuccini (sistemata nel 1630) e per Ranco e il bosco delle Ninfe, scendere ad Albisola.
Logico, pertanto, che una strada a mare che collegasse le due località costire così vicine, fosse sentita da molto tempo.
Fu nel 1906 che il sindaco Pertusio propose la costituzione di un "Consorzio per il progetto di strada a mare Savona-Albisola".
Si faceva rilevare, in quel periodo, che una parte della strada avrebbe dovuto essere compresa nel progetto di sistemazione del porto per cui si sarebbe potuto ottenere il concorso del governo.
Arrivati all'approvazione del progetto della nuova strada, si dovette superare ancora un ostacolo: quello della larghezza dell'arteria che, diversamente dai piani dell'Anas, localmente si auspicava che la larghezza fosse portata a 14 metri (dieci di carreggiata, tre di marciapiede dal lato mare e uno di marciapiede dal lato opposto) per sopperire alle crescenti esigenze del traffico, realizzando nel contempo, un comodo passeggio cittadino.

I lavori per la litoranea Savona-Albisola ebbero inizio nel 1929 e l'inaugurazione avvenne nel 1931.
Fu necessario, oltre alla costruzione di un viadotto a mare nell'iniziale tratto da piazza Leon Pancaldo a Santa Lucia, il taglio delle colline degradanti verso il mare e la realizzazione di una galleria, in località Valloria, lunga 120 m. e larga 12 m. Solo nel secondo dopoguerra alla strada venne dato il nome di lungomare Matteotti.
La realizzazione della strada a mare, mutò radicalmente la funzione della piazza Leon Pancaldo che divenne importante nodo di transito.

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