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Origini della città sulla rocca del Priamar:
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Sulla rocca del Priamar nasce il primo insediamento della città
Era una cittadella fortificata, ricca di palazzi ed edifici religiosi,
oggi non più esistenti.
Tra i resti architettonici del Quattrocento, rimane ancora, unico edificio
superstite dell'antica città sul Priamar, parte della loggia del
Castello Nuovo che, edificato nel 1404 sul vecchio forte di Santa Maria,
venne dotato di loggia nel 1417.
L'edificio principale del Priamar era la vecchia cattedrale di Santa Maria
di Castello che aveva sempre rappresentato il centro della devozione religiosa
per i savonesi; lo stesso era stato oggetto di lavori di miglioria sul
finire del Quattrocento
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Nel 1542 la Repubblica di Genova ordina la costruzione della Fortezza:
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La Repubblica di Genova, attuando un piano difensivo che mirava alla
fortificazione dei punti strategici della riviera, imposto dalle guerre
di predominio in Italia, ordinò, nel 1542, la costruzione a Savona
di una grande e sicura fortezza. La posizione della città era infatti
ritenuta indifendibile e malsicura: il posto prescelto fu il Priamar.
Vennero demolite le antiche costruzioni della cittadella storica.
La cattedrale sarà l'ultimo edificio ad essere demolito. Gli altri
edifici religiosi che caddero sotto il piccone demolitore furono il palazzo
episcopale, il palazzo del Capitolo,la chiesa ed il convento di San Domenico
il Vecchio.
Tutta la zona venne rasa al suolo (circa 50.000 mq.), includendo anche
gli immediati dintorni della rocca fino all'attuale corso Mazzini e parte
dei giardini del Prolungamento (oltre 10.000 mq.) in quanto vi era la
necessità di un'ampia zona di rispetto non edificata intorno alla
rocca, a scopo difensivo.
La fortificazione aveva tutte le caratteristiche della più avanzata
arte militare dell'epoca: cortine, bastioni, batterie e torri.
Sul Priamar era sorta, su disegno dell'ing. Gian Maria Olgiato, quella
che fu giustamente considerata la più importante opera militare
nel dominio della Repubblica genovese, ben superiore a tutte le altre
della riviera.
Le spese per la costruzione della fortezza furono al carico del comune
come già lo erano state quelle per la demolizione delle mura e
per il riempimento del porto.
Il dolore e lo sdegno dei savonesi, colpito dalla devastazione della loro
antichissima acropoli, alimentò la convinzione che la fortezza
voluta dal governo genovese rappresentasse soprattutto un arnese bellico
contro i savonesi, per tenere la popolazione a freno ed impedire qualsiasi
moto di rivolta.
Genova aveva eliminato, dopo l'interramento del porto, anche la più
prestigiosa zona residenziale, la parte più cospicua della vecchia
e nobile città.
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Nel Seicento demolizioni e nuove fortificazioni:
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Per l'attuazione di opere fortificate imposte da Genova, interi quartieri
vennero demoliti.
La fortezza sul Priamar che, al suo sorgere aveva richiesto un ingentissimo
sacrificio urbano con la demolizione della parte più antica della
città, continuò nel Sei-Settecento, ad esigere altri pesanti
sacrifici con la demolizione di vaste aree urbane adiacenti alla grande
opera fortificata (oltre al disastroso scoppio del 1648 che portò
alla rovina di tanta parte della città).
Nel corso del secolo, numerose furono le opere di potenziamento delle
fortificazioni e, solo sul finire del secolo, prevalse da parte della
Repubblica di Genova, il progetto di concentrare nella sola fortezza del
Priamar, tutto il sistema protettivo, smantellando le rimanenti opere
fortificate.
Nel 1683 vennero costruite nuove fortificazioni sul Priamar e si rese
necessario abbattere 60 abitazioni.
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Nel 1850 la fortezza è destinata a reclusorio militare:
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Il precedente "bagno penale" nella fortezza che ospitava forzati
impiegati nei lavori di escavazione portuale, venne sostituito, nel 1850,
dal Reclusorio Militare, allora il principale tra gli stabilimenti penali
del Regno.
Il Reclusorio ospitava 500 detenuti e continuò a funzionare fino
al 1903 quando venne trasferito a Gaeta.
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Situazione dell'area dei giardini del Prolungamento dalle origini al
XIX secolo:
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L'area in cui oggi ritroviamo i giardini del Prolungamento, per vari
secoli, fu una zona quasi disabitata soprattutto dopo che, nel Seicento,
vennero abbattute diverse costruzioni che avevano il torto di essere troppo
vicine alla Fortezza del Priamar.
Una zona che per la sua posizione periferica era stata scelta, nel 1804,
per impiantarvi il cimitero di Savona.
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Nuovi stabilimenti industriali alla Foce e al Prolungamento:
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Sorgono nuovi scali e cantieri navali in cui si varavano bastimenti tra
la Fortezza e la Foce nella seconda metà dell'Ottocento. Ma a causa
della crisi dei cantieri navali, il posto degli stessi fu presto preso
dai nuovi stabilimenti industriali.
Sorgono alla Foce, nella seconda metà dell'Ottocento, alcuni stabilimenti
industriali, come l'officina Trucco e il molino a vapore G. Aonzo nel
1886.
Nel 1887, l'officina Servettaz si trasferirà dall'area portuale,
nel più grande stabilimento di corso Colombo.
Dall'inizio di corso Colombo, nei pressi del prolungamento a mare, occupò
una vasta area fin quasi al Letimbro, lo stabilimento della Servettaz,
occupò dapprima anche l'area appartenente in precedenza dalla Migliardi
& Venè.
Sulla sponda destra del torrente si installerà, nel 1910, la centrale
termoelettrica della Negri (poi Cieli, poi ENEL).
Agli inizi del secolo si installarono nuovi stabilimenti industriali tra
la strada e l'arenile, fatto che venne aspramente criticato e fece sorgere
parecchie discussioni poichè molti savonesi avrebbero preferito
l'ubicazione di questi impianti nella piana dell'immediato retroterra
per poter adibire l'area lungo il mare alla creazione di giardini e di
una passeggiata a mare.
Critiche sorsero soprattutto contro l'amministrazione comunale alla quale
si faceva colpa di aver ceduto le aree alle industrie senza tener conto
degli interessi turistici della città.
Bisognerà attendere gli anni Sessanta per registrare la scomparsa
di tutti gli stabilimenti industriali lungo corso Colombo e corso Vittorio
Veneto e la destinazione di queste aree a fini turistici.
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Nel 1905 viene prolungato corso Colombo oltre il Letimbro:
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Tra il 1905 ed il 1910 venne realizzato il prolungamento di corso Colombo
oltre il Letimbro sino alle Fornaci, consentendo di migliorare notevolmente
i collegamenti della città con il ponente, precedentemente costretti
entro strade anguste ed ostacolati dal passaggio a livello di via Saredo.
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I bagni marini prendono il posto delle industrie:
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Negli ultimi due decenni dell'Ottocento l'industria dei bagni marini
prese ad espandersi a ponente della città lungo le spiagge lasciate
libere dall'industria cantieristica. Fu la decadenza degli stabilimenti
balneari di levante, a rendere possibile lo sviluppo di quelli della Foce.
Ricordiamo, sotto i bastioni della fortezza i bagni San Francesco, i Marinai,
i Colombo, i Torino.
Sul finire del secolo aprirà i battenti il teatro Wanda al Prolungamento,
il più importante locale di Savona nel periodo della Belle Epoque.
Con il trasferimento della Servettaz-Basevi e la chiusura della officina
Dotta e Venè, gli arenili di corso Colombo e corso Vittorio Veneto
ospiteranno nuovi stabilimenti balneari.
Nell'area del giardino pubblico che si andava formando tra corso Colombo
ed il mare, venne edificato il teatro Wanda nel 1901 che divenne centro
di attrazioni della borghesia, ma nel 1921 il comune decise di riscattare
l'area per ampliare la superficie a giardini del Prolungamento a mare.
Il teatro Wanda venne distrutto dai bombardamenti del 1943, al suo posto
si costruirono stabilimenti industriali.
Scomparsi quasi totalmente gli impianti a levante della città,
quelli del ponente avevano subito, con il depauperamento della spiaggia
delle Fornaci, notevoli danni: il San Francesco aveva chiuso i battenti
(il vicino stabilimento della Siderurgica, non lo aveva certo favorito),
mentre rimanevano, con il Wanda in attività ridotta, il Torino
ed il Colombo.
Stava comunque per svilupparsi una nuova zona balneare compresa tra San
Michele e la Crocetta, favorita dalla costruzione del ponte Colombo sul
Letimbro (realizzato intorno al 1905) e dal prolungamento di corso Colombo
sino alle Fornaci e che coinciso con lo sviluppo del fenomeno turistico
estivo.
Fu un benefico risveglio per questa borgata che, da quando si era andata
esaurendo l'industria dei mattoni, aveva conosciuto un periodo di notevole
decadenza.
Ma l'apertura della strada a mare Savona-Albisola, se doveva coronare
un secolare desiderio dei savonesi per un collegamento costiero con la
vicina Albisola, doveva anche deviare, a partire dal 1931, parte dei "bagnanti"
della spiaggia a ponente di Savona verso il lido Albisolese che conobbe,
da allora, il suo periodo fortunato di località balneare e divenne
una vera e propria succursale di quella savonese, soprattutto negli anni
successivi alla Seconda Guerra Mondiale quando gli impianti balneari di
corso Vittorio Veneto subirono considerevoli danni dalle continue mareggiate
che s'abbatterono su questo tratto di costa.
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I giardini del Prolungamento:
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Dalla parte verso il mare, la continuazione di corso Principe Amedeo
assunse il nome comune di Prolungamento a mare dello stesso corso.
Venne sistemato a giardini nel 1900 e nello stesso tempo prese consistenza
il vasto piazzale con la costruzione di un muraglione lungo il mare ed
il passeggio che prese il nome di Trento e Trieste, a fianco della Fortezza.
Al centro del piazzale venne costruita una vasca circolare con una bella
figura muliebre nel mezzo, raffigurante la pioggia. La vasca circolare
lasciò il posto, nel 1928, al monumento a Garibaldi, opera di Leonardo
Bistolfi.
Due anni dopo ebbero inizio i lavori per la costruzione, sull'area verso
il passeggio Trento-Trieste, della casa dei balilla, inaugurata nel 1933
e distrutta dai bombardamenti aerei dell'ultimo conflitto mondiale.
Alla fine della Prima Grande Guerra, la situazione degli stabilimenti
balneari di Savona doveva mutare profondamente.
La costruzione dei nuovi grandi caseggiati tra corso Colombo e la via
Nizza ne aveva fatto un ameno quartiere residenziale, comodamente collegato
al centro cittadino dalla linea tramviaria.
Nel periodo tra le due guerre si assiste all'impianto di nuovi stabilimenti
balneari che occuperanno, poco alla volta, tutto il litorale tra il Letimbro
e la Crocetta. In maggioranza erano dotati di spaziosi ed eleganti "rotonde"
che, alla sera, sfarzosamente illuminate, servivano da sala da ballo.
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