Mi chiamo Samia e sono un fantasma che paga le tasse

Algerina, in Italia da tredici anni, consulente per la Commissione Europea, si occupa di migrazioni. Ma per lo Stato quasi non esiste. Diario di sette mesi di surreale clandestinità imposta dalla legge. Con il permesso di soggiorno scaduto, Samia non può lasciare l'Italia, né far venire il medico a casa se è malata. Neppure comprare un'automobile di seconda mano.

Alcune parti del diario di Samia:

17 Febbraio

Oggi vado al Commissariato di zona a presentare la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno. Non è la prima volta, ma la sesta: vivo e lavoro in Italia da tredici anni.

18 Febbraio

Ieri ho dato le mie impronte. Mi ero ripromessa di non piangere, per mantenere un minimo di contegno e dignità, ma ho pianto. L'ufficiale di polizia  è stato molto attento a evitare che le lacrime diluissero il nero dell'inchiostro

7 Marzo

Torno dalla Toscana, mi sento la febbre alta e un dolore al petto. Dovrei chiamare il medico, ma non verrà: scaduto il permesso di soggiorno, scade anche la tessera sanitaria. Anche se io continuo a pagare.

23 Maggio

Vorrei tornare a casa dai miei, ma mi rendo conto che non posso andare da nessuna parte. Se uscissi dall'Italia col permesso di soggiorno scaduto non mi farebbero più rientrare.

10 Giugno

Per il fisco sono ancora una cittadina in regola.

Luglio- Agosto

Non vado in vacanza. Ogni settimana vado al Commissariato, ogni settimana mi dicono che il mio nome non è sull'elenco

26 Settembre

Lui insiste, vuole festeggiare il compleanno con me. Non capisce che non posso raggiungerlo. Non sa che l'amore ha i tempi del permesso di soggiorno.

 

Home