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bullet  Attività produttive, servizi, presenze culturali      
 
bullet  La dimensione sociale del territorio e i segni del disagio giovanile
 
bullet Svantaggio, disagio, insuccesso scolastico e comunicazione interpersonale

 

  

Pellaro, quartiere alla periferia sud del Comune di Reggio Calabria, comprende un territorio vasto ed articolato che si estende sulla fascia costiera per circa 7 km (dalla frazione di San Gregorio a quella di Bocale) ed abbraccia parte del retroterra collinare con le frazioni di Trapezi, Macellari, San Giovanni, San Filippo, Paterriti. Tutte le frazioni appartengono alla XV Circoscrizione, ad eccezione di Trapezi e San Gregorio che fanno parte della XIII Circoscrizione. Gli abitanti sono circa 20.000 e l’espansione demografica, che ha caratterizzato l’ultimo ventennio, si è molto attenuata.

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             Cenni storici

 Le origini storiche di Pellaro non sono state ancora accertate; la più antica testimonianza della presenza dell’uomo risale al periodo eneolitico (XIX sec. a.C., età del rame) e trattasi di un piccolo frammento di vaso in argilla. Nell’età greca, Pellaro faceva parte di una grande contrada, chiamata Leucopetra. La sua vasta insenatura accolse flotte navali anche molto numerose, giustificando l’esistenza di un porto, il porto Bàlaro, da cui qualche studioso ha fatto derivare il nome di Pellaro. Quest’ultimo toponimo è menzionato per la prima volta in un documento del 1067.

 Le incursioni dei Saraceni costrinsero la popolazione a rifugiarsi sulle colline e soprattutto a Motta San Giovanni, del quale Comune fece parte fino al 1834, ad eccezione di qualche breve parentesi di autonomia amministrativa. Da quell’anno, assieme alle nuove contrade di Lazzaro e San Gregorio, divenne Comune autonomo e tale rimase fino al 1927, anno che segnò la sua annessione alla Grande Reggio.

 Distrutto quasi completamente dal tremendo terremoto-maremoto del 1908, Pellaro venne ricostruito con moderne strutture.

               Attività produttive, servizi, presenze culturali 

              Nel territorio non esistono complessi industriali di una certa consistenza. L’attività industriale si limita allo stabilimento di imbottigliamento della “Coca-Cola” a Bocale, la fabbrica del “Limoncello” a Occhio di Pellaro, il Consorzio del Bergamotto a San Gregorio e ad altre piccole aziende a conduzione familiare che trasformano i prodotti dell’attività agricola locale. Il tentativo di insediare nella zona industriale di San Gregorio alcune fabbriche tessili, dopo qualche anno di attività, è miseramente fallito e gli operai, per la stragrande maggioranza,  sono in cassa integrazione e vengono utilizzati nei lavori socialmente utili.

              Nelle zone periferiche si pratica, anche se in modo sempre più sporadico, la coltivazione delle viti, degli ulivi e degli agrumi, in particolare del bergamotto, per il quale è in corso una discreta rivalutazione, dopo l’approvazione del Parlamento del marchio D.O.C.

              Anche il “famoso” vino di Pellaro, noto per la sua robustezza, la sua armonicità e gradazione (14°/18°), dopo un periodo di intenso sfruttamento e valorizzazione grazie all’emanazione di una legge regionale che istituiva le zone D.O.C., è rientrato nei confini di una produzione appena sufficiente per il fabbisogno familiare.                             

               Un ulteriore tentativo di sviluppo economico è rappresentato dalla creazione di qualche azienda agrituristica con l’intento di coniugare l’agricoltura e il turismo. Nonostante la presenza di risorse naturali di notevole pregio, come le acque non inquinate del mare, le amene spiagge ed il suggestivo paesaggio dello Stretto con la visione dell’Etna, poche sono state le iniziative atte a valorizzare tali risorse.

              La pesca, attività svolta in passato in modo intensivo in quanto fonte di sostentamento per numerose famiglie, è quasi completamente abbandonata o praticata solo a livello amatoriale.

              Qualsiasi iniziativa privata di sviluppo si scontra, purtroppo, inevitabilmente con la mancanza di progettazione degli Enti Locali e con la presenza soffocante di organizzazioni mafiose che, nel territorio di Pellaro, sono abbastanza agguerrite.

              Il settore terziario è particolarmente sviluppato a Pellaro centro, dove si è verificato un notevole incremento di attività commerciali di diverso genere. Funzionano, inoltre, agenzie di servizi, tre banche, un ufficio postale, uffici comunali.

              Sono presenti nel territorio scuole materne, elementari e medie e una sede dell’ASL.

              Tutte le frazioni del territorio, collegate da una rete stradale in discrete condizioni, sono raggiungibili con i mezzi pubblici, ad eccezione della frazione di Paterriti, posta in zona collinare e servita da una stradina stretta e in diversi tratti pericolosa. La superstrada ionica, che spacca il territorio di Pellaro in due zone (la costiera e la collinare), agevola i collegamenti,  pur non nascondendo insidie pericolose dovute alla forte velocità. La zona costiera è servita anche dalla rete ferroviaria.

              Nel territorio sono presenti le seguenti risorse ricreative e sportive:

-         Circolo del Tennis a Bocale 1° (privato)

-         Palestra polivalente a Pellaro (comunale)

-         Campo di calcio a Pellaro (comunale)

-         Palestre  a Pellaro (private)

-         Maneggi a San Giovanni e a Mortara (privati)

-         Centro per l’accoglienza degli extracomunitari “Regina Pacis” nell’omonima Parrocchia a San Leo

-         CE.RE.SO. - Centro di Recupero Sociale per tossicodipendenti a San Gregorio (Diocesi di Reggio).

 

              Le presenze culturali sono molteplici e variegate:

-         Il Gruppo Archeologico Pellarese

-         Il Parco-Museo della Civiltà contadina, con annesso centro di documentazione, a San Giovanni-Quattronari, che organizza diverse iniziative culturali, tra le quali La “Mostra di disegno per bambini” e Il Premio di giornalismo “Luigi Malafarina”  

-         La Piccola Compagnia Teatro di Pellaro

-         Il Gruppo folkloristico “I Peddaroti”

-         Le associazioni cattoliche presenti in quasi tutte le frazioni (A.C.R., A.C.I.)

-         L’Associazione artistico-culturale “LUNA GIALLA"

-         L’AVIS e l’AIDO a Pellaro

-         La scuola di danza a Pellaro (Jazz Ballet)  e a Bocale (Saranno Famosi)

-         L’Associazione “Carmelo Alampi” a Pellaro

-         Il Centro per gli Anziani a Pellaro.

 


              Si nota la mancanza di biblioteche pubbliche nel territorio e quella quasi assoluta di centri aggregativi nelle piccole frazioni, specialmente dell’entroterra. Di recente è stato costruito a Pellaro il “Centro civico”, sede della XV Circoscrizione, con annessa biblioteca. Nei centri costieri, nonostante la cospicua presenza delle associazioni sopra elencate, se si eccettua qualche incontro a carattere parrocchiale, si riscontra una notevole difficoltà di realizzare momenti di aggregazioni duraturi e coinvolgenti, specialmente per i giovani a causa di una insufficiente educazione fondata sui principi della convivenza democratica, obiettivo questo che la scuola, da anni, con l’apporto delle famiglie e delle associazioni presenti, sta tentando di sviluppare nei ragazzi. Inoltre, la mancanza di un supporto adeguato da parte degli Enti Locali influisce in modo negativo sull’attività e sulla sopravvivenza stessa delle suddette associazioni.

 

   La dimensione sociale del territorio e i segni del disagio giovanile

              La realtà sociale di Pellaro, pur in presenza di fatti positivi innegabili, è caratterizzata da problemi complessi. Tra i più importanti è da segnalare la condizione giovanile, sulla quale ricadono tutte le contraddizioni del tempo che viviamo:

a)      – disoccupazione

b)      – crisi di valori

c)      – situazioni di disgregazione familiare

d)      – problematiche collegate alla diffusione della droga

e)      – sfiducia nelle istituzioni

f)        – illegalità diffusa

g)      – difficoltà nell’integrazione sociale degli extracomunitari

h)      – mancanza di concrete prospettive

i)        – insufficiente educazione allo spirito collaborativo.

              In particolare, nel territorio di Pellaro si registra una subdola proliferazione della micro e macro criminalità. Fenomeno riconducibile ad un complesso intreccio di malesseri che affonda le sue radici non solo nella crescente disoccupazione, ma anche nella indiscriminata ricerca di affermazione. La mancanza di lavoro o un lavoro poco remunerativo e gratificante genera disagio, frustrazione, condizioni che non favoriscono di certo l’armonia della famiglia. Ne agevolano piuttosto le disgregazioni con il conseguente instaurarsi, nei figli, di sentimenti di sofferenza, insicurezza, sentimenti alimentati da una società sempre più confusa, che non offre prospettive.

              Smarrimento e senso di sfiducia sono infatti i sentimenti che contraddistinguono i nostri ragazzi, i nostri giovani che, nella migliore delle ipotesi, trascorrono il loro tempo frequentando una scuola che li motiva poco o bighellonando per il quartiere alla ricerca di surrogati alle loro aspirazioni.

              È facile, con queste premesse, il rischio delle devianze (criminalità, droghe, alcool), fenomeni che infatti registrano una costante tendenza all’espansione soprattutto in questo territorio. Si tratta sempre di una minoranza, che incide,  però, profondamente sul tessuto sociale di Pellaro.

              Un territorio, ancora, che offre limitati e poco produttivi momenti di relazionalità e quasi inesistenti spazi per l’impiego gratificante e costruttivo del tempo libero.

              Per ultimo, ma non per importanza, il territorio di Pellaro deve fare i conti con una massiccia presenza di immigrati, per cui, di anno in anno, si assiste ad un notevole incremento di alunni stranieri nel nostro contesto scolastico, che richiede un costante impegno per la loro integrazione, in modo che possano interagire, con pari opportunità, nella comunità più grande nella quale sono inseriti.

 

     Svantaggio, disagio, insuccesso scolastico e comunicazione interpersonale

              Nella realtà del Circolo di Pellaro l’abbandono e l’evasione all’obbligo scolastico sono minimi, dovuti più che altro alla numerosa presenza  di alunni stranieri che sfuggono, per la loro peculiare condizione di “nomadi” del lavoro, a qualsiasi controllo.

              Esiste, però, il disagio educativo che non discende tanto dalla incapacità di apprendere, quanto dal contesto comunicativo e relazionale che si instaura all’interno della classe. È vero che il rendimento scolastico è largamente influenzato da fattori socio-economico-culturali esterni alla scuola. I bambini svantaggiati provengono da ambienti deprivati sia economicamente che culturalmente e giungono a scuola con visibili e condizionanti carenze, in particolare nello sviluppo del linguaggio e delle conoscenze. Se a tutto ciò si aggiunge la difficoltà di comunicazione, di relazionalità o una didattica rigida, formalistica, non personalizzata, il bambino svantaggiato entra in una spirale che ne accresce il disagio, ne accentua il disadattamento ed apre le porte all’insuccesso scolastico.

              Lo svantaggio socio-culturale costituisce, così, una condizione di grave rischio che determina – quando non viene risolto positivamente – situazioni di marginalità sociale, che non devono necessariamente sfociare nell’abbandono, nell’evasione o nella dispersione scolastica. Esiste un disagio, a nostro parere, ancor più grave causato dalla mancanza di comunicazione tra docente ed allievo. Quando il flusso comunicativo da dialogo diventa monologo e le informazioni viaggiano in senso univoco, si accrescono divari e carenze individuali. E il ragazzo maschera questo disagio con atteggiamenti diversificati che vanno dall’aggressività all’irrequietezza o, quel che è peggio, alla forma passiva e rinunciataria.

 

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