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Esistono modi diversi di vivere il mare: per lavoro o per diletto. Fin dall’antichit?, il primo mezzo di cui l’uomo si pot? servire per navigare fu un tronco scavato, che posato nell’acqua galleggiava. Con l’aggiunta di due remi nacque cos? la prima barca, che per secoli non progred?, usando solamente remi e vele. Solo con l’invenzione del motore a vapore, ad opera dell’americano Robert Fulton, ci fu l’introduzione degli scafi metallici; che aument? la sicurezza della navigazione. Gli elementi essenziali che una buona barca deve avere sono:
Per lungo tempo l’esperienza di capaci carpentieri stabil? una forma standard di barca. Possiamo schematizzarla in un guscio curvo lungo le fiancate che contengono sul davanti un elemento sottile destinato a fendere la superficie dell’acqua: la prua. La parte posteriore presenta un disegno simile oppure un taglio netto che forma una superficie piana: la poppa. La superficie a contatto con l’acqua viene chiamata opera viva o carena e svolge una funzione essenziale per una buona navigazione. La parte che resta al di fuori viene definita opera morta. Anche se le forme delle barche moderne differiscono dalla classica lime tipo che abbiamo precedentemente descritto, la terminologia delle varie parti resta invariata. Oggi le barche si sono evolute e le forme hanno assunto disegni assai pi? vari di quelli del passato. Gli scafi si suddividono in due categorie essenziali:
Le barche a stabilit? di stazza presentano una carena decisamente immersa sotto la superficie dell’acqua, e durante la navigazione, la parte pi? bassa della carena, la chiglia, fende profondamente l’acqua. Diverso ? in navigazione il comportamento della barca planante, la quale, pi? che fendere l’acqua, tende a scivolarvi sopra. Questo tipo di barca presenta una carena che si avvicina a un disegno piatto.
©S.Lannino 2001 |
