Lettere

Come prima abbiamo scelto delle lettere di Eufrosina Serventi, che scrisse da Parma dal 1870 al 1874 al fidanzato Pietro Ugolotti che frequenta l'Accademia militare di Modena. Da tali lettere traspare che i rapporti erano formali e di sottomissione, gli incontri molto rari e la fedeltà maggiore.

Una lettera di Eufrosina:

"Niuno può resistere alla potenza dell'amore!!! Non derida dunque la mia debolezza. Le sue parole straziano il mio cuore; io non posso né potrei mai dimenticarla, l'amo con tutta la forza dell'animo mio, e tutto darei per riconquistare il di lei cuore, unico oggetto che avrei desiderio di possedere interamente e per sempre; ma... infelice che sono questo a me non è serbato! Lei lo donerà ad altra donna."

 

Successivamente abbiamo preso in esempio lettere di Caterina Janutolo nata nel 1867 che vive a Piedicavallo (Vercelli). Scrive fra il 1888 ed il 1903 ottanta lettere che avranno sporadiche risposte. Nelle sue lettere compare preoccupazione e necessità di scoprire le situazioni in cui il marito, emigrato in America, si trova e la sua salute. Evidenti sono il logoramento, l'ansia e l'angoscia.

Una lettera di Caterina:

"Amata mia speranza,

è sì grande l'ardire che io mi prendo che in verità direi una bugia se non dicessi che la mano mi trema nello scrivervi. La mia mente si conturba, e la mia scienza poco alterata, non può descrivere su questo misero foglio quei sentimenti così puri, quei palpiti di gioia e d' amore che il mio cuore le proporrebbe di scrivere."

 

Eugenia Grego, nata a Verona nel 1855 in una famiglia di banchieri, scrive nel 1878 e nel 1880 al fidanzato e poi marito Lionello Castelbolognesi, noto avvocato di Modena, due volte al giorno. Eugenia morirà nel 1935.

In queste lettere figura un romanticismo diffuso, una sofferta attesa per l'arrivo del maritò e una vergogna evidente nell'esprimere i propri sentimenti.

"Leonello mio

quando penso che domani ti metti in viaggio, che domani arriverai, io non so cosa provo:

sento  una gioia, una contentezza che non ha limiti, che non ammette confronti. Buon viaggio mio caro amore. Prenditi la mia benedizione, che dalla spontaneità io la riconosca valida a condurti fino a me sano e salvo. Arrivederci la sempre tua fedelissima sposa Eugenia"

 

Infine, abbiamo concluso con delle lettere di Iliana Petrini, che scrive ai propri genitori, rifugiata nella zona di Fucecchio, per ripararsi dai bombardamenti. Iliana si sente sola e la paura di morire la affligge. Il giorno del suo compleanno ad esempio, scrive loro quanto sarebbe ingiusto che la vita le fosse strappata via a soli 24 anni.

Iliana scrive loro durante gli ultimi anni del secondo conflitto mondiale.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA:

"La finestra, l'attesa, la scrittura:ragnatele del sé in epistolari femminili dell'800" per le lettere di E. Serventi, E. Grego e C. Janutolo.

Lettere private ai suoi genitori per le informazioni riguardo I. Petrini.

 

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